Si lascia cedere sul letto, confuso. Non ha la minima idea di cosa stia succedendo.
Perché non ha detto a Fury di portarsi via Loki? Insomma, avrebbe riavuto casa sua, un’indipendenza e non ci sarebbe più stato nessun alieno/dio/psicopatico sul suo divano a consumargli il soffitto con lo sguardo.
Avrebbe potuto liberarsi di quella presenza inquietante e onnipresente, ma quando Loki lo ha guardato con quegli occhi disperati ogni pensiero di sbarazzarsi di lui si è volatilizzato.
E poi il nuovo comportamento di Loki: che gli è preso? È davvero così felice di essere accettato o sta tramando qualcosa?
Non ha il tempo di rifletterci che il sonno prende il sopravvento e le sue palpebre si chiudono.
* * *
Le porte dell’ascensore scorrono, rivelando il biondo occupane al suo interno.
Steve si fa strada nel loft quasi uccidendosi su una bottiglia vuota lasciata a terra ; lancia un ben poco virile urletto che richiama l’attenzione del dio sul divano.
« Buonasera Rogers. »
« Non potevi togliere quella bottiglia di mezzo?! »
« Non mi occupo delle pulizie di questo posto. »
« Potresti, non ti farebbe certo male. » torna a fissare lo schermo.
« Prigioniero, non donna delle pulizie. »
Sbuffa « E quello? » fissa allarmato il computer sulle gambe di Loki.
« Me l’ha dato Stark. »
« E dov’è?
« Chi? »
« Stark. »
« Perché dovrei saperlo? »
« Perché vivi con lui. »
« E perché dovrei dirtelo? »
« Perché sei un prigioniero…» inizia a tentennare.
« E quindi? » non si è ancora degnato di guardarlo negli occhi.
« Quindi te lo ordino! »
Scoppia a ridere e finalmente alza lo sguardo « Tu? Ordini? A me? Sul serio, soldatino? »
« Esatto, e in quanto prigioniero devi ubbidire. »
« Aspetta, fammi valutare questa gentile proposta. » si porta una mano al mento come se stesse riflettendo « No. » lo fissa con un sorrisetto strafottente.
« Dannazione a te! » lo afferra per il collo sollevandolo dal divano « Ma chi ti credi di essere? »
« Un dio…» rantola cercando di forzare con le dita la mano del Capitano.
« Di Dio ce n’è uno solo, e di certo non sei tu. Mettitelo in quella testa malata: qui non conti nulla, non sei nessuno. » lo scuote crudelmente.
« Non che io lo sia mai stato…»
« Steve! Ma che cazzo stai facendo?! » Stark esce dal corridoio e si allunga verso il punto quasi fuori dalla sua portata in cui si trova la mano del biondo « Mettilo giù! »
Lo lascia andare ma lo scaraventa dall’altra parte della stanza, schiaffandolo contro un muro. Loki si rialza a fatica, massaggiandosi la gola.
« Ma che ti è preso? » Tony si frappone previdentemente tra i due.
« Mi ha provocato. »
« E ti sembra un motivo valido per tenerlo come un palloncino? »
« Ma…»
« Ragiona: chi è il pazzo qui dentro? »
« Lui. »
« Appunto. Quindi siamo noi a dover mantenere la calma. Comunque se io avessi dato retta a tutte le sue provocazioni a questo punto sarei ammattito o lui si sarebbe trovato con almeno il naso rotto. Su, Rogers, non far passare me per quello maturo. »
Loki cerca di defilarsi silenziosamente ma Tony lo ferma posandogli una mano sulla spalla e facendolo sussultare.
« Tutto ok? »
Annuisce debolmente e si rifugia nella propria stanza.
Il moro non può trattenere un’aria di compassione.
« Oh, insomma, Stark! Anche se fa quell’aria da cucciolo ferito sappiamo chi è, non può farti pena. »
« Forse un po’ sì. »
« Ma piantala! »
« Che ti ha fatto? Ti ha attaccato? Non credo, Jarvis mi avrebbe avvertito. »
« Te l’ho detto, mi ha provocato. »
« A parole? »
« Certo. »
« Cosa ti aspettavi dal dio dell’Inganno? Complimenti e convenevoli? »
« Non è un dio. »
« Piantala con questa questione di semantica e piantala di tirarlo contro i muri, mi rovini casa. » si avvicina all’isola/spappola-fegato e si versa un bicchiere.
« Comunque sono venuto qui per conto di Fury. »
« Non poteva alzare il telefono invece che mandare il ragazzone d’oro? »
« Passavo di qui e mi ha detto di dirti che domani alle nove e mezza ci dobbiamo trovare alla base, tarda un minuto e ti licenzia. »
« Sarebbe davvero un peccato…»
« Ha detto che l’avresti detto, e ha detto di dirti che se l’avessi detto non solo ti licenzia, ma ti congela anche i conti. »
« Stupido guercio. » svuota il bicchiere con un sorso « Bene, torna a casa Lessie, e dì al tuo padrone che se gli va bene verso le dieci e mezza sarò lì. » prima che il biondo possa ribattere lo spinge nell’ascensore e preme il pulsante per il piano terra; nell’istante in cui le porte stanno per chiudersi balza fuori e saluta l’altro con una mano.
