3) Why do I want
him, now?
La
mattina dopo è una
mattinata tranquilla.
Jack si alza senza
problemi e non sembra affatto agitato alla prospettiva di andare a
scuola, anzi
è iperattivo come un cocainomane dopo una sniffata:
è incredibile che effetto
gli faccia Ava.
Lo accompagno a scuola e
poi mi rifugio nel mio solito bar indiano, pensando alle sensazioni che
Tom mi
ha dato ieri sera.
Dobbiamo procedere con cautela
con il suo piano o rischiamo davvero che ci si rivolti contro e non
è il
massimo: Jack potrebbe decidere di vivere con il padre invece che con
me.
Arrivata a casa, i figli
di Tom dormono ancora lui invece è attaccato al telefono e
rimane attaccato al
telefono per tutta la mattina.
Anche quando Ava e JoJo si
svegliano non lo molla per un secondo, io preparo la colazione ai suoi
figli e
poi metto il più piccolo sul divano a guardare la tv
– un programma per bambini
– raccomandando a Tom con un linguaggio di segni di tenerlo
d’occhio.
Io invece vado in camera
mia con Ava e come promesso cerco di darle qualche lezione di basso,
non
combiniamo granché, ma almeno ci divertiamo.
A mezzogiorno vado a
preparare il pranzo aiutata da lei: penso di fare una cotoletta
all’italiana e
delle patatine fritte.
Io preparo le cotolette,
lei sbuccia le patate e poi insieme le immergiamo nell’olio
bollente.
Quando Jack arriva a casa
vedendo Ava e il suo piatto preferito sorride e si mette a saltellare
dalla
gioia coinvolgendo Jonas nella sua danza.
Tom finalmente si stacca
dal telefono e si massaggia la tempia con le dita, sembra reduce da un
incontro
di box.
A tavola gli chiedo a chi
abbia telefonato.
“Uhm, allora andiamo con
ordine.
Alla Macbeth per alcune
cose, all’avvocato per dirgli di preparare i documenti per il
divorzio da Jen e
poi ho parlato con la segreteria della scuola di Jack per vedere cosa
fare per
iscriverci anche Ava e a un asilo per lo stesso motivo.”
Alla parola “scuola” la
forchetta cade di mano ad Ava.
“Mi iscrivi a una
scuola??? Io pensavo che questa fosse una vacanza.”
“No, tesoro. Rimarremo a
Londra per un po’ e tu non puoi perdere l’anno.
Domani vado alla scuola quindi
verrò anche io con te e Jack.”
Jack sbuffa, io
impallidisco: chissà cosa penseranno le altri madri!
Tom ci guarda con uno
sguardo divertito.
“Suvvia, non prendetela
con così, non è morto nessuno.”
Io mi chiedo se quest’uomo
di trentasei anni sappia cosa siano capaci di fare un gruppo di donne
affamate
di pettegolezzi, di questo passo il nostro piano di mostrarci insieme
subirà
una brusca accelerazione!
Lo osservo un po’ meglio e
mi rendo conto che lo sa benissimo e che l’ha fatto apposta,
devo chiedergli
perché, ma
non posso farlo davanti ai
bambini!
Finito il pranzo spedisco Jack
a fare i compiti e Ava e Jonas a giocare nella loro camera.
“Si può sapere cosa ti
prende?”
“Cosa mi prende in che
senso?”
Mi chiede Thomas facendo
scorrere annoiato i canali della tv inglese.
“Perché hai voluto
accelerare il piano?”
Lui mi guarda.
“Credi che non mi sia
accorto che inizi a provare attrazione per me?
Quando Mark ritornerà non
ti perdonerai di avere scopato con me, quindi prima iniziamo e prima
finiamo e
tu tornerai a sfogare i tuoi bollenti spiriti con tuo marito non con
me!”
Io arrossisco fino alla
radice dei capelli.
“Sei uno stronzo!”
“Sì, può darsi che io lo
sia, me lo dicono in tanti, ma questa volta sai che ho
ragione.”
