Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Libra Prongs    30/04/2013    3 recensioni
Wolfstar (?)|angst|introspettivo
"Ne avrebbe mandati giù a iosa, di quei panini al cheddar con cetriolini e una spruzzata di mostarda. Anni prima, non visto, ne aveva fatto indigestione a casa della prozia June e allora aveva smesso di mangiarne per qualche tempo — il ricordo della notte insonne che aveva trascorso in seguito era stato a lungo sin troppo vivido e acido. Poi, però…"
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie ''Cause Wolfstar is canon, and that's all. '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Panini al cheddar

 

     «James, sei caduto nel cesso o ti dedichi a un lavoro artigianale


La tenda era spessa, ricettacolo di polvere che drappeggiava, serrata, il terzo baldacchino da sinistra — quello mediamente vicino alla finestra e mediamente lontano dalla porta, equilibrato nell’ubicazione quanto il suo occupante era moderato e meticoloso nelle scelte. Mai più di una zolletta di zucchero nel tè, più di cinque minuti al bagno — dieci in caso di doccia —, meno di due ripassi prima di una verifica.
Il discorso non andava applicato ai panini al cheddar, unica gloriosa eccezione cui Remus indulgeva con inattesa voracità.


     «E allora datti una mossa, ho bisogno di una doccia!»


(La voce di James era filtrata ovattata dal bagno, attutita dallo scroscio dell’acqua e dal legno massiccio della porta.
Sirius aveva sbuffato, intimando all’altro di sbrigarsi, e si era seduto sul proprio letto, a giudicare dallo stridio delle molle, che avevano cigolato sotto il suo peso.
)


I panini al cheddar erano un pensiero rinfrancante per Remus: perfetto in caso di stress emotivi, un quadratino di cioccolato poteva avere effetti impareggiabili sull’umore, ma il cheddar…  quello era pura dipendenza agrodolce.


(Come il guardare Sirius spogliarsi attraverso la tenda serrata — non abbastanza, non abbastanza — e avvertire il fiato caldo e pesante e corto contro le dita e qualcosa d’altro formicolare contro le pareti dello stomaco.)


Ne avrebbe mandati giù a iosa, di quei panini al cheddar con cetriolini e una spruzzata di mostarda.
Anni prima, non visto, ne aveva fatto indigestione a casa della prozia June e allora aveva smesso di mangiarne per qualche tempo — il ricordo della notte insonne che aveva trascorso in seguito era stato a lungo sin troppo vivido e acido. Poi, però…


(Sirius si era voltato di spalle, lo sguardo fisso su un punto imprecisato oltre il vetro. Remus, le ginocchia a puntellare il materasso, lo osservava silenzioso e si chiedeva dove fosse — a chi andasse il suo pensiero, a chi, a chi.
Gli occhi di Sirius seguivano traiettorie così difficili da intercettare; quelli di Remus accarezzavano esitanti l’incavo profondo della sua schiena, scivolando lungo le vertebre giù, giù fino alle due fossette appena percettibili sopra le natiche e, oh, il fiato caldo corto pesante dietro le dita, contro le dita.
)


Una volta — era un ricordo sfocato come i ricordi sfocati d’estate, quelli abbagliati di sole e risate e pomeriggi di niente sulla riva del Lago Nero — Sirius era stato in cucina dagli Elfi a fare incetta di provviste.
Avevano mangiato all’ombra della loro quercia secolare, nel parco, passando in rassegna gli eventi dell’ultima luna piena. James raccontava di Evans, Peter era il solo che gli prestasse attenzione; Sirius aveva detto qualcosa a proposito della brutta cera di Remus, aveva sorriso, gli aveva allungato un panino. Un panino al cheddar.
E la dipendenza agrodolce era ricominciata, ghermendo lo stomaco di Remus in una morsa che poco o nulla aveva a che fare col cibo.


(Sirius era ancora lì, perfettamente a suo agio nella propria nudità — prepotente e naturale e fastidiosamente consapevole.
E Remus, imbarazzato e pervicace, continuava a rubare immagini di lui da trattenere e masticare e di cui fare indigestione. Non visto, come a casa della prozia June.
)


     «Il bagno è libero, Messere.»

     «Era ora.»


(La risata di James era giunta adesso chiara e invadente. Il silenzio era stato spezzato.
La vista delle spalle di Sirius aveva ceduto il posto a quella del petto — altrettanto sottilmente delineato, con un accenno di peluria scura. E Remus era rimasto con lo sguardo lì, fisso, troppo poco ardimentoso per lanciarsi verso il basso o guizzare in alto e incontrare i suoi occhi. Era rimasto lì, fisso, all’altezza del cuore.
)


No, non era questione di cibo.
Era una fame troppo più intensa e insistente, pericolosamente simile a quella che provava nelle notti di luna piena, quando Sirius era il solo a saperlo placare.


(E Remus si era seduto sui talloni, i capelli tra le dita, i suoi demoni che aleggiavano dietro le tende serrate — non abbastanza, mai abbastanza. La voce di Sirius era ancora troppo forte.)
 

 

____________________________________________________________________________________________________________

Nda: questa storia partecipa all'iniziativa 

"Rendiamo Remus Libero Dalla Dipendenza Da Cioccolato" 

Ciò detto, io devo studiare. Sul serio. 
W il cheddar, pace&amore. 

 

 
 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Libra Prongs