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Autore: CateDiaries    29/04/2013    0 recensioni
Sara, una ragazza italiana cacciatrice di vampiri, si trasferisce a Mystic Falls con il fratello Rob. In questa città farà nuove conoscenze e rincontrerà, dopo sei anni, Elijah, con il quale nascerà inevitabilmente una storia d'amore. Finirà bene? Finirà male? Ma soprattutto, quale sarà il ruolo di Sara nella "guerra" contro Klaus? Se siete interessate a scoprirlo, leggete.
Dal primo capitolo:
- Lei è un vampiro, vero? Uno di quelli buoni-
Elijah le aveva sorriso amaramente. - Non esistono i vampiri buoni. Essendo una giovane cacciatrice dovresti saperlo.-
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elijah, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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25 – Melanie

 
*Inizio flashback* 
 
Londra 1762
 
La Locandaera un posto molto popolare all’epoca, frequentato da molte persone dei cosiddetti “piani alti”. La gente vi si ritrovava per passare incantevoli serate tra conoscenti, amici e in famiglia e ovviamente non mancava la presenza di qualche forestiero. 
Era proprio in quel luogo che Lord Kingsley e sua figlia stavano cenando una sera, insieme a qualche amico di vecchia data dell’uomo. 
Gregory Kingsley era un nobile londinese, molto stimato dai cittadini, soprattutto dai suoi pari. Aveva indetto quella cena per poter trovare un marito per la figlia, qualcuno che fosse degno di lei.
La ragazza, una bella diciannovenne con lunghi capelli castani e ricci, viso dai lineamenti aggraziati e incantevoli occhi marroni, non era minimamente interessata all’argomento. Pareva che i complimenti che tutti quei nobili le stavano facendo, non avessero alcun effetto su di lei. Era contraria ai matrimoni combinati: lei credeva nell’amore e non accettava che le fosse impedito di trovarlo.
Se ne stava seduta accanto a suo padre con un gomito appoggiato sul tavolo e il volto sorretto dalla mano. Si guardava intorno alla ricerca di qualcosa di interessante o di una scusa per andarsene da lì.
- Sapete, Lord Kingsley – disse uno dei nobili seduti al tavolo con loro. – Mio figlio, Alfred ha visto la vostra adorabile figliola l’altro giorno, mentre passeggiava con la sua dama di compagnia. Mi disse che era una bellezza rara, se non unica. Be’, dopo stasera, non posso certo dargli torto.-
Lord Kingsley sorrise. – Mi farebbe davvero piacere conoscere vostro figlio, Lord Green. Ho sentito parlare molto bene di lui. Potrebbe venire a prendere un tè al mio palazzo uno di questi giorni. Non trovi cara?- chiese alla figlia, ma quella sembrava essere concentrata su qualcos’altro. O qualcuno. 
Infatti, in un angolo della locanda era seduto un giovane forestiero che la fissava con interesse. La stava scrutando attentamente con i suoi occhi azzurri e, quando lei ricambiò lo sguardo, un sorriso misterioso spuntò sulle sue labbra. La ragazza ricambiò il sorriso con lo stesso interesse, arrossendo lievemente e abbassando lo sguardo. 
- Melanie? Mi stavi ascoltando?- la richiamò il padre.
La giovane si ridestò dai suoi pensieri e osservò il genitore. – Scusatemi, padre. Ero disattenta. Ma vedete, sono molto stanca. È stata una giornata davvero lunga. Vi dispiace se vi precedo a casa?- chiese gentilmente.
Lord Kingsley le sorrise. – Certo, mia cara. Va pure. La carrozza è qui fuori, fa’ attenzione.-
Melanie annuì e, dopo aver sussurrato un “Con permesso.”, si alzò dalla tavola e, preso il mantello, uscì dalla locanda.
L’aria fresca della sera la fece rabbrividire. Si incamminò verso la carrozza, ma non riuscì a raggiungerla che andò a sbattere contro qualcuno.
- Scusatemi, ero distratta.- disse prontamente.
- No, scusatemi voi. È stata colpa mia.- le rispose una voce roca e calda.
Quando Melanie alzò gli occhi ed incontrò quelli dell’uomo che le stava davanti, il suo cuore perse un battito. 
- Salve.- le disse lui sorridendo a labbra chiuse.
La ragazza lo guardò confusa aggrottando le sopracciglia. –Come avete fatto ad arrivare qua prima di me? Non vi ho visto uscire.- chiese curiosa.
- Sono uscito prima di voi. Non mi avete visto perché vostro padre ha richiamato la vostra attenzione. – le rispose.
Lei allora mi se le mani sui fianchi e lo guardò con fare altezzoso. – Lo sapete, forestiero, che è maleducazione fissare una signora così a lungo?- gli fece notare riferendosi al modo in cui l’aveva guardata all’interno della locanda.
- E voi lo sapete che è maleducazione stare con un gomito appoggiato sul tavolo durante una cena piena di nobili, come la vostra?- ribatté prendendola in giro.
Melanie, a disagio, assunse un’espressione di superiorità. –Non siete affatto gentile.-
Il forestiero ridacchiò. –Diciamo solo che mi piace avere l’ultima parola. Non era mia intenzione offendervi, tutt’altro. Volevo chiedervi se vi andava di fare due passi insieme a me.-
- Veramente, dovrei andare…- cercò di opporsi.
Lui la interruppe. –Ci vorrà solo qualche minuto. Fidatevi.- 
Dopo un attimo di esitazione, cedette. Si incamminarono lungo una strada deserta e chiacchierarono del più e del meno. Melanie si sentiva stranamente a disagio a stare accanto a quell’uomo, così affascinante e misterioso, ma tentò di non darlo a vedere.
- Non mi avete ancora detto il vostro nome, forestiero.- gli chiese dopo un bell’arco di tempo.
- E voi il vostro.-
Sospirò. – Melanie Kingsley.- disse con un velo di freddezza.
- Klaus.- disse a sua volta il giovane.
La ragazza sorrise. – Klaus e poi?-
Lui alzò le spalle. –Klaus e basta.-
Improvvisamente vogliosa di saperne di più, iniziò a fare domande. –Che cosa vi porta a Londra?-
- Affari…di famiglia.- rispose semplicemente Klaus.
- Avete dei parenti qui?-
Ridacchiò. –In un certo senso.- disse fissandola con il suo sguardo misterioso.
Melanie si sentì intimorita da quegli occhi e decise che era meglio interrompere la conversazione. –Be’, si è fatto tardi. Perdonatemi, ma ora dovrei tornare a casa.-
Fece per allontanarsi e tornare verso la carrozza, ma Klaus la afferrò rapidamente per i  fianchi e la sbatté con non molta delicatezza contro il muro.
Lei sbarrò gli occhi terrorizzata e trattenne a stento un urlo. –Come avete fatto?!- chiese quasi gridando.
- Shh, non attirare l’attenzione tesoro. Non ce ne sarà bisogno.- sussurrò provocante al suo orecchio. Poi tappandole la bocca con una mano, snudò i canini e le morse il collo.
Melanie cercò di gridare per il dolore indescrivibile che stava provando, ma la mano di Klaus non glielo permetteva.
Klaus continuò a bere avidamente il suo sangue e poi staccatosi dal suo collo le legò un fazzoletto intorno al collo per coprire il morso. La costrinse a guardarlo negli occhi e le disse: -Non dirai a nessuno ciò che è successo stanotte. Sarà il nostro piccolo segreto. Non parlerai a nessuno di me e non terrai il collo scoperto in pubblico. Nessuno può vedere questo morso, hai capito?- 
Come un automa lei annuì. –Ho capito.- 
Il vampiro sorrise beffardo. –Ci vediamo presto Melanie.- e sparì dalla sua vista.
 
