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Autore: Niley story    30/04/2013    8 recensioni
Ero convinta si sapere cosa volesse dire amare, ma dal suo arrivo mi rendo conto che quello che fino a oggi chiamavo amore, era solo affetto. "Lui" è appena arrivato, "lui" è riuscito a farmi esplodere il cuore con un solo sguardo, "lui" mi ha fatto capire cosa vuol dire amare, "lui" è riuscito a farsi odiare da me..."lui" è il mio sinonimo di amore...più cercavo di allontanarmi più sentivo la necessità di stargli vicino
Genere: Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Feci scivolare lentamente la mano dal mio cuore fino a far tornare il braccio dritto che scendeva lungo la vita, e presi la mia decisione…feci un sospiro e vidi che quei tizi si allontanarono e a quel punto cosi verso di lui chinandomi a terra…

Violetta: Leon!

Leon mi guardò, aveva un’espressione sorpresa, con il sangue e gli scendeva da vicino al labbro. Si reggeva sul gomito sinistro osservandomi…

Leon: Tu…tu sei la ragazze dello studio…ah!

Si portò la mano destra vicino al labbro, credo che gli faccia molto male.

Leon: Vattene!

Violetta: No i-io…voglio aiutarti!

Leon: Se vuoi aiutarmi davvero, vattene!

Mi guardò profondamente negli occhi, ringhiandomi quasi contro…

Violetta: Ma…

Leon: Niente ma! Stanno per tornare e se ti trovano con me avrò più problemi

Violetta: Chiamo Pablo

Presi il mio cellulare quando sentì una stretta sul mio braccio sinistro…

Leon: Non ci provare…vattene e fa finta di non avermi mai visto.

Mi diede una spinta facendomi letteralmente cadere a terra, quando sentimmo entrambi dei rumori provenire dalla mia sinistra…ancora una volta lui si voltò verso di me, e con un tono che non accettava negazioni mi ripetette…

Leon: VATTENE! ORA!

Mi girai di scatto verso di lui. Me lo aveva davvero ordinato eppure…i suoi occhi sembrava me lo stessero supplicando. Mi alzai velocemente in piedi ancora tremante osservandolo…restai ferma per qualche frazione secondo, fino a quando non mi gridò di nuovo di andarmene e a quel punto mi voltai iniziando a correre il più lontano possibile. La mia vista stava diventando sfocata, solo a quel punto mi accorsi di stare piangendo. Quel ragazzo è solo uno stupido! Io volevo aiutarlo e lui…ma perché!? Perché!?...Stanca di correre entrai in un vico, poggiai il capo contro al muro e scivolandoci contro mi sedetti a terra. Poggiai le braccia sulle mie ginocchia e il capo su di esse. Perché non si è fatto aiutare? Che cosa volevano quelli da lui? Cosa gli staranno facendo adesso?...la mia testa era offuscata dall’immagine di quei tizi che continuavano a picchiarlo. Portai le mani alla testa, facendo sbattere questa più volte contro il muro. Perché lui mi faceva così male? In fondo non lo conoscevo nemmeno…e allora perché soffrivo tanto per lui? Osservai il mio orologio segnava le 3:00…avrei voluto tornare a casa ma non sapevo come fare. Presi il cellulare e digitai il numero di Roberto, che tutto assonnato poverino, mi rispose…

Roberto: Pronto?...

Violetta: Roberto, sono Violetta…

Roberto: Vio-Violetta?! Ma come…dove sei1?

Violetta: Ho bisogno che tu mi venga a prendere ma per favore non dire nulla a mio padre o a Angie…

Roberto: Che?! Ma come venirti a prendere?! Violetta Castillo! Dimmi subito dove sei…

Mi guardai in torno in cerca di qualche indicazione…quando vidi un cartello…

Violetta: Sono nel "bivio" al 207

Roberto: Il bivio?! Ma mi spieghi che ci fai lì!?

Violetta: è una lunga storia Roberto per favore vieni a prendermi senza fare domande…

Roberto: Va bene, non muoverti!

Attaccai il telefono alzandomi da terra. Continuavo ad esse poggiata a quel muro attendendo con ansia che Roberto arrivasse. Avrei dovuto essere spaventata, terrorizzata…una ragazza tutta sola alle tre di notte in un luogo che non conosce…e invece ero solo preoccupata…preoccupata per quel grandissimo imbecille che avevo lasciato disteso a terra. In fondo…ha detto che io per lui sono solo un intralcio…non riesco a dimenticare il suo sguardo…i suoi occhi supplichevoli…e la paura che ancora adesso ho…che gli possa succedere qualcosa…Roberto arrivò e io salì in macchina velocemente. Cominciò a farmi la predica…una predica che non stavo ascoltando, ad un tratto lui se ne accorse e decise di lasciare perdere. Tornammo a casa e io corsi in camera mia. Mi distesi sul letto osservando la finestra…la osservai per molto tempo, con lo stesso chiodo fisso in testa. Il iniziò a sorgere, e a malavoglia mi alzai dal letto facendo leva sulle braccia. Guardai l’orologio che segnava le 7:00 del mattino. Andai in bagno e mi feci una doccia. Indossai gli stessi vestiti che avevo prima e poi scesi a fare colazione…

Violetta: Buongiorno…

Il tono della mia voce era spento e strozzato, per quanto io cercassi di nasconderlo…

German: Buongiorno tesoro, c’è qualcosa che non va?

