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Autore: Layla    29/04/2013    2 recensioni
“Le cose vanno di merda a tutti, vedo, ma ho una soluzione.”
Io alzo un sopracciglio e bevo un bicchierino di whisky.
“Prego?”
“Una soluzione. Non fare la stronza gelida che con me non attacca!
Ho intenzione di restituire loro pan per focaccia per ricondurli alla ragione o meglio ricondurre Mark alla ragione, questa volta io da Jen ci divorzio venisse pure Cristo a dirmi di non farlo.”
“Qual è, Tom?”
“Io e te fingeremo di stare insieme, ci faremo paparazzare da qualche fotografo e porteremo avanti questa commedia fino a che qualcuno dei due si farà vivo.”

Tom/Skye.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mark Hoppus, Tom DeLonge
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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3) Why do I want  him, now?

 

La mattina dopo è una mattinata tranquilla.
Jack si alza senza problemi e non sembra affatto agitato alla prospettiva di andare a scuola, anzi è iperattivo come un cocainomane dopo una sniffata: è incredibile che effetto gli faccia Ava.
Lo accompagno a scuola e poi mi rifugio nel mio solito bar indiano, pensando alle sensazioni che Tom mi ha dato ieri sera.
Dobbiamo procedere con cautela con il suo piano o rischiamo davvero che ci si rivolti contro e non è il massimo: Jack potrebbe decidere di vivere con il padre invece che con me.
Arrivata a casa, i figli di Tom dormono ancora lui invece è attaccato al telefono e rimane attaccato al telefono per tutta la mattina.
Anche quando Ava e JoJo si svegliano non lo molla per un secondo, io preparo la colazione ai suoi figli e poi metto il più piccolo sul divano a guardare la tv – un programma per bambini – raccomandando a Tom con un linguaggio di segni di tenerlo d’occhio.
Io invece vado in camera mia con Ava e come promesso cerco di darle qualche lezione di basso, non combiniamo granché, ma almeno ci divertiamo.
A mezzogiorno vado a preparare il pranzo aiutata da lei: penso di fare una cotoletta all’italiana e delle patatine fritte.
Io preparo le cotolette, lei sbuccia le patate e poi insieme le immergiamo nell’olio bollente.
Quando Jack arriva a casa vedendo Ava e il suo piatto preferito sorride e si mette a saltellare dalla gioia coinvolgendo Jonas nella sua danza.
Tom finalmente si stacca dal telefono e si massaggia la tempia con le dita, sembra reduce da un incontro di box.
A tavola gli chiedo a chi abbia telefonato.
“Uhm, allora andiamo con ordine.
Alla Macbeth per alcune cose, all’avvocato per dirgli di preparare i documenti per il divorzio da Jen e poi ho parlato con la segreteria della scuola di Jack per vedere cosa fare per iscriverci anche Ava e a un asilo per lo stesso motivo.”
Alla parola “scuola” la forchetta cade di mano ad Ava.
“Mi iscrivi a una scuola??? Io pensavo che questa fosse una vacanza.”
“No, tesoro. Rimarremo a Londra per un po’ e tu non puoi perdere l’anno. Domani vado alla scuola quindi verrò anche io con te e Jack.”
Jack sbuffa, io impallidisco: chissà cosa penseranno le altri madri!
