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Autore: Dridri96    29/04/2013    3 recensioni
«è in ogni cosa, ma niente è adatto a lui.
Se lo incontri è la fine,
se lo sconfiggi è un nuovo inizio.»
La città è impazzita, nulla è come prima. Kyra è l'unica che può evitare la catastrofe, ma il tempo scarseggia. Avrà abbastanza forza e coraggio da non cadere nell'oblio?
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Capitolo 19







Non ho più fiato nei polmoni, la mia vista si annebbia dalla fatica, i miei piedi inciampano sul terreno e le gambe non riescono a sorreggere il mio peso, ma non mi fermo. Non posso fermarmi. Continuo a correre senza sosta. Sono già stata in piazza, a casa di Alex, nelle vie più famose, ma di loro non c’è alcuna traccia.
Sto ormai perdendo ogni speranza. Sarà già morto ormai, sono stata troppo lenta, è troppo tardi. Lui si è sacrificato e io non ho fatto niente per impedirlo. Sono la peggiore alleata che sia mai esistita.
Mi fermo, accovacciandomi un attimo, cercando di controllare la mia nausea. Prendo grandi boccate d’aria, che mi bruciano i polmoni, ormai congelati.
Come speravo di risolvere la situazione? Io, quella sfigata di Kyra. Ho fallito, come sempre, ma ciò che è peggio, Alex è morto.
Provo talmente tante emozioni e sensazioni che non riesco davvero a reagire. Sono così stanca e sconvolta che è come se stessi assistendo alla scena dall’esterno, come se non appartenessi più al mio corpo. Il che è meglio, visto ciò che è successo...
Non riesco ancora a rendermene conto, per questo non piango. Non può essere vero. Non può essere vero.

E ho ragione. Vicino a me la sento, la sua voce inconfondibile, la voce che mi fa venire voglia di buttarmi a terra e tapparmi le orecchie.

Dov’è lei?


Mi sollevo con fatica e mi nascondo dietro il muro di un edificio. Eccoli. Lui è vivo, ed è davanti all’ombra. Strano che non si sia presentata come demone...
Finalmente riesco a provare qualcosa: sento il cuore alleggerirsi e contrarsi nello stesso momento. Non posso fare a meno di sorridere nel vedere Alex ancora in vita, ma poi mi rendo conto di cosa comporta tutto questo.
Cosa posso fare ora? Faccio un passo verso di loro, ma immediatamente mi fermo. 
Qualcosa mi dice di non svelarmi così presto. Rimango in ascolto, nascosta.

«Non è qui. Ci sono solo io. Era questo che volevi, no? Uno di noi due doveva morire, beh, eccomi». Nonostante pensi di essere sul punto di morte non ha perso la sua arroganza. Devo ammetterlo: in questo momento riesco ad apprezzare anche questo suo difetto.

Vuoi davvero sacrificarti al posto suo?


«Non mi sto sacrificando al posto di nessuno. Non hai mai detto che avrebbe dovuto essere lei a morire». Sembra quasi che Alex si senta offeso, troppo orgoglioso per ammettere di volersi sacrificare per salvare  la mia vita. Me lo aspettavo.

No.


L’ombra dice solo questo, ma la sua voce ha una tale forza da farmi tremare dalla paura, e vedo Alex titubare per qualche secondo.
«Volevi uccidere lei, vero? Questi trucchi sono patetici, pensavo tu non ne avessi bisogno!», esclama lui, ridendo in faccia al nemico. Errore. Ha commesso un enorme e banalissimo errore.
Improvvisamente l’ombra tende un tentacolo e lo afferra in vita. Alex urla, e so quanto sta soffrendo, l’ho vissuto io stessa, anche se probabilmente in modo meno intenso. Copro la mia bocca con la mano per soffocare un grido.

Ti senti forte, ragazzo?


Domanda, stringendo la presa. Alex urla, cercando di liberarsi con le mani, provocandosi solamente ulteriore dolore e scottature sulle dita. Nei suoi occhi si legge il panico che ormai regna su di lui. Ha le mani sospese in aria, tremanti, la bocca aperta e il viso contorto in un’espressione di disgusto e paura. Non sa cosa fare.

Sì, avrei voluto uccidere lei.
Io e te abbiamo un legame, avremmo potuto essere degli alleati invincibili.
Saresti stato il mio guerriero.


