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Autore: BarbaH GerardaH    27/04/2013    5 recensioni
Sophie vive a Los Angeles dove lavora per un'agenzia che fornisce servizi di "tuttofare" esclusivamente a clientela "vip". Finito l'ultimo incarico, dovrebbe godersi le meritate ferie ma, per una serie di motivi, si ritrova incastrata a prestare servizio a casa di Jared Leto, con tutte le conseguenze del caso: Sophie è testarda, determinata, tiene molto a fare bene il suo lavoro e non ha la minima intenzione a farsi mettere i piedi in testa da Jared; d'altro canto, a Jared non piace essere contraddetto e cercherà in ogni modo di far impazzire la poveretta. Come finirà?
Dal capitolo 10:
"Il manico del frustino si abbatte sul viso di Jared, più precisamente, a metà tra l'occhio sinistro ed il setto nasale. Il cantante prorompe in un urlo disumano e cade all'indietro, tirando una testata al muro.
ODDIO, L'HO AMMAZZATO. SIGNORI, HO APPENA UCCISO JARED LETO."
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: Lime | Avvertimenti: Bondage
Capitoli:
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Mentre sto finendo di riordinare il salone, sento il tipico fischio della caffettiera in cucina: il caffè dev'essere pronto. Il suo intenso profumo inizia a diffondersi per tutta la casa.

E' tutto il pomeriggio che i ragazzi sono chiusi nello studio di registrazione a provare e suonare. Non si sente molto ma, ogni tanto, riesco a captare qualche suono: a volte sono gli strilli di Jared, che non mancano mai, altre volte quello che mi pare un basso e, addiruttura, mi è parso di sentire quello che potrebbe essere uno xilofono, per non parlare della batteria di Shannon. Quella, invece, si sente distintamente.

Spengo il gas e tolgo la caffettiera dai fornelli. Sono quasi le sette e sono esattamente sei ore che quei tre non mettono il naso fuori dallo studio. Probabilmente, Jared avrà legato Tomo e Shan ai loro strumenti, con delle catene stile 'Saw-L'enigmista' e, come minimo, quei poveretti dovranno amputarsi mani e piedi per uscire a prendere una boccata d'aria.

Magari, potrei provare a bussare e offrire loro un po' di caffè, sarebbe un pensiero carino anche se, sicuramente, Mr. Maniaco del Controllo mi tirerebbe una microfonata in fronte per averli interrotti. Mentre sto ancora decidendo se azzardarmi ad andare oppure no, un vocione alle mie spalle mi fa sobbalzare.

"Dimmi che quello che sento è caffè e che ne hai fatto un bel po'."

E' Shannon. Mi giro e gli faccio un ampio sorriso, ha l'aria stanca ma, nonostante tutto, non perde mai il buonumore.

"Si Shan è caffè e, si, ne ho fatto un bel po', avevo pensato di portarvelo di là, ma non volevo disturbare, siete così impegnati. Ascolta, fai una cosa: chiama anche Tomo e Jared, prendetevi una pausa dai! E' tutto il pomeriggio che siete chiusi lì dentro."

Senza rispondermi, Shannon si avvicina sorridendo e mi strizza in un abbraccio da togliere il fiato, sollevandomi da terra. Nonostante sia un uomo in formato mini, ha una forza non indifferente.

"Shan vacci piano non respiro!"

"Oh dolcezza, ma tu sei così gentile! Mio fratello non ti merita, dai vieni a stare da me e lasciamolo navigare nella polvere: tempo due giorni e piomberà sotto casa mia, in lacrime e con l'orticaria, pronto a reclamarti!"

Iniziamo entrambi a ridere e, mentre mi sta rimettendo giù, un Jared schifato entra nella stanza seguito da Tomo che, come al solito, conserva una calma serafica.

"Shan ma che accidenti stai combinando? Abbiamo del lavoro da fare e tu ci provi con lei? Prendetevi una dannata camera, questa casa non è un bordello e, se proprio devi impollinarla, fallo quando abbiamo finito di provare e non nei cinque minuti di pausa che, tra l'altro, non ho nemmeno approvato."

