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Autore: YouOnlyLiveOnce6    28/04/2013    3 recensioni
"non ringrazierò mai abbastanza quel torneo di basket che mi ha fatto capire quale fosse la mia missione sulla terra. Ti ho amata per davvero cuore mio, ti amo e ti amerò per sempre. Ti aspetto qui, ma tra mille e mille anni.”
Son di nuovo qui, con un'altra one shot. E' da un po' che ho questa cosa in mente, perché la prima parte della storia mi è accaduto, non con Harry Styles però D:
Beh che dire, leggete e se vi va lasciate una recensione! Buona lettura
-Debby!:3
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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The basketball tournament.
Un torneo di basket della squadra di mio fratello, ecco tutto era iniziato così...Doveva essere solo uno stupido torneo a cui avevo accettato di dare una mano per quanto riguardava l’organizzazione solo per guardare i sederi degli atleti. Il tutto finché arrivò la squadra che dovevamo ospitare noi. In pratica in questi tornei, le società di casa ospitano le squadre che vengono da lontano ed ogni famiglia ospita un bambino. Fin qui non c’era niente di equivoco, almeno finché non  si presentò davanti i miei occhi un ragazzo abbastanza alto, dai capelli ricci, corpo alquanto muscoloso  rinchiuso in una tuta abbastanza sexy e un paio di occhi da togliere il fiato...Occhi verdi, verde smeraldo, verdi incredibilmente verdi.
“Sono Harry, l’allenatore dei ragazzi”-Disse presentandosi alle famiglie che erano intorno a me, e alla mia bava ormai a terra. Non so cosa aveva quel ragazzo di tanto speciale, ma già la prima notte mi fu difficile chiudere gli occhi senza aver davanti gli occhi la sua figura. Ero sempre stata la ragazza sfacciata, che se provava interesse per qualcuno non si vergognava a dirlo e non si faceva scappare occasione per far colpo sul “figo” della situazione, e ormai avevo deciso... In cinque giorni quel ragazzo dai ricci capelli doveva innamorarsi di me, perché Hope Jackson otteneva sempre quel che voleva.
 
The first day.
La sveglia, puntuale alle 8:00, era suonata. Tutti i ragazzi della mia età durante le vacanze di Pasqua dormivano, o ne approfittavano per recuperare materie arretrate...Io tentavo i mille modi per conquistare un ragazzo in cinque giorni. Tutto era iniziato con uno stupido gioco, e nessuno si sarebbe immaginato che quella storia avrebbe avuto una tale importanza.
Diciamo che quella giornata non poteva cominciare peggio: incontrai il mio ex, allenatore della squadra di mio fratello, fuori la palestra. Zayn Jawaad Malik, un pakistano per il quale stetti malissimo e anche in quel giorno vederlo mi fece sentire ancora peggio. La cosa che mi faceva star davvero male era che con lui era iniziata perché io gli morivo dietro e lui voleva solo una cogliona da prendere per il culo tutta l’estate. Infatti, giusto una settimana prima che iniziava la scuola mi disse:”sei una bambina, non sentiamoci più”.
E così iniziò poi la depressione e dopo di lui, solo storielle di una serata, nulla di più. E nonostante aveva chiuso lui tutto, continuava a cercarmi con gli sguardi e sorridendomi, senza neanche rendersi conto del male che mi provocava. Poi un attimo, mi girai cercando di scappare da quella maledetta palestra e di arrivare il più lontano possibile da lui, e finii precisamente tra le braccia di quel ragazzo incontrato il giorno prima.
-Hei, tu ospiti Joseph vero?- mi disse sorridendomi riferendosi al bambino che ospitavo.-
-Si e tu sei l’allenatore, vero?-risposi sorridendo.-
-Harry mi chiamo!-sorrise.-
-Il mio nome è Hope.-ammiccai stringendogli la mano che era almeno il triplo della mia.
Gli dissi che avrei seguito io le loro partite perché mia madre lavorava e che utilizzavo la mia Vespa per spostarmi nelle varie palestre in cui si svolgevano . Diciamo che il modo in cui avevo pensato di avvicinarlo era un po’ più diverso dell’imbranata sfigata maschiaccio che mi dimostrai, però in fondo una persona deve amarti per quello che sei, ed io ero esattamente un’imbranata, sfigata e maschiaccio. Non so come, non so quando, non so perché ma quella mattina stemmo sempre vicini ed insieme a guardar le partite e lui riuscì a non farmi guardare Zayn, anche senza saper nulla di lui. Io lo sapevo che era un ragazzo speciale, un ragazzo diverso, un ragazzo che mi avrebbe fatto star bene. Una cosa che mi colpì particolarmente di lui era la collana che portava,  era un simbolo bianco tipo quelli indiani, non sapevo cosa significava ma per lui era chiaramente importante perché se lo toccava sempre, specie quando era nervoso mentre giocavano i suoi bambini. Ovviamente però gli stronzi devono valer quel che sono e così, immediatamente, Zayn fece partire “Let me love you” di Ne-Yo...la colonna sonora della nostra relazione, che mi dedicò da subito. Ed in quel momento, nulla seppe fermarmi dallo scappare li fuori ed immergermi nei ricordi...Una sigaretta in bocca, occhi chiusi e mente scollegata, era il mio rito quando decidevo di non pensare a quello stronzo.
