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Autore: Niley story    28/04/2013    5 recensioni
Ero convinta si sapere cosa volesse dire amare, ma dal suo arrivo mi rendo conto che quello che fino a oggi chiamavo amore, era solo affetto. "Lui" è appena arrivato, "lui" è riuscito a farmi esplodere il cuore con un solo sguardo, "lui" mi ha fatto capire cosa vuol dire amare, "lui" è riuscito a farsi odiare da me..."lui" è il mio sinonimo di amore...più cercavo di allontanarmi più sentivo la necessità di stargli vicino
Genere: Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vorrei ringraziare Anne, Allegra_, Shanebright e syotai per aver recensito la mia ff e dirle inosltre che appena potrò leggerò summer love e anche stringimi la mano e tutto andrà bene ^-^ intanto vi lascio qui sotto il nuovo capitolo che spero vi piaccia zaooooo

Pablo: Stavo facendo una cosa importante…emm…ragazzi un attimo d’attenzione prego, vorrei presentarvi un bravissimo cantante e ballerino, con davvero tanto talento…e sia chiaro non lo dico solo perché è mio nipote…Leon!

Pablo si spostò nel laterale vicino a Angie mentre parti una musica movimentata, e si udì una voce rap…le ragazze presenti in aula già cominciarono a gridare, quando dalla porta entrò lui…lo stesso ragazzo che avevo visto prima…Leon…come ha detto Pablo…

Leon: Escucha bien *Ascolta bene*
Soy un buen chico que te quiere bien *sono un bravo ragazzo che ti ama*

Era appena entrato e già era riuscito a fare breccia nei cuori delle ragazze che lo guardavano alla sua destra. Cantava dritto guardandole una a una negli occhi. Poi si mise al centro dell’aula, poggiò una mano sul cuore e mosse il suo petto come se stesse per uscirgli da dentro. Era un passo di danza, hip hop se non ero e gli era riuscito benissimo

Mi corazón siempre me dice Tutututu Bo *il mio cuore sempre mi dice tutututu Bo*
En el amor yo soy un eterno buscador *Nell’amore io sono un’eterno cercatore*

Si avvicinò ad una delle ragazze in fondo alla sala al lato opposto al nostro e si inchinò per poi ritornare nel mezzo della sala

Soy un descarado, y yo respondo en todos lados. *Sono uno sfaccio e rispondo a tutti quanti*


A quel punto iniziò a ballare mentre cantava col microfono tra le mani. Lo devo ammettere, era un vero talento come aveva detto Pablo

Are you ready for the ride, Let's ready for!
Are you ready for the ride, Let's ready for!


Are you ready for the ride, Let's ready for!
Are you ready for the ride, Let's ready for!

La sua voce mi faceva venire la pelle d’oca. Le sue labbra poggiate con delicatezza al microfono...i suoi occhi che, anche se non mi guardavano riuscivano ad ipnotizzarmi. Sentivo dei brividi percorrermi lungo la schiena...se fossi stata in piedi probabilmente sarei caduta a terra. Si avvicinò a Ludmilla appena finì il ritornello, le prese la mano sinistra e gliela baciò

Si suena bien, ya no me importa nada *Si suona bene, non mi importa più niente*

Con un giro su se stesso si trovò di fronte a Nata che lo guardava con occhi sognanti mentre lui prese la sua mano destra dandole un bacio anche a lei.

No me importa nada *Non mi importa niente*


Successivamente si avvicinò a Camila che appena lo vide si alzò in piedi e ballò davanti a lui. Il mio cuore cominciò a battere più forte. Si era vicinissimo a me prese la mano di Camila facendola girare su se stessa

Vuelvo a mi casa y me pregunto que me pasa *Torno a casa e mi chiedo che mi succede*
Vuelvo a mi casa, pregunto que pasa *Torno a casa mia, chiedo che succede*


Con un altro passo di danza mi diede le spalle facendo il moonwalk verso destra, fino a trovarsi con le spalle verso Francesca. Si voltò e si chinò per cantare guardandola negli occhi mentre lei gli sorrise, e io osservavo attentamente il suo profilo...

