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Autore: vampirella    27/04/2013    0 recensioni
Le basi strategico-militari di molti stati sono state abbandonate per il timore che esse si rivoltino contro gli umani di loro volontà. Purtroppo sono già avvenuti degli scontri che hanno portato a molte morti in tutto il globo. Per riuscire a capirci qualcosa il direttore Fury richiede agli stati confederati la presenza di un consulente, un hacker di grande fama che è riuscito, nel corso degli anni, a disabilitare o distruggere molti di quei sistemi che ora terrorizzano la popolazione della Terra. In realtà Fury ha compreso che è il momento di riaprire il progetto Fenice, ormai abbandonato dal 1960.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 13
Bisogna sempre credere nelle proprie capacità.


Sharon guardò l'enorme figura emergere da una porta laterale, vestita in modo assolutamente impensabile e con in mano un enorme martello.
- Thor? - Sharon riflettè alle sue parole. Poi si scosse, ritornando alla realtà e alle sue preoccupazioni. - Thor, devi aiutarmi! -
- Scusatemi? - le si rivolse il semidio evidentemente stupito. Jane osservava il dialogo con uno sguardo inebetito.
- Steve e Tony sono in pericolo. Dobbiamo raggiungerli. -
- Chi siete voi? Dove è il valoroso Nick Fury? -
- Valoroso? Senti - la ragazza gli si avvicinò, determinata. - Si sta svolgendo una battaglia in Russia. I Vendicatori sono lì e  sono in grave pericolo. Sul mio onore, ti GIURO che sto dicendo la verità. - notando che Thor non sembrava molto convinto di quello che gli stava dicendo gli sventolò davanti il tesserino di riconoscimento S.H.I.E.L.D, dipingendosi sul volto un sorriso tirato. - Vedi, sono anche io dalla tua parte. -
Thor guardò dubbioso la fidanzata, che si limitò ad alzare le spalle. Senza proferire parola, il biondo spostò la ragazzina e si diresse verso la plancia. Sharon roteò gli occhi al cielo e lo inseguì correndo.
- Comandante Fury. - tuonò il semidio appena entrato. Il Direttore si girò, come il resto del personale, e gli lanciò un’occhiata stupita.
- Thor! Ma come… -
- Jane è assai intelligente, signore. Dove sono i Vendicatori? -
Fury lanciò un’occhiata a Sharon, comparsa alle calcagna del semidio, e si voltò da un’altra parte. - Sono in missione. -
- Dove? -
- In Russia. Thor, c’è bisogno di te. -
- Sono ai vostri ordini. - Si diresse verso gli aerei quando Sharon gli sbattè contro l’armatura.
- Aspetta, vengo con te! -
- Carter,no! Ti proibisco… - cominciò Fury, al limite della sopportazione
- Me ne fotto delle sue proibizioni, Direttore! Thor, ti prego… -
Thor la guardò. Sarà stata la sua aria supplichevole, sarà stato qualcosa nel viso di lei, sta di fatto che le indicò di seguirla verso i piani alti.
Sharon non se lo fece mimare due volte e lo cercò disperatamente di tenere il suo passo per stargli dietro.

