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Autore: misslegolas86    28/04/2013    1 recensioni
Il giorno successivo alla solita ora Belle, con il vassoio del the tra le mani, entrò nella sala da pranzo e fu davvero sorpresa di trovarla vuota. Tremotino non era uscito dal Castello altrimenti l’avrebbe avvertita della sua assenza come sempre. Belle era ancora sorpresa da quella strana novità quando, in una nuvola viola, un piccolo foglio di carta si depositò delicatamente sul coperchio della teiera. Poche parole erano vergate in una sottile scrittura
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tremotino filava da solo nel grande salone. Tutto era silenzio attorno a lui, l’unico suono il cigolio dell’arcolaio. Quel familiare rumore aveva sempre avuto il potere di calmarlo di dargli un po’ di serenità. Lo aiutava a dimenticare tutti gli orrori che aveva commesso ma, allo stesso tempo, gli rammentava la parte migliore della sua vita quando era un semplice filatore con un figlio che amava più di qualsiasi cosa al mondo. Era l’unico suono di cui aveva memoria prima dell’arrivo dell’oscurità insieme alle parole urlate da Bae in quella maledetta notte “Tu sei un codardo!”.
Eppure quel pomeriggio, così come in quelli precedenti, l’arcolaio non aveva molta attrattiva per Tremotino. I suoi profondi occhi neri si distoglievano spesso dalla ruota indugiando sull’angolo in cui era solita stare Belle accanto alla finestra. Ma quel posto era vuoto. Da quando aveva regalato la biblioteca  alla ragazza lei passava ogni minuto libero tra quei libri disertando il salone. Tremotino non aveva nessun motivo per rimproverarla, Belle continuava a svolgere i suoi doveri da domestica in modo impeccabile e non poteva certo biasimarla per non voler passare il suo tempo libero in compagnia di una bestia. Eppure Tremotino, incredibile da pensare, ne sentiva la mancanza e invariabilmente ogni pomeriggio attendeva con impazienza il momento del the, quando Belle arrivava con il vassoio argentato e le due tazzine, una delle quali sbeccata. Tremotino non ricordava quando aveva permesso alla sua prigioniera di bere il the in sua compagnia ma ormai era diventato un rito che aspettava con ansia ogni giorno.
 
Belle scattò in piedi ritornando alla realtà e chiudendo il libro che stava leggendo. Era quasi l’ora del the e lei non aveva nessuna intenzione di fare tardi. In perfetto orario, come ogni pomeriggio, entrò nella sala da pranzo e posò il vassoio sul lungo tavolo.
“Bentornata nel mondo reale, dearie.” La voce del suo padrone la raggiunse dall’arcolaio proprio mentre lui si voltava. Sebbene la voce era risuonata sarcastica come al solito agli occhi acuti di Belle non sfuggirono né il lampo di gioia nei suoi occhi scuri che aveva dissipato l’aria afflitta di un attimo prima né il poco oro filato dall’Oscuro in quegli ultimi giorni. A vedere quanta paglia aveva ancora da filare Belle avrebbe detto che Tremotino non era stato in casa da quando lei si era rifugiata in biblioteca ma sapeva per certo che non si era mosso dall’Oscuro Castello. E la sua mente arguta colse immediatamente la realtà, forse quello che aveva provato lei nel leggere tutta sola al piano di sopra, cioè,  incredibile da pensare, la mancanza della compagnia di quello strano essere, aveva turbato anche Tremotino.
“Sei rimasta pietrificata, dearie? Se non ti muovi a versare il the presto sarà gelato.”  
La voce dell’Oscuro la riscosse dai suoi pensieri facendola arrossire leggermente mentre riempiva le due tazzine e prendeva posto, come al solito, sul tavolo.
“Sarebbe una buona idea se qualche volta prendessimo il the su nella biblioteca.” Si arrischiò a proporre
“Non riesci a staccarti da quei tomi neanche il tempo di prendere un the?” chiese Tremotino con una fitta di risentimento. Era chiaro che per lei il tempo passato in sua compagnia doveva essere davvero sprecato.
“Non è per questo” rispose Belle con fervore “ E’ solo che restiamo soli tutto il giorno ognuno chiuso nella sua sala persi in questo immenso Castello.”
“Tu sei una prigioniera, dearie ed essere rinchiusa è… beh come dire, esattamente quello che fanno i prigionieri. Quanto a me sono libero di uscire e di stare dove mi pare.” La risposta era stata acida coma la solito eppure Belle era certa di aver notato un certo turbamento sul volto del suo carceriere.
 
Il giorno successivo alla solita ora Belle, con il vassoio del the tra le mani, entrò nella sala da pranzo e fu davvero sorpresa di trovarla vuota. Tremotino non era uscito dal Castello altrimenti l’avrebbe avvertita della sua assenza come sempre. Belle era ancora sorpresa da quella strana novità quando, in una nuvola viola, un piccolo foglio di carta si depositò delicatamente sul coperchio della teiera. Poche parole erano vergate in una sottile scrittura
Il the non era in biblioteca oggi?
Sorridendo Belle si avviò verso la sala che più amava nel Castello.
Tremotino era lì seduto, intento a sfogliare il libro che lei aveva lasciato sul tavole e che stava leggendo.
“Potrei raccontarti la vera storia di Artù e dei suoi cavaliere, dearie e credo che sarà molto diversa dal romanticismo che trabocca da queste pagine.”
“Mi dispiace ma preferisco il fascino dei libri alla crudezza della realtà.” Disse Belle mentre gli porgeva la tazzina sbeccata “ma credo che potrei leggerti quello che il libro racconta così potrai confutare le menzogne.” Aggiunse fissandolo con i suoi stupendi occhi azzurri.
“Vedi dearie io ho tante cose da fare, pozioni da preparare, fatture da perfezionare, dubito che avrei tempo di stare qui ad ascoltare un mare di fandonie romantiche.”
“Potresti spostare qui il tuo laboratorio. In fondo questa stanza è sempre parte del Castello.”
“So bene quali sono le sale del mio castello, dearie e non credo che abbia bisogno del permesso della mia domestica per decidere dove lavorare. Certo che potrei trasferirmi qui e senza chiederti il permesso.”
“Tecnicamente la sala è stata oggetto di un regalo e quindi il mio permesso è fondamentale. Ma non preoccuparti a chiederlo te l’ho già concesso.”
Belle lo guardava con aria impertinente ma Tremotino era troppo felice per arrabbiarsi. Lei voleva stare in suo compagnia e lui non desiderava altro.
Con un rapido movimento della mano e una nuvola viola alambicchi e fornelli comparvero in un angolo della sala. “Credo che potresti cominciare a leggere, dearie.”
Belle gli riservò un sorriso radioso e la ragazza sentì che solo adesso quella sala era diventata davvero il suo paradiso.
Da quel giorno le pozioni di Tremotino divennero inutili, invariabilmente mancava qualche ingrediente o c’era un errore nel modo di preparazione. Ma a lui non importava, le ore passate in quella sala ascoltando la dolce voce melodiosa di Belle erano aria pura da respirare. Erano la vita.
 
SPAZIO AUTRICE
I flash della 2x19 così fluff hanno ispirato la scrittura di questa storia. Dopo l’amarezza del finale della puntata e che ha ispirato un’altra mia storia “Light and darkness” avevo bisogno di scriver qualcosa di dolce. Questo è il risultato. Spero piaccia e mi raccomando recensite le vostre impressioni sono fondamentali.
  
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