«No, sarei stato il tuo schiavo!», esclama Alex, ma la sua voce è soffocata dalla sofferenza.
Non so cosa me lo faccia sospettare, ma sembra quasi che l’ombra sorrida.
«Inoltre se tu avessi ucciso Kyra saresti morto», sussurra ormai senza forze e fiato in corpo.

Non l’hai capito? Era tutto falso.
Un vostro sacrificio non mi ucciderà, anzi
mi avvicinerà alla vittoria, al potere.
Quindi, ora, preparati a morire.

A questo punto non posso fare più niente. Esco allo scoperto. Non ho un piano, non ho un’arma, non ho niente. Sono completamente indifesa. Eppure non posso rimanere ad assistere alla scena, devo agire.
Qualcosa scatta nella mia testa: lo sta uccidendo sottoforma di ombra, non come demone. Non è ancora giunta la sua fine. Non può morire.
Alex cade a terra con un tonfo e rimane sdraiato. Non ha più energie e i suoi fianchi sono lacerati profondamente. Sono ferite peggiori di quanto mi aspettassi.
Una parte di me vorrebbe correre e gettarsi su di lui, cercando di curarlo o aiutarlo, ma sento un istinto primordiale fortissimo suggerirmi di rimanere immobile.
L’ombra è rivolta verso di me e io sostengo il suo sguardo, nonostante non veda i suoi occhi. Ho attirato la sua attenzione.

Sono felice che tu ci abbia raggiunti.
Mi chiedevo quando saresti uscita dal tuo nascondiglio. 


Rimango immobile, senza rispondere.
Sono sorpresa: come faccio a sapere come comportarmi, così, all’improvviso? Cos’è cambiato in me? Come faccio a mantenere la calma?

Finalmente posso divertirmi un po’.


Detto ciò, allunga cinque tentacoli nello stesso momento, e con enorme sorpresa notiamo entrambi che li ho schivati tutti. Mi sento inarrestabile.
I contorni dell’ombra tremano di rabbia.
I tentacoli mi inseguono ancora, alcuni mi colpiscono come frustate sulle braccia o sulla schiena, lasciandomi dei tagli, ma nessuno riesce ad afferrarmi.
Nonostante mi senta forte, so che non potrò resistere per sempre. Inizio ad essere stanca e le ferite sono aperte. Sto perdendo sangue.
Mi allontano di qualche metro, in modo da lasciare Alex da solo e allontanare l’ombra da lui.
Poi iniziano le allucinazioni.

Corro, ma i miei piedi prendono fuoco.
Le mie braccia si aprono e si sciolgono.
La mia schiena viene tagliata a pezzi lentamente.
Tutto fa tremendamente male.
A terra cadono delle armi sporche.
Gli assassini sono i miei genitori ed Eveline. Silvia ride del mio dolore.
Poi compare Alex, davanti a me. Gli chiedo aiuto, ma lui ride.
Indossa un lungo mantello nero, buio come il vuoto.
Si tira su il cappuccio e si trasforma nell’ombra.
Urlo. Urlo ancora. Le mie grida rimbombano nelle mie orecchie, ma sono invisibili.
Delle macchie nere si avvicinano a me velocemente, non riesco nemmeno ad osservarle.
Colpiscono. Poi ancora. Ancora.

Cado a terra senza forze.
Prendo grandi boccate d’aria, ma respirare non è più così facile. Il terreno sotto le mie mani trema, tutto si muove, gira. Non riesco a mantenere l’equilibrio. Chiudo gli occhi e li riapro, ma non cambia nulla.
Sto impazzendo.
Sollevo lo sguardo, e lei è lì. Si gode la scena.
Mi alzo in piedi, barcollando. Siamo nei campi. Qua sarà più debole. Stavolta è stata lei a commettere un errore.
No, mi sbaglio. Sono io che gli sto donando energie, con il mio dolore.
Mi metto davanti a lei, a testa alta.
Uccidermi non sarà così facile. Vuole giocare? Allora iniziamo.

Non ti arrendi, eh?


