An
adorable liar
<<
Non
pensi che sia carino? >>. Rachel
fa capolino dalla cucina, poi viene alla mia scrivania.
<<
È
lui? Il ragazzo misterioso? >>. Si avvicina al monitor
del mio computer
mentre sgranocchia qualche biscotto. Scruta l'immagine sullo schermo,
resta un
attimo in silenzio, poi sentenzia: << Beh, non
è che da questa fotografia
si veda granché. Non si capisce se sia alto oppure basso, se
abbia i capelli o
se sia calvo come un polipo. E il look? Andiamo Kurt, sii obiettivo: il
tuo "ragazzo
della rete" non è proprio un modello di eleganza!
>>.
"Parla
quella che al liceo portava maglioni con le renne" penso. Guardo di
nuovo
la foto. Ritrae un ragazzo sui 20 anni, con un cappello di lana, una
sciarpa
multicolore e, sul viso, un paio d'occhiali dalla montatura marcata.
Indossa un
piumino blu, dal quale fuoriesce il colletto di una camicia chiara. Di
più non
si riesce a vedere, perché è ritratto di tre
quarti e mezzo busto. Noto un paio
di fossette ai lati folle guance: ha l'aria del bravo ragazzo. O,
forse, sono
io che mi sto facendo trasportare dall'entusiasmo.
Si,
perché
in realtà quel ragazzo io non l'ho mai incontrato in vita
mia. Non posso
affermare nemmeno che sia un completo sconosciuto, dal momento che ci
frequentiamo da quasi sei mesi, anche se solo in maniera "virtuale".
Si chiama
Blaine, o almeno credo. Secondo Rachel potrebbe benissimo essere un
nome
fittizio; sempre secondo Rachel, potrebbe anche essere un truffatore,
un serial
killer, un settantenne e perfino una donna...
<<
Mai
fidarsi della rete. Lo insegnano anche ai ragazzini delle scuole
>>.
Rachel me lo ripete come una mantra ogni giorno, da quando ho
intrapreso questo
"rapporto a distanza". Anche ora, che sta guardando in faccia Blaine,
sembra che lo voglia incenerire con lo sguardo.
Quando l'ho
"conosciuto”, mi stavo riprendendo da una storia finita
decisamente male.
Anche quando le storie arrivano al capolinea e si trascinano per
l'inerzia, da
sempre male sapere di essere stati lasciati per un altro. Forse avrei
preferito
lasciare io Adam, ma lui mi ha battuto sul tempo. Archiviato il suo
nome nella
mia personale "Enciclopedia degli Ex", dimezzati gli amici e
rivoluzionato le mie abitudini, ho iniziato a trascorrere le mie serate
tra tv
e computer. Per distrarmi, mi sono iscritto al sito internet Facebook
e, su
consiglio di Rachel, ho pubblicato sul mio profilo le foto in cui sono
venuto
meglio, incluso un servizio fotografico di qualche anno fa, fattomi per
gioco
da Mercedes durante un fine settimana "terapeutico". In definitiva,
posso affermare che la mia solitudine di quel periodo è
stata colmata dal
meraviglioso mondo d’internet. Finché, tra le
tante proposte di giochi,
adesioni a gruppi e richieste d'amicizia, non è arrivato
lui, Blaine. Ha
esordito mandandomi un messaggio privato, chiedendomi gentilmente se
poteva
aggiungermi ai suoi contatti, dal momento che i miei interessi erano
simili ai
suoi. Come me, lui ama il teatro, il cinema, la buona lettura e la
musica. Mi è
sembrato una persona gentile. Non avevo motivo per non interagire con
lui. Mi
ha detto subito che si chiamava Blaine, che viveva a Washington e
lavorava come
impiegato in uno studio di commercialisti. <<
È un mestiere che può
sembrare noioso >>, mi aveva confessato, <<
ma a me piace. E poi ho
un sacco di colleghe e colleghi simpatici >>.
Ora, una
delle prime cose che una persona fa quando ne conosce un'altra su
Facebook è
sbirciarne il profilo. Ed è proprio quello che ho fatto io.