Shannon sbuffa spazientito, Tomo rimane impassibile ed io, invece, continuo a ridere. Ormai ho capito che arrabbiarsi, significa solo dargli soddisfazione.

"Bro sei davvero insopportabile fattelo dire! Io la pausa me la prendo eccome e, poi, Sophie ha fatto il caffè! Vai ad ingozzarti di tè al gelsomino da un'altra parte per piacere e dacci un secondo di tregua. Tomo, a te va una tazza di caffè?"

Mentre Tomo annuisce andandosi a sedere vicino a Shan, Jared mi lancia un'occhiataccia e, con fare maleducato mi domanda: "E tu cos'hai ancora da starnazzare?"

"No niente, pensavo solamente al fatto che scoprire che questa casa, come dici tu, non sia un bordello, mi ha un po' sorpresa, vista la graziosa Maitresse dagli occhi di ghiaccio che la gestisce."

Un secondo solo. Sbaglio, oppure ho appena dato della prostituta a Jared Leto? Dannazione ma perchè non imparo a starmene buona?
Ah già. Perchè non sopporto che mi tratti così, ecco perchè.

Nello stesso presciso istante in cui termino la frase Tomo, inizialmente serissimo, inizia a ridere come un pazzo (a proposito: ma come ride quell'uomo?) mentre Shannon spruzza addosso a Jared, che è in piedi davanti a lui, il primo sorso di caffè che aveva appena messo in bocca.
Jared sgrana gli occhi e diventa paonazzo. Ha vari schizzi di caffè sul viso, per non parlare della sua maglietta, non più bianca, che sembra spruzzata di qualcos'altro.

Tomo si ammutolisce all'improvviso, ed io guardo Shannon un po' preoccupata.
Il batterista mi guarda serio, poi guarda il fratello e poi torna a guardarmi negli occhi, ma non sembra particolarmente preoccupato.

"Ops, scusa dolcezza. Non volevo sporcare il tavolo, dopo ti aiuto a dare una ripulita okay?"

Dopo una frase del genere, mi vengono in mente solo due parole: e adesso?

Adesso niente. Semplicemente, si scatena l'apocalisse.

"NON VOLEVO SPORCARE IL TAVOLO?!"

Jared sta urlando come un dannato, agitando le mani al cielo e sbattendo i piedi a terra, mentre raccatta fazzoletti di carta in modo convulso dallo scaffale sopra il lavandino, cercardo di darsi una ripulita alla bell'e meglio.

Il talentuoso artista è ormai scomparso; infatti, in questo momento, sembra posseduto dal demonio. Linda Blair, l'attrice del film 'L'Esorcista', nella sua interpretazione, sembra una scolaretta con un po' di raffreddore rispetto a Jared.

"Ma che diavolo dici? Hai visto come mi hai conciato? Mi hai sputato addosso metà di quella brodaglia marrone, per non parlare dei germi presenti nella tua saliva! Ti giuro che se mi hai attaccato qualcosa ti strangolo, che schifo, che schifo! Puah!"

La soglia dei decibel tollerabili dall'orecchio umano, viene di gran lunga superata. Manca poco e vedremo che Jared, a forza di gridare, manderà in frantumi prima l'anta di vetro del mobile in salone e poi il servizio di calici in cristallo, allineati al suo interno.

Io serissima, nel frattempo, lo guardo ed affermo con sincerità: "Beh Jared, sai che non sei male adesso? Sembri un'opera d'arte contemporanea con tutti quegli schizzi. Espongono la tua condizione esistenziale di eterno movimento, anche se, a giudicare dal colore, è decisamente un movimento intestinale."

Tra gli sguardi sbalorditi di Shannon e Tomo che, nonostante tutto, continuano comunque a ridere come due matti, Jared strabuzza gli occhi e sibila a denti stretti: "Vai al diavolo Sophie."; dopodichè esce velocemente dalla cucina avviandosi, probabilmente, verso il bagno dato che sento una porta sbattere ed un improvviso scrosciare d'acqua.

