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Autore: Kaleidoscope_    29/04/2013    2 recensioni
Quelle parole mi rimbombarono nella testa. Non volevo crederci. L'idolo che ho adorato per tutto questi anni poteva avermi detto ciò?
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mark Hoppus, Nuovo personaggio, Tom DeLonge, Travis Barker
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Si passò una mano tra i capelli e sbuffò. Si alzò e si avviò verso la porta : non l'aveva presa bene.
Lo trattenni per un braccio, fermandolo e quando lui si voltò, notai il suo sguardo triste.
“Tom, è l'unica soluzione per andare avanti tranquilli. Tra noi non può funzionare, è evidente, ma ti voglio veramente un gran bene!”
“Voglio di più” disse semplicemente, fissandomi intensamente.
“Per favore” mormorai con voce tremante, prima di iniziare a singhiozzare.
Lui mi attirò a sé e mi strinse forte, accarezzandomi i capelli.
“Non piangere, non dovevo reagire così”
Feci come aveva detto, trattenni le lacrime e tirai su col naso.
“Vai Tom” sussurrai.
Prima di staccarsi, mi prese il viso con le mani e mi lasciò un piccolo bacio sulle labbra, che ricambiai. Subito dopo, senza dire nulla, se ne andò, lasciando un enorme vuoto dentro me.
Quel bacio mi aveva fatto male, non feci in tempo a toccare il divano che scoppiai a piangere, singhiozzando.
“Gio, che succede?”
La voce di Alex mi fece sussultare.
Dovevo dirglielo, dovevo fargli sapere che tra noi non poteva andare avanti.
“A-Alex, d-dobbiamo parlare...” balbettai tra un singhiozzo e l'altro.
Si sedette vicino a me e aspettò che continuassi a parlare.
“Prima è passato Tom e a-abbiamo chiarito”
Mi guardò interrogativo.
“No, s-stiamo insieme ma h-ho capito che provo ancora qualcosa p-per lui”
Presi un gran respiro, cercando di interrompere i singhiozzi.
“E non voglio prenderti in giro”
“Vorresti dire che tra noi è finita?”
“S-sì”
“Tutta colpa di quel coglione, io e te siamo perfetti, come fai a non capirlo?”
“Alex, per favore, non rendere le cose più difficili di quanto non lo siano già”
“Non capisci un cazzo! Tu devi restare con me, va bene?!”
Il tono della sua voce si alzò, iniziò a farmi paura, così mi alzai e mi allontanai.
“Sei mia, Giorgia.” affermò prima di dirigersi verso di me, prendendomi i polsi.
“Mi stai facendo male, lasciami”
Non lo riconoscevo veramente più, il suo sguardo era cambiato, non era più il solito Alex dallo sguardo dolce e tenero.
“Tu mi stai facendo del male!” urlò, mi fecero male le orecchie.
Lo spinsi via e mentre lui tornava verso me, uscii dalla casa. Corsi fino a qualche metro, finché due forti braccia mi accolsero nel petto del proprietario. Il suo profumo mi fece capire chi fosse.
Tenevo gli occhi chiusi, avevo paura. Sentii i passi di Alex avvicinarsi sempre di più, fino ad arrivare di fronte a me e Tom.
“Ah ci sei anche tu, perfetto. Adesso lascia a me Giorgia”
“Per prima cosa : non trattarla come se fosse un oggetto. Seconda cosa : casomai lo fosse, lei è mia. Terza cosa : prova a toccarla e ti pesto.”
Lo strinsi più forte, come se fosse la mia ancora di salvezza, pur sapendo che quel gesto avrebbe fatto male ad entrambi.
“E' questo che vuoi, Giorgia? Stare con il ragazzo che ti ha mentito fin dal primo momento?”
Feci timidamente cenno positivo con la testa, ma presto sentii la sua presa sul mio braccio. Tom mi mollò e non feci in tempo a voltarmi che vidi Alex steso a terra con il naso sanguinante. Si rialzò in un attimo e si allontanò.
“Non è finita qui, DeLonge” concluse, prima di sparire dietro un angolo.
Tom tornò subito da me.
“Stai bene? Ti ha fatto del male?” chiese preoccupato, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
“N-no” mormorai.