*Fine flashback* 
 
Melanie allontanò Klaus spingendolo per le spalle ed iniziò a camminare avanti ed indietro per la stanza.
- Hai arredato bene questa casa abbandonata, Klaus. Ma in fondo hai sempre avuto degli ottimi gusti artistici.- disse osservando i dipinti appesi al muro. –Questi li hai fatti tu?-
Klaus allargò le braccia. –Ovviamente. Dal primo all’ultimo. Comunque   questa è solo la mia casa di riserva: la mia vera casa è in città, ma in questo momento diciamo che non sono il benvenuto.- spiegò l’ibrido avvicinandosi al tavolo di legno, al centro della stanza, e versandosi da bere.
Melanie prese un bicchiere e gli fece segno di riempirlo. –E come mai?-
- Ho ucciso mia madre, di nuovo e i miei fratelli stanno cercando in tutti i modi di uccidere me.-
- Oh..- disse semplicemente quella sorseggiando il drink. Poi spostò lo sguardo verso la finestra. –Sono tutti in città?-
Klaus sorrise. - È una domanda generica o intendi qualcuno in particolare?- le chiese guardandola con aria di scherno.
Quella lo fulminò con lo sguardo. –Non credo che siano affari tuoi.-
L’ibridò alzò le spalle e bevve tutto il contenuto del bicchiere.
- Comunque, perché mi hai chiamata? Che vuoi da me?-
- Non è necessario che tu lo sappia adesso. Ne parleremo con calma.- disse appoggiandole una mano sotto al mento. –Che ne dici di andare a fare un giro in città? Mystic Falls è davvero un posto incantevole, quando non muore nessuno. Ti piacerà.-
Melanie deglutì e lasciò la stanza, con una meta ben precisa in mente.
 