- Sharon…Sharon mi ricevi? - Tony battè sull’auricolare un paio di volte. Osservava il computer mentre ne leggeva i dati in modo quasi febbrile. Nessuna risposta dall'altra parte.
- Che cazzo sta facendo questo sistema? - urlò, esasperato. - Dio santo, sta armando i missili?-
- Non puoi fermarlo? - chiese Steve, tenendo la posizione e controllando che nessun robot comparisse all'orizzonte. Quel luogo era una trappola per topi, e questo lo metteva a disagio.
- Ci sto provando, porcaputtana! - Tony continuò a digitare, sempre più veloce. Cap gli lanciò uno sguardo preoccupato. - Sharon. SHARON! Dove cazzo sei una volta che servi? -
Steve si guardò intorno, vigile, alzando il fucile in posizione di tiro. - Credo che si siano accorti di noi, ormai. -
- Tu credi? - disse ironico il miliardario, mollando la presa sulla tastiera. - Usciamo il più velocemente da qui. Li intercetterò in aria. -
I due supereroi cominciarono a correre verso la pista di atterraggio. Appena usciti alla luce del sole vennero colpiti da delle detonazioni che li scagliarono a molti metri da terra. Ricaddero rovinosamente qualche metro più avanti, strisciando sul cemento. Steve fu il primo a rialzarsi. Vide davanti a sè circa una decina di robot disposti a mo’ di muro difensivo.
- Arrendetevi, Vendicatori. - disse uno di loro, con la solita voce metallica.
- Siete duri di comprendonio, vero? - rispose Tony, prendendo il volo. Subito due di questi lo seguirono sganciando una gragnuola di colpi. Iron Man volteggiò in aria e improvvisamente cambiò direzione, volando verso la base. Steve utilizzò il diversivo per sparare contro il robot che gli aveva parlato, riuscendo fortunatamente a staccargli la testa. All’attacco risposero subito i suoi commilitoni che cominciarono a rispondere al fuoco con una raffica di mitra, in dotazione nella loro armatura. Steve si riparò con lo scudo e corse verso un caccia abbandonato, sperando di potervi trovare riparo. Stava pensando di salirvi quando si accorse che l’aereo aveva preso vita e stava per decollare. La massa d’aria spostata fece quasi perdere l’equilibrio a Cap, che nel frattempo veniva circondato dai robot, pronti all’offensiva finale.
Una scossa elettrica bloccò per circa trenta seconda l’ammasso di ferraglie, tempo sufficientemente lungo per permettere a Capitan America di scartarli e correre verso Thor,che nel frattempo era elegantemente atterrato per terra.
- Thor! Sharon…cosa… - Sharon lasciò il semidio e atterrò anch’essa sul pavimento di cemento della pista.
- C’era qualcosa che non andava. Hanno bloccato tutto. - lei indicò gli esseri che, poco lontani da loro, si stavano preparando per un nuovo attacco, dopo lo standby forzato.
- Hanno armato i missili nucleari. - li informò Steve, respirando pesantemente e cercando di recuperare le energie.
- Quanto tempo abbiamo? -
- Non ne ho idea.  Tony vuole intercettarli in aria. -
- Quel fottuto miliardario pazzo. Puoi portarmi al centro di controllo? -
- Sì. Thor, coprici le spalle. -
- Sarà un piacere, amici miei. - benchè il biondo non avesse ben capito cosa stesse succedendo, si diresse verso l'ammasso di ferraglia deciso a distruggerli fino all'ultimo ingranaggio, come un vero guerriero.
- E non usare più i fulmini, aumenti la loro potenza. - suggerì Steve, mentre correva insieme alla ragazza verso la sala dei server.

- Come va Hulk? - gridò Clint, mentre con una mossa da vero acrobata si mise a saltare su un piano di un carroarmato. Librato in aria, si girò verso di questi e scoccò una freccia. Il mezzo saltò in aria. L’impatto lanciò Clint verso terra, che con una veloce capriola si rimise in piedi. Hulk, d’altra parte, era impegnato a stritolare un mostro verde e usarlo come scudo mentre altri due mezzi gli sparavano raffiche di proiettili.
- Carroarmati. Belli. - Hulk urlò e lanciò la ferraglia che gli rimaneva in mano contro il carroarmato più vicino.
Clint sorrise ed evitò un colpo all’ultimo momento.
Si mise a pensare come avrebbe reagito Nat se - assurdamente - avesse saputo che era morto lì, per quella missione. Avrebbe ammesso a sè stessa quello che provava nei suoi confronti? Probabilmente sì, ma sarebbe stata ben poca cosa, considerando la sua ripartita.