“Andiamocene” fece, per poi prendermi in braccio e portarmi verso non so che direzione, dato che mi addormentai, ormai senza forze.
 
 
Due settimane passarono in fretta.
Con Tom la situazione non era né peggiorata, né migliorata. Ci vedevamo la mattina per colazione e raramente la sera per cena.
Anche tra Evelyn e Mark la situazione non cambiò, il loro patto di scopamici rimase saldo come all'inizio.
Decisi di rimettere a posto la mia stanza, così mi alzai e mi diressi verso la parete ormai vuota.
Ripresi i poster e con dei piccoli pezzi di scotch li riattaccai, uno per uno. La porta per fortuna era apposto, Mark l'aveva rimessa in sesto. Quando finì l'opera, scesi le scale e mi trovai davanti un ragazzo con i rasta, ma non uno qualunque.
“Travis!” feci sobbalzando.
Ero felice di vederlo, in questi giorni mi ero quasi dimenticata della mia ammirazione verso quel ragazzo. Si voltò e mi sorrise.
“Hey! Sono qua perché gli altri dovevano andare in un posto, non so dove però”
“Emh ecco sì, sono felicissima comunque! Ti ammiro un sacco, Trav!”
Lui arrossì – reazione che un po' mi aspettavo -
“Oh, non dire così! Non hai nulla da ammirare in me!”
“Allora è vero che sei timido!”
“Un pochino...” fece ridacchiando.
Feci la linguaccia, per poi vedere l'ora.
“Ma, sono le tre del pomeriggio! Quanto ho dormito?”
“Direi tanto, ma non me la sentivo di svegliarti. Dormivi con un angioletto!”
“Beh, hai fatto bene, avevo bisogno di dormire...” feci dopo aver sospirato.
“Come mai? Hai fatto le ore piccole?”
“No, gli altri due non ti hanno raccontato nulla?” chiesi con un velo di curiosità.
“Mark mi ha accennato qualcosa, Tom non mi ha voluto parlare..l''ho visto piuttosto male. Oltre tutto in questi giorni sono stato con Melissa, che è partita ieri”
“T-tom sta male?” chiesi balbettando.
“Bene non sta, mi sembrava tremendamente triste”
“Sono una dannata testa di cazzo!” feci imprecando.
Mi guardò interrogativo.
“E' colpa mia, è tutta colpa mia se adesso sta male!”
Mi toccavo nervosamente i capelli, così lui si avvicinò e mi accompagnò a sedermi sul divano.
“Sfogati, se vuoi” disse angelico.
Presi un bel respiro, per poi raccontargli tutto nei minimi particolari e lui mi ascoltò durante tutto il mio discorso.
Non so perché, ma sapevo che potevo fidarmi di Travis.
“Ascolta, sembrerebbe un controsenso il fatto che tu provi qualcosa per Tom e allo stesso tempo non voglia averci una relazione. Ma d'altronde è normale che adesso la tua decisione sia questa, magari cambierai idea! Non ti dare fretta, tanto lui non scappa. Se ti può far sentire meglio, potrei parlarci io! Ovviamente tu non mi hai detto nulla...”
“Davvero lo faresti?” dissi con gli occhi lucidi.
“Certo che lo farei! Infondo aiuterei entrambi, no?”
Lo abbracciai forte, provocandogli una risata.
“Grazie, grazie e ancora grazie, Trav!”
Mi scompigliò i capelli e sorrise.
“Non c'è bisogno di ringraziare!”
Sorrisi anche io, finalmente sollevata dopo averne parlato con qualcuno.
Il silenzio venne spaccato dal suono del suo cellulare.
“Hey - Ahn, sì - Ok, ciao! -”
“Dovrei fare una commissione, vuoi venire con me?”
“Se mi dai il tempo di cambiarmi, volentieri!” esclamai.
“Perfetto, ti aspetto qui”
Mi incamminai verso il bagno.
Feci una doccia veloce, indossai una felpa grigia dei blink – regalo di Evelyn – e un paio di leggings bianchi, raccogliendo i capelli in una coda alta. Dopo essermi truccata con una riga sottile di eyeliner, scesi le scale ma quello che mi trovai davanti fu una situazione a dir poco inaspettata.