-“ Ma cosa mi dici mai? Vai a fumare e non mi offri neanche una sigaretta?”- esordì Harry alle mie spalle.-
-Scusa, ne avevo bisogno e non ho pensato più di tanto.-gli risposi.- è rimasta solo quella del desiderio, mi spiace.-continuai mostrandogli il pacchetto vuoto tranne per una sigaretta messa al contrario.-
-La sigaretta del desiderio? Pff, ma che stronzata è mai questa?!-rise di vero gusto.-
-E’ un rito che facciamo io ed una mia amica dalla prima volta che abbiamo comprato un pacchetto di sigarette. Scegliamo una sigaretta, la giriamo ed esprimiamo un desiderio insieme.  Quella deve essere l’ultima che fumerai del pacchetto e la devi fumare solo con lei. Una specie di patto.-conclusi sorridendo ripensando a quel lontano giorno, precedente di tre anni, in cui io e Liz fumammo per la prima volta.-
-Allora,  adesso compriamo insieme un pacchetto di sigarette, ne giriamo una insieme ed esprimiamo il desiderio. Sarà la sigaretta che mi fumerò prima di partire e poi ti farò sapere se il mio desiderio si è avverato. E’ un modo per prometterci che ci risentiremo, anche se con molti chilometri di lontananza.- sentenziò Harry eccitato per tale idea.-
-Finisco di fumare e andiamo, ma ciò significa che in cinque giorni dovremmo fumare tutto il pacchetto.- professai preoccupata, perché io non fumavo tanto.-
-Compriamo quello da dieci, piccola.- mi rispose dandomi,poi, un pizzicotto sulla guancia.-
-C’è solo un altro problema, non posso esprimere un nuovo desiderio senza aver  fumato l’ultima sigaretta, per forza con Liz. Per me quella sigaretta posso anche buttarla, ormai quel desiderio non voglio più che si realizzi, ma di certo non posso fare tale torto a Liz.-gli raccontai. Avevo espresso che Zayn si fosse reso conto dello sbaglio fatto e fosse tornato da me. Erano circa tre mesi che esprimevo quel desiderio e mai si realizzò, figuriamoci se si fosse realizzato ora che neanche ci speravo più. Chiamai Liz per chiederle se aveva finito le sigarette, e ci incontrammo cinque minuti dopo per fumare l’ultimo desiderio. A pranzo rimanemmo tutti insieme a mangiare alla palestra. Preparammo i panini a tutti e mi chiesero una mano. Fu davvero divertente preparare circa cinquecento panini con Harry che mi guardava divertendosi e prendendomi in giro ogni tanto. Una volta finito di preparare, finalmente fu il mio turno per mangiare. Mentre Harry era arrivato al suo quinto panino io finalmente mangiavo il primo, e più che mangiarlo, buttavo le molliche di pane tra i capelli di Harry e vederlo arrabbiarsi, e subito dopo farmi il solletico mi beava incredibilmente, soprattutto perché aveva la risata più bella del mondo, con due fossette che mi facevano impazzire. Quando finimmo di mangiare, uscimmo di fuori per fumare, ma ovviamente dovevamo prima andar a comprare le sigarette, e fare quella cosa del desiderio. Insistetti sul prendere la mia Vespa, almeno per mezz’ora, ma poi la voglia di fumare si fece tanta e così ubbidì ad Harry e andammo con la sua macchina. Due pacchetti di Merit da dieci, una sigaretta a caso, un desiderio e tante risate a susseguirsi, fu il pomeriggio più bello dopo circa tre mesi di depressione totale.
-Stasera vieni a vedere la partita? Così dopo ti porto a fare un giro.-
mi disse sorridendo. Ed io accettai, non ci fu un motivo preciso, eppure non vedevo l’ora che fosse arrivata quella sera. Avrebbero giocato i grandi, tra cui Zayn e poi altri miei amici e il mio migliore amico, Niall.