Scuoto la testa, cercando di non cadere di nuovo. So cosa fare. Non so come, ma sono sicura che funzionerà. Deve funzionare, altrimenti non sopravvivrò. Ne sono certa ormai: ho una sola possibilità e vincere non sarà facile. Perché sto per morire. Perché ora è arrivata la mia fine. Perché davanti a me non c’è più l’ombra. Davanti a me ora c’è il demone.
Si mostra per quello che è: alto, coperto da un mantello che proietta un ombra sul suo viso fino alla bocca, aperta in un ghigno, con due enormi zanne minacciose e grondanti di sangue. All’altezza degli occhi vedo un luccichio eccitato da tutta questa azione.
Dietro le sue spalle si aprono due ali piumate nere, lunghe più di tre metri. Le sue dita lunghe e stranamente muscolose sbucano dal buio, con lunghi e affilati artigli. La sua lingua biforcuta guizza per meno di un secondo, leccandosi le zanne. Ora è l’incarnazione del male.
Si avvicina a me e io non riesco a muovermi: sono pietrificata.
Con la sua mano avvolge il mio viso fino a graffiarmi le guance. Si china su di me e le sue zanne sfiorano il mio mento. Riesco a sentire il suo respiro, così caldo e nauseante. Sollevo lo sguardo ed è come guardare negli occhi la morte. Nonostante ciò sostengo il suo sguardo: non voglio che pensi di potermi intimorire così facilmente.
Sento la pelle sotto le sue dita bruciarsi e i miei occhi iniziano a lacrimare.
Prendo un respiro profondo e cerco di mantengo la calma e rimanere lucida. Non ho mai visto nulla di più spaventoso.
Ben aveva detto: “Se lo incontri è la fine,se lo sconfiggi è un nuovo inizio.»
Io non morirò, il demone si sbaglia di grosso. Sta per arrivare il nuovo inizio. Non ho intenzione di arrendermi.
«Tu non puoi vincere», sussurro, mentre il demone stringe la stretta su di me.

Lo sto già facendo.


Spiega con una dolcezza malvagia e sadica.
Deglutisco a fatica, mentre le sue zanne diventano ancora più affilate. Le sue grandi ali si spalancano e mi avvolgono assieme a lui.
Fa terribilmente freddo. Tutto è così buio e vuoto. Non c’è luce, non c’è rumore, non c’è nulla. Poi la sento: la musica che ha fatto impazzire tutti. Per un secondo non riesco a trattenermi dal gemere dalla paura, lasciando che le lacrime escano, mentre il mio corpo trema e il mio cuore batte forte cercando di scappare.
Era così che doveva finire? Era questo il destino scritto per me?
Sento l’aria attorno a me muoversi. Provo a guardarmi intorno, ma non vedo nulla.
Qualcosa di appuntito sfiora il mio collo.

La mia testa gira fino a staccarsi e rotolare via.
Rimango sola, senza mente. Sono spacciata.
Le zanne mi trafiggono.
Le ali mi portano via.
Divento schiava dell’ombra.
Divento un’assassina.

La canzone continua a rimbombare nella mia testa e non ragiono più lucidamente. Devo fare in fretta.
Le sue zanne stanno tastando il mio collo per capire dove conficcarsi. Le sento pungere e affondare delicatamente sulla mia nuca.
Poi si stacca. Non so cosa sta facendo, ma immagino stia prendendo la rincorsa per affondare i suoi denti. Non appena lo sento muoversi dietro di me mi accovaccio, stringendomi a me stessa e facendomi piccola.
Il demone ha colpito la sua ala e ora urla di dolore.
Finalmente torna la luce e riesco a vedere i campi attorno a me.

Non perdo altro tempo: mi allontano correndo, inoltrandomi nei campi. Il mio cuore batte forte, eppure sono così sicura di me stessa che non riesco davvero a lasciarmi prendere dal panico.
Devo solamente concentrarmi.
Quando arriva in mezzo ai campi, il demone lancia un grido disperato, così forte da far tremare il terreno. Il luccichio abbandona i suoi occhi, le grandi zanne si macchiano di sangue nero, il suo, mentre ringhia come un animale. Gli artigli di conficcano sulla sua pelle. Infine le sue grandi ali si avvolgono su di lui, e quando si aprono c’è solamente l’ombra.  
È talmente disperata e accecata dalla voglia di vincere che non si è resa conto di starsi condannando da sola. 
Il primo passo è fatto, ora mi rimane da distruggere solo la sua anima.
Ora non riesco a controllare del tutto la mia paura: ci sono quasi, devo lasciarla entrare dentro di me. O fallisco e muoio, o vinco e la sconfiggo. Siamo arrivati allo scontro finale.
Spalanco le braccia e chiudo gli occhi, come per accoglierla. Sente l’ansia scorrermi nelle vene, così si tuffa nella mia mente, senza pensarci due volte. 