Tom ci guarda con uno sguardo divertito.
“Suvvia, non prendetela con così, non è morto nessuno.”
Io mi chiedo se quest’uomo di trentasei anni sappia cosa siano capaci di fare un gruppo di donne affamate di pettegolezzi, di questo passo il nostro piano di mostrarci insieme subirà una brusca accelerazione!
Lo osservo un po’ meglio e mi rendo conto che lo sa benissimo e che l’ha fatto apposta, devo chiedergli perché,  ma non posso farlo davanti ai bambini!
Finito il pranzo spedisco Jack a fare i compiti e Ava e Jonas a giocare nella loro camera.
“Si può sapere cosa ti prende?”
“Cosa mi prende in che senso?”
Mi chiede Thomas facendo scorrere annoiato i canali della tv inglese.
“Perché hai voluto accelerare il piano?”
Lui mi guarda.
“Credi che non mi sia accorto che inizi a provare attrazione per me?
Quando Mark ritornerà non ti perdonerai di avere scopato con me, quindi prima iniziamo e prima finiamo e tu tornerai a sfogare i tuoi bollenti spiriti con tuo marito non con me!”
Io arrossisco fino alla radice dei capelli.
“Sei uno stronzo!”
“Sì, può darsi che io lo sia, me lo dicono in tanti, ma questa volta sai che ho ragione.”
Io scoppio improvvisamente a piangere e lui mi guarda incredulo, visto che non smetto si alza e mi abbraccia.
“Che ti succede?”
“Mi manca da morire e mi sento in colpa per provare qualcosa verso di te.
Vorrei che tu fossi un semplice amico, ma è vero, sento una forte attrazione verso di te e so che mi mancherai quando Mark tornerà.
Ho paura che il mio matrimonio andrà in pezzi lo stesso, Tom e che questa volta sarò io la causa di tutto quanto!”
Lui mi stringe di più senza dire nulla.
“Allora ho ragione, è meglio se ci sbrighiamo per tutti.”
Già, ha ragione.
Per il resto la giornata trascorre tranquilla, porto Ava e Jack a fare skate al parco e cucino la cena.
Alla sera Ava e Jack si chiudono in camera di Jack a guardare un film alla tv, Tom li guarda un po’ male, ma non dice nulla.
Alle dieci spedisco tutti a letto e come la notte precedente io dormo nel mio letto e Tom sul divano.
Deve essere scomodo dormire lì per lui, perché la mattina dopo è tutto curvo e lamenta dolori in tutto il corpo.
“Porca merda, non ho più vent’anni!”
Lo sento mormorare in bagno, credendo che nessuno lo senta.
Anche questa mattina Jack non fa storie per andare a scuola, sono io quella che vorrebbe bigiare: mi immagino già l’attacco a cui verrò sottoposta dalle altre mamme.
Tom però ha ragione: la famiglia DeLonge non è qui in vacanza e Ava non deve perdere giorni di scuola, anche se lei lo vorrebbe tanto.
Quella bambina somiglia a Tom in una maniera impressionante, sia nel fisico che nel carattere.
In ogni caso è troppo tardi per tirarsi indietro; io, Tom e Jack ci rechiamo a scuola, Jack corre subito dai suoi amici e Tom dalla preside.
Merda, sono stata lasciata da sola in mezzo alle iene!
Le vedo avvicinarsi con aria curiosa e la febbre da gossip a tremila, me le vedo spettegolare su come la povera  Skye abbia già trovato un sostituto del marito, e che sostituto!
Deglutisco e mi appiccico sul volto il sorriso più cordiale che riesco a trovare.
“Ciao Skye!”