Quella sera ricordo che mia nonna mi disse “Son tre fottutissimi mesi che non ti vedo così felice, devo ringraziare sto cazzo di ricciolino. Mi raccomando però, usa le precauzioni cicci.”” Ed era davvero così perché avevo un sorriso tremendamente bello, grande e luminoso, come non mai. Indossai un jeans blu ed una canotta bianca, con sopra la camicia di jeans aperta.  Giunta a destinazione, incontrai ben presto Harry con lo sguardo severo  sempre a causa della mia “spericolatezza” sul motorino. Fumammo una sigaretta prima della partita, e quando entrammo mi sentii osservata tremendamente da qualcuno, da quell’uno, da quegli occhi che bruciavano così forte sulla mia pelle.  Decisi di ignorarlo e continuare a divertirmi, presentando poi Niall ad Harry e a divertirmi con loro. La partita finì più dieci per noi,  e subito dopo la fine dell’ultimo quarto Harry mi prese per mano e mi portò fuori; mi fece salire in auto, e con la musica al massimo ci dirigemmo verso qualche posto. Scoprii, una volta arrivati, che mi aveva portato al mare e le sue intenzioni mi furono chiare già quando, una volta giunti a riva al mare mi prese per i fianchi e avvicinò il mio corpo al suo, lo lasciai fare, ne avevo tanta voglia. A pochi passi dal suo naso sentii il suo caldo respiro sulla mia labbra e sorrisi spontaneamente. Harry capì che la cosa mi piaceva e cominciò a strofinare il naso nel mio collo provocandomi risolini e brividi per tutto il corpo. Iniziò d’un tratto a baciarmi il collo, percorrendo una scia di desiderio che arrivò finalmente alle mie labbra. Prese a torturarle in modo passionale e deciso, tra morsi e danze di lingue il mio desiderio saliva sempre di più. La spiaggia era deserta, la luna si rispecchiava nell’acqua e le stelle facevano da sfondo, con l’unico sottofondo composto dei nostri respiri affannati. Mi tolse prima la camicia gettandola a terra, e prontamente, afferrando i lembi della canotta me la sfilò, facendomi restare in reggiseno e jeans, con le converse al piede.  Affondò il viso nel solco tra i miei seni  e vi strofinò il naso facendomi ridere, dopodiché cominciò a baciare i miei seni. Decisi allora che era arrivato anche il mio di momento, così afferrai i lembi della sua maglietta a mezze maniche e gliela sfilai, emettendo un “wow” nel vedere i suoi pettorali e addominali. Percorsi le linee dei suoi muscoli con l’indice avente lo smalto nero e un anello viola. Sentivo la sua pelle accapponarsi sotto il mio tocco e la sua prominente eccitazione premere sulla mia coscia. In un tratto mi stese sulla morbida sabbia e si posizionò sopra di me, reggendosi per il gomito per non pesarmi.
-Hai i capelli pieni di sabbia.- sentenziò sorridendo a un passo dalle mie labbra.-
-non è l’unica parte del mio corpo piena di sabbia coglione.- risposi ridendo.-
-Ma...tu già hai dato?-chiese speranzoso.-
-Ho la faccia di una vergine? Sul serio?-chiesi alquanto basita.-
Una risata fragorosa fu la sua risposta, prima di fiondarsi sulle mie labbra e cominciare di nuovo una danza intersecata con la mia lingua. Iniziò a toccare il mio seno, mentre io infilavo le dita tra i suoi morbidi ricci e li stringevo a me, lo volevo sempre più vicino, sempre più intimo con me.  Decise finalmente di prendere l’iniziativa e in un modo del tutto provocante e troppo lentamente per la mia eccitazione, mi sbottonò il pantalone e me lo sfilò insieme alle scarpe. Prontamente ricambiai il suo gesto, rimanendolo in boxer con un’erezione alquanto spaventosa. Con l’indice percorse il mio interno coscia facendomi gemere vergognosamente,  poi, d’un tratto inserì il suo dito al mio interno, trovandomi già completamente bagnata. Stuzzicò il mio clitoride, e mentre  la presa delle mie dita tra i suoi capelli si faceva più violenta, lui roteò più energicamente, permettendo poi l’entrata anche al suo dito medio. Ero quasi al culmine, quando decise di fermarsi e ghignare soddisfatto. Decisi, allora prontamente, di ricambiare il favore e senza troppi giri di parole, infilai una mano tra i suoi boxer per trovare il suo membro già completamente eretto. Iniziai, allora a muoverlo tra le mani, con movimenti a volte veloci, ed altre estremamente calmi, quando poi sentì imprecare il mio nome capì che stava sul punto di venire e così decisi di fermarmi sogghignando anch’io. D’un tratto, mi sbottonò il reggiseno, e mi tolse anche la mutandina, insieme al suo boxer. Intrecciò le sue dita alle mie, e con un movimento né troppo rude, né troppo delicato entrò in me. Le sue spinte inizialmente erano calme e leggere, ma il desiderio che l’uno provava per l’altra era troppo grande, così slacciai le dita dalle sue e cominciai ad aggrapparmi alla sua schiena, segno che lo  volevo più veloce. Capì al volo le mie richieste, e le spinte si facevano sempre più veloci e rudi, finché non venimmo insieme urlando l’uno il nome dell’altra e trovando una relativa pace tra la sabbia, accoccolati.
The second day.
