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Autore: arimika    28/04/2013    0 recensioni
Diventare maggiorenne è la vetta di molti ragazzi, perché avere 18 anni vuol dire essere liberi e potersi, finalmente, considerare degli uomini e delle donne.
A pensarla in questo modo c'è anche Marika, ragazza neo diciottenne, che dopo aver lasciato la sua vita nel mondo circense si imbatterà in nuove avventure, e con esse nuovi amici e tanto divertimento!
A fare da sfondo una bellissima Bari, che sarà testimone di un amore inaspettato quanto incredibilmente dolce!
Introduzione realizzata con l'aiuto di Novalis.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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CAPITOLO 13. Primo giorno di lavoro
 
Il tempo di crogiolarsi in strani e bisbetici pensieri era finito. Il tempo di nulla facenza pure.
            
Marika stava correndo verso un qualche luogo, chissà perché: era ovviamente in ritardo!
Era domenica e finalmente aveva trovato un annuncio sul giornale che faceva al caso proprio.
 
Mesi e mesi di ricerca, se così si può definire, avevano dato i loro frutti.
Aveva trovato un lavoro, o era quello che sperava (non era ancora stata assunta), e stava correndo disperata con il curriculum sotto braccio.
 
Raggiunse in fretta e furia la stazione degli autobus lì vicina e prese il suo, ovviamente il pullman era strapieno e dovette rimanere in piedi imprecando in giaggianese per la sua colossale sfortuna.
 
Riguardò la rivista che teneva in mano: dava l’appuntamento per le 10 di quella mattina!
Ricontrollò l’orologio, erano le 10. 15… era fregata!
Scese alla sua fermata ed corse il più velocemente possibile ringraziando la sua adorata velocità. Svoltò ad un angolo ed entrò in un piccolo locale fuori mano.
La proprietaria, una signora di mezz’età con qualche ruga malamente nascosta, la accolse sorridente.
 

- Signorina, è qui per il lavoro o per ordinare qualcosa?

- Per il lavoro signora- le rispose Marika cercando di controllare il fiatone- ecco il mio curriculum- le disse porgendo quel pezzo di carta così fondamentale.

- Niente formalità ragazza, non mi serve un curriculum per vedere di che pasta sei fatta, se sei una buona a nulla me ne accorgerò perché fallirai. Non è un lavoro facile come credi quello della cameriera!

- Signorsì signora.

- Bene, sei disposta a fare immediatamente la prova pre- assunzione? Se mi soddisferai potrai lavorare il questo locale, altrimenti sai dov’è la porta.

- Signorsì signora.

- Vai di là e -le indicò una porta - soddisfa quanti più clienti possibili, in bocca al lupo… come hai detto che ti chiami?

- Marika… - si schiarì la voce- Marika Hancock.

 
La ragazza prese un grembiule che era abbandonato sul bancone, un taccuino ed un blocchetto degli appunti.
Si sistemò i capelli in una coda che miracolosamente pareva reggere, aggiustò il fiocco del grembiule e si incamminò verso la sala indicatale.
 
Si meravigliò subito dell’atmosfera, era allegra e spartana, con luci e musica.
In alcune nicchie nel muro c’erano dei tavoli e delle poltrone dagli sgargianti colori, c’era anche un mega televisore al plasma!
Era sicuramente un bel posto di ritrovo per i ragazzi del quartiere… una ragazza dai lineamenti orientali, a quanto pareva dall’uniforme, una cameriera titolare, le andò incontro.
 

- Bene, bene. Signorina… - si schiarì la voce per far intendere a Marika di dover dire il suo nome.

- Marika Hancock- rispose prontamente.

- Watashi no namae wa Ayame desu ( lett. Il mio nome è Ayame), sorry uff scusa… mi è scappato- disse ridendo- io sono una senpai, uffa!- sbuffò- non riesco a dire una frase per intero in italiano quando sono felice!- si lamentò gonfiando le guance come se fosse una bimba.

Marika sgranò gli occhi, allora non era la sola a confondersi con le lingue!

- Sono una cameriera, a pieno titolo. E ti sto dando le nozioni base. Presta attenzione- le disse con fare simpatico e poco superiore, ma con una sottile vena di intransigenza.

- Signorsì Ayame.

- Ayame- san per te, ricordatelo!- la rimproverò con una pacca sulla fronte- ehi ciao Paride-kun! Da questa parte- richiamò qualcuno, correndo verso di lui; un attimo dopo apparve trascinando per la manica un ragazzo che borbottava qualcosa a causa dell’irruenza della giovane- Marika, lui è Paride; Paride, lei è Marika, se dovesse farcela sarà la nostra nuova collega!

- Non c’è bisogno di presentazioni Ayame- le disse sorridendo, poi guardando la nostra ragazza- io la conosco già, non è vero?

-
Chiamami Ayame- chan! A- YA- ME- CHAN, né?

