Film > The Phantom of the Opera
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Autore: __aris__    29/04/2013    4 recensioni
Emily Wandervitt è un esperta di autenticazione di opere d'arte ed altri oggetti antichi. chiamata a Parigi per una consulenza dall'Opéra, per caso trova un inquietante libro di pelle nera con i bordi delle pagine rosso sangue siglato FO. Incuriosita lo porta nella sua camera d'albergo, ignara di cosa le accadrà d lì a poche ore.
Nel 1875 Erik è alla disperata ricerca di un mezzo per riunirsi alla sua Christine. Disposto a tutto utilizza un incantesimo per tornare indietro nel tempo ma non otterrà il risultato sperato ...
-- ispirata al film del 2004 ed alla versione per il 25esimo anniversario del musical, con qualche accenno del romanzo. spero vi possa piacere e che la recensiate!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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AVVISO: caro Lettore questa volta non devi temere niente dalla mia mente malata! Mi prendo solo qualche minuto del Tuo tempo per ringraziarti di aver seguito il mio racconto fino ad ora! Dato che con la pubblicazione del capitolo n. 13 questa diventa la ff più lunga da me pubblicata vorrei fare un sentito ringraziamento a coloro che hanno recensito la mia storia per tutti questi capitoli, e che sono sempre riuscite ad essere incoraggianti e di supporto! (anche quando non era affatto facile esserlo!) Detto questo Ti auguro buona lettura e Ti chiedo di dirmi, se vuoi, la tua opinione sul mio scritto. (le opinioni di chi mi legge sono per me un feedback molto importante!)
Buona lettura.
 
 
 





  “Emily scendi immediatamente da lì!” in una fredda mattina di fine gennaio Alex Wandervitt cercava di ricordare alla sorella che per fare colazione esistono i tavoli e non i mobili dispensa. Com’è vero che le brutte abitudini prese da piccoli sono difficili da mandare via! Emily scese dal mobile e si diresse verso il tavolo lanciando una linguaccia all’uomo che si limitò a scuotere la testa sconsolato: aveva perso il conto di quante volte quella scena si fosse ripetuta negli ultimi mesi!
Com’era San Pietro Burgo?
Orrendamente fredda ed oscenamente opulenta!” rispose Emily con un colpo di tosse. La ragazza era appena tornata dalla Russia dove era stata chiamata da uno di quegli stravaganti oligarchi che appena mettono piede fuori dalla loro patria diventano l’oggetto del gossip del bel mondo per le loro eccentricità.
Come mai avevano tanta fretta?” chiese Alex pensieroso.
Non ne ho idea! Ma se ti offrono un assegno a otto cifre chiedendoti di arrivare immediatamente per valutare il ritratto della nonna non puoi certo rifiutarti?” si interruppe per un altro piccolo colpo di tosse “Spero solo che quella fosse davvero la nonna …” proseguì assorta.
Sperando di sbagliarsi Alex posò il caffè sul tavolo e visitò Emily con particolare attenzione alle vie respiratorie. Senza dire una parola tastò alcuni punti precisi del viso e del collo; alla fine sentenziò “Complimenti sorellina! Ti sei ammalata!
E tu hai dei modi che farebbero invidia ad House!” rispose un po’ seccata l’altra.
E tu sei una paziente idiota!” ribatté il dottore immedesimandosi per un attimo nel personaggio.
Non è vero!!
Si è vero! Sei capace di avere la febbre talmente alta da svenire, e poi, appena ti senti un po’ meglio, dimentichi gli antibiotici!” nella voce di Alex c’era un punta di irritazione perché quanto detto era successo più di una volta ed era un lato della sorella che odiava. Lei abbassò gli occhi non potendo ribattere nulla.
Dopo qualche istante di riflessione proseguì non lasciando possibilità di repliche “Finisci di fare colazione e poi cambiati: vestaglia e camicia da notte in seta non sono l’abbigliamento adatto per i malati. E poi voglio che passi la giornata a letto.
Cosa??” esclamò lei con una di quelle espressioni che le erano valse il soprannome di coniglietto.
Voglio che ti riposi!” visti gli stati pietosi che la ragazza raggiungeva da malata era meglio premunirsi per tempo! Sospirò ed addolcì la voce “Se mi dai le chiavi del tuo appartamento prima di andare in ospedale ti porto qualche dvd.