Solo che, sulla
pagina personale di Blaine non c'era proprio nulla! O, meglio, nulla di
quello
che avrei voluto trovarvi per soddisfare la mia curiosità: i
dati personali
erano pochissimi, c'era qualche aforisma, che da tanto "intellettuale
chic", e bellissime foto di paesaggi. E poi quadri. Sopratutto non
c'erano
fotografie di Blaine. Al posto del suo tipo c'era invece il muso di un
simpatico beagle.
"In
fondo mica me lo devo sposare", mi sono detto. "Sarà uno di
quei
rapporti fugaci che si perderanno presto nel web. Si vede che
è un tipo
riservato. E anche misterioso".
Come si suol
dire: mai fare giudizi affrettati. Perché da quel primo
contatto, il mio
rapporto con Blaine è diventato quotidiano. Non c'era paura
pranzo o dopo cena
che non vedersi l'ora di accendere il computer per leggere i suoi
messaggi, per
scrivergli confrontandoci sull'ultimo libro letto o sull'ultimo film
visto al
cinema. Alla fine ho dovuto vuotare il sacco anche a Rachel, dal
momento che mi
incalzava con le sue domande riguardo al perché avessi
sempre quell'aria
sognante e un tantino rimbambita.
<<
Uno
spasimante virtuale?! Ma stai scherzando? Potrebbe essere chiunque. Non
vedi
che profilo scarno, non dice nulla di lui. Al contrario, sul tuo
c'è quasi
tutta la tua vita >>.
<<
Andiamo, non è proprio così scarno: ci sono i
suoi interessi. È una persona che
ama l'arte, che ha anche un certo talento per la pittura e la
fotografia
>>.
<
<<
L'aspetto fisico non è tutto... >>, cercavo di
giustificarmi.
Così,
a
Rachel, è venuto un colpo quando avevo accettato l'invito di
Blaine a
incontrarci, dopo sei mesi di frequentazioni virtuali, fatti
chiacchierati alla
tastiera, regali incorporei pubblicati sulle reciproche pagine e scambi
di
opinioni su quanto accadeva nel mondo.
L'appuntamento
era per una domenica mattina. Sarei andato io da lui a Washington.
<<
Sei
un pazzo avventato >>, aveva tuonato Rachel,
<< sarebbe dovuto
venire lui da te >>.
<<
Andiamo, non sono un adolescente sprovveduto. E poi Washington
è una bella
città >>.
La mia amica
brontolona aveva scosso la testa. Poi Blaine mi aveva finalmente
mandato una
sua foto, affinché io potessi riconoscerlo al mio arrivo
alla stazione.
<<
Ascolta >>, mi ha detto Rachel prima che partissi e
regalandomi il suo
spray al peperoncino, << nonostante tutti i film d'amore
che tu possa
aver visto, non gettarti tra le sue braccia appena sceso dal treno.
Ricorda che
lui conosce te, ma tu non conosci affatto lui. Guardati intorno e non
abbassare
mai la guardia! >>.
Così
eccomi
alla stazione. Alla fine, deve ammettere che Rachel ha avuto una certa
influenza su di me. Sono combattuto tra un sentimento di
curiosità e il timore
di rimanere delusa. Ieri sera, per la prima volta, ho sentito la voce
di
Blaine: mi ha dato il suo numero di telefono e mi ha chiesto se volevo
lasciargli il mio, nel caso ci fossero stati problemi con il viaggio.
Mi ha
chiamato per gli ultimi accordi. Ha una bella voce, calda e
cristallina. E la
risata facile. O, forse, è stavo un modo per togliermi
dall'imbarazzo, dal
momento che io sono stato di poche parole.
Mi guardo
intorno: nella mia mente mi sembra di sentire la voce di Rachel
<< Non ti
fidare, Kurt. Tieni sempre a portata di mano lo spray a peperoncino e,
se te la
doversi vedere brutta, mira ai piani bassi! >>.
Per essere
uno che va a un appuntamento al buio, non mi sono messo affatto in
ghingheri:
ho i jeans e una camicia blu.
Anche
perché
non vorrei mettere Blaine in imbarazzo, dal momento che il suo look, a
giudicare dalla fotografia che ho stampato e messo in borsa per essere
sicuro
di riconoscerlo, non sembra proprio all'ultima moda. Ma del resto io
sono uno
che guarda alla sostanza.
