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Autore: Edoatar    28/04/2013    3 recensioni
Vi siete mai chiesti che cosa pensano i motri di noi? Io sì, questa mattina in macchina.
Quindi ho voluto scrivere questa raccolta di momenti nei romanzi di Percy Jackson, dove la narrazione passa dal protagonista ai mostri.
Genere: Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Crono, Gli Dèi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I racconti di zio Edo'
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2: Empuse

 

Il sole finalmente calò e la mia cabina si rabbuiò. Era ora. Avrei dovuto incontrare le mie compagne nel cortile della nave. Raggiunsi le altre e restai ad ascoltare Luke che finiva il suo discorso.

-”Ne abbiamo trovati altri.” Stava dicendo il figlio di Ermes, “Le nostre spie ci hanno riferito di aver localizzato dei mezzosangue a Seattle. Dobbiamo convincerli ad unirsi alla nostra causa. Ne bastano pochi perché il nostro signore Crono possa risorgere dal Tartaro. Forza, andiamo.” Concluse lui, andando a prepararsi.

Raggiunsi la nostra istruttrice Kelli, che stava dando le ultime istruzioni.

-”Mi raccomando, fate attenzione. Non deve andare storto niente stanotte. Ci vestiremo con abiti eleganti se dovremmo attrarre dei ragazzi.”

-”Ehm...Kelli. Io non ho abiti eleganti.” Dissi, e subito tutte le empuse si voltarono a guardarmi incredule.

-”D'accordo.” Sbuffò Kelli, ”Ti presterò il mio vestito da sera rosso.”

 

Arrivammo a Seattle a mezzanotte e ci fu subito indicato dove recarci. Insieme ad una schermaglia di dracene, ci appostammo dietro ad alcuni cespugli che circondavano un vialetto di marmo fuori da una scuola media.

E poi, finalmente, arrivarono. Un gruppo di cinque persone composto da una ragazzina che avrà avuto 13 anni, altri tre ragazzi suoi coetanei e un altro semidio di 18 anni. Camminavano avanti e indietro per il vialetto e i quattro ragazzini più giovani sembravano turbati.

-”Venite con me.” Parlò il più grande, “Posso portarvi in un posto sicuro, a Long Island.”

-”Ma perché dovremmo fidarci di te?” Domandò la ragazzina.

-”Ve l'ho già detto, siete in pericolo. Ci sono dei tizi che vi danno la caccia.”

-”Vuoi dire che siamo ricercati?”

-”Beh...diciamo di sì. Ma io posso proteggervi. Se starete con me non vi accadrà nulla.”

Neanche a dirlo, una freccia scoccata da una dracena lo colpì al braccio sinistro, facendolo trasalire. I quattro semidei più piccoli urlarono dalla paura, e noi attaccammo. Due giganti Lestrigoni acciuffarono i ragazzi e li trascinarono via.

Il mezzosangue ferito estrasse un piccolo cilindro dal marsupio che si allungò da entrambe le estremità fino a diventare una lancia.

Luke gli andò incontro, sguainando Vipera.

-”Arrenditi Max, figlio di Efesto.” Disse sorridendo, “Vi abbiamo circondati. Siete presi. Ti prego, evitiamo di spargere altro sangue. E' giunta voce alle mie orecchie che tu sia un prode combattente. Ritengo inutile farti ammazzare. Potresti unirti ai nostri ranghi, ci farebbe comodo un guerriero del tuo calibro.”

-”Va all'Ade!” Ringhiò l'altro, che teneva ancora la guardia alta. Luke sospirò, “E va bene. Se è ciò che vuoi.” Rivolse uno sguardo alle dracene, “Uccidetelo.”

