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Autore: Pando91    29/04/2013    3 recensioni
Santana e Brittany si conoscono alla fine del liceo, quando è tutto ancora in gioco.
Dopo una conoscenza infuocata e festini compromettenti, la mora e la bionda cominciano a conoscerci meglio, grazie ad un impegno preso da Brittany per concludere l' anno al meglio. Un esame l' aspetta.
La loro vita subirà dei cambiamenti, bisogna solo vedere chi riuscirà ad accettarli per prima.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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NON MOLLARE


C’erano poche cose che amavo nella mia vita. Sono sempre stata dell’idea che voler bene a troppe persone fosse un po’ da deboli, infatti, Quinn e Puck erano gli unici a cui mi sarei mai rivolta per qualsiasi tipo di aiuto.

Oppure, che non si poteva voler fare tutto nella vita. Non si poteva amare la danza, il canto, la musica, la scrittura, le lingue e tutte quelle altre capacità con cui la gente si riempieva la giornata.

Non si potevano avere poi così tanti sogni, perché se si spargesse un po’ di energia per ciascuno, senza concentrarsi veramente su quello che ci fa emozionare tanto da sentirci male, avremmo perso numerosi treni.

Sono sempre stata una persona da: o bianco, o nero. Non avevo sfumature e questo mi aveva portato delusioni a volte.

Quindi c’erano poche cose che amavo nella vita.

Una di quelle però, era tutto ciò per cui avrei combattuto nonostante tutto, era la mia famiglia.

La famiglia è grigia, è sfumatura, è pro e contro insieme. Ma se hai qualcuno che veramente ti ama e fa di te una persona buona, niente è meglio di quelle persone che vivono con te ogni giorno.

Mio padre non c’era mai molto in casa a causa del suo lavoro, ma nel weekend mi fermavo a fare due chiacchiere con lui. Il tempo di dirci com’era andata la settimana.

Mamma invece, era a parte. Era grazie a lei se ero diventata la persona che ero, anche se stronza certe volte.

Così determinata e testarda. Così devota a quello che amavo veramente.

Quindi, visto e considerato che non sapevo come muovermi con la situazione di Brittany, decisi. Scesi piano le scale, mio padre era a lavoro, lei era in giardino a occuparsi dei fiori che amava tanto.

La osservai un attimo, prima di andare da lei.

“ Ma’ .. bella giornata eh “

Era difficile, mi sentivo così .. imbarazzata che facevo veramente fatica.

Lei, che era chinata, si mise dritta in piedi. Annuì e mi guardò stranita.

“ Mi devi dire qualcosa? “

Non avevo dubbi, sapeva che c’era qualcosa che non andava.

“ Si, possiamo entrare? “

Lei semplicemente si tolse i guanti da giardinaggio, li appoggiò vicino alla sua piantina e ci incamminammo verso il salotto.

Il cuore mi batteva forte. Conoscevo mia madre, conoscevo ciò che pensava riguardo a quell’argomento, e non ero troppo spaventata per la sua reazione, anche se sapevo che tra il dire e il fare c’era sempre una bella differenza.

Feci un profondo respiro e cercai di parlare, senza pensarci troppo.

“ Io .. vedi c’è questa cosa, ed è difficile per me parlarne, l’ho accettata da poco ma ho bisogno di un aiuto e .. chi meglio di te? “

Mi stavo torturando le mani. Lei era seduta sulla poltrona davanti a me, con un sorriso sincero sul volto. La osservai meglio e potei vedere quanto fosse diventata stanca e come le rughe si fossero impossessate della sua fronte, ma restava sempre bellissima.

Aspettò che continuassi senza dire niente.

“ Vedi .. non so come dirtelo, merda! “

Sentivo il cuore a mille e mi sentii arrossire mentre scattai in piedi, come se mi fossi appena stata scottata sul divano.

“ Santana, le parole! “

Mi rimproverò e io quasi risi. Mi portai una mano tra i capelli, agitata.

Poi sentii le parole uscire dalla sua bocca e rimasi congelata sul posto.

“ Mi amor, so già tutto. Siediti “

Mi fece segno di tornare sul divano.

“ Cosa sai? “

Non volevo cadere nella trappola o fraintendere le sue parole. Mi guardò rattristata.