La sveglia, puntuale alle 8:00, era suonata ed io già ero stanca di alzarmi così presto. Una volta preso però il cellulare, un accennato sorriso albergava sul mio volto e la giornata, quella giornata, cominciò nel verso giusto, era un messaggio di Harry che diceva: “Buongiorno ragazza alternativa , ti aspetto alla palestra per una sigaretta in compagnia, non fare colazione”. Ok,non ero una di quelle ragazze fatte con lo stampino, perfette ed educate, ma neanche una ragazza alternativa. Avevo l’orecchio destro con dodici buchi per l’orecchino, dal lobo alla cartilagine. Avevo il piercing sotto la bocca al lato sinistro e un tatuaggio sul fianco, la nota musicale. No, non ero una ribelle o roba simile, semplicemente credevo che una persona arriva ad esempio a quarant’anni che non può fare quello che si fa quando si è giovani, quindi meglio sfruttare l’occasione e farmi passare tutti gli sfizi. I miei genitori cosa ne pensavano? Beh... I miei genitori hanno sempre saputo le cose da me a fatto compiuto, e non ne hanno mai fatto un problema di stato. Innanzitutto mia madre, era la cantante di un gruppo punk, alla mia età aveva i capelli verde fosforescente, girava nuda per strada e aveva il corpo ricoperto di piercing e tatoo. Mio padre, invece, conobbe mia madre mentre stava frequentando il seminario per diventare prete. Diciamo che per loro valeva la regola degli opposti che si attraggono. Ma nonostante ciò, non osavano contraddirmi mai perché non mi sopportavano più, infatti al momento vivevo da mia nonna, che era molto più scapestrata di me, e mi suggeriva lei come vestirmi, truccarmi o addirittura come marinare la scuola. Sin da piccola, avevo sempre creato danni ai miei genitori, ad esempio i primi cinque anni di vita del mio piccolo fratellino erano stati un inferno, dato che appena ne avevo l’occasione, lo chiudevo in una scatola, ci azzeccavo un francobollo e lo portavo alla posta, cercando di spedirlo...Purtroppo però lo smistamento posta mi fregava sempre. Dopo questi anni,  una volta iniziata la scuola elementare, ogni grembiule che mamma gli comprava veniva tagliato in modo assurdo da me. Mangiavo tutte le sue merendine e giocavo con tutti i suoi giocattoli. Quando poi diventai grande, e imparai a truccarmi, per fare pratica truccavo lui, e quando dovevo scegliere cosa indossare, facevo provare tutto a lui... Purtroppo poi, è diventato grande e da quattro anni a questa parte non posso più rovinargli la vita, senza che si ribellasse. Mio padre veniva chiamato da me “prete frocio” e mia madre “lesbica rocchettara”, ero un disastro umano, e non mi meravigliai quando mi chiesero di andare a vivere con la nonna, quando quattro anni fa morì mio nonno.
Arrivai alla palestra, e trovai Harry con il pantalone e maglia a mezze maniche di Hollister e una felpa dell’Adidas. Occhiali da sole, ricci impeccabilmente spettinati e fossette in azione. Questa volta si lasciò convincere ad usare la mia Vespa, e fu divertente sentirlo imprecare ad ogni curva che facevo ed ogni volta che acceleravo. Arrivati al bar, mi fece circa tre quarti d’ora di ramanzina solo perché non portavo il casco entrammo e ci sedemmo sul sofà nella sala fumatori del bar, ordinando due caffè macchiati. Mentre fumavamo, decidemmo di scattarci qualche foto col suo I-phone, così mi sedetti praticamente in braccio a lui.  Scattammo una miriade di foto tra sigarette e caffè.
-Vorrei che questi cinque giorni non finissero più.-mi disse sorridendomi.-
-Quando sorridi , sei troppo tenero.- gli risposi fiondando un dito nella fossetta e facendolo scoppiare in una fragorosa risata, della quale mi beai. In quel momento, non so cosa ci fu, ma l’uno perse lo sguardo negli occhi dell’altra e in men che non si dica ci ritrovammo col le labbra incollate, mentre alla radio partiva “She’s the one”. Tale bacio, me lo sarei aspettato diverso, o almeno non così emozionante, pieno di passione e brividi, e ancora oggi son fermamente convinta che avremmo approfondito molto di più quel bacio se non ci fossimo trovati in un posto tanto affollato. Ed infatti, quando ci staccammo, mi senti osservata e, alzando lo sguardo, mi ritrovai di fronte a Zayn, Niall, ed altri amici. Salutammo tutti e Zayn non smetteva di fissarmi con un sguardo severo misto al geloso ed io ne ero soddisfatta, ma non del fatto che lui mi guardasse in quel modo, ma del fatto che a me era indifferente. Harry mi prese per mano e ci dirigemmo alla palestra; Guardai la  partita seduta sulle gambe di Harry, il quale rideva ad ogni mia imprecazione. Quando la partita finì, con la nostra vittoria, mi sollevai sulle punte, alzando con me Harry, e lo baciai passionalmente davanti tutti. Dopodiché andammo insieme fuori a fumare una bella sigaretta per poi rientrare per la loro partita. Vinsero anche quella partita e mentre aspettavamo che quella giornata sportiva finisse, mi fece ascoltare le sue canzoni preferite con il suo I-pod. Mise Fedez, il quale non avevo mai ascoltato ed era davvero bravo,; partì d’un tratto “cigno nero” e mi disse sottovoce “te la dedico” quando arrivò la frase: “Il tuo nome è stato scritto a matita per poterti cancellare una volta finita tra me e te, sai...sei l’errore più bello della mia vita”. Feci, allora finta di arrabbiarmi e lo presi a schiaffi piagnucolando come una bambina dicendo:
-Allora sono solo un erroreee.-
-Quello più bello della mia vita
.- rispose con le mani a mo’ di scuse.-
-Ma pur sempre un errore.- risposi stizzata.-
-E’ una cazzo di metafora, pensa alla profondità delle parole e basta cazzo.- rispose incazzato.-
-Coglione, sto scherzando
.- gli dissi ridendo a crepapelle, per poi subire il solletico come una sua vendetta.-
Quella sera Harry fu invitato a casa di Zayn che fece una festa e disse a tutti di portare le proprie ragazze, io sapevo che Harry non mi avrebbe portata, del resto non ero la sua ragazza, e figurarsi se poi Zayn mi avrebbe invitata. Amavo le feste da Zayn, piene di musica, alcool e ragazzi fighi, c’ero stata parecchie volte perché mi portava Niall e ad una di queste feste, baciai per la prima volta Zayn. Stavo in camera mia con nonna a raccontarle di quel che era successo in quei due giorni, quando mi arrivò un messaggio di Harry che citava:”Errore, scendi!! Ahah x (: “ Allora, scesi e trovai lui sotto casa mia appoggiato alla sua auto.