È come  se un enorme masso fosse entrato nel mio cranio, sostituendo il cervello.
Non percepisco più nulla di tutto ciò che mi circonda. È il caos più totale. È tutto buio, non sono io a controllare il mio corpo, e le visioni hanno inizio.
Sento il mio corpo muoversi, senza capire dove sta andando. Poi sento dolore: dolore ovunque, soprattutto alle tempie.
Non riesco a entrare nella mia mente. Cerco di concentrarmi, ma è tutto così faticoso, difficile. Non so dov’è il mio corpo, non so dove si trova la mia anima, è come se fossi stata ormai divisa in pezzi, e ogni mio frammento fosse stato seminato dal vento. È come se non esistessi più.
Eppure la mia mente, anche se dispersa, riesce ancora a pensare. Così decido di smettere di provare a riprendere il controllo di me stessa, e lascio che i miei pensieri vaghino liberi: rivivo tutti i momenti più belli della mia vita e immediatamente mi sento più leggera  e rilassata.

Non so dove mi trovo, non so se tutto questo conta davvero qualcosa, ma mi sento così felice che non riesco a smettere di pensare alla mia famiglia, ai miei amici, ad Alex, a questa meravigliosa sensazione di pace che non provavo da troppo tempo.
Forse sto perdendo, forse tra poco tutto questo si spegnerà, forse riesco a pensare a ciò che mi rende felice perché effettivamente sto smettendo di esistere, ma non riesco davvero a preoccuparmene: riesco solamente a visualizzare gli ultimi istanti con mia madre, con mio padre, i pomeriggi passati a guardare tv con Eveline, i momenti di normalità passati con Alex, il modo in cui sono riuscita a mettere al sicuro Anne, la sensazione di potenza che sentivo quando sembrava che il nostro piano avesse funzionato...
All’improvviso, la barriera che ostacolava la  mia mente si fa più debole, riesco a percepirla: con i miei pensieri riesco a rafforzarla nuovamente, ma questa volta sono io ad avere il controllo della situazione.
Sento qualcosa che si agita dentro di me, ma riesco a tenerlo sotto controllo. L’ombra si muove freneticamente, spaventata, in trappola: la racchiudo sempre di più all’interno del mio cervello. Le sue visioni non riescono a vincermi, mentre i miei pensieri la indeboliscono sempre di più. Lentamente smette di muoversi, si contorce su se stessa fino a rimanere immobile, pulsante di rabbia e frustrazione.

La stringo ancora di più, ancora qualche millimetro e verrà polverizzata: è arrivato il momento, non ha via di scampo.
Sento un urlo lontano, antico quanto il tempo, così acuto e fragile che non sono sicura di averlo sentito davvero. Qualcosa mi dice che è la vita che sta abbandonando l’ombra, che cerca disperatamente di aggrapparsi a ciò che le rimane, ovvero la mia compassione.
Ma di compassione e pazienza, ormai, non ne ho più.

E così, finalmente, la distruggo.


Angolo Autrice_

Penultimo. Capitolo. 
E non me lo posso neanche godere (?) visto che devo andare .__.
Anyway a voi non ve ne frega niente C: 
Visto che ci sono riusciti? Visto che non sono completamente bastarda? :D Ovviamente, anche se magari siete felici e contenti, ricordate che questo NON è il finale, perché manca ancora un capitolo conclusivo. Però sì, questo è effettivamente la fine della vera storia.
Evito di commuovermi e scrivere righe e righe piene di ringraziamenti e malincionia, che rinvio al prossimo (già, non eviterete la mia rottura di scatole C: )
Spero che il capitolo vi sia piaciuto! 
Se ci sono errori mi scuso, l'ho pubblicato in fretta e furia perché altrimenti non so quando avrei trovato il tempo e volevo lasciarvi questa sorpresa :*

Spero che lo leggiate numerosi e magari lasciate qualche recensione :3 
Ok, non so che dire, scappo C: 
Vi lascio con l'ultimo spoiler (LET ME CRY, OMG) :') VI ADOROOOOO !



SPOILER 

Ci sarà il risveglio di Alex e Kyra e la vera conclusione C:

DriDri_

  
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