No vine aquí a fastidiar, quiero bailar, ponte a cantar *Non sono venuto qui a dare fastidio, voglio ballare, mettiti a cantare*


Dette quelle parole voltò di scatto la sua testa verso di me. Anche se per un attimo quel suo sguardo così intenso, mi penetrò dentro come se riuscisse a capire cosa stavo pensando. I suoi occhi verdi mi guardavano...erano come una calamita. Lo osservai a bocca aperta mentre poggiò la mano destra sotto al mio mento.

Porque en fin no somos, tan, tan diferentes. *Perché alla fine non siamo, così, così diversi*


E dopo avermi detto quella frase si allontanò nuovamente all’indietro riprendendo a ballare con gli stessi passi di prima, il ritornello.

Are you ready for the ride, Let's ready for!
Are you ready for the ride, Let's ready for!

Are you ready for the ride, Let's ready for!
Are you ready for the ride, Let's ready for!


Continuava a ballare, e ogni tanto mi fissava...

Ser un conflicto esto me hace aún más listo *Essere un conflitto mi rende ancora più pronto*
Soy feliz y tengo todo para dar *Sono felice e ho tutto da dare*
Tal vez romántico, analítico, muy crítico *Forse romantico analitico, molto critico*
Y el crítico, ese soy yo Y todo te lo doy. *E il critico, questo sono io e tutto ti do*


Fran e Cami si alzarono in piedi per ballare al suono della sua voce. Io invece ero immobile sulle gambe di Diego a fissare Leon che cantava. Avevo anche dimenticato di essere seduta sulle gambe di qualcuno...

Are you ready for the ride, Let's ready for!
Are you ready for the ride, Let's ready for!

Are you ready for the ride, Let's ready for!
Are you ready for the ride, Let's ready for!

Are you ready for the ride, Let's ready for!
Are you ready for the ride, Let's ready for!

Are you ready for the ride, Let's ready for!

Con un urlo finale e una giravolta su se stesso chiuse la canzone. Tutti applaudirono, alzandosi in piedi, anche io...persino Antonio il direttore dello studio on beat...Invece Diego restò seduto a guardarlo senza dire una parola. Leon sorrise inchinandosi davanti a noi, mentre Pablo gli si stava per avvicinare, ma fu superato da mia zia che correndo abbracciò Leon, quasi stritolandolo...

Angie: Aaa Leon!!! Quanto mi sei mancato!!!!!!!!
Leon: *Ride* Anche tu Angie, ma non è il caso di soffocarmi così!

Ridacchiò lui ricambiando l’abbraccio mentre mia zia iniziò a ricoprirlo di baci sulla guancia sinistra...Francesca si avvicinò al mio orecchio...

Francesca: Tua zia lo conosce?!
Violetta: Così sembra...

Risposi alzando le spalle.

Camila: Dai Fran vieni!

Camila tese la mano destra a Francesca che l’afferrò e si avvicinarono a Leon seguite da Ludmilla e Nata, i ragazzi invece si avvicinarono a me e Diego…

Francesca: Leon…

Leon sciolse l’abbraccio con mia zia per voltarsi verso Francesca e sorridergli, Antonio gli poggiò una mano sulla spalla come per dire “bravo ragazzo” e mia zia teneva le mani poggiare sulla sua spalla sinistra…

Francesca: Ciao, sono Francesca
Leon: Ciao

Francesca gli porse la mano sorridente e lui la strinse ricambiando anche il sorriso. Si sporse per dagli un bacio sulla guancia e Leon non si tirò indietro…

Marcos: Ma…a Francesca piace quel tipo?
Violetta: Pare di si…
Diego: è solo un pallone gonfiato!
Maxi: Guarda chi parla!
Broadway: Non mi sembra il caso di discutere!
Andres: A me sta simpatico!

