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Autore: Perpetual Concern    28/04/2013    6 recensioni
Trafalgar Law non era certo un tipo da relazioni sentimentali e zuccherose.
Genere: Dark, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Trafalgar Law
Note: Traduzione | Avvertimenti: Contenuti forti
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Romantic

 

L’aveva conosciuta in un modo che sarebbe stato particolarmente adatto al più cliché dei romanzi rosa. Stava correndo verso la sua meta, non si era preso la briga di chiederle quale fosse, quando si erano scontrati l’una con l’altro per strada, sbilanciandosi a vicenda e lasciandosi il tempo, prima di ristabilirsi, di scrutarsi per bene.

Lei poteva anche aver visto stelle cadenti e fuochi d’artificio quando gli aveva posato gli occhi addosso per la prima volta, ma lui aveva a malapena sollevato un sopracciglio, spolverato il mantello, e girato i tacchi per andarsene, impossibilitato a trattenersi dal commentare il suo equilibrio, o meglio la sua mancanza. Sarebbe dovuta finire lì. Ma lei gli aveva afferrato il braccio e si era istantaneamente trasformata in una sdolcinata ragazzina dagli occhi luccicanti, che sbatteva le ciglia e si girava una ciocca di boccoli biondi attorno all’indice, mentre si scusava per quanto fosse stata sbadata, emettendo anche uno o due risolini acuti nel mezzo, per sicurezza. Aveva ignorato l’espressione annoiata di lui, insistendo per potersi sdebitare. Chi era lui per ignorare quegli occhi supplichevoli? Dopo tutto, si era offerta di pagargli la cena.


Law sorrise ripensando al loro incontro, mentre i suoi occhi color tenebra scorrevano lungo il corpo immobile di lei. Portando una mano ad accarezzare quei boccoli biondi, ripensò al loro ‘appuntamento’. Era rimasto sorpreso quando gli aveva confessato di non sapere chi fosse lui, o che lavoro facesse. Era rimasto ancor più sorpreso dalla sua reazione alla sincera spiegazione di cosa esattamente ‘facesse per vivere’.


Mentre girava una forchetta d’argenteria nel suo piatto di spaghetti, non era riuscita a nascondere la sorpresa nello scoprire che l’uomo seduto di fronte a lei fosse un pirata. E non un semplice pirata, ma una supernova! A mala pena incapace di sopprimere i proprio sentimenti, esclamò tutto d’un fiato, “È una della cose più romantiche che io abbia mai sentito!”

A Law per poco non sfuggì il bicchiere dalle mani all’udire quel commento; si ricompose in fretta. “Romantica, eh…” Questa era nuova. Il più delle volte, le donne che uscivano con lui facevano commenti sulla sua professione, ma la parola ‘romantica’ non era mai stata menzionata. Portò il bicchiere alle labbra e bevve un sorso del suo contenuto, sopprimendo una risata. Che ragazza buffa.

“Certo sciocchino, romantica! Solcare i mari, in fuga, una taglia sulla tua testa… dev’essere un avventura fantastica!”  i suoi grandi occhi azzurri avevano un’aria assorta, e per un attimo non prestarono attenzione a Law, ma rimasero persi nella distanza, contornati da un sorriso malinconico. Aveva a malapena toccato il suo pasto, era stata troppo presa a blaterare, e anche in quel momento, dopo aver portato la forchetta alla bocca, la abbassò velocemente per pregarlo di portala sulla sua nave.

Evitando deliberatamente di rispondere alla domanda, Law la corresse con semplicità. “Non ho una nave. Ho un sottomarino.”

Per un momento, ne sembrò delusa, ma quell’espressione desolata svanì in fretta quando la sua mente cominciò a costruire immagini, probabilmente di se stessa assieme a lui nelle profondità dell’oceano. “Un sottomarino sembra incredibile! Sarebbe fantastico poterne vedere uno. Oh ti prego, ti prego, portami con te alla tua nave!”