Io scoppio improvvisamente
a piangere e lui mi guarda incredulo, visto che non smetto si alza e mi
abbraccia.
“Che ti succede?”
“Mi manca da morire e mi
sento in colpa per provare qualcosa verso di te.
Vorrei che tu fossi un
semplice amico, ma è vero, sento una forte attrazione verso
di te e so che mi
mancherai quando Mark tornerà.
Ho paura che il mio
matrimonio andrà in pezzi lo stesso, Tom e che questa volta
sarò io la causa di
tutto quanto!”
Lui mi stringe di più
senza dire nulla.
“Allora ho ragione, è
meglio se ci sbrighiamo per tutti.”
Già, ha ragione.
Per il resto la giornata
trascorre tranquilla, porto Ava e Jack a fare skate al parco e cucino
la cena.
Alla sera Ava e Jack si
chiudono in camera di Jack a guardare un film alla tv, Tom li guarda un
po’
male, ma non dice nulla.
Alle dieci spedisco tutti
a letto e come la notte precedente io dormo nel mio letto e Tom sul
divano.
Deve essere scomodo
dormire lì per lui, perché la mattina dopo
è tutto curvo e lamenta dolori in
tutto il corpo.
“Porca merda, non ho più
vent’anni!”
Lo sento mormorare in
bagno, credendo che nessuno lo senta.
Anche questa mattina Jack
non fa storie per andare a scuola, sono io quella che vorrebbe bigiare:
mi
immagino già l’attacco a cui verrò
sottoposta dalle altre mamme.
Tom però ha ragione: la
famiglia DeLonge non è qui in vacanza e Ava non deve perdere
giorni di scuola,
anche se lei lo vorrebbe tanto.
Quella bambina somiglia a
Tom in una maniera impressionante, sia nel fisico che nel carattere.
In ogni caso è troppo
tardi per tirarsi indietro; io, Tom e Jack ci rechiamo a scuola, Jack
corre
subito dai suoi amici e Tom dalla preside.
Merda, sono stata lasciata
da sola in mezzo alle iene!
Le vedo avvicinarsi con
aria curiosa e la febbre da gossip a tremila, me le vedo spettegolare
su come
la povera Skye
abbia già trovato un
sostituto del marito, e che sostituto!
Deglutisco e mi appiccico
sul volto il sorriso più cordiale che riesco a trovare.
“Ciao Skye!”
Ecco la prima iena.
“Ciao!”
“Chi è quell’uomo che è
sceso con te?”
“Un amico che vuole
iscrivere sua figlia alla stessa scuola di Jack.”
Dico cauta, lei mi
batte una mano sulla spalla maliziosa.
Gliela taglierei quella mano, chi cazzo ti credi di essere per
comportarti
così?
“Ma dai, l’abbiamo
riconosciuto tutte: è Tom DeLonge.”
“Sì, e allora?
Non posso essere amica di
Tom?”
Lei mi guarda maliziosa.
“Solo amica?”
Il tono eccessivamente confidenziale
di questa sconosciuta mi dà ai nervi e spero di non spaccare
qualche testa
mentre Tom è impegnato nel colloquio con la preside.
Vedo già i titoli sui
giornali: “Skye Hoppus ammazza un gruppo di donne in preda a
un raptus di
follia dopo il recente tradimento di suo marito.”
Calma Skye!
Per mezz’ora – mezz’ora! –
continuano a farmi domande su Tom e a cercare di farmi ammettere che
è il mio
amante.
Quando finalmente lui esce
da scuola, io le abbandono con sollievo e trascino Tom in macchina.
“Muoviti prima che le iene
arrivino!”
Parto sgommando e
rischiando di stampare la testa di Tom sul parabrezza della mia
utilitaria.
“Di’ un po’, volevi
uccidermi?”
“No, solo salvarci da
quelle arpie!”
“E adesso dove andiamo?”
“Al solito posto!”
Rispondo stizzita.
“Dio solo sa quanto avrei
bisogno di farmi una canna!”
“Ci sono i bambini a
casa.”
“Lo so, dobbiamo trovare
un altro posto!”