Audrey e Judy Garland?” il fratello annuì e lei acconsentì “Le chiavi sono nel porta biscotti.”
Terminata la colazione Emily seguì le prescrizioni del medico che, come promesso, prima di andare in ospedale le portò diversi dvd: tutte commedie dei tempi d’oro di Hollywood: Sabrina, Indovina chi Viene a Cena, Cenerentola a Parigi, Incontriamoci a San Luis, Ti Amavo Senza Saperlo, A Qualcuno Piace Caldo solo per citarne alcuni. Emily amava molto quel genere di film, non tanto per la storia più o meno romantica, ma perché riuscivano sempre a farle tornare il buon umore. Inoltre non deludevano mai il lieto fine, elemento essenziale perché un film le potesse piacere!
Durante tutto il turno Alex fu di pessimo umore, nemmeno il caso del giorno (un idiota che, per provare se il forno a microonde funzionasse, aveva deciso di ustionarsi mano e braccio sinistri) gli aveva migliorato il morale. Aveva provato più volte a contattare la sorella senza riuscirci, evidentemente si era dimenticata di accendere il cellulare. Dopo undici ore di turno voleva solo vedere come stava Emily.
Rientrò a casa e salì al piano nobile senza togliersi il cappotto; entrato nella camera di Emily trovò tutto come avrebbe voluto: un certo ordine nella stanza (cosa che non faceva mai male!) il pc della sorella appoggiato su una poltrona, e la ragazza che dormiva con una confezione di medicine sul comodino. C’era solo una cosa che non andava: Erik Destler! L’uomo era davanti alla finestra immobile ed impassibile con le mani dietro la schiena. “Buona sera dottore!” lo salutò ma la cortesia delle parole non rispecchiava certo il tono di voce.
Che ci fai qui? Che le hai fatto?” se gli sguardi fossero capaci di uccidere il Fantasma dell’Opera sarebbe morto all’istante!
L’altro scosse la testa con il suo solito fare teatrale “Se io fossi in te … dottore … esordirei con un grazie!” disse prima di diventare molto serio “Oggi pomeriggio tua sorella è scesa in biblioteca mentre suonavo, quando ha deciso di risalire in camera mi è praticamente svenuta tra le braccia per la febbre troppo alta.” Se prima aveva usato un tono allusivo, appena iniziato il racconto la voce del Fantasma era diventata seria e precisa, quello non era tempo di giochi e scherzi ai danni del prossimo. “L’ho portata a letto e dato due di quelle pillole circa due ore fa.”
Alex si avvinò al comodino per esaminare medicina e dosaggio: tutto giusto lui non avrebbe potuto far di meglio. “Ma come hai fatto?
Il francese rispose con aria di sufficienza “In Persia ero medico di corte ed ho finito di leggere tutti i tuoi libri di medicina poco dopo Natale.”
Ma …” quando diamine aveva trovato il tempo per leggere tutta quella roba?
Ma Erik lo precedette “Le diable ne dort jamais!” (il diavolo non dorme mai, nda)
A quel punto Alex si limitò ad un leggero cenno del capo come ringraziamento. Diamine non gli doveva mica stringere la mano o abbracciarlo! Anche se era stupito della facilità con cui l’uomo aveva appreso cose che lui aveva studiato per anni ed anni!
Le capita spesso?” la voce di Erik era più penetrante del solito, quasi la risposta fosse da cercare con i raggi x tra i ricordi del medico.
La verità è che si era davvero preoccupato per le sorti di Emily, già da quando verso le quattro era scesa in biblioteca. Quando poi era svenuta e l’aveva dovuta sorreggere e portare in camera sua si era soffermato ad osservarla molto attentamente: il volto stanco ed arrossato, il sudore ed il petto che si alzava ed abbassava un po’ più freneticamente del normale. Le aveva tastato la gola e non ci aveva messo molto per capire quale fosse il problema. Una voce dentro di lui gli aveva suggerito di rispedire la ragazza in camera o in soffitta a fare altro, quando l’aveva vista, ma le parole non avevano avuto il coraggio di uscire mentre ammirava per l’ennesima volta gli occhi di Emily.