“ Mi ha chiamato il padre di Brittany due giorni fa “

Sentii gli occhi infiammarsi e cercai di stare calma, ma non ce la feci.

Mi alzai ancora.

“ Come diavolo si è permesso quello stronzo? “

Per quella volta non mi corresse, mi lasciò semplicemente respirare a fondo: mi conosceva come le sue tasche. Strinsi i pugni e poi ritornai nella condizione di prima.

“ Lasciami finire ok? “

Io annuii, ma avrei voluto non sentire quello che stava per dire.

“ Mi ha chiamato, si è presentato, ed era furibondo. Mi ha raccontato quello che aveva scoperto e mi ha detto di tenerti lontana da Brittany. Ha rimesso giù senza che neanche potessi rispondere “

Fu breve e sincera.

“ Perché non me l’hai detto? “

Lei scrollò le spalle.

“ Speravo lo facessi te, prima o poi, e sapevo che questa situazione ti avrebbe messa alle strette “

Sembrava tranquilla. Mi sentii sprofondare nella rabbia: avrei voluto andare là a prendere a pugni quell’uomo, che nella mia vita non stava facendo altro che danni. Aspettai che desse il suo giudizio finale, sapevo avrebbe continuato con il discorso.

“ Mi dispiace, mi amor “

Tremai un attimo, non capendo.

“ Per cosa? “

Lei abbassò un attimo gli occhi.

“ Avrei dovuto capirlo prima e sono stata un po’ cieca in effetti. Si vedeva che Brittany ti rendeva diversa “

Si stava dando la colpa. Ero sorpresa.

“ Non ti crea problemi, questo? “

Mi indicai un attimo e adesso fu lei ad essere sorpresa. Sorrisi piano.

“ Oh, tu crei problemi, di ogni tipo. Prendi in giro le persone, non sei di certo la ragazza più innocente della terra e fin da piccola eri un terremoto, ma non sei TU il problema. Se essere te stessa lo è, mi sa che sei tu a non aver capito veramente tutto ciò “

Abbassai gli occhi. Lei mi stava capendo, lo stava facendo veramente.

“ Mamma, sono lesbica “

E finalmente lo dissi, rincuorata dalle parole di mia madre, lo dissi. Mi sentii svuotare di un peso, che sentivo gravare da un po’ su di me. In quel momento ero così riconoscente a mia madre che quasi l’avrei abbracciata, gesto che non facevo quasi mai. Mi trattenni anche il quel caso.

Lei scosse la testa. Mi venne vicina e feci un po’ di fatica a non allontanarmi.

“ Senti, sono onesta, forse non era la cosa migliore che avrei voluto per te. Insomma, guarda la situazione in cui sei ora .. è complicata e le altre persone rendono tutto complicato. Ma ora non importa, la tua felicità è la mia, e non importa altro. Ok? “

In quel momento, non potei far altro che abbracciarla. La catastrofe totale che avevo immaginato si era rivelata un semplice discorso con un genitore.

Sospirai.

“ L’ho dovuto dire a papà mi amor, sai che non riesco a tenergli nascosto niente. Parlerai con lui nel weekend, ok? “

Non mi sentii tradita, conoscevo il loro rapporto e non potei far altro che annuire.

Poi mi alzai, ancora. Il pensiero del padre di Brittany mi ritornò in mente e il nervoso crebbe.

“ Io non so come fare mamma, quell’uomo ci sta rendendo le cose impossibili. Britt non è neanche venuta a scuola in questi giorni, la sta tenendo chiusa in casa, visto che ormai sa che ha passato l’esame e che qualche assenza non turberà nessuno. So che è viva solo grazie a Quinn che riesce a sentirla perché il padre glielo permette. Non so come fare, lo prenderei a pugni, anzi a calci e gli staccherei quel coso che ha in mezzo alle gambe, tanto non gli serve visto quanto è uom- “

“ Santana!! Per favore, ho capito che non ti piace, ma risparmiami queste descrizioni, ok? Non è il comportamento adatto per risolvere la situazione! “

Cercai di nuovo di calmarmi. Non servì a molto purtroppo. Mia madre si alzò e camminò piano per la stanza.

“ Lo sai che purtroppo non posso far niente, vero? Perché quell’uomo è un padre-padrone e dovrebbe essere la madre di Brittany a fare qualcosa “

Lo immaginavo e aveva ragione.