Sospiro e mi appoggio al bancone in marmo bianco.

"Ragazzi mi dispiace. Volevo solo offrirvi un caffè ed è successo un disastro. Se non altro, almeno avrete davanti un bel periodo pausa: presumo che Jared sia sotto la doccia adesso."

I due annuiscono sghignazzando, Shan accenna qualcosa sul fatto che Jared è un po' germofobico e poi, entrambi, continuano a sorseggiare il loro caffè.
Mentre mi metto davanti al lavello ed inzio a sciacquare la caffettiera, sento Tomo e Shan parlottare fitto fitto e poi, improvvisamente, si crea uno stranissimo silenzio.

"Andiamo ragazzi cosa c'è che non va?"

Entrambi mi guardano, ma è Tomo a prendersi la briga di parlare.

"Ehm, ecco Sophie sai, io e Shan ci stavamo chiedendo cosa stesse succedendo tra te e Jared. Voglio dire, tu sei una ragazza davvero in gamba, lo vediamo da come stai gestendo la casa e tutto il resto ma, a parte questo, ci siamo resi conto di come rispondi a Jared e di come lui ti tormenta. Conoscendolo ti avrebbe già licenziata, quindi questa situazione ci è parsa strana, tutto qui."

Rimango in silenzio. Sinceramente, non so come comportarmi.
Dovrei dire tutto? Oppure, dovrei stare zitta e far finta di nulla?
No, non posso. Tomo e Shannon non sono due stupidi e mangerebbero la foglia. Tanto vale vuotare il sacco e raccontare tutto.

"Mhm... E' una storia un po' lunga. Vi va un altro caffè? "

 

Due caffettiere dopo, Shannon e Tomo sono al corrente di tutto: il primo incontro, la figuraccia con la tinta per capelli, le frecciatine di Jared, le mie risposte piccate e la conversazione di ieri notte a colpi di Closer.
Ho, ovviamente, omesso l'innocente scherzo del supermercato. Ho deciso che, almeno quello, me lo porterò nella tomba.

"Questo è quanto ragazzi. Ecco perchè gli rispondo con modi sgarbati, che non sembrano, apparentemente, avere delle conseguenze. In realtà, andiamo avanti così da quando ho messo piede in casa. Vuole farmi impazzire."

Tomo alza le spalle ed allarga le braccia in segno di resa.

"Accidenti Sophie, hai proprio un bel coraggio! Io, conoscendo Jared, non reggerei a lungo nella tua posizione, ma capisco il tuo senso del dovere."

Shannon ride sotto i baffi. Forse non si rende conto della situazione o, forse, ha bevuto troppo caffè ed è ipereccitato.

"Shan perchè ridi? Io sto seriamente andando fuori di testa e, tra poco, sarò anche a corto di battute con tuo fratello, ed il riciclo di frecciatine non fa per me."

Shannon scuote il capo alzando gli occhi al cielo e poggia la tazza, ancora mezza piena, sul tavolo.

"Ma non capisci dolcezza?"

"Cosa?!", esclamiamo io e Tomo all'unisono.

"Puoi far girare le carte a tuo favore. Ci hai appena spiegato che lui non ti sbatterà mai fuori di qui perchè, da un lato, gli fai comodo in casa e, dall'altro, vuole farti venire un esaurimento nervoso."

"E quindi?! Dai Shan sputa il rospo!" Tomo non sta più nella pelle.

"Quindi, dico semplicemente che tu, nel rispetto di tutto quello che hai detto prima, devi ripagarlo con la stessa moneta, proprio come hai fatto poco fa. E' un sottile gioco di equilibri e tu potresti uscirne vincente."

Sono sbalordita. In effetti, riflettendoci, Shannnon ha ragione ma, diamine, Jared è suo fratello!

"Shan è di tuo fratello che stiamo parlando, te ne sei dimenticato? Quello che stiamo dicendo non mi sembra affatto una cosa carina!"