C'erano Mark, Travis, Marta, ed Evelyn seduti davanti a me. Mia sorella si alzò e si diresse verso di me.
“Giorgia, siediti. Dobbiamo dirti una cosa importante.”
Il cuore mi saltò un battito, odiavo quelle parole e pensai subito al peggio.
Feci come disse, mi sedetti e lei mi consegnò una busta.
La aprii con cautela, come se da un momento all'altro potesse scoppiare.
Vidi un biglietto e non appena lessi il contenuto saltai in piedi.
 
Viaggio di andata per San Diego (CA)
26/04
Aeroporto di Firenze, ore 07:00
 
Spalancai gli occhi e mi lasciai scivolare una lacrima di gioia sul viso.
“Ditemi che non sto sognando” dissi quasi senza fiato dall'emozione.
“Ti meriti un mese di riposo” aggiunse Mark.
Nel frattempo gli altri si alzarono e io non potei fare a meno di chiedere un abbraccio di gruppo.
“Oh cristo ragazzi, vi amo, lo giuro!”
Sorrisero e ci stringemmo più forte.
Era vero, gli volevo proprio un gran bene.
“M-ma partiamo domani! C-cosa dirò a scuola? Non c'è il rischio che perda l'anno?”
“Ho parlato con la tua preside, hai un mese di vacanza giustificato.”
“Così potrai seguirci in tour!” aggiunse esaltato Travis.
Ero felice, ma lo sarei stata di più se lì ci fosse stato anche Tom.
Sentimmo bussare alla porta, così corsi ad aprire : erano i genitori di Evelyn.
“Siamo in ritardo? Volevamo vedere la scena anche noi!”
“Emh, sì mamma siete arrivati tardi.” rispose lei.
“Non proprio!” aggiunse Mark.
Evelyn lo guardò interrogativa.
“Questo è per te” fece consegnandole un'altra busta.
La aprii e vide un biglietto uguale al mio.
“Cos-” venne interrotta da sua madre.
“Ha fatto tutto Mark, noi abbiamo semplicemente dato l'okay, ci fidiamo di lui!”
In men che non si dica, Evelyn saltò in braccio a Mark, abbracciandolo forte.
“Ti adoro, ti adoro, ti adoro!” continuò lei, affondando la testa nell'incavo del collo di lui.
Lui rise e le diede un bacio sulla guancia.
Dopo essersi staccati Evelyn venne verso me e mi strinse le mani.
“Giorgia, andremo in America, insieme.”
“In California.” precisai.
“A San Diego.” continuò lei.
“A vedere un concerto dei blink-182.”
Tirammo un urlo di felicità come quando da piccole ci portarono in vacanza insieme.
Mi avvicinai a Marta, prendendola da una parte.
“Ma hai pagato tu?”
“Ovviamente no, dove li trovo tutti quei soldi?”
“E chi l'ha fatto?”
“Tom, quel tizio che è fuori sul portico. Si chiama così vero?”
Non risposi, volevo andare a ringraziarlo - per quanto potesse interessargli - così uscii e lo trovai con una sigaretta in bocca.
Andai verso di lui e gli sfilai la sigaretta di mano, facendo un tiro.
“Sei venuta qui per rubarmi qualche tiro?” chiese quasi scocciato.
“No, sono qui per ringraziarti per il viaggio”
Buttò la sigaretta a terra, schiacciandola.
“Prego” concluse, per poi avviarsi verso la porta.
Lo trattenni per il suo braccio tatuato, facendolo rivoltare verso di me.
“Grazie anche per avermi portata via da Alex” dissi con un tono più basso.
“Mi sta sulle palle quel tizio. Altro da dirmi?”
“Stai male?”
“Non vedo perché dovrei. Bella felpa, comunque”
Il suo tono di voce era freddo, decisi di non trattenerlo di più. Sembrava quasi scocciato.
Sbuffai e lo seguii, tornando in casa.
“Vado con Evelyn e i suoi, la aiuto a fare la valigia” fece Mark, per poi uscire con gli altri.
“Torno in albergo, vado anche io a prepararla. Ci si vede!” concluse Travis.
Annuimmo e rimanemmo soli, circondati da un silenzio tombale.
