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Autore: _Alezzzandra    28/04/2013    2 recensioni
Felicity Timblet è una ragazza di 18 anni,nata a Stratford ma che si è dovuta trasferire a Roma, dato che suo padre è originario della cittadina del Regno Unito e la mamma è italiana.
Quando aveva 13 anni, Felicity perse suo fratello in un incidente d'auto. Da quel giorno la ragazza cambiò radicalmente, iniziò ad autolesionarsi e si chiuse in se stessa.
Solo grazie ad una sorpresa della madre, Felicity riuscirà ad uscire da questo tunnel...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                     Capitolo 1.
Saranno state le 5 di pomeriggio quando una ragazza vestita da postino mi ha citofonato e,gentilmente mi ha chiesto di scendere.
"Ciao! Sono Francesca,la postina di 'C'è posta per te'. Tu come ti chiami?" mi chiese la ragazza non appena aprii il portone e mi ritrovai con una telecamera puntata in faccia.
"Emh, mi chiamo Felicity Timblet" le risposi stupita.
"Ora che so il tuo nome devo farti due domande per assicurarmi che sei proprio tu la ragazza che ha invitato Maria in trasmissione" mi disse,poi continuò:"hai diciotto anni?"; acconsentii. "tuo è originario di Stratford e ora vive lì per lavoro?" feci segno di sì con il capo. 
La postina,soddisfatta mi disse:" bene, sei proprio tu la persona che stavo cercando! Tieni,questo l'invito della De Filippi per te. Che si dice in questi casi?"
"C'è posta per me!" risposi sorridendo e poi rientrai in casa. Iniziai a pormi mille domande,ma quella che mi incuriosiva di più era: chi voleva parlarmi? 
 
Passai una settimana con il dubbio e l'ansia,perché avevo paura di chi potesse esserci 'dietro la busta'.
 
Finalmente il grande giorno arrivò e andai negli studi con mia madre.    Appena entrammo due ragazze bellissime mi presero e mi portarono dalla stylist che scelse il vestito che avrei indossato la sera; successivamente andammo dal parrucchiere e dalla truccatrice che provarono varie acconciature e vari trucchi per rendermi più decente. Finite le mille prove, finalmente mi andai a preparare: indossai un vestito turchese non molto lungo, a fascia e con dei brillantini sotto il seno e un paio di scarpe con il tacco nere. Decisi, contro la volontà della stylist di indossare la mia catenina porta-fortuna con scritto 'One Direction' e i miei amatissimi bracciali,che coprivano quei maledetti segni che avevo sui polsi. Avevo iniziato ad autolesionarmi da quando morì mio fratello a causa di un incidente; era più grande di me, di 2 anni. Con lui scherzavo,piangevo,mi sfogavo,e da quando me lo hanno portato via,mi sento vuota. Solo quando mi facevo del male o quando ascoltavo la musica mi sentivo un po' meglio ed è grazie a quest'ultima se ora lo faccio con meno frequenza,ma comunque lo faccio. 
Il parrucchiere decise di lasciarmi i capelli sciolti con dei boccoli e la truccatrice mi fece un trucco molto leggero,dato che non amavo avere il viso di 'cera'. La trasmissione iniziò ed ero agitatissima.
Dopo quattro concorrenti la De Filippi mi chiamò ed entrai nello studio accolta da un caloroso applauso. La conduttrice mi disse gentilmente che potevo accomodarmi su una poltroncina e mi chiese se poteva aprire la busta per farmi vedere chi voleva parlarmi. Accettai subito, e la busta si aprì:dall'altra parte c'era mia mamma.  Spalancai gli occhi, non riuscivo a capire il motivo per cui eravamo lì. 
Rimasi in silenzio per un po' a guardare il volto di mia madre, poi Maria parlò:"Felicity,tua mamma ti ha scritto una lettera..mi ha chiesto se posso leggerla io al posto suo. Vuoi ascoltarla?" Feci cenno di sì con la testa. 
La De Filippi iniziò a leggere:

"Ciao cuore mio. Mi ritrovo qui a scriverti questa lettera, perché ormai non parliamo più, non mi ascolti più e per questo ti sto scrivendo. Da quando tuo fratello se ne è andato, sei cambiata totalmente, con me, con tuo padre,con il mondo. Eravate importanti l'uno per l'altro, ed eravate persi se non vi vedevate per due giorni. Però, quella notte, su quella maledetta strada ce l'hanno portato via..forse perché in questo mondo sbagliato non c'era posto per una persona perfetta come Lui"

delle piccole lacrime iniziarono a rigare il mio volto,vedendo anche sullo schermo davanti a me le foto della mia infanzia,con mio fratello

"tesoro mio,sono passati cinque anni, e in questi cinque anni non sorridi più come prima, rispondi male a tutti e non te ne importa più niente della scuola, di nessuno. Penso che sia giunto il momento di dirti che ti ho visto mentre ti autolesionavi, ti ho visto piangere quando avevi finito. In quel momento mi sono sentita morire. E' stata colpa mia perché non ti sono stata abbastanza vicina e di questo me ne assumo le responsabilità"

abbassai lo sguardo verso i miei polsi: mia madre pensava che fosse lei il motivo per cui mi facevo del male, ma invece no. Il problema ero io. Ero io che mi sentivo un vuoto dentro senza mio fratello e che riuscivo a colmare facendomi del male,soffrendo.

"ora però voglio rimediare a tutti gli errori che ho fatto. Sai, tu pensi che io sia stupida e che non me ne sia accorta, ma so che i tuoi pochi sorrisi veri, li fai grazie alla musica,grazie a quei cinque ragazzi che mi fai sentire tutte le mattine mentre ti porto a scuola"

intanto un bambino si avvicinava a me con uno sgabello con sopra i due cd dei One Direction
"oppure sorridi quando vedi una loro foto,sai me ne accorgo da come brillano i tuoi occhi quando siamo a cena"

un secondo bambino si avvicina a me con il mio pc con delle foto aperte dei ragazzi.

"scusa se non ho mai capito quanto fossero importanti,scusa se quando mi chiedevi i soldi per un loro biglietto ti ho sempre detto di no, scusami per tutto,ora però chiudi gli occhi."

La conduttrice terminò di parlare e mi mise una benda sugli occhi.
Sentii il pubblico che iniziò ad urlare, poi qualcuno urlo "silenzio!" e tutti si azzittirono. Io intanto ero seduta su quella poltroncina come una stupida perché non riuscivo a capire cosa stesse succedendo. Improvvisamente partì una canzone a me molto familiare alle mie orecchie,ma resistetti nel togliermi la benda. 
"Your hand fits in mine like it's made just for me" 
sentii qualcuno prendermi la mano e, non resistendo, mi tolsi la benda: scoppiai in lacrime,ma questa volta di gioia. Avevo loro, i miei idoli, coloro che in qualche modo mi stavano aiutando, davanti ai miei occhi, per la prima volta. Cantarono la canzone vicino a me, ognuno al proprio assolo mi abbracciava o mi prendeva la mano, e io 
cantavo con loro mentre le lacrime scendevano tranquille sul mio viso. 
Finita la canzone li abbracciai uno per'uno,volevo rimanere a quegli abbracci per sempre, volevo fermare il tempo. 
"Allora,te l'aspettavi?" mi chiese Maria.
"A dire la verità,no. Grazie mamma, è tutto così fantastico" risposi, poi mi rivolsi ai ragazzi, parlando in inglese: "grazie anche a voi,grazie che siete venuti fin qui per me. Siete stati fantastici come sempre" e le lacrime scendevano ormai tranquille sul mio volto. Loro mi abbracciarono, il più bell'abbraccio mai avuto fin'ora.
Maria disse che dovevamo uscire dallo studio perché  il nostro tempo era finito, così aprì la busta e corsi ad abbracciare mia mamma. La donna che aveva fatto sì che il mio sogno diventasse realtà. 
Salutammo Maria e uscimmo dallo studio.
  
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