Io ero tra le ultime della falange, quindi non ci fu il bisogno di precipitarsi nella battaglia. Fu un bello spettacolo. Il semidio si difese bene. Polverizzò senza problemi una decina delle prime dracene e tre delle mie sorelle. Riuscì anche a disintegrare un Lestrigone. Per Ecate! Era davvero bravo a combattere, anche con un braccio solo. Ma dopo alcuni attimi fu soppresso dal numero di nemici. Una dracena lo colpì alle spalle, ferendolo ad un polpaccio. Il semidio cadde in ginocchio e i demoni ulularono di esaltazione. Due empuse erano pronte per afferrarlo, quando il mezzosangue gridò. “Charles!”

Due involucri di ceramica colpirono le mie sorelle ed esplosero, circondando loro e qualche altro mostro di fiamme verdi: Fuoco Greco.

Tutti guardammo in alto e intravidi un altro ragazzo, in equilibrio sul muretto di cinta della scuola, intento a ricaricarsi e lanciare altre due bombe in mezzo a noi. Io evitai l'esplosione di soli cinque centimetri. Il semidio atterrò vicino al suo compagno a terra e lo aiutò a rialzarsi. Era un ragazzo alto e robusto, come l'altro, e probabilmente era Afroamericano, dalla pelle scura che aveva.

-”Cavolo fratello, pensavi di divertirti senza di me?” Chiese il nuovo arrivato. L'altro riuscì a sorridere.

-”Grazie Charlie. Ottimo tempismo.”

-”Ciao Luke.” Salutò il mezzosangue, “Dimmi, come ci si sente a sterminare i propri amici?”

Il diretto interessato ringhiò per la rabbia e strinse i pugni.

-”Beckendorf!” Luke si controllava a malapena, “Fateli fuori! Non voglio più vedere le loro facce!” Sbraitò.

Tutti i mostri gli si riversarono contro. Tranne me. Davvero, io facevo veramente pena a combattere. L'obiettivo era quello di dividerli e questo fu facile. Lo scontro durò per molto e il semidio già ferito si difendeva con grinta ma venne di nuovo fatto cadere. Il suo compagno disintegrò gli ultimi mostri che lo circondavano e fece per correre incontro al suo amico.

-”No! Charlie tu devi tornare. Racconta al campo cosa è successo qui.”

-”Max, non posso lasciarti!”

-”VAI!” Gli urlò il fratello. Il mezzosangue era titubante, ma ricacciò indietro le lacrime e si voltò, correndo via. Nessuno lo inseguì. Le nostre fila erano state decimate e ora tutti si concentravano su Max.

Il semidio aveva le braccia legate e fu trascinato nella tenda di Luke.

-”Probabilmente lo vorranno interrogare. Ci vorrà un po'.” Disse Kelli.

Rimanemmo fuori dalla tenda, vicini al fuoco. Vidi il gigante Lestrigone sopravvissuto intento a togliersi gli spallacci dell'armatura.

-”Perché siete entrati in questa guerra?” Gli domandai. Lui alzò lo sguardo, confuso.

-”In che senso?” Domandò.

-”Che cosa guadagnate voi giganti dal servire Crono.”

Lui sembrò rifletterci, “Credo che noi Lestrigoni diventiamo consapevoli di quello che facciamo troppo tardi. Prima, siamo arroganti e pensiamo solo a dimostrare agli altri la nostra potenza, soprattutto ai mezzosangue. Poi, col tempo, se restiamo vivi agli scontri ci rendiamo conto del pericolo. Ma ormai non si può più tornare indietro. Ci si prende gusto. Capisci?”

Io annuii, “Quindi intendi ritirarti?” Gli chiesi.

-”Certo che no! Ho perso un mio parente stanotte. Voglio vendetta.”

 

Dalla tenda spuntò la testa di Kelli, che ci invitò ad entrare. Dentro trovammo il mezzosangue legato ad una sedia di legno, con la faccia piena di graffi e lividi. Luke se ne stava seduto su di un trono dorato, poco distante dal prigioniero.

-”Non ci ha voluto dire niente. E' testardo come suo padre.” Ci informò Kelli, “D'altronde me l'aspettavo.”