Sharon digitava sulla tastiera.
- Accesso negato…accesso negato…MERDA! - Sharon compì lo stesso gesto fatto poco prima da Tony. Steve alzò un sopracciglio.
- Non ci riesco, Steve. Il server è praticamente isolato. Non accetta interazioni. - Sharon si ingobbì sulla sedia. - Tony li farà esplodere in aria e stavolta non riuscirà ad allontanarsi abbastanza velocemente da evitare conseguenze. Credo di aver contribuito alla sua morte. Lo sto uccidendo veramente, questa volta. -
- No… - Steve le si inginocchiò vicino, per guardarla negli occhi. - Puoi fare ben altro. Tu puoi interagire con quelle macchine, lo sai. I robot… -
- Non so come funziona. - la ragazza cominciò a piangere. - Non so cosa devo fare… -
- Provaci. - Steve le asciugò gli occhi con le mani, pieno di speranza. Come non provare a fare qualcosa per quell’uomo? Pensò Sharon. Chiuse gli occhi e cominciò a pensare. Aveva avuto quegli strani attacchi, mentre era arrabbiata. Essere in quello speciale mood l’avrebbe aiutata? In quel momento però non si sentiva arrabbiata, era disperata.
Doveva imporsi di esserlo. Doveva ricercare in sè stessa qualcosa che le permettesse di incanalare la stessa energia che aveva sentito pulsare nelle vene durante le sue 'manifestazioni'. E poi….
Sharon si alzò e si diresse verso l’unità centrale della base. Scardinò alcune lamiere ed evidenziò i contatti. Osservò a lungo quell’intrico di segnali e conduttori, poi decise di porvi sopra le mani.
Respirò a fondo e si concentrò. A lungo rimase in silenzio, con gli occhi chiusi e le mani appoggiate.
Steve la osservava immobile. Lontano si sentivano ancora rumori di spari ed esplosioni.
Poi, più nulla.
Qualche minuto più tardi, Sharon staccò le mani dal computer con un sospiro. Le gambe cominciarono a tremare e sarebbe caduta a terra se Steve non l’avesse presa.
Con la ragazza fra le braccia e lo scudo saldamente legato alla schiena, Capitan America uscì per la seconda volta dagli edifici della base. Thor veniva verso di loro, mentre i robot giacevano sparpagliati fra le macerie degli aerei non ancora esplosi.
- Tecnologia midgardiana. - disse lui, sorridendo come se fosse una semplice scampagnata e non una missione per salvare il mondo.
Tony volteggiò sopra di loro e li raggiunse.
- Thor! Ma come... -
- Avevate bisogno di aiuto. -
- Niente di più vero….Sharon? -
La ragazza giaceva svenuta tra le braccia del Capitano.
- Oh. Allora è stata lei ad interrompere l’attacco. -
- I missili…-
- Sono stati disarmati con un comando a distanza. Già. Li ho fermati e li ho deposti poco lontano da qui. Bisognerà andare a recuperarli-
La terra tremò quando con un salto Hulk si catapultò fra loro. Lasciò cadere Clint, i vestiti strappati e con qualche bruciatura. Non aveva più l’arco.
- I cingolati si sono bloccati… Thor? E lei… -
- Ci è riuscita? - di nuovo in lui, Bruce si avvicinò al Capitano, osservandola più curioso che preoccupato. - Cosa ha fatto? -
- Ci ha appoggiato le mani. - Tony guardò Bruce, che non staccava gli occhi dalla ragazza.
- E poi? -
- E poi basta. E’ svenuta. -
I supereroi si guardarono, chi con uno sguardo di chi non ha capito granchè, chi ragionando sulle ultime parole pronunciate.
Clint ruppe il silenzio, sospirando. - Beh, almeno abbiamo finito. Missione compiuta. Come lo contattiamo lo SHIELD per dire che siamo ancora vivi? -
   
 
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