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Autore: maelle    28/04/2013    4 recensioni
Mi sbattè contro il muro e iniziò a baciarmi e a toccarmi con violenza. La paura prese il sopravvento al dolore.
Sentii i miei vestiti che si strappavano e lui che ansimava sul mio gracile corpo. Chiusi gli occhi sperando di svegliarmi nel mio letto, quanto volevo che fosse solo un sogno.
- Ehi piccola, così non vale - il suo alito puzzava di alcool - Apri gli occhi, è colpa tua se ti sta succedendo questo -
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Don't wake me up if I'm sleeping this life away'
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CAPITOLO 23



" I can't "
 













- Devi denunciarlo, cazzo! - urlava il biondo, non capendo il perchè la ragazza si rifiutasse di andare alla centrale di polizia.
Michael doveva pagare.

- No, non voglio. - ripeteva continuamente Holly. - Greg, ti prego. Sarebbe troppo imbarazzante. - si giustificò la mora.

- Imbarazzante? Ti rendi conto di cosa ti è successo? Di cosa ti ha fatto? - il ragazzo andò accanto alla ragazza seduta sul letto di lui, prendendole le mani ed iniziando ad accarezzarle. - Lui ti ha fatto del male. -

- Ma non male come mi hai fatto te. - Holly si alzò di scatto dal letto, andando verso la finestra.
Il cielo era grigio. 'Piove', pensò.
Quella mattina si era svegliata con l'umore come il cielo. Greg le aveva detto che non sarebbero andati a scuola, era riuscito a convincere i suoi a farlo rimanere a casa con Holly.
Gli aveva raccontato tutto. Imbarazzante. 
Eppure avevano promesso di non dire nulla a nessuno, nemmeno alla madre, fin quando la ragazza non avrebbe voluto.
Era vuota, triste, abbattuta. Si vergognava.
Come pensava, la mattina al risveglio si ricordava quasi tutto.
Forse a causa dello shock non ricordava tutto ciò che le aveva fatto Michael.
Era un bene o un male?
' Cosa avrà fatto del mio corpo? '  si ripeteva sempre la ragazza.

- Non puoi paragonare le due cose. - la voce di Greg la distolse dai suoi pensieri.

- Chi lo dice? Il male che mi ha fatto lui è carnale, mi ha lasciato dei lividi che passeranno. Ma tu..-

- Michael non ti ha lasciato solo dei segni sul tuo corpo, guardati in che stato sei! Non vedi come ti ha ridotta? Ehi, guardami. - la raggiunse e le prese il volto fra le mani, notò due lacrime che
scendevano dai suoi occhi, spenti. - Devi parlarne con qualcuno. -

- Non se ne parla. E' già stato difficile chiamare te, figurati parlare di questo con..mia madre! -

- D'accordo, allora parlane con me. - la ragazza si perse negli occhi blu del ragazzo.
Erano puri.
Si sentiva improvvisamente sollevata, dimenticando i suoi problemi.

- E cosa dovrei dirti? - disse lei con gli occhi persi nel vuoto, persi nella sua mente.

- Tutto quello che vuoi. - abbozzò un sorriso il biondo.

- Perchè mi hai lasciato così, di punto in bianco? - chiese lei sputando queste parole.

- Io credevo volessi parlarmi di cosa ti è successo questa notte..-

- Rispondimi, ne ho bisogno. - lo implorò lei.

- Non, non avevo altra scelta. - farfugliò lui preso alla sprovvista da quella domanda.

- Cosa vuoi dire? - e ora cosa avrebbe risposto?
Greg era indeciso se mentirle per il suo bene, o dirle la verità. Facendola, forse stare peggio.

- Per proteggerti. -

- Spiegati, cazzo. -

- Non penso tu voglia sapere la verità. Non ora, almeno. Non penso sia il momento adatto, sei troppo fragile. -

- Mi ha lasciata sul marciapiede, mezza nuda, al freddo, con grossi lividi e graffi su tutto il corpo. E morsi, sul seno. Poi ho chiamato te. Questo è tutto. - disse lei senza un tono specifico nella voce.

- Ma cosa ci facevi a quell'ora in quel pub? -

- Ero lì per te. Credevo che bevendo il tuo ricordo sarebbe scomparso dalla mia mente. Invece eccomi qui, a casa tua con una felpa e dei pantaloni tuoi. - gli rispose tastando gli indumenti che aveva
indossato dopo la doccia di quella notte.

- Non sei solo tu ad aver sofferto. - come poteva Holly pensare che Greg non aveva sofferto per averla lasciata? Lo aveva fatto per il suo bene, anche se non era servito a molto.

-E allora se stiamo soffrendo entrambi, perchè non possiamo stare insieme? -ora era lei ad aver preso il volto di lui fra le sue piccole mani.
Il biondo era tentato di baciare quelle labbra rosee così vicine alle sue.

- Perchè è complicato, te l'ho detto! -

- No, non me lo hai detto. Ti prego parlami! - gli occhi della ragazza erano supplichevoli.  Greg si sentì debole, quasi da raccontare tutto.

- No, mi spiace non posso. - 

- Non puoi o non vuoi? Ho bisogno di sapere, Greg. - la guardò dritta negli occhi, per poi scomparire giù dalle scale.