Anche Camila si presentò dandogli la mano e un bacio, e Nata la seguì a ruota insieme a Ludmilla…

Francesca: Possiamo fare una foto?
Leon: Si certo…

Francesca si mise vicino a Leon e lui si abbassò leggermente per fare in modo che lei scattasse la foto con il suo cell…altre ragazze gli corsero vicino per fare le foto. In meno di un batter d’occhio Leon si trovò circondato da ragazze. Era irritante e mi dava fastidio, lo guardai a braccia consorte. Credo che se ne sia accorto perché mentre sta scrivendo qualcosa a una ragazza alza leggermente lo sguardo verso di me mi sorride e mi fa l’occhiolino, e abbasso lo sguardo per poi voltarmi verso Diego…

Diego: Presuntuoso…
Violetta: Si…hai ragione…
Camila: Leon, diventerai un alunno dello studio?
Leon: Veramente io…
Pablo: Ooo si lo diventerà
Leon: Zio…
Pablo: Stai zitto!
Leon: Io ti voglio bene ma tu sei un grandissimo ro…
Pablo: Lo so! O questo o l’esercito! *lo allontanò dalle ragazze dirigendosi verso la porta*
Leon: Mmm…
Pablo: Te la sei cercata
Leon: Manco fossi finito in prigione…
Pablo: No, peggio sei finito…

Pablo si avvicina all’orecchio di Leon e gli dice qualcosa

Leon: Me lo rinfaccerete a vita vero?
Pablo: SI! Stavi per rimetterci la pelle!

Pablo diede una spinta a quel ragazzo, facendolo uscire fuori dall’aula e poi lo seguì…

Francesca: Guarda sono riuscita a farmi la foto con Leon!

Disse Francesca sorridente mostrando la foto a Camila…

Camila: Anche io prr
Ludmilla: Che nervi! Io non ci sono riuscita! Colpa di quelle mocciose che mi hanno superata…
Nata: Neanche io ci sono riuscita uff
Broadway: Vi rendete conto che state parlando di un ragazzo comune e non di una rock star?!
Francesca: Bello, talentuoso, figo, con stile…no non è un ragazzo comune
Camila: E poi…
Tutte quattro: è bellissimo!
Francesca: Metto la mia foto con lui come sfondo del cellulare!
Marcos: Addirittura?
Francesca: Si! Non siamo una bella coppia?

Chiese Fran mostrandomi la testa, e io scossi capo mentre Marcos che ci era rimasto evidentemente male, abbassò la testa uscendo dall’aula…

Camila: Sta meglio con me
Francesca: Nei tuoi sogni
Violetta: Ma la piantate?! Manco fosse Bred Pitt!
Francesca: Io amo Bred Pitt…ma paragonato a Leon è niente…e poi Leon è più vicino alla nostra età…ed è anche vicino a noi…
Camila: Già perché Pablo se lo è portato!? Che noia!
Francesca: Vilu allora, anche dopo che lo hai sentito cantare, pensi che non sia nulla?
Violetta: Penso che sia un arrogante e presuntuoso!

Diego mi cinse la vita mentre Francesca e Camila ruotarono gli occhi, insieme a Nata…

Diego: E poi la mia Violetta ha occhi solo per me, quella mezza cartuccia e nulla paragonata a me…

A quel punto le mie amiche scoppiarono a ridere…

Francesca: Certo…a te non piacciono quelli arroganti e presuntosi!
Camila: Ovviamente è per questo che stai con Diego…
Nata: Si lui è la modestia fatta persona…
Tutte tre: Hahahaha…
Francesca: Andiamo a cercare Leon?
Violetta: Veramente dovremmo andare a mangiare!
Nata: Potremmo chiedere a Leon di venire a mangiare con noi!
Maxi: Leon, Leon, Leon e basta! Sempre Leon!

Sbottò Maxi furioso uscendo dall’aula…

Violetta: Possiamo andare al restò band e basta?
Francesca: Ok, va bene andiamo!
Violetta: Grazie!