Lui ride e questa volta
non protesta quando lo porto al mio solito bar gestito da indiani, anzi
si
gusta la colazione.
“Cosa ti ha detto la
direttrice?”
“Che Ava potrà iniziare a
frequentare dalla settimana prossima.”
“Perfetto, adesso Jack non
avrà più problemi, vorrà sempre andare
a scuola.”
Tom se la ride.
“Diventeremo cognati.”
“Così pare!”
Finita la colazione,
camminiamo a piedi per il quartiere e individuiamo un parco: ci sono
parecchi
ragazzi in età scolare che cazzeggiano.
Io mi avvicino a uno di
loro.
“Scusate, passa spesso la
polizia di qui?”
“No, bianca. Perché?”
“Perché voleva sapere se
c’era il tempo di farsi una canna senza finire in
centrale.”
Risponde Tom al mio posto,
il ragazzino sorride.
“Ok, basta che offri un
tiro.”
Tom annuisce.
“Certo, amico. Bisogna
essere generosi.”
Lui ci porta in una zona
appartata del parco, caccia una coppietta riservando particolare
energia alla
ragazza e poi ci fa segno di sederci.
Tom inizia a preparare il
tutto, mentre il ragazzo continua a borbottare.
“Cosa succede?” chiedo
gentile.
“Quella era mia sorella!
Se i miei genitori sapessero che frequenta un bianco la ammazzerebbero,
è già
stata promessa a un cugino di un cugino che viene dall’India
per sposarla.”
“Penso che i tuoi genitori
dovranno rassegnarsi al bianco.”
Lui sbuffa e mugugna
qualcosa che somiglia a un: “ Lo so, lo so, ma che rottura di
palle!”
La canna è pronta e
l’argomento viene accantonato, parliamo d’altro
finché non è finita.
Quando è finita Tom butta
via i resti e mi aiuta ad alzarmi perché barcollo
leggermente.
“Guido io.”
“Va bene!”
Torniamo alla macchina e
seguendo le mie indicazioni a casa, non appena entro nel mio
appartamento
saluto i figli di Tom e mi butto a letto.
Ho bisogno di riposare.
Mi
sveglio all’arrivo di
Jack che urla un: “Buongiorno!” a tutto volume.
Merda, devo preparare il
pranzo!
Con fatica mi alzo ed esco
dalla camera, miracolosamente il tavolo è già
apparecchiato e c’è una teglia di
lasagne in mezzo.
“Hai cucinato tu?”
Sussurro a Tom.
“No, ho ordinato una
teglia di lasagne a una gastronomia qui vicino, tu sembravi in
coma.”
“Ho bisogno di riposare.”
Mi siedo a mangiare, Jack
racconta ad Ava la sua giornata e lei gli racconta sua chiamandolo
perdente per
essere andato a scuola, mentre lei si è goduta una mattinata
di videogiochi.
“Le cose stanno per
cambiare, tesoro.”
L’espressione di Ava passa
dalla felicità al puro terrore.
“Tra una settimana andrai
alla scuola di Jack.”
Lei sbuffa e riprende a
mangiare svogliata, sul volto di mio figlio invece si fa largo un
sorrisone
luminosissimo. Sembra gli abbiano detto che Natale sarà
domani e Babbo Natale
gli porterà una marea di cose.
Dopo pranzo spedisco Jack
a fare i compiti, io, Ava e Jonas invece ci vediamo un film, Tom esce
senza
dire a nessuno dove vada.
Finito il film Ava, Jack e
Jonas mi chiedono di accompagnarli al parco. I due più
grandi fanno skate,
Jonas li guarda invidioso dalla sua altalena.
“Voglio uno skate anche
io, ma papà dice che devo aspettare almeno altri due anni
per averne uno.
Uffa!”
Io sorrido, anche Jonas
somiglia un po’ a Tom in fondo.
Arriviamo a casa e
troviamo Tom seduto al tavolo con delle carte: i documenti del divorzio
suppongo.
“Ehi Tom.”
“Ehi Skye.”
“Senti, stasera dormo io
sul divano, ok?”
Lui mi guarda stralunato.