-Stasera sei invitata ad una festa.- annunciò entusiasta.-
-Non devi andare da Malik?- chiesi.-
-Si, ma ha detto che potevamo portare la nostra ragazza, tu non sei la mia ragazza, ma sei l’unica ragazza che conosco, quindi vuoi venire?-sentenziò.-
-Ah, quindi mi hai invitata per convenienza.- risposi.-
-No, perché voglio passare del tempo con te cazzo.-esordì lui.-
-Per che ora passi?-chiesi sorridendo.-
-Tra due minuti circa.- sorrise beffardo.-
-Ma sei proprio un coglione.- risi, prima di invitarlo a salire mentre mi andai a preparare. Indossai un pantaloncino di jeans corto poco più sotto il sedere, con le calze nere bucate apposta, una maglia di velo color pesca con una cinta sui fianchi e decolté lo stesso colore della maglia. Feci una treccia di lato e mi truccai per poi prendere la borsetta, salutare mia nonna e scendere. In auto Harry mi baciò dolcemente, mordicchiandomi le labbra per poi dirmi :Sei bellissima.
Quando io ed Harry arrivammo mano nella mano( dovevo fingermi la sua ragazza se no era inspiegabile la mia presenza a quella festa), Zayn fece uno sguardo verde dall’invidia, il ché era alquanto divertente. Harry mi accompagnò a posare il giacchetto ed andammo al bancone degli alcolici per bere qualcosa, ridevamo e scherzavamo tra cocktail e cicchetti, con musica house e ragazzi ubriachi che ballavano, quando dovette andare fuori perché chiamato dagli allenatori. Mi stavo girando intorno per vedere se c’era qualcuno di mia conoscenza, quando un braccio mi afferrò e mi portò in uno stanzino.
-Shh!.-mi sussurrò qualcuno, quando provai ad urlare. Dei ricci mi solleticarono la fronte e capì che era Harry che evidentemente aveva qualche strano pensiero perverso in mente.-
-Cosa vuoi fare Styles?-gli chiesi divertita.-
-Non l’ho mai fatto al buio.-confessò ridendo,  ed illuminando tutta la stanza con quel sorriso angelico e meraviglioso, e quelle due fossette adorabili.-
-Neanche io.-gli risposi ridendo per poi mettere l’indice nelle sue fossette.
Si avvicinò al mio volto, posizionò allora le sue lunghe dita affusolate sul mio mento e mi sollevò il mio viso fino ad avvicinare le nostre labbra che si incontrarono in un bacio che di casto non aveva proprio niente. Senza troppi convenevoli, afferrando i lembi della mia maglia me la tolse ed io feci lo stesso con la sua, proseguimmo così con tutti gli abiti fino a restare solo in biancheria intima. Mi spinse leggermente vicino ad uno scaffale, dal quale cadde un barattolo di pittura che scansammo per un pelo. L’uno si beò della risata dell’altra per almeno dieci minuti, finché poi il desiderio sopraggiunse e le nostre labbra si unirono di nuovo. Facemmo sesso,di nuovo, godemmo insieme, desiderosamente e beatamente e così, dopo esserci vestiti, uscimmo fuori da quello stanzino minuscolo e ci dirigemmo fuori al balcone per fumarci una sigaretta. Ovviamente, fuori al balcone c’era Zayn che parlava con una bionda ossigenata, accesi la mia sigaretta e non so per quale assurdo motivo, tolsi quella tra le labbra di Harry e presi a baciarlo, ne avevo voglia, solo quello.
