Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |      
Autore: Sarugaki145    29/04/2013    9 recensioni
“Le ruote hanno cominciato a girare.
Con una forza a cui non so opporre resistenza.
Tu resti immobile nello stesso punto, mentre io vado avanti.
Non voglio che accada.
Mi fa male.. mi fa tanto male..
però questo dolore è l’unico legame che mi unisce ancora a te.
Perciò voglio custodirlo con ogni cura.”
–Full moon
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Roronoa Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

So, this is the end?

 

“Le ruote hanno cominciato a girare.

Con una forza a cui non so opporre resistenza.

Tu resti immobile nello stesso punto, mentre io vado avanti.

Non voglio che accada.

Mi fa male.. mi fa tanto male..

però questo dolore è l’unico legame che mi unisce ancora a te.

Perciò voglio custodirlo con ogni cura.”

–Full moon[i]

 

 

Un vento gelido sferzava le caviglie sottili della donna, mentre continuava ad avanzare sotto la pioggia battente.

L’ombrello le sfuggiva dalle mani per il vento, mentre la pioggia bagnava i lunghi capelli color rame.

Eppure la donna continuava a camminare, mentre i tacchi alti che portava si infilzavano nel terreno fangoso sotto i suoi piedi.

Il guardiano le aveva consigliato di passare un altro giorno, evitando una camminata per quel lugubre posto mentre un vero e proprio acquazzone scrosciava dal cielo.

La rossa non aveva fatto caso alle raccomandazioni del custode, decisa a raggiungere il suo obbiettivo.

Perché non avrebbe avuto senso farlo un altro giorno.

Perché non si sarebbe potuta permettere un altro giorno di debolezza.

Conosceva bene la strada, praticamente a memoria, quindi i suoi passi avanzavano sicuri nonostante il temporale non le permettesse di distinguere chiaramente il sentiero.

Il clima cupo e tetro non la intimoriva, in fondo aveva vissuto esperienze ben peggiori di una passeggiata in un cimitero in un giorno di pioggia.

Strinse a se il mazzo di gigli rossi che teneva in mano, attenta a non sciuparli sotto la pioggia.

Si ravvivò i capelli con una mano prima di arrivare al suo obiettivo, come se qualcuno l’avesse potuta vedere.

Si fermò di fronte ad una lapide e si accoccolò sulle ginocchia, allungando piano i fiori per poi posarli sull’erba davanti a lei, in modo quasi reverenziale.

Aveva lo sguardo basso, non osava leggere il nome inciso nella fredda pietra sepolcrale, nonostante sapesse benissimo il nome della persona che giaceva in quella fredda terra.

-Questi erano i tuoi fiori preferiti, me lo dissi te un giorno.-

Sussurrò la donna con voce talmente flebile che lo scrosciare della pioggia la ingoiò non appena uscì da quelle labbra sottili.

-E sai perché erano i tuoi preferiti?-

Mormorò ancora, giocherellando con un ciuffo d’erba zuppa, mentre gli occhi non osavano ancora guardare la pietra di fronte a lei.

-Perché avevano lo stesso colore dei miei capelli.-

Uscì ancora più flebile, spezzato da un singhiozzo.

La donna si portò una mano alla bocca trattenendone un altro.

-Ti ricordi? Gli avevamo trovati nell’isola di Ssese e tu mi dissi che ti piacevano un sacco perché ti ricordavano me. Ed ora è strano lasciarli sulla tua tomba.-

La ragazza alzò gli occhi e lesse quel nome con timore, mentre dalle sue labbra usciva un altro sussurro:

-Ed ora è strano che la tua assassina li lasci sulla tua tomba, Zoro.-

La rossa si nascose sotto l’ombrello, mentre i capelli ormai bagnati le si appiccicavano alla camicetta azzurra che portava.

Quindi restò in silenzio, a piangere, mentre il rumore della pioggia cercava di sovrastare quello dei suoi pensieri.

Neanche il rumore di passi sulla ghiaia fece alzare la testa alla donna, nascosta sotto il suo ombrello.