Law la fissò svogliatamente per un secondo, cercando la risposta giusta. Era davvero così ingenua da volersene andare intenzionalmente con un pirata, semplicemente per la sua distorta nozione di ‘romanticismo’? Aveva detto di avere diciotto anni ma sembrava una quattordicenne. “Non sono sicuro che i tuoi genitori approverebbero” le rispose come se niente fosse, sorseggiando dal suo bicchiere. Le regalò un sorriso seducente, osservandola imbronciarsi in modo carino.

“Non sono una bambina! So prendermi cura di me stessa.” Sporse lievemente il mento, parlando a testa alta.

Sciocca, sciocca ragazzina. Ma Law decise di non dare voce a quell’opinione. Potrebbe essere divertente…


E lo era stato di certo. Un’esperienza decisamente piacevole. Si era chiesto quando, con esattezza, la ragazza avrebbe capito che si era cacciata in qualcosa più grande di lei. Quando l’aveva stretta a sé, aveva risposto con entusiasmo, al meno al principio, e per un attimo Law si era chiesto se non avesse avuto più esperienza di quanto dava a vedere. Forse il mostrarsi ingenua e infantile era solo una recita. Ma quando cominciò a esplorarla col suo tocco, la ragazza sembrò aver improvvisamente capito cosa volesse da lei, e per un po’ si era ritrovata a balbettare sorpresa, lasciandosi poi convincere dal rimprovero pungente del pirata.

“Pensavo che fossi più matura di così.”


Law si alzò, sorridendole. E gli venne in mente che le lenzuola erano ancora macchiate di sangue.


Mentre si infilava un paio di pantaloni lunghi, la osservò strofinarsi gli occhi arrossati dal pianto. Lei, avendo notato che la stava fissando, distolse lo sguardo, sentendo le guance imporporarsi,  e si rimise addosso il suo vestito. Le scappò un singhiozzo, fra un respiro irregolare e l’altro. Frugando fra le coperte, riuscì a ritrovare l’intimo e lo indossò di sfuggita. Non riusciva a guardare il pirata negli occhi.

“Pensavo che ti avrebbe fatto piacere un tour più approfondito.” Affermò Law con nonchalance, godendo nel vederla agitarsi mentre tentava di esternare la sua opinione.

“In realtà, penso di dover andare verso casa-”

“Perchè?”

“… Mia… Mia madre-”

“Pensavo che avessi detto di sapertela cavare da sola, non di essere una bambina che deve correre a casa da mamma.” Oh, era tutto così divertente. Gli brillavano gli occhi mentre le ordinava di seguirlo. Scommetto che questo non faceva parte dei tuoi piani ‘romantici’. Alzandosi, lei mantenne lo sguardo rigorosamente puntato al pavimento, e seguì il chirurgo standogli dietro di qualche passo. La pazienza di Law sembrò terminare quando la afferrò rudemente per il braccio, obbligandola ad allinearsi con lui. Lei tirò su col naso, sussultando al dolore che le si spandeva nell’arto.

“D-Dove stiamo andando?”

“Pensavo fossi il tipo di ragazza a cui piacciono le sorprese.” A inizio serata, un’occhiata sensuale da parte dei profondi occhi scuri del chirurgo l’avrebbe fatta impazzire, ma ora evitava qualsiasi tipo di contatto visivo con lui. Non sorrideva più in quel modo ridicolo e civettuolo.

Law aprì una porta e si inchinò brevemente, permettendole di entrare nella stanza prima di lui. La vide vagare senza meta per qualche momento, per poi voltarsi e guardarlo negli occhi: nell’istante in cui incrociarono gli sguardi, lei distolse il suo, prima di chiedere sommessamente “Cos’è questa stanza?” tremò alla vista dei numerosi strumenti attorno a sé.

“Questa è probabilmente la stanza che preferisco del sottomarino.” La informò Law. “È l’infermeria. Per quanto ami il combattimento, è qui che svolgo i miei lavori migliori.” Si avvicinò  a lei e si chinò per sussurrarle all’orecchio, “Il mio soprannome è ‘Il Chirurgo della Morte’. Lo sapevi?”