Ecco la prima iena.
“Ciao!”
“Chi è quell’uomo che è sceso con te?”
“Un amico che vuole iscrivere sua figlia alla stessa scuola di Jack.”
Dico cauta,  lei mi batte una mano sulla spalla maliziosa. Gliela taglierei quella mano, chi cazzo ti credi di essere per comportarti così?
“Ma dai, l’abbiamo riconosciuto tutte: è Tom DeLonge.”
“Sì, e allora?
Non posso essere amica di Tom?”
Lei mi guarda maliziosa.
“Solo amica?”
Il tono eccessivamente confidenziale di questa sconosciuta mi dà ai nervi e spero di non spaccare qualche testa mentre Tom è impegnato nel colloquio con la preside.
Vedo già i titoli sui giornali: “Skye Hoppus ammazza un gruppo di donne in preda a un raptus di follia dopo il recente tradimento di suo marito.”
Calma Skye!
Per mezz’ora – mezz’ora! – continuano a farmi domande su Tom e a cercare di farmi ammettere che è il mio amante.
Quando finalmente lui esce da scuola, io le abbandono con sollievo e trascino Tom in macchina.
“Muoviti prima che le iene arrivino!”
Parto sgommando e rischiando di stampare la testa di Tom sul parabrezza della mia utilitaria.
“Di’ un po’, volevi uccidermi?”
“No, solo salvarci da quelle arpie!”
“E adesso dove andiamo?”
“Al solito posto!”
Rispondo stizzita.
“Dio solo sa quanto avrei bisogno di farmi una canna!”
“Ci sono i bambini a casa.”
“Lo so, dobbiamo trovare un altro posto!”
Lui ride e questa volta non protesta quando lo porto al mio solito bar gestito da indiani, anzi si gusta la colazione.
“Cosa ti ha detto la direttrice?”
“Che Ava potrà iniziare a frequentare dalla settimana prossima.”
“Perfetto, adesso Jack non avrà più problemi, vorrà sempre andare a scuola.”
Tom se la ride.
“Diventeremo cognati.”
“Così pare!”
Finita la colazione, camminiamo a piedi per il quartiere e individuiamo un parco: ci sono parecchi ragazzi in età scolare che cazzeggiano.
Io mi avvicino a uno di loro.
“Scusate, passa spesso la polizia di qui?”
“No, bianca. Perché?”
“Perché voleva sapere se c’era il tempo di farsi una canna senza finire in centrale.”
Risponde Tom al mio posto, il ragazzino sorride.
“Ok, basta che offri un tiro.”
Tom annuisce.
“Certo, amico. Bisogna essere generosi.”
Lui ci porta in una zona appartata del parco, caccia una coppietta riservando particolare energia alla ragazza e poi ci fa segno di sederci.
Tom inizia a preparare il tutto, mentre il ragazzo continua a borbottare.
“Cosa succede?” chiedo gentile.
“Quella era mia sorella! Se i miei genitori sapessero che frequenta un bianco la ammazzerebbero, è già stata promessa a un cugino di un cugino che viene dall’India per sposarla.”
“Penso che i tuoi genitori dovranno rassegnarsi al bianco.”
Lui sbuffa e mugugna qualcosa che somiglia a un: “ Lo so, lo so, ma che rottura di palle!”
La canna è pronta e l’argomento viene accantonato, parliamo d’altro finché non è finita.
Quando è finita Tom butta via i resti e mi aiuta ad alzarmi perché barcollo leggermente.
“Guido io.”
“Va bene!”
Torniamo alla macchina e seguendo le mie indicazioni a casa, non appena entro nel mio appartamento saluto i figli di Tom e mi butto a letto.
Ho bisogno di riposare.