- Cosa devo fare per averti qui con me? - mormorò la ragazza a se stessa.


" Non  mi lasciare da sola, non in un momento come questo.
Dannazione c
osa devo fare per averti qui.
Vorrei che tu fossi qui.
Ho bisogno di te. "
La ragazza, affranta da tutto ciò che le era successo nel giro di un paio di giorni, rimase ferma immobile davanti alla finestra.
Persino lei perse la cognizione del tempo, ma quella visione di una Brighton così grigia, la faceva pensare, e molto.

 
 
Il biondo suonò freneticamente il campanello e ogni tanto batteva dei pugni sulla porta.
' Cazzo, muoviti e vieni ad aprirmi ' pensò.

- Ehi Greg, amico! - lo salutò con un grande sorriso il ragazzo con il cappellino.

- Dan, mi serve una mano. - tagliò corto il biondo.

- Dimmi tutto. - disse lui lievemente preoccupato.

- Ecco vedi..-

- Che succede? - li interruppe una ragazza - Greg, cosa ci fai qui? - sorrise al biondo.

- Audrey, ciao. E' successo un casino. Non so che fare, aiutatemi. Davvero, mi sento perso, impotente. E Holly..- iniziò a parlare a raffica, i due non capivano quasi nulla, così decisero di fermarlo.

- Ehi, ehi, calma cowboy! E' successo qualcosa con Holly? - chiese premurosamente Dan all'amico, dandogli una pacca sulla spalla come ad incoraggiarlo a parlare.
Il biondo, preso dall'ansia, si mise le mani in faccia.
Aveva voglia di piangere, si sentiva in colpa per ciò che era successo alla sua Holly.

- Holly è st-stata - farfugliò un paio di parole, senza senso.

- Holly è stata cosa? Cosa le è successo? Mi stai facendo venire un infarto! - gli aveva urlato contro Audrey.

 - E' stata violentata. - rispose secco.
Silenzio.
Nessuno osava dire nulla, non sapevano cosa poter dire.

- Dov'è ora? - mormorò Audrey.

- A casa mia, non vuole farsi vedere da nessuno in queste condizioni. -

- La madre è stata avvisata? - domandò Dan. Il biondo scosse la testa.

- E' andata dalla polizia? - aggiunse, ma l'amico scosse di nuovo il capo.

- Io vado da lei. - disse di punto in bianco la ragazza. - Ha bisogno di un appoggio morale ed io sono la sua migliore amica, nonostante tutto. - 

- Non credo sia una buona idea, non voleva dirlo a nessuno. Per questo a chiamato me e non voi. - aggiunse Greg.

- Ma ora è da sola. Sarà emotivamente instabile, come ti è saltato in mente di lasciarla sola in un momento come questo? - sbraitò la ragazza.

- Ehi, amore, calmati. Greg avrà avuto un buon motivo per correre qui. No? - disse rivolto a Greg.

- So chi è stato. Dobbiamo fargliela pagare. -

- Bene, mentre voi discutete riguardo a chi rompere le ossa, io vado da lei. Ha bisogno di una spalla su cui sfogarsi. Ha bisogno di sostegno, non di un ragazzo che la lascia, per ben due volte. - disse freddamente.

- D'accordo, chiamami se ci sono problemi. - le disse Dan, prima di lasciarle un tenero bacio sulle labbra.

- Perchè voi due potete stare insieme senza problemi? - disse ironicamente il biondo.

- Cosa intendi? - 
Greg spiegò tutto al suo amico, tutto riguardo alla minaccia di Micky, fino a ciò che era successo la sera prima.

- Quel figlio di puttana. - sibilò Dan.

- Tu non immagini in che condizioni era Holly quando l'ho trovata. - gli venne quasi un groppo in gola - Al pensiero di lui che la tocca con le sue sporche mani, dio. Io lo ammazzo a quello. - continuò stringendo le mani a pugno.

L'amico, notando le mani nel biondo, cercò di tranquillizzarlo - Ehy calma, non vorrai fare cazzate spero? - 

Il biondo si tranquillizzò un poco -  No, ma Micky deve capire con chi ha a che fare. -
Detto ciò si diresse verso la porta, aprendola di tre quarti.

- Dove stai andando ora? - chiese Dan confuso da quanto stava accadendo.

- La domanda è da chi stiamo andando, amico. - e così uscirono di casa, uno pieno di rabbia e l'altro in ciabatte.

- Non mi ha dato nemmeno il tempo di farmi mettere le scarpe. - bofonchiò Dan.

- Andiamo, nella mia auto ne ho un paio di ricambio. - rispose l'altro.

- Ehy ma da quando hai un auto? -

- Da più o meno un anno? Sei irrecuperabile, cappellino mio. - lo beffeggiò il biondo.
 
 
 
 
Et voilà :)

SCUSATE IL RITARDO, ma ho avuto dei problemi col computer 
spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo che è stato davvero complicato scrivere, non avevo idee lol
btw ringrazio tuuutti per tutto ahah :)
a presto, sempre se il computer non mi abbandona 

bacioni, martina
  
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