Violetta: No…nulla

Mi sforzai di dire con un sorriso a mio padre sedendomi accanto a Angie…

Angie: Vilu hai dormito bene?

Violetta: Benissimo…

Dissi osservando la mia tazza. Alzai ti poco lo sguardo e notai che Roberto mi fissava…si era normale credo che volesse delle spiegazioni…

Violetta: Papà, può accompagnarmi Roberto allo studio? …Oggi non mi va di farmela a piedi…

German: Certo tesoro, non ci sono problemi

Dopo aver fatto colazione andai in macchina con Roberto e gli chiesi scusa per la sera precedente e gli dissi che ero uscita per prendere una boccata d’aria ma che avevo finito col perdermi. Roberto non ci credette molto ma decise comunque di non farmi domande, e per questo lo apprezzavo. Entrai allo studio e mi avvicinai alle ragazze che parlavano sedute a terra nell’aula di danza…

Francesca: Si è vero

Violetta: Ciao…

Camila: Ciao Vilu!

Violetta: Di che parlate?

Chiesi sedendomi in mezzo a Francesca e Camila.

Ludmilla: Del mio ragazzo ovviamente!

Nata: Ludmilla te lo abbiamo già detto mille volte…

Ludmilla: Non ancora Naty…non ancora…

Da ciò che dicevano era facile intuire di cosa stessero parlando…

Francesca: Voi dite che oggi Leon viene?

Camila: Si io ci spero

Nata: Potremmo andare a chiederlo a Pablo

All’improvviso una pallina rimbalzò forte nell’aula. Tutti scattarono in piedi, noi comprese mentre Gregorio entrava nell’aula…

Gregorio: Insomma, è una sala di ballo signorine non di pettegolezzi, qui ci si esercita per BALLARE!

Ci disse scandendo bene le parole. Sospirai. Ognuno di noi si mise al suo posto e iniziammo con gli esercizi di riscaldamento. Nonostante ballare fosse una delle cose che amavo, oggi ero letteralmente fuori, e ciò fece arrabbiare non poco Gregorio...non posso dargli torno non ne facevo una giusta e andava a finire addosso alle altre ballerine e ballerini…

Gregorio: Aaa stooop!!!

Gregorio fece rimbalzare la pallina da tennis contro lo stereo facendolo spegnere…

Gregorio: Signorina Violetta?

Violetta: S-si?

Gregorio: Lei vuole rovinarmi la coreografia?

Violetta: N-no…

Gregorio: E allora per favore…ESCA SUBITO DI QUI! Oggi non riesce a fare neanche un semplice plie!

Violetta: Mi dispiace…

Gregorio: Fuori!

Francesca e Camilla stavano per ribattere contro Gregorio ma io alzai la mano facendo cenno di no col capo. Non era il caso che Gregorio si arrabbiasse anche con loro, inoltre non avevo tutta questa voglia di ballare oggi. Uscì fuori dall’aula avvicinandomi senza neanche accorgermene a quella dei professori, dove c’era solo Pablo…

Pablo: Si certo…ma no che dici…sta tranquilla…sono sicuro che non è così Leon-Leon starà benissimo…ma si certo….no, ascolta ora…ora esco anche io dallo studio e lo cerco va bene?...Si Cinzia ma tu ti devi calmare…ovvio…ok un bacio sorellina, ciao.

Pablo aveva la faccia distrutta. Poggiò le mani sulla cattedra chinando il capo…stava davvero male…io ero poggiata allo stipite della porta senza sapere che fare…strinsi il pugno con la mano destra e sollevandola diedi due colpi alla porta attirando la sua attenzione…

Pablo: Avanti è ape…Violetta…

Violetta: Ciao Pablo…

Dissi avvicinandomi a lui. Pablo sospirò

Pablo: Ciao Vilu…

Si sedette sulla sedia portandosi due dita destre agli occhi per strofinarli.

Violetta: Io…ho sentito in volontariamente…la discussione…

Pablo: La discussione? Ah quella con mia sorella…

Violetta: Si…che…che è successo con Leon?

Pablo: Lui…lui è scomparso…

Violetta: Come scomparso!?

Pablo: Questa sera non è tornato a casa…e mia sorella e mio cognato lo stanno cercando da per tutto…

Violetta: Oh no, chissà cosa gli hanno fatto…

Pablo: Che!? Cosa gli hanno fatto chi?!