M’incuriosisce
conoscerlo come persona, perché mi sono piaciute le nostre
"chiacchierate" di questi mesi, perché ci troviamo d'accordo
su tante
cose. E chi se ne importa se non è un Adone. Se non
scoccherà la scintilla,
posso sempre dire di aver trovato un buon amico (<< O un
serial killer!
>>, mi ricorda ancora la vocina di Rachel nella mia
testa).
Continuo a
guardarmi intorno, alla ricerca di uomini sulla ventina con addosso
cappellini
di lana, sciarpe colorate e piumini scuri. Vuoi vedere che non si
presenta?
Oppure, mi ha vita ed è scappato a gambe levate. Dopotutto
sul mio profilo ho
messo le foto in cui sono venuto particolarmente bene e sono pure un
po'
datate.
<<
Kurt? >>.
Mi volto
piano. Di fronte a me c'è un giovane sorridente, con i
capelli ricci, corti e
ordinati. Ha gli occhi di un colore indefinito. Indossa un completo
grigio, che
porta in maniera piuttosto sportiva, con la camicia fuori fai pantaloni
e i
bottoni della giacca aperti. E poco più basso di me, ma ha
un fisico da urlo.
"E
questo chi è?", mi chiedo era me mentre sento le guance
avvampare.
Mi sorride
ed io riconosco le fossette della fotografia.
<<
Blaine? >>.
Lui annuisce
e sorride ancora.
<<
Spero che tu non sia rimasto deluso nel vedermi... >>.
"Deluso?
Benedetto uomo, sei così bello che sta per venirmi un
infarto!", penso. Ma
poi ricambio il suo sorriso con un altro che, dal mio punto di vista,
deve
sembrare molto ebete.
<<
Mmmm sai che piaceri conoscerti di persona, finalmente. Sei
più carino di
quanto immaginassi >>.
Usciamo
dalla stazione.
<<
Vieni, Kurt >>, mi dice, << ho parcheggiato
qui vicino >>.
Ci
avviciniamo a un deposito di biciclette: lì accanto
c'è una vespa rossa. Blaine
estrae dal baule due caschi identici.
<<
Tieni, indossalo >>, mi dice allungandomene uno,
<< ti voglio
mostrare un'inedita Washington >>.
Rachel
è la
mia migliore amica e non vorrei mai deluderla. Ma come faccio a dirle
che ho
trascorso la domenica più bella della mia vita? Come faccio
a raccontarle che
Blaine si chiama proprio così, che non è un
artista trasandato ma un ragazzo
affascinante, colto, ironico e di una simpatia che conquista?
Forse posso
darle una piccola soddisfazione confessandole che è un
bugiardo. Perché, se
devo dirla tutta, una piccola bugia me l'ha raccontata. Anzi, due: a
parte
avermi spedito una foto che davvero non gli rende giustizia, Blaine non
è
affatto un impiegato presso uno studio di commercialisti, ne
è il titolare. Lo
studio si trova in uno splendido palazzo nel centro di Washington,
proprio
sotto all’appartamento dove vive. Ha anche un coinquilino, un
beagle di nome
Oliver, lo stesso musetto che compare nell’immagine del suo
profilo.
Rachel
obietterà che tutto questo è troppo bello vero
per essere vero perché lei è
diffidente per natura. Ma sono sicura che il prossimo fine settimana,
quando
sarà Blaine a venire da me, la mia amica si
ricrederà. Ah, dimenticavo: prima o
poi dovrò dire a Rachel che ci stiamo innamorando.
Angolo
della tizia senza neuroni ragazza che scrive
ciò
Ehilà!!
Sono ancora io quella senza neuroni che
continua a scrivere cose senza senso.
Oggi, ve ne presento un’altra! Ho preso ispirazione dal nuovo
video di
doyouknowellie (se non avete mai visto i suoi video, correte su Youtube
ora!).
Diciamo che lei dice che i social network sono alla base della nostra
vita oggi
e non so perché, ma mi è venuta in mente questa
storia (collegamenti
impossibili).
Se avete avuto il coraggio di arrivare fino a qui, vi regalo un
biscotto e se
volete lanciarmi qualcosa, dirmi cosa ne pensate, ricordate che una
vostra
recensione allunga la vita di dieci minuti al mio ultimo neurone.
Alla prossima
xoxo KekkaFox