***
 
- Ti prego, dimmi che è uno scherzo.-
Elijah la guardò con occhio truce. –Ti sembra che io possa scherzare su una cosa del genere?-
- Elijah…-
- No, Sara. È della tua vita che stiamo parlando e non lascerò un immenso punto interrogativo su ciò che è successo ieri sera.- disse camminando verso un angolo della stanza e prese dal cassettone una busta di carta. –Queste ceneri sono state stregate e ho intenzione di scoprire in che modo.-
Sara alzò gli occhi al cielo ed incrociò le braccia al petto.  -È una perdita di tempo e lo sai.- lui la guardò accigliato. –Oh, andiamo!- aggiunse la ragazza – Sappiamo bene che le ceneri sono state stregate. A che cosa ci serve sapere che incantesimo è stato usato? Tutto ciò non ci porterà a nulla.-
Elijah le si avvicinò. –Voglio sapere perché queste ceneri non hanno bloccato me! non ha senso che io sia potuto entrare in casa e tu no!- ribatté praticamente gridando.
Sara si strinse un po’ nelle spalle, sorpresa dall’aggressività del vampiro nei suoi confronti. Elijah se ne accorse e le prese il volto fra le mani. –Mi sto solo preoccupando per te. tutto questo potrebbe voler dire qualcosa: l’unico motivo per cui Niklaus ha voluto uccidere nostra madre è stato perché lei ti ha riportata in vita.- le disse con fare premuroso – Non ci vorrà molto prima che cerchi nuovamente di ucciderti. voglio essere preparato per qualsiasi tipo di attacco.-
- Lo so e non voglio che ti preoccupi troppo per me. Posso sopportare Klaus.-
- E come? Klaus è sempre un passo avanti a noi.- la sfidò sapendo che non sarebbe stata in grado di controbattere. –Non permetterò che ciò che è accaduto si ripeta.- sussurrò e la baciò lievemente sulle labbra.
Sara si strinse a lui e si lasciò cullare dal suo abbraccio. Quando Elijah la stringeva nelle sue forti braccia, la faceva sentire protetta e amata. Rimasero in quella posizione per un paio di minuti e poi il vampiro la prese per le spalle e la fece allontanare un po’ per poterla guardare negli occhi.
- Ho parlato con Bonnie prima. Le ho spiegato la storia delle ceneri e mi ha detto di portargliele così può capire che tipo di incantesimo ci è stato lanciato.- spiegò e Sara lo ascoltò senza aprire bocca. –Ha detto che ci aspetta in mattinata. Una volta scoperto l’incantesimo, dovremo cercare la strega di Klaus.- E Sara capì che con “cercare la strega di Klaus”, Elijah intendeva “uccidere”.
Seppure non convinta dell’idea, annuì. –D’accordo. Recupero le mie cose e poi andiamo.-
Elijah le sorrise lievemente. –Fai con calma. Ti aspetto di sotto.-
Dopo aver lasciato la stanza, scese elegantemente le scale e si recò nel salone. Appoggiò la busta con le ceneri su un mobile per cercare nel cassetto le chiavi della macchina.
- Bel taglio di capelli.-
Elijah si voltò di scatto colto alla sprovvista dalla voce che aveva parlato. Scrutò tutta la stanza finché i suoi occhi si posarono su un’esile figura seduta sul divano.
- Anche se devo ammettere che i capelli fino alle spalle ti donavano molto di più.- continuò.
Il vampiro osservò la donna seduta sul divano, privo di parole. Avrebbe voluto dire un sacco di cose, ma la voce non voleva saperne di uscire, tanto era lo shock. Esaminò ogni dettaglio di quella creatura: i lunghi capelli castani le ricadevano sulle spalle con armoniosi boccoli, la perfetta pelle olivastra e quel volto espressivo con quei due occhi scuri che lo guardavano.
- Melanie…- riuscì infine a dire.
Melanie si alzò dal divano e gli si avvicinò sorridendo. –Già. È passato molto tempo, Elijah. 250 anni. Ma per quanto mi riguarda, i ricordi sono vividi come se fosse ieri.- disse volendo sottolineare quel preciso dettaglio.
- Appunto, sono passati 250 anni. Tu dovresti essere morta.- commentò l’Originario cercando di andare oltre lo stupore che ancora non lo abbandonava.
- Vero.- disse allora Melanie ridacchiando. –Ma non lo sono.-
Così dicendo appoggiò una mano sul braccio del vampiro e lo guardò seria. –Sono io, Elijah. Non ti ricordi?-
Elijah spostò lo sguardo sulla mano di Melanie che era a contatto con il tessuto della sua giacca e poi di nuovo su di lei. –Certo che mi ricordo.-
- E allora smettila di guardarmi come se avessi visto un fantasma!- ridacchiò di nuovo e gli gettò le braccia al collo abbracciandolo. –Mi sei mancato Elijah.-
Lui, che era ancora sorpreso dagli avvenimenti, rimase ancor più scioccato da quel gesto, ma poi dopo un paio di respiri profondi, ricambiò l’abbraccio. Non capiva come Melanie potesse essere lì, ma evidentemente era possibile dato che la stava stringendo tra le sue braccia.
- Ehi Elijah, io sono…- disse Sara raggiungendolo nel salone, ma bloccandosi impietrita alla vista di Elijah che abbracciava una sconosciuta, che il suo naso etichettò come “vampira”. Aggrottò la fronte e le si avvicinò cautamente. –Mi sono persa qualcosa?- chiese spostando lo sguardo tra i due vampiri.
Melanie si voltò verso di lei e le sorrise. –Immagino che tu sia un’amica di Elijah.- iniziò la vampira. –Io sono Melanie, può darsi che tu abbia già sentito parlare di me.- disse lanciando un rapido sguardo ad Elijah.
La ragazza la guardò confusa. –Mi dispiace, ma non ho mai sentito una singola parola riguardo a te.- ribatté con un velo di irritazione nella voce. –Comunque io sono Sara e solo la ragazza di Elijah.-
Il sorriso sul volto di Melanie andò scemando. –Come hai detto scusa?-
Sara fece per ripetere ciò che aveva appena detto, ma non riuscì a dire una parola che si trovò attaccata al muro con una mano intorno alla gola.
- Be’ se sei davvero la ragazza de Elijah, credo proprio che per conoscerci meglio sia il caso di fare uno spuntino.- disse la vampira stringendo la presa sul collo della ragazza ad ogni parola. – Offri tu?- e ciò detto snudò i canini e fece per morderla, ma si sentì strappare dalla sua prede e dopo pochi istanti si ritrovò al posto di Sara con una mano di Elijah che le impediva quasi di respirare.
-Stai lontana da lei.- sussurrò minaccioso. –Non osare toccarla un’altra volta, sono stato chiaro?-
Gli occhi di Melanie si velarono di lacrime nel sentire il vampiro parlarle con quel tono. –Perché…?- chiese flebilmente per poi sparire in un secondo dalla sua vista.
Elijah si concentrò immediatamente su Sara che aveva gli occhi spalancati e lo fissava in preda all’agitazione. –Chi diavolo era quella?- chiese quasi gridando dalla rabbia.
L’Originario le prese il volto fra le mani per cercare di calmarla. –Siediti un attimo sul divano.- la ragazza di fece guidare e obbedì senza ribattere. –Vuoi che ti porti un bicchiere d’acqua?- le chiese poi premuroso.
Sara scosse velocemente la testa. –No! Voglio solo sapere chi diavolo era quella vampira che prima ti stava tutta abbracciata e due secondi dopo era lì, pronta a sbranarmi viva!- urlò gesticolando freneticamente in modo da dare più enfasi alle sue parole.
Elijah chiuse gli occhi e sospirò. –Quella era Melanie…-
La cacciatrice emise un suono molto simile a quella che potrebbe essere una risatina isterica. –Oh, davvero? Sai non l’avevo capito.- disse con una punta di sarcasmo e acidità nella voce. –Grazie per avermi illuminato la giornata, Elijah.-
Quello non rispose: capiva benissimo che le parole di Sara erano dettate dalla rabbia e dallo spavento e che non doveva farci caso. Dopo poco, infatti, la giovane sospirò. –Scusa, non volevo essere così acida. Solo che quella Melanie mi ha colta alla sprovvista.-
Elijah fece un debole sorriso guardando un punto indefinito al centro della stanza. – A chi lo dici.- sussurrò.
Sara gli appoggiò una mano su una spalla per fare in modo che la guardasse dritta negli occhi; quando incrociò lo sguardo del vampiro, notò che la sua mente stava vagando da qualche parte nel passato. Un passato abbastanza lontano e molto probabilmente di cui lei non era a conoscenza.
Lui fece per parlare e raccontarle, ma lei lo bloccò. –Lascia stare, non sei costretto a parlare con me del tuo passato se non vuoi.- anche se dire queste parole la feriva. Avrebbe voluto sapere tutto di lui, dato che era sicura che non ci fosse nulla da nascondere.
Scosse la testa. –No, tu hai tutto il diritto di sapere.- Sara allora stette in silenzio ed aspettò, togliendo la mano dalla spalla di Elijah e andando a stringere una delle sue. Lui allora iniziò a disegnare dei cerchi con il pollice sul dorso della mano della ragazza. Dopo quella che sembrò un’eternità, parlò. –Il suo nome è Melanie Joselyn Kingsley. La conobbi a Londra nell’estate del 1762…-
 