“ Mi amor, non ti arrabbiare ok? Credo che dovresti aspettare che prendiate il diploma. Mi avevi detto che Brittany aveva in progetto di andare a New York, e sicuramente suo padre non la seguirà fin là. Anche lui ha un lavoro e non può fare ciò che vuole “

Scossi la testa.

“ Resta qua anche tutta l’estate, fa l’insegnante e non c’è scuola. Non ce la faccio a non vederla per così tanto tempo, proprio adesso che avevamo deciso di prenderci sul serio “

Fui sincera. Non serviva a niente proteggersi: avevo bisogno di conforto e mi sentivo debole come mai mi ero sentita. Non era giusta tutta quella situazione, non lo era, e basta.

Guardai in basso, cercando di reprimere le lacrime che minacciavano di uscire.

Perché doveva essere tutto così difficile?

“ Perché a me? “

Ringhiai un attimo a me stessa.

“ Chiediti cosa puoi fare per cambiare la situazione. Trova il modo di vederla. Quei pochi minuti che passerete insieme ti faranno capire che la domanda giusta è: perché non a me? “

“ Ma cosa vuol dire? “

Mi madre sembrò voler lasciare la stanza senza rispondere. Mi sentii confusa. Per fortuna poi si girò e mi guardò.

“ Vuol dire, che dovresti essere a lottare con lei, piuttosto che stare qua a piangerti addosso “ disse dura.

Mi lasciò sola. Lei era così, severa quanto bastava per farti capire le cose. Aspettai pochi secondi in silenzio. Guardai fuori dalla finestra, e ritrovai mia madre in giardino. Distolsi lo sguardo.

Presi il cellulare e digitai dei tasti. Quasi subito sbagliai numero facendo quello di Brittany, l’abitudine faceva i suoi danni, ma mi era stato l’ordine da Quinn di non chiamarla né mandarle messaggi, il padre la controllava sempre.

Il telefono squillò diverse volte e la persona che cercavo rispose.

“ Santana “

Una voce un po’ acuta mi rispose.

“ Devo vederti “

Quando chiusi il telefono, mi sentii pronta per lottare.

--

“ Tu sei tutta matta “

Kurt mi guardò un po’ sconvolto. Avevo dovuto parlarne con lui, da cui sapevo avrei ricevuto soltanto affetto. Era gay, chi meglio di lui mi avrebbe capito?

Quello era tipo ‘il giorno delle rivelazioni’, ma non sarei andata oltre. Quello non mi importava, ero stata sbrigativa e lui mi disse che l’aveva già capito visto che il suo gay-radar non sbagliava mai. Lo lasciai blaterare un attimo sulle sue doti da indovino e poi gli parlai di tutta la situazione col padre di Brittany. Rimase schifato e non riuscì a stare calmo, evidentemente innervosito da tutto quello.

E poi ero arrivata al dunque, gli spiegai perché l’avessi voluto vedere con così tanta fretta.

“ Kurt, che c’è di male? Non ti devi sacrificare troppo, sei perfetto “

Mi squadrò.

“ Ma si vede lontano un miglio che sono gay, scoprirà che è tutta una messa in scena “

Sbuffai.

“ Senti, hai questo viso angelico che piace ai genitori, sei uno studente modello e si, effettivamente è evidente che tu sia gay, ma non tutti colgono le differenze. E sei un ragazzo, questo basterà al padre di Britt “

Incrociò le braccia. Lo vidi sforzarsi a pensare cosa rispondere, probabilmente cercando qualche scusa in più.

“ Ma non è mica stupido, ha scoperto sta cosa da quanto? Quattro giorni e Brittany, senza neanche essere uscita, dovrebbe essersi messa con me? “

Ero pronta anche a quella scusa.

“ Brittany aveva paura, mi ha detto Quinn che ha detto al padre che ero io ad essere ossessionata da lei e che lei non è lesbica. Ha negato. “

Lui sembrò disgustato.

“ Oh avanti, lo so che non ha fatto il gesto d’amore più bello del secolo, ma suo padre tra poco l’ammazzava, questo mi basta come scusa! “

Lo anticipai, visto il suo scetticismo.

Quando Quinn aveva parlato con Brittany, lei, le aveva raccontato tutto dettagliatamente e mi sentii sprofondare quando la mia amica mi avvertì che non mi sarebbe piaciuto quello che stava per dirmi.