-E’ così adesso state insieme?-chiese Zayn una volta che finì il nostro bacio.-
-Si!-rispose Harry deciso.-
-Scherzate? Dopo due giorni che vi conoscete?- rispose Zayn tra una risata e l’altra.-
-Sai, Zayn... le persone deludono anche dopo anni di conoscenza, quindi mi fido più di lui di chiunque altro ragazzo conosco da anni. E poi non credo siano problemi tuoi.-risposi buttandogli questa bella frecciatina e spegnendo la sigaretta per poi dedicarmi alla pista da ballo, libera... libera da quella storia finita male.
The third day.
Da quando Harry era entrato nella mia vita ogni fottuto risveglio era più bello, o almeno meno doloroso perché con i suoi messaggi misti tra eccitanti e romantici mi dava un buongiorno migliore. Oggi il messaggio citava: “Hei dea del sesso, stamani non ci sono partite, ci vediamo?” Ero già propensa a dirgli di si, però poi lessi che avevo ancora due messaggi da leggere. Uno era di Niall ed uno di Liz. Quei due mi avrebbero fatto impazzire, Liz era sempre stata fottutamente innamorata di Niall, quest’ultimo era sempre stato un cazzone a cui piacevano tutte le ragazze facili, tranne Liz a causa della sue seconda scarsa.
Il messaggio di Liz citava :”Hei tettona, oggi ci vediamo? Dobbiamo parlare un po’.”
E l’altro era di Niall e citava: Oggi giornata al parco, tu e Harry siete dei nostri? Porta anche Liz (: x”
Ed ecco che le cose coincidono: Niall non mi aveva mai nominato Liz, e quando quest’ultima doveva parlarmi era sicuro a causa di Niall, evidentemente quel cazzone irlandese si era accorta della tettina. Rispondo ai tre sms:
A Niall:” ci saremo tutti e tre cazzone xx (:”
A Liz:“Ho capito già ;) Al parco tra mezz’ora, ci sarà anche il cazzone tettina xx”
A Harry:“Hei tu sesso al buio, ti passo a prendere tra un quarto d’ora che hanno organizzato una giornata al parco.  Un bacio ;)”
Short e canotta, una bella doccia, una bella coda, converse, il solito caffettino con la nonna e si scende. Passai a prendere Harry e raggiungemmo gli altri al parco, dove mi scambiai il bacio del buongiorno con Harry. Stendemmo le lenzuola sull’erba e con gli occhiali noi ragazze tentammo di prendere il sole, mentre i ragazzi parlavano di basket. In men che non si dica, quelle bestie si ritrovarono con le bottiglie in mano pronti per i gavettoni. Harry si diresse subito nella mia direzione, e anche se iniziai a correre, purtroppo era un giocatore di basket e subito mi prese per i fianchi, bagnandomi con la bottiglina da testa a piedi sotto le mie innumerevoli bestemmie. Quando tornammo al luogo delle coperte, notai che Liz era stata bagnata da Niall e la cosa mi faceva molto piacere. Mi slegai, allora i capelli per farli asciugare, stesso motivo per il quale mi tolsi la canotta restando in reggiseno, come fecero poi Liz e le altre. Sentii gli occhi di Harry addosso, e subito mi prese per i fianchi per poi cominciare a baciarmi sotto le mie risate. Ci staccammo proprio quando Niall baciò Liz e mi sentivo davvero tre metri sopra il cielo. Decidemmo, allora, di andarci a fumare una sigaretta io e la mia migliore amica.
-Ma tu e il riccio quindi state insieme?-mi chiese Liz aspirando la sua malboro light.-
-Noo...-risposi aspirando la merit.-è solo del buono e sano sesso Liz.-
-Ah la mia amica Dea del sesso...Io invece non so la relazione che ho con il biondo.-
ammise gettando il fumo dalle narici. Era un gesto che mi faceva spesso sorridere.-
-Cazzo Liz, calmati. Vi siete baciati solo ora, stanotte farete sesso e poi passi alle domande. Carpe diem Liz, carpe diem.- cacciai una delle mie perle di saggezza, che tutt’erano tranne che sagge.-
-Ci pensi, l’ultima sigaretta del desiderio ha funzionato. E credo anche la tua sai, Zayn sta venendo qui...Sicuramente per parlarti.-sorrise lei.-
-Minchia che sfiga, quando non deve funzionare funziona quella cazzo di sigaretta.- ammisi finemente, prima di salutare Zayn e sentirlo cacciare la mia amica.