"Ed è proprio perchè è mio fratello, che ti dico questo Sophie. Io lo conosco bene e so che, ogni tanto, Jared ha bisogno di essere tenuto a bada e, mi pare, che tu abbia capito bene come fare e, questa, non è una cosa da tutti." Buttandosi indietro con la sedia, infine, aggiunge: "Per quanto mi riguarda, in questi quattro mesi, non farò altro che abbuffarmi di pop-corn godendomi lo spettacolo assieme al mio Tomo."

Detto questo, mette il braccio attorno al collo del chitarrista che, nel frattempo, annuisce.

"Jared non è mio fratello ma, in fondo, Shannon non ha tutti i torti. Sai Sophie, Jay è una brava persona. Il fatto che ogni tanto possa inciampare e cadere dal piedistallo sul quale si è messo, non potrà che renderlo ancora migliore di quel che è. Quindi, noi siamo con te!"

Più che un musicista, Tomo mi sembra uno di quei guru che dispensano perle di saggezza in India. E' straordinario.

Concluso il discorso, i due iniziano a ridere in sincrono. Eccoli: il gatto e la volpe delle colline hollywoodiane.

Finalmente, mi rilasso un po'. Sapendo di avere Shan e Tomo a darmi manforte, mi sento più tranquilla; anche se, in ogni caso, è Jared ad aver voluto questa situazione assurda. Insomma parliamoci chiaro: ha fatto tutto da solo. Okay, okay forse anch'io ho esagerato, lo ammetto, però il provocatore nato è decisamente lui.

 

Dopo un altro po' di chiacchiere in tutta tranquillità sulla band, sul tipo di percorso fatto, sulla loro evoluzione artistica e cose del genere, mi rendo conto che è ora di cena.

"Shan, Tomo vi fermate a mangiare?"

"Io stasera passo Sophie. Sono fuori con Vicki, grazie lo stesso."

Vicki è la moglie di Tomo; Emma mi aveva parlato anche di lei e mi aveva detto che è una donna davvero favolosa. Riflettendoci, con Tomo, non avrebbe potuto essere altrimenti.

Mi giro verso Shannon con sguardo implorante e gli faccio la stessa domanda. In cuor mio, prego solo che mi dica di si perchè ho il terrore al solo pensiero di dover cenare da sola con Jared, ammesso che mangi ovvio; sembra che campi d'aria quello lì santo cielo!
Shannon mi guarda un po' colpevole e alzando un poco le spalle, mi dice che, purtroppo, ha altri impegni.

Uccidetemi adesso. No, dico davvero: impiccatemi, avvelenatemi, fucilatemi ma non lasciatemi sola con quello psicopatico.

Dopo aver accompagnato i due alla porta, mi avvio verso la cucina per preparare la cena, mentre continuo a sentire strani rumori provenire dal bagno. Probabilmente, si starà raschiando via il primo strato di pelle dal viso con la carta vetra imbevuta di varechina: non sia mai che i germi gli possano provocare una qualche sconosciuta infezione senza possibilità di guarigione.

Ormai sono le nove passate ed è tutto pronto. Non so ancora se aspettarlo e cenare insieme, giusto per seppellire l'ascia di guerra, oppure mangiare da sola e lasciargli la cena in caldo nel forno.
Decido di andare a bussare alla porta del bagno e domandarglielo. Un po' di educazione non ha mai fatto male a nessuno e poi, chi può dirlo, magari potrebbe essere l'inizio di una convivenza più civile.
Salgo lentamente le scale e, una volta davanti la porta del bagno, busso in modo educato.

"Ehm... Jared? Sono io, Sophie."

Ma ci sono o ci faccio? Chi diavolo dovrebbe essere?

"Senti volevo avvisarti che ho preparato la cena e che, se vuoi, ti aspetto per mangiare. Okay?"

Nessuna risposta.

Dio quanto è suscettibile quest'uomo.

"Jared dai non fare così, quello di oggi è stato un banale incidente! Pensa solo che è stato Shannon a spruzzarti addosso il caffè, insomma è tuo fratello e, sicuramente, i suoi germi saranno migliori di quelli di chiunque altro!"

Avvicino l'orecchio e lo premo sulla porta: magari sono diventata sorda e non sento la sua risposta.