"N-No."

Law rise. Quel suono inquietante riecheggiò lungo le pareti della stanza, e la ragazza tentò di indietreggiare. “La tua ingenuità è adorabile, sai? Ma non puoi dire di non essere stata ampiamente avvertita.” Fece un passo verso di lei.

“Avvertita? Avvertita di c-cosa?” la voce le si impigliò nella gola. La vide appiattirsi contro il muro, con gli occhi spalancati dal terrore.

“Pensavi davvero che mi interessasse solo il tuo corpo?”

Lei non rispose.

“In realtà, è vero, fino a un certo punto.” Law afferrò il suo scalpello preferito e lo tenne in mano, guardandolo quasi con affetto. “Trovo il corpo umano e il suo funzionamento così affascinanti.”

Stava cominciando a respirare affannosamente.

“Sembri una ragazza semplice,” la prese in giro, “Ma il modo in cui ti vesti… Immagino che tu venga da una famiglia agiata-”

“Ho i soldi!” lo interruppe lei di getto, “I miei genitori hanno un sacco di soldi! Puoi avere tutto quello che vuoi-”

Law appoggiò lo scalpello con delicatezza e si allungò verso di lei. Usò il pollice e l’indice per sollevarle il volto fino a far incrociare i loro sguardi, per poi sussurrarle “Non voglio i soldi.” Le si riempirono gli occhi di lacrime.

“Ti prego, lasciami andare.” Lo implorò, con un singhiozzo bloccato nella gola. “Ti prego…”

Lui si limitò a sorridere. “Sei patetica.” Le sussurrò in un orecchio. Lei ricominciò a tremare. “Sei stata istruita? Tutti quei soldi dovranno pur aver avuto un altro scopo a parte comprarti bei vestiti.”

La ragazza singhiozzò. “Io… direi di si. Sono andata a scuola.”

“Sai cos’è una vivisezione?”

A quel punto, cominciò a divincolarsi. “Lasciami andare!”

Lui la silenziò con uno schiaffo secco. “Suppongo che tu sappia che una vivisezione è la dissezione di un organismo vivente.”

“Vai a tagliare una rana allora!”

“Temo di non essere interessato alla fisionomia delle rane, in realtà. Trovo il corpo umano di gran lunga più interessante.

Un grido le lacerò la gola e all’improvviso cominciò  a dimenarsi come un animale selvatico. La stretta di Law era come acciaio mentre la trascinava fino al tavolo operatorio. Le sbatté la testa contro il muro, riuscendo a renderla immobile, temporaneamente stordita. Sfruttando la cosa, il chirurgo la assicurò al tavolo con dei lacci.

Alla prima incisione, la ragazza riprese a urlare, senza essere in grado di muoversi molto per via delle cinghie.

"N-o-o-o," la sentì gemere.

Fissando i suoi occhi esterrefatti, le sussurrò, “Se giochi col fuoco, probabilmente ti brucerai.”


Law la osservò un’ultima volta, prima di stendere un lenzuolo bianco sul suo cadavere. Ripulendo lo scalpello, si appoggiò contro il muro, con gli angoli della bocca sollevati in un sorriso.


Il giorno successivo, si sedette al bancone di un bar con la sua ciurma, ripensando ancora alla notte appena trascorsa. Una morettina si avvicinò timidamente a lui.

“Posso aiutarti?” un lieve rossore le adornava le guance.

Law sorrise.

 

Commento di Celiane4ever:

Che dire, quel soprannome gliel’avranno dato per qualcosa, no? Ve l’aspettavate?

Eh, io no, mi lasciò totalmente scioccata. Ma è un lato di Law che è probabile che esista, e la possibilità me lo rende parecchio più affascinante del normale come personaggio…

Fatemi sapere cosa ne pensate e le vostre recensioni saranno tradotte e riportate all’autrice ;)

  
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