-Me la offri una sigaretta?-chiese il pakistano.-
-Sempre a scrocco eh stai?-risposi per poi offrirgli una sigaretta da ragazza civile.-
-Ma quindi tu e il riccio state insieme?Davvero?- esordì lui dopo qualche minuto.-
-Zayn, posso sapere cosa minchia te ne frega?-sbottai furiosa.-
-Hope lo faccio per te...Non voglio che ti illudi....Lui dopodomani partirà,e tu cosa farai?-sentenziò.-
-Zayn proprio tu parli di illusioni, vero? Tu che ne sei il re. So quel che faccio, ho diciassette anni voglio vivere al momento. E gentilmente smettila di farti i cazzi miei e preoccuparmi per me, perché quando dovevi farlo, non l’hai fatto.-sbottai soddisfatta.-
-ho sbagliato.-ammise mentre me ne stavo andando.-Ho capito che sei una ragazza da tenere,  non da illudere...So che è difficile,ma se solo potessi perdonarmi torneremmo come in estate...Io ti facevo star bene, ricordi?-
-Vai al diavolo Malik.-
risposi per poi dirigermi dagli altri e abbracciare Harry senza motivo. Gli tolsi la maglietta e l’indossai, anche se mi stava almeno tre taglie più grandi. Trascorremmo l’intera giornata lì, tra basket e braci e qualche partita di calcio e pallavolo. Tra una sigaretta e una birra ci divertimmo un mondo e tra un bacio ed una carezza il rapporto mio e di Harry si rafforzò. Quella sera andammo al cinema per vedere un horror, ma divenne ben presto quasi un porno tra me e Harry che facemmo sesso nel bagno pubblico del cinema.
The fourth day.
Harry.

Quella mattina di Hope non vi erano tracce. Non rispondeva al cellulare e in palestra ancora non era arrivata. Il rumore della sua vespa truccata non si sentiva, e il fratello era da poco arrivato con una faccia alquanto triste. Stavo iniziando a preoccuparmi, le mani mi sudavano ed ero agitatissimo, sentivo che c’era qualcosa che non andava, ma non capivo cosa. Decisi allora d chiedere a Niall informazioni su dove fosse finita la mia ragazza alternativa.
-Niall, sai che fine ha fatto Hope?.- chiesi al biondo che era anch’egli molto teso.
-Come non te l’hanno detto?-mi chiese alquanto basito.-
-Cosa c’era da dirmi?-chiesi preoccupato.-
-E’ in ospedale.-
-Per chi? La nonna? Chi ha accompagnato?-
-Harry, siediti.-
lo feci, mi preparai al peggio. Ma quel peggio non era niente in confronto a ciò che mi disse il biondo.-E’ una cosa che sappiamo solo io e Liz, non vuole dirlo in giro per non far preoccupar nessuno. Hope è nata per miracolo, ha una disfunzione al cuore, per la quale stava morendo durante il parto, e a causa della quale le erano stati affidati solo cinque anni di vita. Hope però è forte, con le giuste cure e controlli, ha superato dodici anni in più del previsto e gli unici problemi son degli attacchi improvvisi di panico che le vengono almeno una volta al mese, quando è più agitata o sotto stress, o quando prova grandi emozioni.  Non dovrebbe fumare, ma lei dice che vuole godersi la vita per quanto poco può durare e quindi fuma, beve e fa ciò che vuole, anche mettendo a rischio la propria vita, e noi glielo permettiamo perché infondo ha ragione. Solo che stavolta la crisi è stata più forte, ha rischiato il coma e tra due mesi compirà diciotto anni e avrà l’età per avere un trapianto di cuore, solo che è un’operazionealquanto difficile e rischiosa.-mi spiegò il biondo con le lacrime agli occhi.
Lasciai allora la squadra nelle mani del povero Niall e in men che non si dica raggiunsi l’ospedale della città. Chiesi il numero di stanza e salii di corsa verso il suo piano. Entrai come una furia nella sua stanza e notai che era sveglia e al suo fianco vi era Liz. Quando mi vide sorrise e poi fece un’espressione confusa mista al felice. Liz ci lasciò soli.
-Ma seiuna cretina? Mi ha preso un infarto.-la richiamai.-
-Casomai l’infarto è quasi venuto a me.-
scherzò lei.-
-Non si scherza su questa cosa.-risposi severo.-Perché non me l’hai detto?-
-E’ una preoccupazione stupida Harry. Tra due mesi mi opero e starò bene.-rispose lei tranquilla.-
-Ma cosa cazzo stai farneticando? Ti rendi conto che se stamattina ti fosse successo qualcosa io...io-non completai la frase perché a rigare il mio viso arrivarono quelle bastarde gocce traditrici.-
-Harry ma stai bene? Hai bisogno dello psicologo? Qui c’è tutto.-scherzò ancora lei.-
-Io non riesco ad immaginar se ti fosse successo qualcosa. Cazzo, ma sei diventata importante in manco quattro fottutissimi giorni. Non ti rendi conto che solo a non vederti sono andato in panico? Io credo che quella fottuta sigaretta funzioni anche prima di essere fumata cazzo. Avevo espresso il desiderio di trovare una ragazza che desse il senso alle mie giornate ed io l’ho trovata cazzo. Grazie ad un torneo ho conosciuto la ragazza più importante in venti anni di vita e non riesco ad immaginare le mie giornate senza le tue battute sarcastiche, senza baciarti e senza te!-ammisi con non so quale coraggio.-
-Harry...Io non so cosa dirti...Per carità...Tu sei stato il primo ragazzo che mi ha fatto dimenticare il mio ex e tutti i casini che mi porto dietro. Ma capisci no che è una cosa impossibili? Domani tu parti, il torneo finisce e chi si rivedrà più...-mi rivelò.-
-Io ho deciso che mi trasferisco qui.- risposi deciso.-
-Ora quello che farnetica sei tu...Ti rendi conto che a vent’anni cambieresti vita per me? Io non ho niente da offrirti Harry, sono una diciassettenne che potrebbe morire da un momento all’altro, anche ora!! Una ragazza che tra due mesi subirà un intervento dal quale dipenderò la sua vita. Tu hai vent’anni, non puoi sacrificarti per una persona che non sai neanche se quando torneraiqui esisterà ancora.-si rammaricò lei.-
-Io voglio rischiare Hope. Finché vivrai voglio stare con te.