- Ok ok – disse lui accondiscendente

- Siamo compagni di classe Ayame- san- le disse Marika

- Ok, minna! - dicendo questo batté le mani per attirare un po’ d’attenzione- al lavoro- afferrò Marika per il polso e le indicò un tavolo dove quattro clienti innervositi per l’attesa stavano aspettando un cameriere.

Marika si aggiustò la coda, deglutì insicura e si avviò verso di loro.

- Bene ragazzi, cosa vi posso portare?- disse con fare affabile.

- Avevamo già ordinato alla tua amica, ma questa non si è degnata di portarci niente. – le rispose uno masticando una gomma.

- Vi chiedo perdono da parte sua, se possiate essere così gentili da darmi i vostri ordini rimedierò al torto arrecatovi.

- Bene, tre birre alla spina, due panini e un sandwich.

- Arriveranno in meno di cinque minuti- disse lei congedandosi.

 
Dopo poco tornò al tavolo con l’ordinazione, quelli pagarono, consumarono i loro acquisti e se ne andarono.
 
Verso le otto…
 

- Marika- urlò la donna dal bancone, lei si voltò nella sua direzione- domani ti aspetto alle quattro! Non tardare!

 
Dapprima la ragazza era confusa, ma resasi conto della comunicazione saltò felice.
Ora avrebbe potuto mantenersi da sola!
 

- Non tarderò, signora Diana- disse uscendo dal bar.

 
Fuori ad aspettarla c’era una moto con sopra un ragazzo che le stava porgendo il casco.
 

- Scommetto che ti hanno scartata- commentò il tipo misterioso.

- Ciao anche a te, mi dispiace ma dovremo dire a questa santa donna di tua madre che io lascio casa. Bye bye Nelapsi- disse abbracciandolo.

- Hai già trovato dove vivere?

- Sì, Ayame si è proposta di condividere il suo appartamento e così l’affitto, pagheremo di meno entrambe ed avremo compagnia.

- Quindi oggi è l’ultimo giorno che ti vengo a prendere- commentò triste.

- Sì, ma come? Non sei contento? Non ero una gran scocciatura per te?- gli disse.

- Infatti è così, ragazzina - sibilò tra i denti.

- Vedi che non sei tanto più grande di me.

- Invece sì, ho un anno in più rispetto a tutti voi.

- E perché di grazia? Se sua magnificenza si degna di rispondermi.

- Sono stato bocciato tre anni fa, ora basta parlarne e sali in moto. Dobbiamo tornare a casa e tu- le puntò un dio contro- devi preparare le valigie.

- Sta tranquillo, se non mi sopporti proprio non ti devi preoccupare. Ci rivedremo solo a lezione, stupid idiot!

 
Iniziò una discussione tra i due che si protrasse fin oltre la cena.
Poi, Marika, infuriata per le ennesime offese ricevute dal ragazzo, si chiuse in camera sua e si sedette sul letto.
 
POV MARIKA
 
Stupido idiota!
Ma davvero non capisce?
Che vuole che faccia? Che resti qui? In questa casa, a sbafo?
Io non sono una così e non ho intenzione di rimanere oltre il necessario. Ovviamente prima devo salutare Irina e la signora Demetra.
Poi quella cosa che è stato bocciato… devo assolutamente saperne qualcosa da Lara, Morfeo e Adriano… oh! Perché sono giorni che penso solo a quell’idiota! È insopportabile il modo in cui si è intrufolato nella mia testa, è semplicemente tremendo!
 
Quasi quasi uso il regalo di Menny per rilassare un po’ i nervi, esco dall’armadio una stuoia intrecciata su cui è scritto ‘’ ricordati che ti sono vicino ’’ e sorrido ripensando al suo volto ed alle notizie che lui e Carmen mi danno per via telefonica. Pare che stiano bene negli Stati Uniti, ma che presto si sposteranno in Messico.
 
Prendo le aste di incenso e le immergo nell’acqua, subito si propaga un odore gradevole, che mi rasserena.
Poi, rimetto tutto a posto, afferro il mio peluche Cherubino, un bell’orsacchiotto con il cuore in mano, un altro regalo di Menny, e mi butto sul letto sperando che il sonno mi accolga nel suo oblio e ripromettendomi di informarmi, l’indomani, sul passato dell’idiota.
 
 
 PICCOLO ANGOLINO INNOMINATO.
Buongiorno signori e signore, scusate per il mio ennesimo mega ritardo.
Giuro che non si ripeterà più ( oppure sì???, speriamo di no comunque)
Premessa: questo capitolo è dedicato a Novalis che tanto ha atteso il primo giorno di lavoro di Marika (e che mi tartassava con il fatto che lei dovesse trsferirsi al più presto! Ma sono solo dettagli)
Un ringraziamento a Novalis e Euphemia per aver recensito il precedente capitolo.
Per domande, pareri (anche quelli negativi sono ben accetti, eh!) e consigli esiste un angolino qui sotto, yeah!
Grazie a tutti coloro che segono questa mia fic.
Un abbraccio, un bacio ed un augurio di buon compleanno.
Alla prossima,
Arimika!
Yeah!!!
Bye bye!









  
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