Io e le ragazza avanzammo. C’eravamo solo noi quattro uscivamo dall’aula per poi dirigerci verso l’uscita. Un accumulo di ragazze si era formato intorno alla moto di Leon. Lui era poggiato a questa che sorrideva a parlava con tutte le ragazze, mentre loro povere sciocche che gli cascavano ai piedi gli davano il loro numero di cellulare…

Ludmilla: Che cosa ci fanno tutte quelle mocciose intorno al MIO Leon!?
Francesca: Il mio Leon
Camila: No no no eh, c’ero prima io

Mentre le ragazze continuavano a discutere, io lo stavo osservando. Perché mi sentivo così strana mentre stava cantando? …quel ragazzo provocava qualcosa in me…ma ancora non so dire cosa di preciso…quando tornammo dopo pranzo la moto di Leon non c’era…suppongo che se ne sia andato…meglio così…si…ancora adesso continuo a fissare quel punto vuoto dove poco fa si trovava la sua moto…non so perché…ma sento come un vuoto dentro…un vuoto che non so come colmare…
Quella sera continuavo a girarmi e rigirarmi nel mio letto. La musica…la sua voce mi rimbombavano nella testa e il suo volto era sempre presente davanti ai miei occhi. Perché? Perché continuavo a pensare a lui!? Mi voltai ancora e osservai l’orologio…segnava 00.00 precise. Sospirai e mi alzai dal letto. Mi sedetti alla scrivania e portai la mano destra sul cuore. Ero agitata, nervosa come se…come stesse per succedere qualcosa e…e avevo paura. Qualcosa mi diceva che dovevo uscire, che dovevo andare da qualche parte ma non sapevo dove…mi alzai dalla sedia e aprì l’armadio, presi la prima cosa che trovai. La maglietta bianca con gli arcobaleni e la gonna azzurra con un nastro rosa in vita, indossai le scarpette a stivaletto, la borsetta e uscì silenziosamente fuori. Cominciai a camminare neanche io sapevo dove a testa bassa, senza meta eppure sembrava che sapessi benissimo dove stavo andando. Era buio e lampioni illuminavano a malapena i marciapiedi. Arrivai in fondo al quartiere e voltai a sinistra, continuai dritto senza mai alzare il capo. Faceva freddo e non c’era nessuno per strada. Uscì letteralmente fuori dal quartiere camminando sull’autostrada. Guardai l’orologio al mio polso è un ora che sto camminando, con questa ansia, con questa paura addosso. Notai che sotto i miei piedi non c’era più l’asfalto, c’era terreno. A ogni mio passo la polvere si alzava da terra, mentre assorta in questo pensiero sentì delle voci. Erano voci maschili. Cominciai a dirigermi a passo svelto verso queste, sentendo il battito del mio cuore accelerare sempre di più. Man mano che mi avvicinavo potevo riuscire a distinguere le voci diverse e scandire bende le parole.

Xxx: SEI UN’IDIOTA!
Xxx: QUESTI NON SONO AFFARI TUOI!

Sgranai gli occhi al suono di quella voce…l’avevo riconosciuta benissimo…era la voce di Leon. Ero nascosta dietro la porta di una specie di capanno. Leon era davanti a me di spalle, e dinnanzi a lui c’erano cinque ragazzi.

YYY: Sei diventato un pappamolle
Leon: Non capisco perché questo dovrebbe importare a te!
FFF: Stammi a sentire cretino, te lo chiederò solo un’ultima volta, accetti di tornare nel giro?
Leon: NO!

Il tono di Leon era deciso, fermo e chiaro. Aveva scandito perfettamente quel monosillabo.

CCC: Come vuoi imbecille…ma è ovvio che questa te la sei cercata

Quel ragazzo che si trovò davanti a Leon gli sferrò un pugno...dato che lui è di spalle non riesco a vedere bene dove, ma a giudicare dal fatto che lui si piega in due suppongo si tratti dello stomaco. Portai la mano destra sul cuore, quando lo sentì perdere un colpo, come se quel pugno fosse arrivato a me. Con la mano sinistra Leon sferra un pugno allontanando quel tizio da lui, ma immediatamente gli altri quattro cominciano ad andargli addosso. Cinque contro uno…era una cosa davvero meschina e sleale, Leon cercava di difendersi ma a parte qualche pugno non riusciva a fare molto…non sapevo che fare, ero lì tremante senza sapere se reagire o meno se andargli in contro o se avrei peggiorato la situazione. Feci scivolare lentamente la mano dal mio cuore fino a far tornare il braccio dritto che scendeva lungo la vita, e presi la mia decisione…
   
 
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