Un uomo con un cappello in paglia le si fermò accanto ed in silenzio lesse il nome sulla lapide, nonostante anche lui lo conoscesse bene.

Restarono in silenzio entrambi per parecchi minuti, mentre la pioggia non accennava a diminuire, quindi l’uomo parlò con tono tranquillo:

-Quando è morto mio fratello io volevo morire, sai?-

La rossa non alzò la testa, ma l’uomo era sicuro che lo stesse ascoltando, perché un brivido la scosse ricordando anche la morte di Ace.

-Pensavo che tutto quello che aveva fatto, tutto quello che aveva portato nelle nostre vite scomparisse con la sua morte, che sarebbe scomparso dalle nostre vite e basta. E invece non è stato cosi`. Lui se n’è andato da quasi dieci anni, eppure ogni volta che ci penso capisco come sia ancora vivo dentro di me, nei miei ricordi.-

Il moro si infilò le mani in tasca, mentre un sorriso gli illuminava il volto.

-Nami, non esiste separazione definitiva fino a quando c’è il ricordo.[ii] E i ricordi non spariranno mai. Quindi tutte le persone che ci hanno lasciati o che ora sono lontane vivono nei nostri ricordi e quelli sono eterni.-

La donna alzò la testa, lasciando intravedere da sotto l’ombrello gli occhi rossi di pianto e colmi di angoscia.

-Rufy, ma è stata colpa mia. Io l’ho ucciso.-

La voce le si ruppe nuovamente, mentre rincominciava a piangere.

Cappello di paglia le si accoccolò affianco, stringendola in un abbraccio rassicurante.

-Non l’hai ucciso te, Nami.-

Sussurrò all’orecchio della rossa.

-Lui si è sacrificato per salvarti. Togliti da quella testolina questa tua convinzione.-

Nami sospirò e rispose:

-Ma se lui non si fosse buttato in mezzo ora sarebbe vivo. E ci avreste sicuramente guadagnato tutti se fossi morta io al suo posto.-

Il capitano si rabbuiò, poi, con sguardo severo, rispose:

-Non dirlo neanche per scherzo. Lui ha fatto la sua scelta, ha scelto di salvare la donna che amava. E doveva essere un sentimento veramente profondo il suo se è stato pronto a sacrificarsi per te.-

Quelle parole colpirono la navigatrice nel profondo.

Quant’era cresciuto il suo capitano in tutto quel tempo?

Probabilmente molto più di lei, convinta che continuando a crogiolarsi nel senso di colpa e nel dolore l’avrebbe ricordato per sempre.

Il ragazzo si alzò e le tese la mano per aiutarla a fare lo stesso.

-Dovresti smetterla di torturarti. Sono passati sei anni, non pensi sia ora di perdonarti? Non è continuando a piangere ogni anno alla sua tomba che tu onorerai la sua memoria.-

Lei prese la mano e si tirò su, iniziando ad osservare la tomba dello spadaccino, mentre Rufy la stringeva in una sorta di abbraccio.

E intanto la pioggia iniziava a scendere meno forte.

-Potevate aspettarci per venire a salutare la zucca verde!-

Esclamò una voce facendo voltare i due pirati.

Sulle labbra di Nami scappò un sorriso.

C’erano tutti.

Nessuno di loro si era dimenticato di Zoro, erano tutti li, per salutarlo.

Usop, Brook, Chopper, Nico Robin, Franky e anche Sanji.

Ed in quell’attimo Nami capì.

In quel momento un raggio di sole colpì la lapide, rendendola meno fredda.

Roronoa Zoro non sarebbe mai morto, perché avrebbe vissuto in eterno nei cuori della sua ciurma

 

 



[i] La frase iniziale è stata presa da un manga di Arina Tanemura, titolo Full Moon – Canto D’Amore

[ii] La frase “Non esiste separazione definitiva fino a quando c’e` il ricordo.” e` stata presa da una frase del romanzo Paula di Isabel Allende.

 

  
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Sarugaki145