Ancora niente.

Oddio. Non è che si è sentito male davvero stavolta?

Stai zitta Sophie, non dire cavolate. E' semplicemente assurdo.

Busso più forte e, stavolta, urlo.

"Jared rispondi per la miseria! Mi stai facendo preoccupare! Conto fino a tre e poi apro la porta, spero solo che non sia uno dei tuoi soliti pessimi comportamenti o ti giuro che stavolta marchi male!"

Silenzio totale.

"UNO, DUE... TRE!"

Spalanco la porta e, nel guardare la scena che ho di fronte, il sangue mi si gela nelle vene.

C'è acqua mista a sapone dappertutto e Jared, avvolto in un asciugamano, è riverso a pancia in giù, a terra, appena di fianco la vasca da bagno.
Non è possibile, dev'essere un incubo. Non può essere vero.

Attraverso a grandi passi la stanza da bagno, cercando di non scivolare a causa del pavimento completamente imbrattato e, arrivata vicino la vasca da bagno, mi butto in ginocchio vicino a Jared rigirandolo in posizione supina e tendogli la testa tra le mani.
Mi avvicino al suo viso e vado nel panico più totale: non respira.

"Dannazione Jared respira! Ti prego, ti prego non farmi questo andiamo!"

Lo scuoto, gli urlo contro e lo prendo a sberle ma niente.
E' completamente zuppo. Forse ha bevuto e ha dell'acqua nei polmoni.

L'anno prima, avevo frequentato un corso di pronto intervento; nella vita non si può mai sapere, mi ero detta al momento dell'iscrizione.
Maledizione, me la sono proprio tirata.
Di solito, in questi casi, si procede con la respirazione artificiale e, successivamente, con il massaggio cardiaco.
Spero funzioni, non voglio finire in galera per omissione di soccorso ad un isterico.

Anche se sono terrorizzata, cerco di restare lucida o, almeno, ci provo.
Sollevo leggermente la testa di Jared, che continua a rimanere immobile e mentre con una mano gli tengo frema fronte, con l'altra gli sostengo il collo.
Ci siamo.

Poggio la mia bocca sulla sua, semiaperta, e ci soffio dentro tutta l'aria possibile.
Con la coda dell'occhio vedo che il torace si alza leggermente. Mi stacco e controllo al volo la situazione: ancora niente.
Lo rifaccio per la seconda volta ma, a quel punto, accade l'indicibile.

Sento una mano che si poggia sulla mia testa, appena sotto la nuca, ed una protuberanza molliccia che mi si infila dritta in gola.
Per chi ancora fatica a capire: Jared Leto mi ha appena infilato la sua maledettissima lingua in bocca. Non credo serva un disegnino.
Mentre cerco di staccarmi, la pressione sulla nuca si fa più forte e le mie ginocchia continuano a scivolare sul pavimento bagnato.
Se non fossi io la protagonosta di questo orrendo disastro troverei la situazione a dir poco esilerante.
A quel punto, non sapendo più cosa fare, gli mordo con forza il labbro.

Jared molla la presa immediatamente ed io, staccandomi, vado a sbattere contro la vasca da bagno, dato che stavo continuando fare leva per cercare di uscire da quell'assurda situazione.
Ci alziamo in piedi quasi contemporaneamente e non appena lo guardo mi rendo conto che ha del sangue sul labbro inferiore.

Accidenti, devo avergli tirato un morso come si deve. Per fortuna dev'essere un taglietto superficiale.
TAGLIETTO SUPERFICIALE? MA COSA STO FARNETICANDO?
Avrei dovuto staccargli quel labbro, anzi no: avrei dovuto portargli via tutta la mandibola con una motosega a quel disgraziato.
Jared mi fissa in cagnesco ed io ricambio lo sguardo con altrettanto astio.

"Ma sei pazza? Si può sapere che hai in testa? Ti rendi conto di quello che hai appena fatto? MI HAI MORSO."

Ah. Ora la pazza sarei io.
Nel frattempo, continua a blaterare cose senza senso. Quindi, non solo non sta zitto ma vuole anche avere ragione. E' assurdo.