*Inizio flashback*
 
Il sole stava tramontando su Londra, lasciando spazio ad una calda notte stellata di luglio. La carrozza su cui Elijah stava viaggiando, procedeva con passo regolare avvicinandosi sempre di più al palazzo del suo vecchio amico, Gregory Kingsley.
Quando arrivò davanti al palazzo, vide alcuni dei servitori di Lord Kingsley attenderlo sotto l’enorme porticato. La carrozza si fermò e lui scese, vedendo che il suo amico gli stava venendo incontro. 
-Elijah! Mio caro amico! Quanto tempo!- disse stringendogli la mano.
Il vampiro sorrise. – Già, è davvero passato molto tempo, Gregory. Eri ancora un ragazzino nella mia mente.-
- Sono felice che tu sia qui.- disse e poi lo sguardo dell’uomo si rabbuiò un poco; si avvicinò ad Elijah e prese a sussurrare. –A proposito di questo fatto vorrei parlare un attimo con te in privato, se non ti dispiace.-
Elijah si accorse del cambiamento nella voce dell’amico ed annuì serio. –Certamente.-
Lord Kingsley ordinò allora ai suoi servi che portassero i bagagli del signor Smith (così si chiamava all’epoca) nella stanza degli ospite, e si chiuse nel salone annunciando che avrebbe scambiato due parole in privato con il suo ospite. Non appena furono soli, si versò da bere ed offrì un bicchiere anche al vampiro.
Si sedettero entrambi sulle due poltrone al centro della stanza e dopo qualche lungo istante di silenzio colmo di imbarazzo, il padrone di casa parlò. –Vedi Elijah, ormai noi ci conosciamo da molto tempo e so che sei stato molto legato alla mia famiglia ancor prima che io nascessi. Da generazioni manteniamo il tuo segreto e non ce ne siamo mai pentiti, soprattutto perché sei un uomo d’onore. Ora, io so che non sei un pericolo per me o per gli abitanti di questa casa, quindi spero che non ti offenda per la richiesta che sto per farti.-
Elijah lo ascoltò con attenzione e gli fece cenno di proseguire. –Devo chiederti di controllarti, Elijah. Lo so che non sono nessuno per dirti che cosa devi o non devi fare, infatti te lo sto chiedendo per favore, in nome della nostra amicizia.- fece una pausa per riprendere fiato (parlare con Elijah lo intimoriva sempre un po’) – Non te lo sto chiedendo per me, ma per mia figlia. È così giovane, così dolce che non me la sono sentita di dirle la verità sul tuo conto. Ho paura che sia qualcosa che non riuscirebbe a sopportare e se le accadesse qualcosa…-la sua voce si spezzò nell’ultima parte. 
Elijah capì che sua figlia era tutto ciò che aveva di più caro, tutto ciò che gli ricordasse la sua defunta moglie, e ne fu mosso a compassione.
- Non temere, Gregory. Ti prometto che non lascerò che le accada qualcosa. La proteggerò da questo mondo. Hai la mia parola.- disse serio conoscendo il più profondo valore della famiglia.
Lord Kingsley gli sorrise riconoscente e spostarono i loro di scorsi su argomenti più leggeri. Quando fu l’ora di cena, si spostarono nell’enorme sala da pranzo e si accomodarono alla tavola che era stata elegantemente imbandita per l’occasione. Dopo qualche minuto la porta della stanza fu aperta nuovamente e  una giovane ragazza con lunghi e scuri capelli ricci ed occhi color nocciola, fece il suo ingresso indossando con eleganza un semplice abito viola.
Elijah si alzò, come simbolo di educazione e fu immediatamente seguito da Lord Kingsley.
- Cara, finalmente sei arrivata.- disse sorridendole. –Melanie, posso presentarti Lord Elijah Smith.-
La giovane si inchinò davanti all’ospite misterioso e affascinante in segno di rispetto. -È un piacere conoscervi, Lord Smith.- disse con un velo di timidezza.
Lui le prese prontamente la mano e se la portò vicino alle labbra senza arrivare a sfiorarla, come richiesto dalla buona educazione. –Il piacere è mio, Melanie. Ma vi prego, chiamatemi Elijah.-
 
*Fine flashback*
 
Sara l’aveva ascoltato attentamente durante tutta la storia.
-Quindi l’hai conosciuta quando eri in visita dal tuo amico?-
Elijah, che per tutto il racconto aveva guardato il pavimento davanti a sé, alzò gli occhi su di lei. – Sì e avevo promesso a suo padre che l’avrei protetta da tutto il mio mondo, ma evidentemente non ci sono riuscito.- rispose amaramente.
Lei corrugò la fronte. –Vuoi dire che scoprì la tua vera identità?- chiese.
Il vampiro sospirò. –Non solo, accaddero molte cose tutte in poco tempo. Ma te ne parlerò in un altro momento.- concluse sbrigativo e prima che la ragazza avesse il tempo di dire qualcosa, aggiunse: -Adesso se ti sei calmata, andiamo da Bonnie.-
A Sara non passò inosservato l’alone di oscurità che aveva preso luogo nello sguardo di Elijah, ma invece di ribattere, annuì confusa e lo seguì fuori da casa Mikaelson.
 
***
 
Melanie fece ritorno alla casa di Klaus sbattendo tutte le porte come una furia.
- Klaus! Dannato figlio di puttana, dove sei?!- gridava sotto gli sguardi di un paio dei suoi ibridi. –Porta il tuo culo qui immediatamente!-
L’irido comparve dalla cima delle scale con un sorrisetto beffardo stampato in volto e se ne stava tranquillo e rilassato con una mano sulla ringhiera, nonostante le urla assordanti della vampira. –Per quanto la tua affermazione possa essere corretta, non mi pare molto gentile offendere la memoria di mia madre gridando come una pazza, non trovi?-
Quella si infuriò ulteriormente e si lanciò su di lui incollandolo brutalmente sul pavimento. –Brutto stronzo! Perché non mi hai detto nulla eh? Lo sapevi! Lo sapevi quanto fosse importante per me!-
 