“Ma è scomodo! Senza
offesa, eh!”
Io sorrido.
“è per questo che ti cedo
il letto per stasera.”
Lui si gratta il mento.
“Potrei
dormire nella camera dei bambini.”
“Io ho un letto in più,
Ava potrebbe dormire da me, tu nel letto di mamma e mamma nel letto di
Ava!”
Tom lo fulmina con
un’occhiataccia, nonostante la gomitata che gli rifilo.
“Tu non dormirai con mia
figlia, ragazzino!”
“Io non voglio farle del
male!”
“Lo so io cosa vuoi
farle!”
Tuona Tom, in perfetto
stile da padrino siciliano.
“Cosa voglio farle?”
Tom apre la bocca un paio
di volte senza dire nulla, poi diventa rosso come un peperone e non
è più in
grado di spiccicare una parola.
“Forza, Tom! Spiega a Jack
cosa potrebbe fare ad Ava!”
Butto lì io ironica, poi
guardo mio figlio.
“Con te dormirà Jonas, Tom
in camera mia e io nella stanza di Ava.”
Jack sbuffa e se ne va in
camera sua borbottando su quanto sia strano e rompicoglioni Tom,
chissà dove
l’avrà imparata quella parola!
Non lo riprendo solo
perché al momento è quella più adatta
a descrivere Tom.
“Di’ un po’! Cosa volevi
fare prima, eh?
Spiegargli come nascono i
bambini già che c’eri?”
“Per carità di Dio, voi
donne esistete apposta per quello!”
Borbotta lui, uscendo in
terrazza con una sigaretta dietro all’orecchio borbottando
che questa è una
casa di matti.
Io vado a cucinare la
cena, costolette di agnello per tutti, di là invece
preparano la tavola e
litigano: a volte Tom è ancora un bambino.
Anche Mark lo era a volte
e mi sale la tristezza, chissà se anche con Jen fa il
bambino oppure fa solo il
serio.
Finito di cucinare servo
la cena che tutti apprezzano dato che in men che non si dica sono
finite tutte.
Come tutte le altre sere guardiamo un po’ la tv tutti
insieme, poi i bambini
vanno a letto e rimaniamo solo io e Tom.
Stanno dando un mieloso
film d’amore che mi fa schifo e non vedo l’ora che
si decida a cambiare canale.
“Dai cambia, Tom!”
“No, voglio vedere quando
scopano, Skye!”
Io mi lancio su di lui per
recuperare il telecomando – in fondo siamo in casa mia e
decido io cosa vedere
e cosa non – senza tener conto che l’effetto del
suo corpo fa sul mio.
Ricevo una scossa e
l’atmosfera cambia da giocosa a elettrica.
Pessima mossa, Skye.
Pessima pessima mossa.
Non ho il tempo per
rimproverarmi che mi ritrovo le labbra di Tom che premono sulle mie, il
mio
corpo agisce da solo e le schiude, così che si possa
approfondire questo bacio.
In un attimo siamo uno
sopra sul divano a baciarci appassionatamente come due adolescenti alle
loro
prime esperienze.
È solo con fatica che
riprendo il controllo di me e appoggio le mani sul suo petto per farlo
smettere.
“Giusto, giusto.
Deve essere solo una
finta, io vado a letto.”
“Anche io.”
Replico atona.
Quando entro nella
cameretta Ava è ancora sveglia.
“Ciao Ava."
“Ciao Skye. Ti piace il
mio papà, non è vero?”
Io mi metto in pigiama,
rimuovo il bacio tra me e Tom e il rossore dalla mie guance e mi metto
a letto.
“No, è solo un amico.”
“A me piaceresti come
matrigna, ma non voglio che Jack sia mio fratello.”
Io la guardo incuriosita.
“Come mai?
Pensavo ti piacesse.”
Lei arrossisce
vistosamente e si nasconde un po’ di più sotto le
coperte.
“Certo che mi piace! È… è
bello! Sa andare in skate e gli piace che anch’io sappia
farlo, gli altri
maschi mi hanno sempre detto che ero una schiappa quando lo facevo.