"Se mi rimane il segno, ti faccio pagare le spese mediche di chirurgia estetica! hai capito?!"

TACI SPORCO MANIACO, TACI IMMEDIATAMENTE.

"Primo, ho dovuto farlo: non mi hai lasciato scelta. Secondo, ma chi ti credi di essere? Come ti permetti di fare una cosa del genere? Dovrei essere io a denunciarti per molestie, depravato che non sei altro."; sto alzando la voce, ma non riesco a fermarmi. Ormai, sono un fiume in piena.

"Mi hai fatto quasi venire un infarto, mi sono spaventata a morte! Ma che razza di scherzo idiota è? Che razza di problemi hai? Tuo fratello ti prendeva a testate da piccolo e ti ha fatto crescere cerebroleso? Ti avviso Jared: non azzardarti mai più a fare una cosa del genere, o giuro che ti assesto un calcio nei tuoi gioielli, ammesso che lì sotto ci sia davvero qualcosa, ed il taglietto sul labbro sarà l'ultima cosa di cui dovrai preoccuparti sottospecie di maniaco ritardato."

Jared inizia a ridere.

MA. COSA. TI. RIDI. PORCA. VACCA.

"Sai, pensavo che non aspettassi altro che farti infilare la lingua in bocca Sophie. Sono davvero, davvero deluso dal tuo comportamento." Dopodichè, ghignando, aggiunge: "Oh, ma guarda che disastro che c'è qui. Bisognerà dare una bella ripulita, non credi? E' meglio se ti metti all'opera altrimenti resterai in piedi tutta la notte."

Mi sento consumata dalla rabbia. Ed io che volevo anche cercare di comportarmi civilmente.

"Te lo scordi che sistemo questo macello. E' opera tua, non puoi pretendere che io rimetta in ordine questo caos."

"Ti ho assunta per questo: sistemare i miei disastri. Comunque, per la cronaca, hai proprio un buon sapore."

Divento paonazza, sono decisamente imbarazzata ed il mio stomaco è ormai sottosopra.
Non dargli soddisfazione, non dargli soddisfazione. Massacralo.

"Mi fa piacere Jared. Comunque, per la cronaca, fino a poco fa eri in crisi per i germi di tuo fratello. Non oso immaginare cosa ti toccherà passare adesso a causa dei miei. Non puoi sapere cosa ne ho fatto della mia bocca, prima di mettere piede qui."

Prima di mettere piede qui, la mia bocca si è ripassata varie specialità culinarie italiane e almeno sei tipi diversi di dentifricio alla menta; solo che Leto non lo sa e, di certo, non immagina questo.
Shannon aveva ragione. E' un depravato, quindi, tanto vale ripagarlo con la stessa moneta.
Ed infatti, la mia provocazione funziona.
Jared sbianca. Ora è praticamente diventato dello stesso identico colore dell'asciugamano che ha attorno alla vita.

"MALEDIZIONE SOPHIE! CHE SCHIFO! ADESSO CI SARANNO GERMI, GERMI OVUNQUE! CHE ASPETTAVI A DIRMELO, LEVATI DA LI' DEVO FARE I GARGARSIMI! DEVO LAVARMI ASSOLUTAMENTE, SE MI HAI ATTACCATO QUALCOSA TI DENUNCIO ALLE AUTORITA', TI FACCIO CAUSA, IO TI ROVINO, TI MANDO IN GALERA, IO TI... TI... AHHHHH!"

E' esasperato, gli sta bene.

Mi sposto per lasciargli spazio mentre apre l'armadietto di fianco lo specchio e tira fuori una bottiglia di colluttorio di un intenso verde smeraldo. Si appoggia al lavandino come uno che sta per svenire in preda a conati di vomito ed inizia ad ingurgitare il contenuto dell'intera bottiglia, facendo versi strani e smorfie assurde, sputacchiando a destra e sinistra con gli occhi fuori dalle orbite, mentre io rimango lì, a pochi passi da lui, a godermi lo spettacolo.

 
  
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