*Inizio flashback* 
 
- Siete bellissima stamattina, Melanie.- disse delicatamente Katiusha, umile dama di compagnia,  mentre spazzolava i morbidi capelli della ragazza.
La giovane sorrise. –Grazie Katiusha. Ti piace quest’abito verde? Me l’ha fatto fare mio padre come regalo per il mio ultimo compleanno. Non avevo mai trovato l’occasione giusta per indossarlo.-
La donna osservò attentamente tutti i ricami e gli ornamenti del sontuoso abito. –È davvero molto bello e questa tonalità di verde vi dona particolarmente. Aggiunge una luce particolare al color nocciola dei vostri occhi.- rispose semplicemente.
-Vero? Ho pensato che potesse essere perfetto per un’occasione speciale.- commentò Melanie con sguardo sognante, osservando il suo riflesso nello specchio ampio davanti al quale se ne stava seduta.
Katiusha sorrise consapevole di dove volesse andare a parare la giovane. –E questa occasione speciale ha qualcosa a che fare con il nostro ospite, Lord Elijah?-
La ragazza si guardò le mani per nascondere il rossore che le aveva ormai colorato le guance.-Mi conosci troppo bene, Katiusha.-
- Da quando eravate in fasce mi sono presa cura di voi, vi ho accompagnata durante tutta la vostra crescita e ho vissuto abbastanza da saper riconoscere quello sguardo ovunque.- le accarezzò una spalla con fare materno. – Vi siete innamorata, vero?-
Melanie sorrise leggermente in imbarazzo. –Non lo so, non l’ho mai provato prima. È normale sentire una strana agitazione nello stomaco e il cuore che batte veloce come le ali di un colibrì quando gli sono vicina?- la donna annuì. –Allora credo proprio di essermi innamorata.- concluse la giovane sentendo il cuore accelerare al semplice suono di quelle parole.
- Sono contenta per voi, figlia mia. E poi, oltre ad essere un bell’uomo è anche un ottimo partito, se posso permettermi.-
Melanie annuì. –Sì, lo è.- disse pensando a quel sorriso e a quegli occhi profondi che l’avevano colpita e catturata fin dal primo istante. -È l’uomo che ogni donna sogna di avere al proprio fianco.- poi guardo Katiusha attraverso il riflesso. -È perfetto.-
 
*Fine flashback*
 
Si era talmente distratta con i ricordi che non si era accorta che adesso era Klaus a tenere lei incollata al pavimento.
- Perché Klaus? Perché non hai fatto nulla per impedirlo?- chiese all’ibrido con le lacrime agli occhi. –Perché hai lasciato che si innamorasse di quella stupida umana?-
Lui ridacchiò. – Mi hai scambiato per cupido, dolcezza? Non è compito mio controllare la vita sentimentale di mio fratello. Può fare quello che gli pare, a me non importa; anche se devo ammettere che quella ragazzina è una palla al piede. Sai, è una giovane cacciatrice di vampiri, venuta qui apposta per uccidere me.- le spiegò.
- E quindi?- chiese lei sgarbatamente.
L’ibrido le accarezzò il volto. –Quindi inizia a chiederti come mai sei qui, tesoro.-
 
***
 
Bonnie teneva gli occhi chiusi e pronunciava strane parole stringendo tra le mani le ceneri che Elijah le aveva consegnato. Stava invocando gli spiriti per farsi dare delle risposte sul tipo di magia che era stato scagliato sulle ceneri. Elijah e Sara la fissavano con ansia desiderosi di sapere la verità ed il vampiro teneva una mano della ragazza nella sua. Nella mente di Sara però si aggiravano anche domande riguardo a Melanie: Elijah le aveva detto come si erano conosciuti e che lui sarebbe dovuto essere una sorta di “protettore” della ragazza, ma perché lei le era saltata addosso in quella maniera? Perché l’aveva aggredita? Ripensò allo sguardo di Elijah durante il racconto e mentre quella Melanie era lì e qualcosa la mise in allarme. Non era finita lì.
Bonnie aprì gli occhi e con un sospiro la riportò alla realtà.
-Allora?- chiese Sara alla strega.
Scosse la testa. –Niente, non ho scoperto niente. Sembrano delle normalissime ceneri, senza alcun tipo di incantesimo.-
Elijah si alzò dal divano ed iniziò a vagare avanti e indietro. –Non è possibile Bonnie. Ci deve essere una spiegazione, qualcosa.-
- Mi dispiace.- ribatté quella.-Davvero, nemmeno gli spiriti sono riusciti a trovare l’anomalia. Magari Esther aveva lanciato un incantesimo sulla casa.-
- Ma perché solo per Sara? È questo che non capisco.- ribatté il vampiro e si avvicinò a Bonnie adirato. –Continua a cercare! Non può essere finita qui.-
Sara notò che gli occhi dell’amica erano spenti e capì quanto l’avesse stancata quel tipo di magia. –No, Bonnie- intervenne – lascia stare. Sei esausta, ti devi riposare. E poi non è così importante…-
- Sì che lo è!- la interruppe Elijah.
- No!- disse nuovamente la ragazza. –Ormai è passato. È inutile. Non voglio che Bonnie rischi un collasso per aver abusato dei suoi poteri per una sciocchezza come questa.-
Elijah la fissò interdetto per un attimo, ma poi consapevole che sarebbe stata una causa persa in partenza, annuì.
Bonnie sorrise e li ringraziò per la comprensione. Buttarono via le ceneri e risistemarono la stanza.
- Sei sicura di non aver bisogno d’aiuto per qualcosa?- chiese Sara premurosamente all’amica che si era sdraiata sul divano.
Quella le sorrise. –Stai tranquilla. Ora mi riposo per un’oretta e poi sarò come nuova.-
Sara rispose al sorriso e le porse il bicchiere d’acqua che teneva in mano. Quando Bonnie lo toccò furono entrambe percorse da una specie di scarica elettrica e spalancarono gli occhi per lo stupore. Sara lasciò quasi immediatamente la presa sul bicchiere, mentre Bonnie continuò a stringerlo saldamente.
- Cosa è stato?- chiese la ragazza sistemandosi i capelli dietro le orecchie.
La strega corrugò la fronte. –L’hai sentito anche tu?- l’altra annuì. -È stato strano…probabilmente sono ancora piena del potere dell’incantesimo e tu, essendo umana, sei una fonte di energia.-
Sara ridacchiò. –Già. Ti lascio riposare.- e detto ciò se ne andò.
Elijah l’aveva già preceduta fuori dalla porta. –Pronta per andare a casa?-
- Non proprio. Ho una domanda.- disse ripensando alla misteriosa vampira che aveva abbracciato il suo Elijah quella stessa mattina.
Lui annuì. –Sentiamo.-
Lei sospirò lievemente imbarazzata. – Stavo ripensando a stamattina e a Melanie, quando mi ha attaccata. Insomma, perché l’ha fatto? Sembrava piuttosto…arrabbiata.-
L’Originario sorrise amaramente e ridacchiò. –Mi aspettavo questa domanda.- disse quasi sussurrando. –Potrebbero esserci infiniti motivi, ma credo che siano riassumibili con una sola parola.- disse poi a voce più alta. Sara lo fissò con uno sguardo interrogativo. – Gelosia.- concluse il vampiro.
Sara drizzò le antenne. Era proprio la risposta che si aspettava di sentire e che il un certo senso temeva. – Era innamorata di te?-
Elijah annuì. Camminarono per un po’ in direzione della macchina e poi Sara si fermò. –E tu?- chiese con uno strano tono, come se non volesse davvero sentire la risposta. Ma doveva sapere.
Lui, che aveva continuato a camminare, ci fermò a sua volta e sospirò chiudendo gli occhi. Lei, notando l’assenza di una risposta, gli si parò davanti e lo costrinse a guardarla negli occhi.
- Elijah…?-
 