 

Mi sveglio all’arrivo di Jack che urla un: “Buongiorno!” a tutto volume.
Merda, devo preparare il pranzo!
Con fatica mi alzo ed esco dalla camera, miracolosamente il tavolo è già apparecchiato e c’è una teglia di lasagne in mezzo.
“Hai cucinato tu?”
Sussurro a Tom.
“No, ho ordinato una teglia di lasagne a una gastronomia qui vicino, tu sembravi in coma.”
“Ho bisogno di riposare.”
Mi siedo a mangiare, Jack racconta ad Ava la sua giornata e lei gli racconta sua chiamandolo perdente per essere andato a scuola, mentre lei si è goduta una mattinata di videogiochi.
“Le cose stanno per cambiare, tesoro.”
L’espressione di Ava passa dalla felicità al puro terrore.
“Tra una settimana  andrai alla scuola di Jack.”
Lei sbuffa e riprende a mangiare svogliata, sul volto di mio figlio invece si fa largo un sorrisone luminosissimo. Sembra gli abbiano detto che Natale sarà domani e Babbo Natale gli porterà una marea di cose.
Dopo pranzo spedisco Jack a fare i compiti, io, Ava e Jonas invece ci vediamo un film, Tom esce senza dire a nessuno dove vada.
Finito il film Ava, Jack e Jonas mi chiedono di accompagnarli al parco. I due più grandi fanno skate, Jonas li guarda invidioso dalla sua altalena.
“Voglio uno skate anche io, ma papà dice che devo aspettare almeno altri due anni per averne uno.
Uffa!”
Io sorrido, anche Jonas somiglia un po’ a Tom in fondo.
Arriviamo a casa e troviamo Tom seduto al tavolo con delle carte: i documenti del divorzio suppongo.
“Ehi Tom.”
“Ehi Skye.”
“Senti, stasera dormo io sul divano, ok?”
Lui mi guarda stralunato.
“Ma è scomodo! Senza offesa, eh!”
Io sorrido.
“è per questo che ti cedo il letto per stasera.”
Lui si gratta il mento.
 “Potrei dormire nella camera dei bambini.”
“Io ho un letto in più, Ava potrebbe dormire da me, tu nel letto di mamma e mamma nel letto di Ava!”
Tom lo fulmina con un’occhiataccia, nonostante la gomitata che gli rifilo.
“Tu non dormirai con mia figlia, ragazzino!”
“Io non voglio farle del male!”
“Lo so io cosa vuoi farle!”
Tuona Tom, in perfetto stile da padrino siciliano.
“Cosa voglio farle?”
Tom apre la bocca un paio di volte senza dire nulla, poi diventa rosso come un peperone e non è più in grado di spiccicare una parola.
“Forza, Tom! Spiega a Jack cosa potrebbe fare ad Ava!”
Butto lì io ironica, poi guardo mio figlio.
“Con te dormirà Jonas, Tom in camera mia e io nella stanza di Ava.”
Jack sbuffa e se ne va in camera sua borbottando su quanto sia strano e rompicoglioni Tom, chissà dove l’avrà imparata quella parola!
Non lo riprendo solo perché al momento è quella più adatta a descrivere Tom.
“Di’ un po’! Cosa volevi fare prima, eh?
Spiegargli come nascono i bambini già che c’eri?”
“Per carità di Dio, voi donne esistete apposta per quello!”
Borbotta lui, uscendo in terrazza con una sigaretta dietro all’orecchio borbottando che questa è una casa di matti.
Io vado a cucinare la cena, costolette di agnello per tutti, di là invece preparano la tavola e litigano: a volte Tom è ancora un bambino.
Anche Mark lo era a volte e mi sale la tristezza, chissà se anche con Jen fa il bambino oppure fa solo il serio.
Finito di cucinare servo la cena che tutti apprezzano dato che in men che non si dica sono finite tutte. Come tutte le altre sere guardiamo un po’ la tv tutti insieme, poi i bambini vanno a letto e rimaniamo solo io e Tom.
Stanno dando un mieloso film d’amore che mi fa schifo e non vedo l’ora che si decida a cambiare canale.
“Dai cambia, Tom!”
“No, voglio vedere quando scopano, Skye!”
Io mi lancio su di lui per recuperare il telecomando – in fondo siamo in casa mia e decido io cosa vedere e cosa non – senza tener conto che l’effetto del suo corpo fa sul mio.
Ricevo una scossa e l’atmosfera cambia da giocosa a elettrica.
Pessima mossa, Skye.
Pessima pessima mossa.
Non ho il tempo per rimproverarmi che mi ritrovo le labbra di Tom che premono sulle mie, il mio corpo agisce da solo e le schiude, così che si possa approfondire questo bacio.
In un attimo siamo uno sopra sul divano a baciarci appassionatamente come due adolescenti alle loro prime esperienze.
È solo con fatica che riprendo il controllo di me e appoggio le mani sul suo petto per farlo smettere.
