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Autore: millym93    29/04/2013    1 recensioni
Emma figlia di Biancaneve e il Principe Azzurro, James, è tornata a Storybrooke per cambiare gli eventi e ridare il lieto fine a tutti i protagonisti delle Favole, ma non aveva idea che entrando in quella calma cittadina avrebbe ritrovato la sua famiglia d' origine e il suo unico vero amore.
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La nube violacea ci sommerse, eravamo tutti felici, perchè finalmente potevamo tornare nel nostro luogo d'origine, potevamo lasciare Storybrooke e vivere finalmente in pace e prosperità, con i nostri famigliari, con i nostri amici, con i nostri amori, ma dopo che la nube ci ebbe investito aprimmo gli occhi e ciò che vedemmo non era ciò che ci aspettavamo, eravamo di nuovo a Storybrooke.
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è divisa in 2 parti la mia storia, la prima si riconduce agli episodi della prima stagione, la seconda invece cosa dovrebbe accadere quando il sortilegio viene spezzato
Sperò che vi piaccia.
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: August W. Booth/ Pinocchio, Emma Swan, Henry Mills, Neal Cassidy, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccoci quì, si sono sempre io, ve lo detto che la finivo anche se non ricevevo delle Recensioni positive, perchè mi piace la storia, e perciò non sono come alcuni che la iniziano, ma non la continuano perchè non ricevono dei commenti da voi, io continuo per la mia strada mi basta solo uno che visita il capitolo che per me vuol dire letto.
siamo quasi alla fine della prima parte, poi inizierà la seconda che sarà molto più avventurosa e più emozionante, perchè è tutta di mia invenzione.
Spero che continuiate a seguirmi baci a presto.

Capitolo 5.

 

 

La più cruda delle Verità.

 

Era passato un giorno e mezzo da quando non vedevo August, Henry quel mattino si presentò a casa mia con il libro aperto, e successo qualcosa di insolito, credo anche di sapere che cosa, ma lo faccio dire a lui.

Emma: Henry, come mai già in piedi?

Henry. Emma, ho sfogliato il libro e vi ho trovato qualcosa di strano al suo interno, una storia che precedentemente non c'era.

Emma: quale Henry?

Che strano, anche io lo sfogliato in precedenza ed ho visto tutte le storie possibili, non sapevo che ve ne era una in più.

Henry. Quella di Pinocchio, prima non c'era. Il signor Marco è Geppetto però bisognerebbe trovare il fantomatico Pinocchio.

Emma: Me ne occupo io.

Ho già un sospetto solo che me ne devo accertare, non credo veramente ciò che viene descritto nel libro, ma per il bene di Henry lo devo fare.

 

 

Mi ritrovai fuori dal mio palazzo e in quello stesso instante vidi August che mi stava aspettando lì fuori, la sua aria era molto seria sembrava che il mondo ci stesse cascando addosso proprio in quel momento, che mai doveva succedere.

Lui mi indicò la moto, io vi salì sopra, proprio e partimmo per una meta che a me era sconosciuta, ad uno stop gli chiesi: August puoi dirmi dove stiamo andando e come questo mi aiuterà a battere Regina?

August: facciamo una scampagnata Emma così potrò raccontarti una storia.

Emma. Quale storia?

Ora mi faceva davvero paura, che venisse da un altro mondo realmente?

August: La mia!!!

Guidò per un lungo tragitto fino a che la luce del giorno divenne il buio della notte e si fermo vicino ad un ristorante.

Era ora di cv ora di chiarire, era ora di scoprire chi fosse veramente August W. Booth, era ora che lui si aprisse del tutto con me, perchè se vogliamo creare un rapporto solido, la verità viene prima di tutto.

Emma. Che cos'è questo posto?

August: che io sappia un ristorante.

Emma: ora basta scherzi, non sono un personaggio di uno dei tuoi libri, ora dimmi che cosa ci facciamo qui.

August: credo che tu lo sappia.

E no che non lo so August, oppure io lo so ma non tivoglio credere, non voglio credere a ciò che mi stai per dire, rovinerà per sempre la nostra amicizia e quello che si stava per creare.

August tira fuori dalle sue tasche un foglietto e aggiunse: questo posto ti sembra famigliare. Sei stata portata qui quando ti hanno trovato da piccola.