Gli piace il pop-punk e
non mi chiama poser per questo, adoro il suo umorismo, beh, adoro tutto
di lui.
Io non lo voglio come
fratello, lo voglio come ragazzo e poi come marito.
I fratelli non si
sposano.”
Se Tom sentisse queste
parole inizierebbe a tirare testate al muro e poi correrebbe ad
iscrivere sua
figlia in un collegio retto da suore, io invece inizio a pensare che
tra
qualche anno dovrò davvero prenotare Notre Dame.
Mi conviene pensarci per
tempo, visto che la lista di attesa per potersi sposare lì
sarà lunga come non
so cosa e poi dovrò pensare al vestito e fare un corso di
yoga.
Non voglio tentare di annegare
Jen nella Senna nel giorno del matrimonio del mio unico figlio!
“Skye?”
“Sì, Ava?”
“Non vuoi che sposi Jack?”
“No, mi va benissimo.
Adesso però siete un po’ troppo piccoli, non credi?
Tra dieci anni potrete
sposarvi, che ve ne pare?”
Lei incrocia.
“Dieci anni… Sono tanti
dieci anni e ci saranno tante ragazze che ci proveranno con lui, ma lui
è mio e
io me lo riprenderò sempre.”
Ecco un lato di Ava che
ricorda vagamente Jen in senso buono.
“Ava?”
“Sì?”
“Non ti manca tua madre?”
Lei sbuffa.
“No, lei non voleva farmi
fare skate e suonare il basso, voleva vestirmi di rosa e iscrivermi a
danza
classica.”
Il tono in cui pronuncia
“rosa” e “danza
classicaӏ schifato al massimo.
“Io le odio queste cose e
poi non voglio fare la cheerleader o la reginetta del liceo, io voglio
solo
essere Ava.”
Io sorrido.
“E sarai Ava, sarai quello
che vorrai essere!”
Ava mi sorride e dopo
qualche altro attimo di chiacchiere si addormenta sorridendo.
E così anche ad Ava piace
Jack e se le cose andranno avanti così ce li ritroveremo
davvero fidanzati,
sposati e felici.
Beh, almeno loro saranno
felici.
Io sono in una situazione
di confusione terribile: da una parte amo Mark e lo rivoglio,
dall’altra ho
appena baciato Tom e mi è piaciuto da matti.
Non so se siano i miei
ormoni in subbuglio e in astinenza o se sia altro, tipo una cotta.
Una cotta a trentasette
anni per il miglior amico di tuo marito, roba da mettersi le mani nei
capelli!
L’adolescenza l’ho passata
da un pezzo eppure…
Eppure oggi mi sono fatta
una canna come ai tempo del college e poi ho baciato un uomo sul divano
con la
stessa foga con cui lo facevo con il mio primo ragazzo.
C’era quella voglia di
stare insieme e scoprirsi, mista alla paura di venire sgamati da
qualcuno.
Mi tiro le coperte sopra
la testa, ma non serve a molto così sguscio fuori dal mio
letto, ben attenta a
non svegliare Ava, controllo che Tom sia a letto – e lo
è – e poi esco in
terrazza.
Mi metto la mia giacca di
pelle prima di uscire e poi una volta fuori mi accendo una sigaretta e
aspiro
avidamente il fumo.
Fuori si sente il rumore sottile
della città, che non dorme mai, nemmeno di notte.
Questo mi calma, è come
sentire un grande animale fare le fusa accanto a te, ti senti
ridimensionato
pensando a quanta gente viva e soffra nella tua stessa città.
Come la donna sdentata che
mi ha detto che da due cuori spezzati se ne può creare uno
nuovo.
Come il ragazzino che ha
paura per sua sorella che frequenta un bianco.
Come gli altri ragazzini
che oggi ci guardavano fumare e non commentavano la stranezza di due
adulti che
si fanno una canna.
Rientro e mi metto a letto
e questa volta dormo.
Buonanotte, mondo.
Angolo di Layla
Ringrazio fraVIOLENCE
e ValeDeLonge
per le recensioni.