“Ti va di vedere un film?” chiesi timidamente.
“Dipende quale”
“Alien – La clonazione, va bene?”
Accennò un sorriso e annuì, per poi sedersi sul divano.
Il film iniziò e l'atmosfera era veramente tesa. Eravamo evidentemente nervosi.
Sobbalzai dopo aver visto il primo alieno, così mi coprii gli occhi.
Non ero solita spaventarmi, ma lo stress in un certo senso mi faceva diventare più debole.
Lui si avvicinò e mi abbracciò, ma dopo poco sentii un dolore assurdo all'addome che mi fece letteralmente piegare in due. Vidi Tom allarmarsi.
“Cos'hai?”
“N-nulla, non ho mangiato e ho i crampi allo stomaco” feci ipotizzando.
“Ti preparo qualcosa?”
“Mi basta bere un bicchiere di latte, tranquillo”
Dopo averlo fatto, tornammo a vedere il film. Appena finì, andai a letto dato che dovevamo svegliarci presto la mattina dopo, non prima di aver fatto la valigia.
Mi risvegliai alle 3.30, dopo una bella doccia ed essermi vestita, andai a svegliare Tom, che dormiva nella stanza a fianco.
“Svegliati, dormiglione!”
“Sono sveglio” biascicò con la testa ancora sotto le coperte.
“Allora alzati!”
Dopo aver mugugnato qualche parola incomprensibile, si tolse le coperte di dosso e si alzò.
Arrossii vistosamente. Non l'avevo mai visto appena sveglio ed era tremendamente sexy.
Sghignazzò, per poi andarsi a cambiare.
Alle 4.30 partimmo di casa per andare in aereoporto.
Dopo un'ora e mezzo di check-in e un'altra ora di attesa, mi trovavo sull'aereo tra Tom e Travis.
Quando decollò, strinsi istintivamente la mano di Tom, che scoppiò a ridere.
“Sei patetica!”
I know I'm pathetic, I knew when...you said it!” canticchiai, dopo essermi calmata un po'.
“Citazioni a caso, direi” aggiunse.
Ridacchiai per poi abbandonarmi al mio ipod.
Facemmo scalo a New York e dopo un altro paio d'ore fummo all'aeroporto di San Diego.
Ero eccitatissima, quando scendemmo Evelyn mi raggiunse.
“SIAMO IN CALIFORNIA, STRONZI!” urlammo, per poi scoppiare a ridere entrambe.
Dopo il check-out, incontrammo la sorella di Mark.
“Anne, questa è Evelyn. Lei invece è Giorgia”
“Figo! Siete italiane?” chiese entusiasta.
“Io sì, lei è italo-americana” feci io, stringendole la mano.
“Emh, Anne, sappi che adoro anche te! Cioè se non fosse per te probabilmente i blink non ci sarebbero e...ecco io, niente, grazie!” balbettò Evelyn.
Lei rise di gusto.
“Che dire, prego! Sei simpatica!”
Dopo qualche scambio di parole, i ragazzi ci portarono in albergo.
La sera stessa avevano un concerto e mi chiedevo come avrebbero potuto riuscire a suonare dato il jetlag. Evelyn ed io, infatti, appena toccammo il letto della nostra stanza ci addormentammo, sfinite dal lungo viaggio. Mia sorella ci risvegliò più tardi.
“Pelandrone, tra due ore i vostri amati inizieranno a suonare, vi va di andarci o volete stare qui a poltrire?”
Ci alzammo di scatto e subito sfacemmo le valige per trovare qualcosa di decente da metterci : maglia dei blink e pantaloncini.
Corremmo verso l'uscita, i ragazzi avevano chiamato un furgone che ci portasse nel luogo del concerto.
Li trovammo tutti e tre dentro, carichi e pronti per suonare.
“Backstage o parterre?” chiese Mark.
“Backstage!” esclamò Evelyn.
“Direi la seconda, ho sempre voluto pogare durante le vostre canzoni!” feci entusiasta.
Arrivati in un locale – era un piccolo concerto – entrai da sola, spinsi chiunque pur di arrivare in prima fila e ci riuscii.
Mi trovavo sotto il microfono di Tom, circondata da gente in attesa di vedere i propri idoli.