*Inizio flashback* 
 
-…e del mio vaneggiar vergogna è ‘l frutto,
e ‘l pentersi, e ‘l conoscer chiaramente 
che quanto piace al mondo è breve sogno.- concluse la voce morbida di Elijah.
Alzò gli occhi dal libro che stava leggendo ed incontrò quelli di Melanie la quale, seduta accanto a lui sul prato verde del giardino dietro il palazzo, lo fissava con l’ombra di un sorriso sulle labbra. Si stavano godendo un pomeriggio estivo all’ombra di un giovane pesco ed Elijah stava leggendo alla giovane una raccolta di poesie di autori italiani.
Lei sospirò. -È una poesia bellissima. Sono grata a mio padre per avermi fatto studiare varie lingue o altrimenti non avrei potuto comprendere e apprezzare una tale meraviglia. Come avete detto che si chiama questo poeta?-
Elijah fece un sorriso sghembo che la ragazza trovò immensamente affascinante. –Si chiama Francesco Petrarca, è vissuto nel quattordicesimo secolo.-
I due passavano spesso i pomeriggi a leggere o semplicemente a parlare seduti sul prato o all’interno del palazzo e avevano scoperto di avere vari tratti in comune.
Melanie si avvicinò a lui e prese il libro. –Sapete qual è la parte che preferisco di questa poesia?-
- Quale?-
Si schiarì la voce. –Del vario stile in ch’io piango e ragiono 
fra le vane speranze e ‘l van dolore,
ove sia chi per prova intenda amore,
spero trovar pietà, nonché perdono.- lesse.
Elijah la guardò incuriosito. –Non siete mai stata innamorata, Melanie?-
La fanciulla abbassò lo sguardo sentendo il sangue affluirle alle guance. –Non fino a qualche giorno fa…- sussurrò.
Il vampiro, avendola sentita perfettamente, portò una mano sotto il suo mento e la convinse dolcemente a guardarlo negli occhi. Si guardarono semplicemente stando in silenzio per diversi istanti.
- Che c’è? Perché mi fissate così?- chiese Melanie imbarazzata da quell’improvviso silenzio.
- Avete degli occhi splendidi, Melanie.- le disse sinceramente. –Ogni volta che provate un emozione si illuminano di una luce particolare. Rispecchiano ciò che avete dentro e se la vostra anima è veramente così, è l’anima più pura che abbia mai visto.-
Detto ciò annullò lentamente la distanza tra le loro labbra, facendole incontrare in un leggero contatto. La sua mano era ancora posata sul volto della giovane e, grazie al suo udito raffinato, sentì il cuore della giovane aumentare i suoi battiti.
Non seppe cosa l’aveva spinto a baciarla, ma qualcosa di quella ragazza lo attraeva particolarmente. Dalla prima volta in cui l’aveva vista, la sera del suo arrivo, era rimasto colpito dalla sua bellezza nella semplicità del suo essere; poi conoscendola, aveva scoperto anche la sua fantastica personalità. Erano bastati pochi giorni per farlo innamorare di quell’anima pura. Tutto il contrario della sua. Forse era quello che lo attraeva maggiormente in lei.
Sperò di poter mantenere la promessa fatta al suo amico nonostante i suoi sentimenti per Melanie.
Quando si separarono, lei lo guardò negli occhi e si accorse che erano lo specchio dei propri, colmi di sentimento e felicità.
- Elijah…- sussurrò riuscendo a trovare a stento la voce.
Lui le posò un dito sulle labbra e poi risistemò dietro ad un orecchio una ciocca ribelle che le ricadeva sugli occhi. Dopo qualche istante le loro labbra si congiunsero nuovamente.
 
*Fine flashback*
 
Si sarebbe aspettata qualsiasi cosa, ma non questo: era pronta ad un “sì”, se lo aspettava. Aveva capito che c’era stato qualcosa tra di loro, l’aveva notato nell’espressione di Elijah. Ma mai si sarebbe aspettata che lui fosse stato così coinvolto in quella storia. Si ricordò di quando gli aveva chiesto se fosse stato innamorato dopo Tatia a di come lui aveva sviato il discorso dicendo che non era stato nulla di importante.
Fu in quel momento che Sara capì: Elijah aveva mentito perché quella storia era stata molto importante, anche troppo importante per lui e, a quanto pare, l’aveva ferito nel profondo.
- Sei scioccata.- disse il vampiro guardandola.
Sara abbassò lo sguardo, non riusciva a guardarlo negli occhi senza lasciar trapelare le sue emozioni. Sentiva le lacrime affacciarsi sui suoi occhi, li sentiva bruciare. Se Elijah le aveva tenuta nascosta una cosa del genere, probabilmente ne era ancora ferito, ne soffriva nonostante fossero passati 250 anni.
Deglutì mordendosi l’interno delle guance, per ricacciare indietro le lacrime che minacciavano di rigarle il volto. Solo quando si sentì veramente pronta, alzò la testa.
- Sto bene. Andiamo a casa.- disse sembrando di sembrare convincente, ma  la freddezza nella sua voce non poteva passare inosservata.
Gli dette le spalle e cominciò a camminare verso la macchina. Elijah la seguì e quando raggiunsero il veicolo, la prese delicatamente per un braccio e la fece voltare verso di sé.
- Sara…-
- Non voglio parlarne, Elijah.- lo interruppe.
- E invece sì, ne parliamo.- ribatté duramente. La fissò immobile per qualche istante e poi il suo sguardo e la sua voce si addolcirono. –Mi dispiace, Sara. Non pensavo che venire a conoscenza del mio passato avrebbe scaturito questa reazione. Pensavo che avessi già capito il ruolo di Melanie nella mia vita.-
Il ruolo di Melanie nella mia vita…ahi. Lo interruppe nuovamente. –Sì, l’avevo capito, Elijah. Infatti non mi dà alcun problema il fatto che tu abbia amato un’altra donna prima di me.-
Elijah la guardò, in parte sollevato e in parte confuso. –E allora qual è il problema?-
Lo sguardo di Sara si indurì e le sue labbra si serrarono in una linea perfetta prima di parlare. –Il problema sta nel fatto che tu non me l’abbia detto. L’hai tenuto nascosto per tutto il tempo e quando ti ho fatto una domanda in merito, l’hai definito “nulla di importante” quando invece è evidente che lo è! Probabilmente se non si fosse fatta viva Melanie non me l’avresti mai detto e io non lo avrei mai saputo!- fece una pausa e si asciugò velocemente con il dorso della mano una lacrima che era sfuggita al suo controllo. –Ed è stato questo, tutte queste bugie che mi hanno ferita.-
Elijah sussultò impercettibilmente a quelle parole. Non si era accorto di averle mentito fino a quando non gli erano state sbattute in faccia le sue bugie. Si trovò a corto di parole. Non sapeva cosa dire perché Sara aveva ragione: pur non avendone alcuna intenzione, le aveva mentito. Dove era il suo onore? Dove era la sua lealtà? Senza aggiungere una parola, salirono in macchina e in silenzio guidarono fino a casa della ragazza.
- Sono stato un idiota.- disse poi Elijah quando fermò la macchina davanti alla porta della casa. –Hai ragione, ti ho mentito. E non ho scusanti. L’unica cosa che posso dire a mia discolpa è che detesto parlare di ciò che accadde tra me e Melanie da quel momento in poi.- spiegò.
Sara non aprì bocca ma le sue orecchie si tesero in ascolto e il suo sguardo si incuriosì.
 
