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Autore: Dimensione pokepasta    29/04/2013    1 recensioni
Kanto é sottoil controllo dell'oscurità e noi 7 la salveremo
Genere: Avventura, Fantasy, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Manga
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La masterball volò in aria, roteò fino a colpire quel maestoso pokèmon. Era fatta, lo avevamo finalmente catturato, ponendo fine alla sua tremenda ira. «Sì! Preso!» gridai di gioia. «Adesso che ne faremo? Intendi tenerlo, abbandonarlo, regalarlo a qualche professore…?» chiese Andrea. «No, penso che cercherò di domare la sua ira. Ninetales è un pokèmon quasi leggendario, per via della sua rarità. Sarebbe un peccato abbandonarlo, oltretutto questo gesto riaccenderebbe le fiamme della sua ira. Potrebbe tornarci utile, è molto potente come pokèmon.» «Va bene, ma cerchiamo di addestrarlo in luoghi privi di spettri, non si sa mai.» disse saggiamente Gary. «Tornando al nostro viaggio, ora dove andiamo?» domandò Adriana. Prendemmo una delle nostre mappe e controllammo. «Allora… da quel che si vede dalla mappa… dovremo attraversare il Monte Luna, per arrivare così a Celestopoli.» annunciò Nike. «Dannazione!» esclamò Gary. «Quel posto brulica di spettri… sarà dura, molto dura, attraversarlo. Se ci fermeremo la notte, quei bastardi ci attaccheranno nel sonno, o nella peggiore delle ipotesi, ENTRERANNO nei nostri sogni.» «Allora qual è il piano, se non possiamo fermarci per dormire?» chiesi. Gary ci guardò, e disse: «Purtroppo, dovremo attraversare l’intero monte senza fermarci un secondo. Sarà difficile, ma dobbiamo provarci.» «Sì, ok, ma COME?» «Andando veloci. Vi presterò io dei pokèmon facili da “cavalcare”. Con loro andremo molto più rapidi.» «Perfetto, allora cosa aspettiamo? Andiamo!» disse Robb, determinato. Uscimmo silenziosamente dalla palestra, per non farci beccare dai fantasmi e dai non-morti e ci incamminammo, in quella gelida notte, tra i palazzi ormai abbandonati di Plumbeopoli. Mi chiedevo sempre più cosa fossero quei granelli di cenere che cadevano, come fiocchi di neve, dal cielo scuro. Ma ogni volta non riuscivo a trovar risposta, come se qualcosa di ignoto ci stesse nascondendo la verità. Evitati gli spettri, giungemmo dinnanzi all’entrata del Monte Luna. Non si vedeva nulla, l’oscurità inghiottiva la strada. Lungo i lati dell’entrata, c’erano due solchi che proseguivano per tutto il monte, così l’Aracanine di Robb lanciò una fiammata e la strada si fece luminosa. In quel momento appare un’ombra, apparentemente di un Clefairy. L’ombra scomparve, entrando nel Monte Luna. «Avete visto? Era l’ombra di un pokèmon, seguiamola, potrebbe esser l’unico pokèmon vivo nei dintorni!» urlò Nike, entrando per primo. «Nike aspetta!» gridammo noi , seguendolo. Man mano che ci addentravamo nel monte, seguendo l’ombra, una strana luce viola si faceva sempre più vicina, e con lei, la paura. Correvamo sempre più veloci, con il terrore ed il mistero che aumentavano a dismisura. Giungemmo ad una sorta di stanza circolare molto grande, ed a nostra sorpresa, c’erano numerosi Gengar messi in cerchio, al centro della stanza. Perfino l’ombra che seguivamo, si rivelò essere di un Gengar, e non di un Clefairy! Delle fiamme oscure avvolsero il perimetro della stanza, impedendo di uscirne. «Era una trappola! Ma che diavolo sta succedendo …?» ci domandammo spaventati. Tirammo immediatamente fuori le nostre armi, pronti a combattere. Dal centro della stanza, uscì una luce fortissima proveniente da sotto terra. Poi calò l’oscurità e non ci fu possibile vedere nulla. Ma potevamo sentire, e ciò che arrivava alle nostre orecchie era un verso terrorizzante di una qualche creatura maligna. Quel verso spaventoso faceva venire i brividi, e noi tremavamo come foglie. Era seguito da uno strano rumore, come dei passi giganteschi. Dopo poco