Emma: hai rimediato un articolo che parla di me, e allora? Credevo di essere qui per parlare della tua storia.

August: infatti, questa è la mia storia, ed è anche la tua.

Emma: che cosa stai dicendo? < no non ci posso credere, non può essere vero....>

August: Il bambino di 7 anni che ti ha trovata, ero proprio io.

No non può essere August è il bambino della mia infanzia.

Ci recammo nel bosco.

Emma: perchè siamo venuti nel bosco?

August: perchè le risposte che stai cercando sono nel posto in cui ti ho trovata.

Emma: ecco non sei tu il bambino sull'articolo, non sono stata trovata in un bosco, ma sul ciglio della strada.

August: cosa te lo fa pensare? Il fatto che fosse scritto sul giornale, non ti è venuto in mente che quel ragazzino potesse aver mentito sul luogo del ritrovamento?

Emma: no, però mi viene in mente che mi stai raccontando un mucchio di bugie. Non voglio più ascoltarti (non voglio più crederti, perciò me ne vado), Mi incammino verso la strada però lui disse una frase che mi fece tornare indietro.

August: Quando ti ho trovata era avvolta in un copertina, era bianca e c'era ricamato il nome Emma in un angolo. (Oddio!!! come lo sa? Solo Mary M. ha visto la copertina nessun altro). Questo non c'era nell'articolo vero? Come farei a saperlo se non fossi io?

Già i torni contano sei tu...

Emma: ok!!! supponiamo che sia proprio tu, perchè hai mentito sul luogo in cui mi hai trovata?

August. Solo per proteggerti.

Emma. Proteggermi da cosa?

August: da quello...e mi indicò un albero.

Emma: un albero?

August: tu hai letto il libro di Henry? E dunque sai del sortilegio, sai che ruolo hai, è vero Emma io e te siamo arrivati in questo mondo con quest'albero.

Emma: August, vorresti farmi credere che sei un personaggio delle favole?

August: Pinocchio.

Ok abbiamo capito che in quella città sono tutti pazzi, ed io avdo proprio a prendermi i pazzi, Regina, il S. Gold, Henry, ed ora pure August, mi fidavo di lui, credevo fosse diverso a quanto pare per l'ennesima volta ho sbagliato.

Emma: Già certo Pinocchio, Questo spiega le bugie. Sei tu che ha aggiunto una storia al libro di Henry.

August: volevo che sapessi la verità.

Emma. La verità è che hai perso completamente la testa e come bugiardo non vali niente, perchè non scrivere la fine della storia ( ora non ci sto capendo più nulla)

August: perchè è questa la fine la stiamo scrivendo ora, in questo momento.

Emma: e che cosa succederà alla fine della storia?

August: che comincerai a crederci.

E no caro io non crederò proprio a nulla, per oggi ho sentito abbastanza.

Emma: non succederà mai.

Il suo sguardo era altroché allibito, non sapeva più che pesci pigliare, ma ha ragione io non credo in nessun sortilegio, questo era il mondo reale.

Mi spiace August che tra noi è finita così.

Io corsi via ero affranta, mi sentivo sconfitta, non so cosa mi stesse succedendo, ma volevo solo andare nel mio letto e svegliarmi come se questo fosse solo un brutto sogno.

August d' altro canto mi stava inseguendo e chiamandomi, chiedendomi di restare, ma non ce la facevo, non potevo più vederlo ne come amico, ne come qualcosa di più, mi ha deluso e mi deluderà ancora.

All'improvviso sentì un tonfo, mi girai August era caduto, non stava bene, oppure faceva solo finta.

Emma: cos'ha la tua gamba che non va?

August: ho fallito

Emma: si può sapere di che cosa stai parlando?

August: non ha importanza, non mi crederai mai.

Emma: se pensi che facendoti compatire riuscirai a farmi cambiare idea ti sbagli di grosso.

August: io non mi sto facendo compatire, che tu ci creda oppure no è tutto vero Emma, sono malato.

Emma: è un eufemismo.

August: sei mai stata a Puket, è un'isola ricca di fascino, piena di piacere è il luogo perfetto per perdersi, ero proprio lì, quando tu hai deciso di rimanere a Storybrooke.

Emma: come fai a sapere quando ho deciso di rimanere a Storybrooke?