*Inizio flashback*
 
Erano sdraiati sul letto della stanza di Elijah con il solo lenzuolo di seta a coprire i loro corpi nudi. Gli occhi dell’una ero persi in quelli dell’altro in seguito alla notte di emozioni che avevano trascorso. Una mano di lei toccava insicura il suo petto marmoreo, mentre una mano di lui accarezzava delicata il fianco di lei.
- Chissà cosa direbbe mio padre se lo scoprisse.- disse la giovane ridacchiando.
Elijah sorrise. –Sicuramente ne sarebbe sorpreso e forse un po’ deluso da me, in fondo avevo giurato di proteggerti e guarda a che punto siamo arrivati.-
Melanie era a conoscenza del segreto di Elijah, lui stesso le aveva rivelato la verità e lei l’aveva accettata senza tanti problemi.
- No, non lo sarebbe. Lui si fida di te.- 
Il vampiro sospirò. –Melanie…-
- No.- lo interruppe premendogli un dito sulle labbra. –Quando inizi il discorso con “Melanie..”è evidente che vuoi rifilarmi la ramanzina del “per noi non ci sarà futuro”. Lo so e non mi interessa. Io voglio vivere il presente, poi quello che sarà, sarà.-
Lui annuì e si avvicinò per catturare le sue labbra in un bacio, ma si bloccò quando i suoi occhi si posarono sul collo della ragazza. Lì, invisibili per l’occhio umano, ma visibilissimi per un vampiro, stavano due puntini rossi, ormai quasi svaniti. Come aveva fatto a non notarli prima? Già, la fascia che Melanie indossava ogni giorno. Come aveva potuto essere così stupido?
- Che c’è?- chiese lei innocentemente.
- Chi ti ha morso sul collo?- chiese l’Originario senza tanti se né ma.
Melanie lo guardò confusa. –Cosa?-
- Il morso.- ripeté Elijah. –Chi è stato?-
Lei scosse la testa. –Ti giuro che non so di cosa tu stia parlando.-
Elijah capì che era stata soggiogata e un pensiero quasi involontario balenò nella sua mente: Klaus.
 
*Fine flashback*
 
- Pensi che ci sia Klaus dietro la sua trasformazione?-chiese Sara dopo aver ascoltato anche quella parte del racconto con non poche difficoltà. Sapere che Elijah e Melanie avevano fatto sesso non l’aiutava a sentirsi meglio.
Elijah annuì, sollevato per il fatto che almeno gli stesse rivolgendo la parola. -È la teoria più papabile.-
- Non potrebbe essere stato un vampiro qualunque?-
- Ne dubito fortemente. Il morso di Melanie era stato fatto in maniera troppo precisa per essere un morso da nutrimento.- spiegò guardando fuori dal vetro. –Era stato fatto per divertimento, una cosa tipica di Klaus.-
Sara aggrottò le sopracciglia. –E l’ha fatto proprio alla ragazza che ti avrebbe ospitato?-
Il vampiro sfoggiò l’ennesimo sorriso amaro della giornata. –Hai capito, vero?-
La ragazza ricollegò tutti i pezzi del racconto e sbarrò lo sguardo. –Vuoi dire che Klaus ti stava seguendo?-
Lui annuì e si voltò verso di lei per guardarla negli occhi. –E ne ebbi la conferma la sera seguente.-
 
*Inizio flashback*
 
Era stato avvertito da uno dei vampiri che lavoravano per lui che Klaus era in città e subito aveva preso la sua decisione: partire. Andarsene lontano da Londra. Per sempre. Klaus era  vicino, troppo vicino. Non poteva rischiare. Era pronto a sparire nella notte e lasciarsi tutto alle spalle, quando s’imbatté in Melanie. Stava correndo e aveva le lacrime agli occhi.
- Che significa questa storia?- gli chiese. –Mio padre mi ha detto che stai partendo. Perché te ne vai?-
- Non posso più stare qui.- rispose sbrigativo.
Fece per andarsene, ma Melanie lo trattenne per un braccio. –Portami con te.- lo supplicò.
Elijah scosse la testa. –No, è troppo rischioso. Il mio mondo non è fatto per una ragazza come te.-
- E allora trasformami.-
Lui la prese fortemente, quasi in maniera brutale, per le spalle. –Mai.- disse con durezza. –Non dannerò mai la tua anima.-
La giovane ormai aveva il volto rigato dalle lacrime. –Elijah ti prego non farmi questo. Non lasciarmi.-
L’Originario le accarezzo delicatamente una guancia. –Devo farlo.- poi prese il suo volto fra le mani e la guardò intensamente negli occhi. –Dimenticami. Dimentica tutto ciò che c’è stato fra noi, tutti i baci e tutte le carezze. Vai avanti e trova qualcuno che ti ami più di me, qualcuno che ti dia la vita che meriti. Sarà come se non fossi mai esistito.-
Lasciò che una lacrima sfuggisse al suo controllo con quelle parole e poi sparì.
 