Da quando aveva iniziato a concentrarsi così tanto su quel dettaglio? Non lo sapeva! Sapeva solo che da quando lo faceva tutte le sue difese, almeno con lei, si stavano lentamente sgretolando; e sapeva anche che era una cosa che non doveva accadere! Ma sapeva anche che si trattava di due calamite a cui non riusciva a resistere! Forse perché al loro interno si rifletteva una persona e non un mostro? Altra domanda senza risposta! Il Fantasma dell’Opera, ed Erik Destler prima ancora, erano maniaci del controllo ed ora questa situazione di incertezza era insostenibile. C’era un'altra cosa che Erik sapeva, l’aveva imparata quel giorno: provava un tremendo fastidio se pensava che un piccolo e minuscolo batterio era riuscito a spegnere, anche solo temporaneamente, la luce che animava sempre quegli occhi verdi.
Cosa? Ah … che la febbre la riduca così? Abbastanza.” Alex si era seduto sul letto e guardava preoccupato Emily, cercando di consolarsi pensando che, almeno ,non aveva delirato.
Ci tieni davvero molto a lei.” Era una semplice costatazione, non una domanda. Alex si voltò e lo guardò allibito “È mia sorella!” Ma l’altro scosse la testa e si spiegò meglio con un ghigno vagamente divertito ed una voce capace di mettere i brividi alla maggior parte degli uomini “Non hai capito dottore: ne ho visti tanti di bravi fratellini maggiori di buona famiglia prendersi cura delle proprie tenere sorelline; ma credimi: nessuno avrebbe mai fatto quello che hai fatto tu!
Alex Wandervitt, prima ancora che il Fantasma dell’Opera mettesse piede sul suolo americano, gli aveva fatto capire, senza troppi giri di parole, che, se avesse fatto del male ad Emily in qualsiasi modo o momento, lui lo avrebbe aperto da parte a parte con un bisturi dieci; ed Erik non aveva avuto dubbi che avrebbe fatto del suo meglio per mantenere la parola! Nessuno all’Operà, o fuori, si sarebbe mai sognato di osare tanto! Persino il dannato Visconte si era presentato nella sua dimora brandendo come unica arma quel patetico “libera perché l’amo!”! Bisognava almeno prendere atto che Alex era una persona coraggiosa!
Mentre accarezzava una guancia della sorella Alex sogghignò un po’ divertito “Evidentemente tutti quei bravi fratellini maggiori di buona famiglia erano un branco di stolti rammolliti!” e così facendo permise al Fantasma dell’Opera di vedere che sotto quella facciata da arrogante spaccone si celava una persona che gli assomigliava più di quanto avrebbe immaginato: forte, decisa, con una vena sadica (magari da coltivare un po’ in più!), ma soprattutto disposto a letteralmente tutto per la una persona amata.
Il medico continuò a parlare sovrappensiero “La verità è che avrei dovuto starle più vicino da piccola. I nostri genitori si sposarono molto giovani e forse all’epoca si amavano anche … ma presto la passione finì ed Emily più che il frutto dell’amore tra mogie e marito fu il frutto di troppo champagne … non le hanno mai perdonato di essere un errore … qualcosa di non voluto e che non era nei piani! Hanno sempre usato tutti i modi civili che l’Upper West side conosce per umiliarla …
Era questa l’inconfessabile ragione per cui Alex Wandervitt era particolarmente protettivo verso la sorella minore! La ricordava fin troppo bene disperata quando si era resa conto della verità celata dietro l’ipocrisia dei genitori; ricordava anche che era stata cresciuta come una bambola vuota il cui unico scopo (visto che era nata!) era quello di trovare un buon partito per aumentare l’influenza di suo padre.
Essere un errore … qualcosa di non voluto …
Le parole suonarono familiari alle orecchie di Erik perché erano più o meno le stesse che gli disse sua madre mentre gli imponeva di tenere nascosto il volto! Ma lui era un mostro! Poteva forse biasimare sua madre per avergli negato affetto e comprensione? “ma lei è …?” sussurrò pianissimo pensando ad alta voce mentre si inchinava per l’ennesima volta davanti all’infinita crudeltà umana.
Sentì il bisogno di uscire, in fondo ora Emily non era più sola, e di trovare conforto nella sua musica. Stavano succedendo troppe cose tutte assieme. Nella Dimora sul Lago le cose accadevano … ma con tutto un altro ritmo! E così il Fantasma sentì l’urgenza di trovare asilo tra gli ottantotto tasti del pianoforte. Senza fare il minimo rumore uscì e si diresse al piano inferiore.
   
 
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