August: perchè alle 8: 15 del mattino, mi ha svegliato un terribile spasmo alla gamba, erano le 8: 15 di sera a Storybrooke, ti dice qualcosa? È in quell'attimo che il tempo in città ha ripreso a scorrere ( no non è possibile), avrei dovuto essere lì con te, ma non c'ero.

(Ma di che cosa sta parlando, di quando mi sono recata a Storybrooke, oppure prima?) e dato che ero a girovagare per il mondo ho avuto un doloroso monito di quanto ero lontano dalla via, se l'albero non è servito a farti credere, ci penserà questo.

Tirò su il punto dei pantaloni più in basso, all'inizio non volevo credere ai miei occhi al posto della gamba aveva il legno, non poteva essere vero, sbattei gli occhi velocemente per vedere se fosse reale e vidi che era una gamba di uomo, erano solo state delle allucinazioni.

Emma: la tua gamba cosa dovrebbe dimostrare?

August: guarda.

Emma: August sto già guardando

August: sul serio non lo vedi?

Emma: non vedo cosa?

August: la forza con cui neghi e più forte di quanto pensassi, ti impedisce di vedere la verità.

Emma: ok, uno dei sue sta perdendo la testa e non si tratta di me.

August: ti rifiuti di aprire gli occhi, dopo tutto quello che hai visto che cosa ti impedisce, ancora di credere.

Emma. Perchè per te è così importante che io creda.

August: perchè io e tutta questa città, tutti noi confidiamo in te.

Emma: io però, non vi ho mai chiesto di confidare in me.

August: ci farai l'abitudine perchè questa è la realtà.

Emma: stai dicendo che la felicità di tutti dipende da me? Non è possibile, è una responsabilità che io non voglio.

August: non la vuoi ora, poco tempo fa non volevi neanche Henry, ma lui è venuto da te ed ora lotti con tutte le tue forze per lui.

Emma: ma solo per lui, perchè non riesco a gestire altro in questo momento, anzi sto fallendo anche su quel fronte, e tu vieni a dirmi che devo salvare tutta la città è una cosa ridicola, non voglio ascoltarti.

August: mi dispiace per te Emma, ma questo non cambia la realtà, sei la nostra unica speranza

Emma: allora siete tutti nei guai.

Mi spiace August, mi spiace per tutto quanto, ma io non sono in grado, addio.”

 

 

Scappai, corsi per lunghi chilometri fino a ritrovarmi a Storybrooke, mi fiondai a casa di Regina con un solo obbiettivo lasciare la città, però di frequentare lo stesso Henry, anche se l'unico pensiero che affollava la mia mente erano le parole che August mi aveva detto pochi minuti fa, tutto ciò era assurdo, ma dentro di me sentivo che era reale, sentivo che non mi stava mentendo, ma non volevo crederci, finché sulla porta di casa mia non vi trovai il mio ragazzo Henry, con in mano un dolcetto.

Emma. Grazie Henry è per me?

Stavo per addentarlo quando Henry me lo tolse di mano.

Henry: no ce la mela.

Emma. E allora?

Hnery. C'è il veleno, non puoi mangiarlo.

Henry me lo aveva portato su richiesta di Regina, lui mi ha detto che lei lo aveva preparato per il viaggio

Emma: cosa?

Henry: non capisci l'accordo era solo un trucco per farti mangiare quello per liberarsi della salvatrice.

Emma. Perchè avrebbe dovuto farlo, le avevo appena detto che me ne andavo.

Henry: finché sei viva sarai una minaccia per il sortilegio.

Emma: Henry adesso devi smettere di ragionare così.

Henry: ti giuro che è la verità e le cose non cambieranno neanche lasciando la città.

Emma: facciamo una prova

Tentai con tutta la mia forza di strapparglielo dalle mani però non ci riusci.

Henry: no.

Emma: ma che stai facendo?

Henry: non avrei voluto arrivare a questo, puoi non credere al sortilegio o a me, io però credo in te.

Mentre morsicava mi rendevo conto che era solo un scherzo.

Emma: visto ci vuoi un po di gelato così possiamo parlarne con calma..

Ma mentre parlavo vidi la vista di Henry appannarsi, scivolare verso per terra ed era come se fosse svenuto lo chiamai un paio di volte ma non mi rispose che dovevo fare?

  
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