*Fine flashback*
 
- L’hai soggiogata.- non era una domanda.
- Era l’unico modo per far sì che non mi cercasse. Volevo tenerla lontana da tutto questo, ma a quanto pare…-
- Non è stato così.- concluse Sara al suo posto.
Le labbra di Elijah si tesero. –Già.-
Passarono qualche istante nel silenzio più profondo e poi fu Sara a parlare.
- Grazie per essere stato onesto con me.-
Lui la guardò. –Era il minimo che potessi fare.-
La ragazza annuì. –Mi dispiace di averti urlato contro prima.-
- Ne avevi tutto il diritto. Non avrei dovuto tenertelo nascosto.- le disse Elijah.
Si guardarono per un attimo e poi lui si avvicinò a lei, ma prima che potesse baciarla, lo bloccò.
- Lasciami ancora stanotte per elaborare il tutto. Possiamo riparlarne domani?- disse con un velo di insicurezza nella voce.
Le scocciava respingerlo in quel modo, ma se l’avesse baciato, si sarebbe sentita scorretta. Scorretta con se stessa. Aveva bisogno di accettare i fatti prima di aprirsi nuovamente con Elijah: il dolore e la delusione per ciò che le aveva tenuto nascosto, erano ancora lì.
Elijah annuì comprensivo e Sara scese dalla macchina augurandogli la buonanotte.
 
***
 
Melanie se ne stava seduta sul divano con un bicchiere di sangue in una mano e un dipinto di lei ed Elijah di quel giorno sul prato nell’altra. Era uno dei ricordi più belli della sua vita da umana.
- Certo che sei proprio uno stalker.- disse quando Klaus fece il suo ingresso nel soggiorno. -È davvero inquietante sapere che mi hai spiata.-
L’ibrido sorrise. –Non per offenderti, love, ma io stavo spiando il mio fratellone.- prese in mano il dipinto. –Devo dire che è una delle mie opere migliori: ottima espressività dei soggetti e colori luminosi.- poi appoggiò il dipinto sul tavolo e si sedette sul divano prendendo in grembo le gambe della vampira. – E comunque eravate davvero una bella coppia, non c’è che dire.-
- Già, fino a che qualcuno non l’ha distrutta.- disse Melanie con fare colpevolizzante.
- Dai non guardarmi così, mi ferisci. E poi, se Elijah non ti avesse lasciata, non saresti mai diventata ciò che sei ora.-
 
*Inizio flashback*
 
Se ne stava seduta sul prato ad osservare le stelle. Il vento caldo le spostava i capelli ondulati e la rilassava. Ma era come se le mancasse qualcosa: le sembrava di aver già passato dei momenti simili, ma le apparivano come dei sogni lontani, come presi da un’altra vita.
All’improvviso ci fu una folata di vento e, seduta accanto a lei, apparve una figura. –Dio! Vi sembra il modo di comparire così all’improvviso?-
- Suvvia, non fate la melodrammatica, Melanie. Lo so che mi aspettavate.- disse in tono giocoso lo “sconosciuto”.
La ragazza lo guardò attentamente e, grazie alla luce della luna, vide il volto di quell’individuo. –Klaus…- sussurrò sorpresa.
Quello le sorrise. –Ah, allora vi ricordate di me. sono contento, temevo che il mio caro fratello, Elijah vi avesse fatto dimenticare anche di me.-
Melanie lo guardò confusa. –Vostro fratello? Io non ho mai conosciuto vostro fratello e nemmeno qualcuno di nome Elijah.-
Il sorriso del vampiro si fece beffardo. –Proprio la risposta che immaginavo di sentire.- 
In meno di cinque secondi si morse il polso e le fece bere il suo sangue. Poi con un rapido gesto le spezzò il collo come se fosse un ramoscello.
 
*Fine flashback*
 
- Quindi mi hai trasformata solo per avere informazioni su tuo fratello?-
L’ibrido si passò una mano fra i capelli. –All’inizio sì, ma poi ho pensato che saresti potuta essere utile in un modo o nell’altro.-
Melanie strizzò gli occhi e lui fece comparire il suo solito sorriso. Lei allora alzò gli occhi al cielo e scosse la testa. –Come ti pare. Comunque hai sbagliato a dire una cosa.-
-Sarebbe?- chiese Klaus incuriosito.
- Io ed Elijah non eravamo una bella coppia. – disse e osservò lo guardo di Klaus farsi confuso. Gli sorrise. –Io ed Elijah saremo una bella coppia. Pensi che solo per quella sgualdrina smetterò di volere tuo fratello? Vuol dire che non mi conosci abbastanza.
Klaus ridacchiò. –Invece credo di conoscerti anche troppo bene. Questa era proprio la reazione che speravo di ottenere. Trasformarti in vampira è stata una delle mie idee migliori.- disse prendendo anche lui un bicchiere di sangue.
Melanie fece scontrare il suo con quello di Klaus. –Non mi darò pace finche Elijah non sarà di nuovo mio.-
I suoi occhi si illuminarono di una nuova luce. Sì, si sarebbe ripresa il suo Elijah, anche a costo di uccidere l’intera città.
Fece un sorriso sghembo e bevve il liquido vermiglio.
 
 

Angolo dell’autrice:
No, non era un miraggio, era davvero il nuovo capitolo!
Scusate per il ritardo di mesi e mesi ma la scuola quest’anno mi è nemica e con tutti questi flashback sono letteralmente impazzita…infatti NON SCRIVERO’ MAI PIU’ UNA STORIA PIENA DI FLASHBACK! xD
Comunque per farmi perdonar vi lascio qualche possibile SPOILER sul prossimo capitolo…
 
1)      il titolo sarà “Cuore in frantumi” (si inizia bene)
2)      una coppia si riconcilierà (su, questo è un bene)
3)      il capitolo si concluderà con un incidente stradale (be’…questo non è un bene)
 
detto ciò, scusatemi ancora per il ritardo! Leggerò e risponderò il prima possibile a tutte le nuove recensioni per le quali vi ringrazio infinitamente!
Alla prossima,
Cate
  
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