Luke si sporse in avanti sul trono, “Questa è l'ultima possibilità che ti offro Max. Dacci le informazioni di cui abbiamo bisogno.”

-”Crepa! Non te lo dirò mai.” Rispose il ragazzo.

-”Sai che prima o poi conquisterò il campo. Ti risparmierei la vita.” Continuò Luke. Max sputò del sangue ai suoi piedi.

-”No.” Rispose deciso.

Luke abbassò la testa sconsolato, poi si voltò verso di noi.

-”Kelli, è ora che tu mi faccia vedere quello che sai fare.” Disse.

L'empusa sorrise crudelmente mentre si trasformava e assumeva la nostra vera forma. I capelli si incendiarono, la pelle sbiancò, gli occhi si tinsero di rosso, una gamba divenne di bronzo e l'altra da asino e gli crebbero artigli e zanne. A volte, mi dimenticavo di essere così anch'io. Kelli si avvicinò lentamente a Max. Riuscivo a vedere la paura dentro di lui grazie ai miei poteri sensitivi, ma era veramente poca. Come se il pensiero di morire fosse un'emozione secondaria. Luke sembrava interessato, dato che Kelli gli aveva detto del modo fantastico con cui lei uccideva le sue prede.

La mia istruttrice spostò la testa di Max e colpì. Lo azzannò al collo il semidio gridò dal dolore.

Anche Luke urlò, ma dal disgusto.

-”Oh! Per il re dei Titani!” Si voltò dall'altra parte mentre Kelli terminava. L'empusa si staccò dal corpo del mezzosangue e rise con le labbra macchiate di sangue. Ma quando vide l'espressione di Luke il suo sorriso si spense.

-”Luke, che...”

-”Stammi lontana!” Sbraitò, con un tono di voce che sembrava da manicomio. Il suo viso era pallido come la pelle di Kelli.

-”Cosa!? Sei stato tu ad ordinarmi di...”

-”Sì, ma non mi avevi detto che...oh, per le mutande di Ermes!” Si girò ancora, in preda a conati di vomito.

-”Vattene, mostro!” La respinse ancora. Così, ogni empusa all'interno della tenda, me compresa, venne cacciata via. Tammi ebbe l'idea di andarsene un po' in giro per Seattle, alla ricerca di qualche ragazzo. Riuscimmo ad avvicinarne un paio, uno dei quali si mostrò particolarmente interessato alla sottoscritta. L'altro se lo portò via Tammi e io, rimasta sola con lui e Kelli, provai per la prima volta il sapore di un umano. Succhiai il suo sangue e un calore mai percepito prima mi inondò la bocca. Riuscivo a sentire l'adrenalina scorrere fortemente e volevo smettere, ma non vi riuscivo. Quando finii mi misi a piangere.

-”Allora? E' stato divertente?” Chiese Kelli.

-”Divertente? E' stato orribile!” Risposi, ma poi calmai il fiatone.

-”Mmm, sarà.” Mi diede le spalle.

-”Kelli.” La chiamai. Lei si voltò, “Sì?”

Io le rivolsi un sorriso, “Ho ancora fame.”

 

 

* * * * * * * *

Angolo autore: Sì, lo so. Il finale è un po' macabro. Se non ve ne siete accorti, questo episodio rispecchia quello che viene detto nel libro La battaglia del labirinto quando Percy sogna Luke che parla con Kelli di quando ha visto lei trucidare un ragazzo a Seattle, ricordate? E in questo capitolo ho inserito anche i pensieri di un gigante Lestrigone, 2 in 1 insomma. A dire il vero, l'ho fatto perché non credo che sarei riuscito a scrivere un'intera storia su di lui. Va bene, spero che il punto di vista di un'empusa vi sai piaciuto e ditemi che cosa ne pensate. Ovviamente ringrazio WWW1D e Biggi2001 per aver recensito il primo capitolo e coloro che seguono la storia. Vi aspetto per il prossimo episodio con il quale spero di non deludervi. 

  
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