Due mesi dopo.
Hope.
 Ebbene si, Harry mantenne la sua promessa, e pochi giorni dopo la fine del torneo si trasferì. Arrivò la squadra di mio fratello terza, e quella di Harry quinta. Harry si sistemò da mia nonna e fu assunto come allenatore nella nostra società: affiancava zayn e vi ho detto tutto. Purtroppo quei due mesi volarono in un non niente. Mi accompagnava a scuola e mi veniva a prendere, mi seguiva in ogni cosa che facevo, mi fece addirittura togliere il vizio del fumo e se lo tolse con me. Passavamo la maggior parte del tempo nella palestra ed io studiavo mentre lui allenava i bambini e litigava col pakistano. Nel tempo libero giravamo tra discoteche, pub e ristoranti. Avevamo anche noi le nostre liti, ed io lo minacciavo di cacciarlo di casa, ma mia nonna lo difendeva sempre e finivamo col fare l’amore beatamente, non da mia nonna chiaro. Purtroppo però il giorno del mio diciottesimo compleanno arrivò presto, i miei amici, sicuri che ce l’avessi fatta, prepararono una grande festa per la sera, ed io quella mattina, con Liz Niall ed Harry mi diressi in ospedale, pronta ad affrontare quel  verdetto di vita o di morte.
Neanche io riuscivo a crederci, quando aprì gli occhi. Era buio, la mia camera era piena di fiori, c’erano Niall e Liz addormentati l’uno sulla spalla dell’altra. Mi girai intorno e non vidi Harry, forse era andato a prendersi un caffè. Provai ad alzarmi dal letto ma non ci riuscì, così feci per urlare e i miei due amici si svegliarono. Mi corsero incontro abbracciandomi e piangendo, ma non solo di gioia, capì che nei loro occhi vi era un velo di tristezza. Non mi spiegavo il perché, ma i miei dubi furono svelati dal biglietto che mi porse Liz tremando come una foglia. Lo aprì e già nel notare la scrittura di Harry un senso di paura mi prese lo stomaco, sentì il nuovo cuore sbattere all’impazzata e capì che c’era qualcosa che non andava.
 
“Amore mio, se stai leggendo queste parole significa che il mio gesto è stato utile. Purtroppo durante l’operazione vi sono state delle complicazioni e purtroppo il cuore che sarebbe dovuto essere il tuo nuovo ha smesso di funzionare e così serviva trovare un cuore buono in due minuti circa. Ti ricordi amore, quella sigaretta del desiderio? Il mio desiderio fu quello di trovare una ragazza che avesse preso il mio cuore per sempre, ed evidentemente quelle sigarette leggono in senso proprio ogni cosa. Ti ricordi quando giurammo insieme di andare a Parigi? New York? Italia? Beh, li visiteremo sicuramente insieme, perché ora io son dentro di te, per sempre. Ricordi quando mettemmo il lucchetto coi nostri nomi sul Tamigi? Ti dissi AMORE QUESTO E’ IL MIO CUORE E SOLO TU NE HAI LA CHIAVE CUSTODISCILA. Ecco, più o meno è la stessa cosa, solo che ora la chiave è un po’ più grande, perché quella chiave è la tua vita. Amore mio, non fare cazzate, rendimi orgoglioso di aver donato il mio cuore a qualcuno che sa utilizzarlo, e fanne di quella chiave, la chiave più produttiva. Divertiti con Niall, Liz ed anche Zayn stasera. Tu troverai un uomo che ti amerà con tutto il suo cuore, magari senza dover morire per dimostrartelo, avrai dei bambini con i quali visiterai la Tour Eiffel, la statua della libertà, la torre pendente...Ed io sarò sempre lì con te, in ogni cosa che farai, non dimenticarlo.
Ps: Sai, il mio cuore combaciava perfettamente col tuo, sarà stato destino...non ringrazierò mai abbastanza quel torneo di basket che mi ha fatto capire quale fosse la mia missione sulla terra. Ti ho amata per davvero cuore mio, ti amo e ti amerò per sempre. Ti aspetto qui, ma tra mille e mille anni.”

 
The end...
   
 
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