Arrivarono e con una grinta pazzesca iniziarono con Dumpweed.
Cantavo a squarciagola mentre pogavo. Mark mi guardava soddisfatto mentre Tom sembrava quasi divertito.
Don't leave me, Aliens Exist, Family reunion, fino ad arrivare a Dick Lips, una delle mie preferite. La suonarono per ultima per non so quale motivo, infatti tutti i fan rimasero sorpresi.
Adoravo la voce di Tom durante quella canzone, la cantai veramente con tutta me stessa.
 
You couldn't wait for something new,
And yesterday I thought of you!
 
Spalancai gli occhi quando Tom, alla fine di quella strofa, mi indicò sorridendo.
Ero fuori di me anche se piena delle occhiatacce delle altre fan. Alla fine della canzone, si fermarono a parlare con il pubblico.
“Ciao San Diego!” disse Mark. Tre semplici parole che ci fecero urlare dalla gioia.
“Ascoltate, vi devo chiedere un'opinione” continuò Tom.
La gente continuava ad urlare, così intervenne il bassista.
“E chiudete la bocca, porca puttana!”
“E' per un'amica, faccio veloce, lo giuro! Allora, un mio amico ha conosciuto una ragazza un mese fa. Si è innamorato, è stato un colpo di fulmine. No, non sto parlando di Mark, lui ama solo me.”
Scoppiammo tutti a ridere, Tom continuava a fissarmi con uno strano ghigno.
“Vado avanti. Questo mio amico ha fatto delle stronzate, diciamo che si è comportato male e l'ha fatta soffrire. Lui vuole stare con questa ragazza, ma lei invece no. Si sente ferita, e sicuramente lo è, ma non riesce più a fidarsi di lui. Lui vorrebbe riprovarci, vorrebbe iniziare da capo, perché...la ama. Secondo voi, lei dovrebbe perdonarlo?”
Sbiancai dopo aver sentito queste parole, ero pietrificata.
Iniziò a passare il microfono davanti alle persone del pubblico.
“Tu?” fece indicando un ragazzo pieno di piercing.
“Sì, dovrebbe sicuramente farlo!”
“Tu, invece?” continuò, questa volta con una ragazza dai capelli viola.
“Ma certo che dovrebbe!”
“E tu?” fece ancora, ad un'altra ragazza.
“E' successa la stessa cosa a me e al mio ragazzo, adesso stiamo ancora insieme dopo due anni! Non dirglielo, ma io amo te!”
Tom rise e le mandò un bacio sul palmo della mano, facendo impazzire la ragazza di gioia.
“Tu?” rivolto verso un tipo con la cresta verde.
“Beh se ricambia non vedo perché non dovrebbe!”
“E tu?”
Non feci in tempo a voltarmi verso di lui che mi ritrovai il microfono davanti alla bocca.
“I-io?” balbettai.
“Sì, proprio tu.”
Presi un gran respiro, per poi tornare a guardarlo in quegli occhi dannatamente belli.
“L'ha appena fatto.”
Sorrise e mi allungò una mano, tirandomi sopra il palco con l'aiuto della sicurezza.
Poggiò la chitarra a terra e mi attirò a sé, baciandomi con passione.
In quel momento non sentii più neanche i fischi del pubblico, c'eravamo solo io e lui.
Ti amo, Tom” dissi staccandomi di poco.
Riuscii a sentirlo sorridere sulle mie labbra.
E io amo te, Giorgia” mi sussurrò, prima di prendermi in braccio a mo' di principessa e uscire dal palco.



Kaleidoscope's space :
Non so perché ma in questi giorni mi sentivo ispirata, così ho scritto u.u
Volevo pubblicarlo la prossima settimana ma una persona (
<3) mi ha detto di farlo e così è stato :3
Ringrazio
Waves of Joy per aver recensito il capitolo precedente.
Ringrazio
Cadiacobain, MartiDrew, WelcometoSofytown, _Giuls e _StupidWise_ per avere messo la fanfic tra le preferite.
Ringrazio
Hotaru182WelcometoSofytown per averla messa tra le ricordate.
Ringrazio
Hotaru182 per averla messa tra le seguite.
  
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