“Giusto, giusto.
Deve essere solo una finta, io vado a letto.”
“Anche io.”
Replico atona.
Quando entro nella cameretta Ava è ancora sveglia.
“Ciao Ava."
“Ciao Skye. Ti piace il mio papà, non è vero?”
Io mi metto in pigiama, rimuovo il bacio tra me e Tom e il rossore dalla mie guance e mi metto a letto.
“No, è solo un amico.”
“A me piaceresti come matrigna, ma non voglio che Jack sia mio fratello.”
Io la guardo incuriosita.
“Come mai?
Pensavo ti piacesse.”
Lei arrossisce vistosamente e si nasconde un po’ di più sotto le coperte.
“Certo che mi piace! È… è bello! Sa andare in skate e gli piace che anch’io sappia farlo, gli altri maschi mi hanno sempre detto che ero una schiappa quando lo facevo.
Gli piace il pop-punk e non mi chiama poser per questo, adoro il suo umorismo, beh, adoro tutto di lui.
Io non lo voglio come fratello, lo voglio come ragazzo e poi come marito.
I fratelli non si sposano.”
Se Tom sentisse queste parole inizierebbe a tirare testate al muro e poi correrebbe ad iscrivere sua figlia in un collegio retto da suore, io invece inizio a pensare che tra qualche anno dovrò davvero prenotare Notre Dame.
Mi conviene pensarci per tempo, visto che la lista di attesa per potersi sposare lì sarà lunga come non so cosa e poi dovrò pensare al vestito e fare un corso di yoga.
Non voglio tentare di annegare Jen nella Senna nel giorno del matrimonio del mio unico figlio!
“Skye?”
“Sì, Ava?”
“Non vuoi che sposi Jack?”
“No, mi va benissimo. Adesso però siete un po’ troppo piccoli, non credi?
Tra dieci anni potrete sposarvi, che ve ne pare?”
Lei incrocia.
“Dieci anni… Sono tanti dieci anni e ci saranno tante ragazze che ci proveranno con lui, ma lui è mio e io me lo riprenderò sempre.”
Ecco un lato di Ava che ricorda vagamente Jen in senso buono.
“Ava?”
“Sì?”
“Non ti manca tua madre?”
Lei sbuffa.
“No, lei non voleva farmi fare skate e suonare il basso, voleva vestirmi di rosa e iscrivermi a danza classica.”
Il tono in cui pronuncia “rosa” e “danza classica”è schifato al massimo.
“Io le odio queste cose e poi non voglio fare la cheerleader o la reginetta del liceo, io voglio solo essere Ava.”
Io sorrido.
“E sarai Ava, sarai quello che vorrai essere!”
Ava mi sorride e dopo qualche altro attimo di chiacchiere si addormenta sorridendo.
E così anche ad Ava piace Jack e se le cose andranno avanti così ce li ritroveremo davvero fidanzati, sposati e felici.
Beh, almeno loro saranno felici.
Io sono in una situazione di confusione terribile: da una parte amo Mark e lo rivoglio, dall’altra ho appena baciato Tom e mi è piaciuto da matti.
Non so se siano i miei ormoni in subbuglio e in astinenza o se sia altro, tipo una cotta.
Una cotta a trentasette anni per il miglior amico di tuo marito, roba da mettersi le mani nei capelli!
L’adolescenza l’ho passata da un pezzo eppure…
Eppure oggi mi sono fatta una canna come ai tempo del college e poi ho baciato un uomo sul divano con la stessa foga con cui lo facevo con il mio primo ragazzo.
C’era quella voglia di stare insieme e scoprirsi, mista alla paura di venire sgamati da qualcuno.
Mi tiro le coperte sopra la testa, ma non serve a molto così sguscio fuori dal mio letto, ben attenta a non svegliare Ava, controllo che Tom sia a letto – e lo è – e poi esco in terrazza.
Mi metto la mia giacca di pelle prima di uscire e poi una volta fuori mi accendo una sigaretta e aspiro avidamente il fumo.
Fuori si sente il rumore sottile della città, che non dorme mai, nemmeno di notte.
Questo mi calma, è come sentire un grande animale fare le fusa accanto a te, ti senti ridimensionato pensando a quanta gente viva e soffra nella tua stessa città.
Come la donna sdentata che mi ha detto che da due cuori spezzati se ne può creare uno nuovo.
Come il ragazzino che ha paura per sua sorella che frequenta un bianco.
Come gli altri ragazzini che oggi ci guardavano fumare e non commentavano la stranezza di due adulti che si fanno una canna.
Rientro e mi metto a letto e questa volta dormo.
Buonanotte, mondo.

Angolo di Layla

Ringrazio fraVIOLENCE e ValeDeLonge per le recensioni.

   
 
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