apparvero due luci rosse e grandi, che mettevano terrore al sol guardarle. Questione di secondi e capimmo che appartenevano ad un pokèmon … ma fu un bagliore oscuro, a darci la conferma. Si trattava infatti di un Gengar enorme, i cui artigli parevano spade ed i suoi spuntoni dietro la schiena, sembravano palazzi. Era Dark Gengar, il primo leggendario oscuro che incontrammo. «Santo Arceus… è un leggendario oscuro! Come faremo ad abbatterlo? E’ enorme!» gridai tremando. «ATTACCHIAMOLO SENZA TREGUA, FORZA!» gridò Gary, sopra il verso del mostro. Adriana e Nike si misero lontano, per aver possibilità di attaccarlo a distanza, mentre Andrea, Robb ed io, lo attaccavamo da vicino e Gary ci difendeva da tutti i Gengar normali che cercavano di ferirci. Io partii veloce contro il bestione, sperando di non combinare qualche guaio. Quello mi aveva puntato, con occhi color sangue. Tentò di spiaccicarmi al suolo, con un pugno avvolto dall’energia oscura. Evitai il colpo, ma da sotto la fossa creata dal pugno, uscirono non morti che emanavano un odore terrificante. Mentre distraevo Dark Gengar, Andrea lo attaccò da dietro. Poi andò da robb, che gli diede la spinta per saltare ancor più in alto, e raggiungere così la schiena del mostro. Questo si infuriò, girandosi verso di loro, e quasi li avrebbe schiacciati se non fosse stato per una freccia, scoccata da Adriana, che gli colpì in pieno l’occhio. Dark Gengar era a dir poco infuriato, così iniziò a tirare pugni ovunque facendo nascere i non-morti, di cui si occuparono Nike ed Adriana, visto che colpire con una freccia il mostro, sarebbe stato più difficile e complicato. Il nemico, che diveniva sempre più furioso, mi prese di mira cercando a tutti i costi di uccidermi. «Hahah eh no ciccione, non ti darò la soddisfazione di uccidermi! Saremo NOI ad uccidere teeee!» gridai a tutta voce correndo contro di lui. «ROOOOB!» urlò Gary mentre ci difendeva. «ATTACCALO ALLA SCHIENA, NICOLO’ ALLA BOCCA! ANDREA TU LANCIA L’ARMA CONTRO LA NUCA CON TUTTA FORZA! ADRIANA, NIKE ED IO PENSEREMO A DIFENDERVI!» Tutti noi annuimmo. Io accelerai il paso, avvicinandomi sempre di più al leggendario oscuro. Appena me lo trovai di fronte, giuro, mi pietrificai dalla paura. Poi però, pensai: “e se ora dovessi morire? I miei compagni sarebbero in difficoltà. Dobbiamo esser uniti, per sconfiggerlo. Allora perché devo lasciarmi uccidere?” E così, carico di forza, mi gettai a tutta velocità nella bocca del mostro, Robb fece lo stesso, gettandosi contro la schiena ed Andrea lanciò la sua arma, che si conficcò nella testa del mostro. Questo venne trafitto e trapassato dalle nostre lame che, intingendosi del suo sangue, ci diedero la certezza della vittoria. «Sì! E’ finita, abbiamo vinto! Hahah!» gridammo di gioia. «Guardate!» gridò Nike. Ci voltammo e notammo il leggendario oscuro, abbandonare la sua ombra maligna che lo consumava sempre di più. L’ombra oscura svanì nel nulla, lasciando alla purezza di regnare nel cuore di Dark Gengar ed assieme a quella sparirono le ferite sul corpo del leggendario. «Mi avete liberato del parassita che mi rendeva maligno, vi sono debitore.» disse una voce misteriosa proveniente da dentro Dark Gengar. «Prendete questo flauto viola, e suonatelo quando vi troverete nell’ultima battaglia contro l’oscurità, verrò in vostro aiuto, per il bene della luce.» E dopo queste parole scomparve per sempre, lasciando al suo posto un magnifico pokèflauto viola. «Tutto questo … tutto questo è incredibile! Abbiamo liberato dall’oscurità il primo leggendario!» disse felice Andrea, che custodì il flauto. «Già, è qualcosa di fantastico. Non ci son parole per descriverlo.» rispose Gary. Eravamo un po' tutti incantati, da ciò che era successo. E lo credo bene. Ma presto dovemmo posare le nostre armi e riprendere il cammino verso Celestopoli.
  
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