Ascoltai il racconto e cercai di non prendere la poltrona e farla volare per la camera. Mi si strinse lo stomaco e quasi vomitai.

Quinn cercò di calmarmi e ce la fece per metà. Ma dopo un attimo di delusione, capii la situazione in cui Brittany si trovava e non potevo che biasimarla. Era lei costretta ad avere in casa un mostro, una madre inetta e a dover sopportare entrambi.

A quanto pareva la madre non la calcolava. Lei si era chiusa in camera e scendeva solo per mangiare. Suo padre faceva finta che non fosse successo niente, ma intanto restava imprigionata in casa sua.

Quindi si, la giustificavo visto che aveva avuto la fetta peggiore della torta.

A quel punto, lui sembrò annuire, probabilmente capendo.

“ Se io comincio ad uscirci, non capisco come tu ci possa guadagnare “

“ Hummel, quando tu porterai fuori Brittany a cena, perché prima o poi tu guadagnerai la fiducia e quindi le permetterà di uscire di nuovo, il massimo sforzo che dovrai fare sarà accompagnarla da me. So che non sarà un percorso facilissimo e che tu e Brittany non siete grandi amici, ma per ora è l’unica idea che mi è venuta in mente “

Lui continuò a guardarmi.

“ Lei non tornerà più a scuola? “

“ A quanto pare lui da lunedì farà da supplente alla prof di storia che deve partorire, fino alla fine della scuola “

Mi guardò scioccato e capii i suoi pensieri: tutto era contro me e Brittany.

Poi bevve il suo ultimo sorso di caffè e mi guardò.

“ Brittany cosa sa di tutto questo? “

Sperai di averlo in pugno.

“ Quinn la informa questa sera, si sentono praticamente sempre “

Lui smise di guardarmi per un attimo, come se fosse in conflitto dentro di lui.

“ Perché proprio me? Puck non andava bene? “

Me lo chiese ma sapeva anche lui che no, Puck non sarebbe andato bene.

“ Perché sei gay e so che non finiresti per innamorarti di Britt, visto che un po’ a contatto dovrai starci e perché mi puoi capire e non so perché, ma so di potermi fidare. Puck è il mio migliore amico, ma è sempre Puck “

E al riguardo non servivano altre parole. Ancora non mi diede una risposta. Mi sporsi di più verso di lui.

“ Senti, so che non abbiamo mai avuto un gran bel rapporto .. in realtà non lo abbiamo proprio avuto, ma in questo momento ho bisogno di aiuto. Capisco se mi dirai di no perché è impegnativo e ti occuperà del tempo, e non posso pretendere nulla da te. Solo se puoi, e vuoi, aiutami “

Non chiedevo mai aiuto a nessuno, almeno per le cose che riguardavano me, quelle importanti. È sempre stata una mia prerogativa farcela da sola, lo sentivo come obbligo. Solo i deboli chiedono aiuto.

Quel giorno essere debole mi servì, per una volta.

“ Se Brittany accetta, la mia risposta è si “

Le parole di Kurt mi riempirono il cuore e il suo sorriso, forse un po’ tirato, ma sincero, mi fecero sentire serena.

--

BRITTANY.
 

Quinn era in camera mia, con un foglietto in mano e tante cose da dirmi. Mi spiegò le intenzioni di Santana e il piano che stava mettendo in atto.

Poi mi diede il biglietto. Restò in silenzio.

Lo aprii quasi tremante, ma velocemente, sperando che nessuno entrasse in quel momento. C’erano scritte soltanto due parole.

Non mollare.

Con le dita tracciai le parole, riconoscendo la sua scrittura.

“ Ci devo pensare “

Fu quello che dissi a Quinn, ma dentro di me la risposta la sapevo già.



ANGOLO AUTRICE:


Buonasera, ecco un altro capitolo :)
insomma, mi sono cercata la via più difficile e spero di riuscire a sostenere questo peso!
Ringrazio tutti, tutti, tutti coloro che seguono la storia, siete tanti e sono contenta :D se avete voglia di farmi anche sapere cosa ne pensate sarei super contenta!!

Ho in corso una storia Heya, in casa foste interessati questo è il link:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1762708

Per contattarmi invece:


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GRAZIE A TUTTI, Giulia :D




 

  
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