Ma perché il circolo delle turbe mentali deve sempre riunirsi a casa sua?
A proposito di pazzi… Posa il bicchiere e si dirige verso la stanza di Loki. La porta è socchiusa.
« Ehi. » bussa piano « Posso? »
Nessuna risposta.
Si affaccia sulla soglia. Il dio è sdraiato sul letto, le mani allacciate dietro la nuca e lo sguardo perso verso il soffitto.
« Posso entrare? »
Ancora nulla.
« Ok, chi tace acconsente. » entra nella stanza e si siede sulla scrivania di legno scuro « Che gli hai detto per farlo scattare? Insomma, li è Capitan Pazienza, non riesco nemmeno io a farlo incazzare, come ci sei riuscito? »
« Non lo so. »
« Allora non ti ha mangiato la lingua. »
« Il computer…»
« Cosa? »
« Lo ha fatto cadere. » mugugna come un bambino.
« Ferro-Vecchio, porta qui il suo computer. » il robottino si avvia cigolando e torna dopo poco con il portatile tra le pinze. È integro. Tony lo prende e si avvicina a Loki, che intanto i è tirato a sedere; il dio si avventa sul computer e lo stringe a sé, come se in quelle poche ore fosse diventato il suo compagno di vita.
« Se hai questa reazione per una macchina chissà cosa faresti con un cucciolo. »
« Un cucciolo? » inclina la testa di lato imitando l’espressione di un gattino.
« No, me ne basta uno. »
« Cosa? »
« Niente. »
« E dai. » posa il computer, curioso.
« No. » incrocia le braccia.
« Tanto questo gioco lo vinco io. » sistema la sciarpa verde sul collo e solo in quel momento Tony si accorge della sparizione della cravatta.
« Non è necessario che ti cambi così di sovente, sei in casa, non devi andare da nessuna parte. »
Lo fulmina con lo sguardo.
Bravo Stark, complimenti.
« È la verità, non sono solo indorare la pillola. Comunque perché la sciarpa? Hai freddo? »
« No. »
« Quindi perché? » lo incalza.
« Dato il tuo comportamento non credevo che in questa casa vigesse un codice d’abbigliamento. »
Alza gli occhi al cielo e gli strappa via la sciarpa per dispetto, ma poi nota dei segni violacei sulla sua gola « E quelli? » domanda sgranando gli occhi.
« Pensi che faccia bene venire appesi per il collo? » prova a riprendersi la sciarpa ma Stark lo allontana.
« Perché non ti sei curato? » chiede dopo un attimo di silenzio.
« Perché non posso. »
« Come no? Prima hai curato me.
« Posso fare solo una piccola magia al giorno, non di più. »
« Jarvis! »
« Lascia stare il barattolo, non ci può fare nulla. Vedi questo? » scosta il polsino della camicia e mostra un sottile braccialetto nero « È un dispositivo asgardiano che controlla i miei poteri. Se usassi la magia più di quanto mi è concesso assorbirebbe completamente i miei poteri e mi ucciderebbe. »
« Perché non lo sapevo? Sei sotto la mia custodia, avrebbero dovuto dirmelo. »
« Sono cose che non comprendi, sarebbe stato inutile. »
« Ma che simpatici. »
« Non è un insulto verso le tue capacità intellettuali. La nostra magia è qualcosa che qui su Midgard è ignota, quindi non ti stanno denigrando. Darebbe come insultare un cane perché non sa volare. »
« Sempre più simpatici. »
« Oh, piantala, Stark! »
Restano seduti a guardarsi in cagnesco ma dopo un attimo gli occhi di Tony si illuminano e si alza, avviandosi verso la porta.
« Dove stai andando? »
« Mi è venuta un’idea. »
Loki resta a fissare la porta, incuriosito e tentato di seguirlo anche se poi preferisce continuare a fare la vittima e restarsene sul proprio letto. Si guarda intorno e non sa per quale motivo, dopo due mesi, quel posto non gli sembra più così male; forse è vero, forse l’avere finalmente un posto dove il primo desiderio alla sua vista non è quello di cacciarlo è quasi piacevole. Non che avere Stark continuamente intorno sia la sua massima aspirazione, ma è pur sempre meglio che starsene da solo chiuso in una cella con delle guardie terrorizzate che lo sfottono e lo insultano per scacciare la paura. Perlomeno Stark il ruolo di carceriere lo prende abbastanza alla leggera; certo, sfotte, è fastidioso, petulante, si ubriaca e dopo essersi scolato una buona metà del suo piano bar si mette a urlare e imprecare contro tutto e tutti, ma in fondo in fondo, molto in fondo, non è così male.
Note
della Vecchia Volpe
Rieccomi! So di essermi fatta desiderare, ma ero in viaggio e non potevo copiare il capitolo, scusate.
Non mi convince molto la conclusione di questo capitolo, lo ammetto, ma ho dovuto tagliare a metà una parte che altrimenti sarebbe diventata troppo lunga, fatemi sapere che ne pensate :D
Grazie mille a tutte quelle che recensiscono, mettono tra le seguite, le preferite e le ricordate <3
Sempre il solito grazie speciale a MelaChan e Resha_Stark che mi aiutano a trovare idee e leggono pazientemente e avidamente ogni parola che scrivo.
Baci.