Alzai di scatto il capo che avevo abbassato pochi secondi fa pensando ad alta voce…ops…questo forse non avrei dovuto lasciarmelo scappare…ma ero troppo preoccupata per tacere…

Pablo: Tu ieri sera hai visto Leon?

Violetta: Si…era con degli strani ragazzi che lo stavano picchiando

Pablo: DOVE?!

Violetta: Vicino a un posto chiamato bivio ma…era bivio 207 e non credo di ricordare la strada

Pablo: Non importa ho il navigatore grazie Violetta…

Pablo era molto preoccupato, lo potevo capire dal suo sguardo, scattò velocemente appena gli dissi la via ma per fortuna riuscii a prendergli il braccio facendolo girare…

Violetta: Portami con te, ti prego sono in pensiero da ieri sera…

Pablo mi guardò un po’ dubitoso, ma il mio sguardo compassionevole e la sua fretta riuscirono a favorirmi, convincendolo. Entrai nella sua macchina sedendomi al suo fianco mentre velocemente digitò sul navigatore tutte le informazioni che sapevamo…durante il tragitto gli raccontai tutto ciò che era successo quella notte. Nel giro di trenta, trentacinque minuti arrivammo in quel luogo…ora che lo guardavo con la luce del giorno, sembrava una pista di motocross…a giudicare dalle moto che si trovavano vicino a un capannone…

Pablo: Era qui?

Violetta: Si, ma dov’è!?

Mi guardavo intorno…dannazione non lo vedevo, fino a quando Pablo non gridò un "eccolo" indicandolo. Corse velocemente verso il corpo di Leon che era disteso a terra e io lo seguì il più velocemente possibile, per quanto mi fosse concesso dalle mie scarpe. Leon era disteso con la schiena a terra. Pablo prese saldamente i bordi del colletto della sua giacca di pelle e lo scosse bruscamente…

Pablo: Leon! Leon!

Leon strinse gli occhi, e anche i denti per poi aprirli lentamente…

Leon: Zio…

Disse con una voce al quanto assonata…

Pablo: Santissimi lumi Leon…

Pablo poggiò la mano destra dietro al capo di Leon stringendolo a se…

Leon: Zio fa piano! Stavo solo dormendo!

Pablo sciolse l’abbraccio guardandolo male, mentre lui si reggeva sui gomiti.

Pablo: DORMENDO?! A casa TUA dovresti DORMIRE! NON NEL MEZZO DI UNA STRADA!

Leon: Aha…come mi hai trovato?

Pablo: è stata Violetta…

Disse Pablo indicandomi con il capo, e lui sollevò leggermente lo sguardo guardandomi male.

Leon: Tu i fatti tuoi no eh?

Gli feci un sorriso falso guardandolo.Ora che lo stavo osservando in faccia, potevo chiaramente vedere che era conciato peggio di quanto ricordassi…forse lo avevano picchiato ancora…vederlo così mi stava facendo sentire male…ma è possibile stare così per una persona che neanche conosco?...Pablo lo aiutò a rialzarsi da terra facendolo poggiare a lui…

Leon: Non…non potevo tornare a casa in questo stato…a mamma sarebbe venuto un’infarto…e papà avrebbe finito di ammazzarmi…

Pablo: Si ma una telefonata potevi farla! Potevi dire "dormo da un amico" e poi chiamavi me! Idiota!

Leon: Potevo cavarmela da solo anche se tu non saresti venuto…

Pablo: Si certo! E io e i tuoi avremmo continuato a impazzire, credendoti scomparso!

Leon abbassò il capo mentre camminava a fatica. Dopo un po’ di esitazione decisi di avvicinarmi a lui prendendogli il braccio sinistro e poggiandolo intorno al mio collo per aiutarlo. Lui non disse una parola. Pablo aprì lo sportello posteriore e lo aiutò a sedersi dentro, e poi chiese a me di sedermi al suo fianco. Entrati in macchina prese l’auricolare cercando di chiamare la famiglia di Leon…

Pablo: Dannazione sempre la segreteria *sente il segnale acustico* Cinzia sono Pablo, Leon è con me…

Mentre eravamo in macchina lui era seduto al lato destro e io a quello sinistro. Lo stavo osservando…anche con tutti quei graffi riuscivo a vedere la sua bellezza…

Leon: Perché mi fissi?

Mi chiese di botto senza neanche guardarmi. Io abbassai immediatamente lo sguardo…

 

Violetta: Emm…io non ti sto fissando!

Leon: Bugiarda

Violetta: Non avrei nessun motivo per farlo!

Dissi facendo la parte dell'offesa. Stargli accanto mi rendeva nervosa, mi faceva tremare, e allora stesso tempo...mi faceva stare bene...Arrivammo davanti a un palazzo…credo che sia quello dove si trova l’appartamento di Pablo. Aiutò Leon ad alzarsi e scendere dalla macchina per poi dirigerci verso il palazzo. Prendemmo l’ascensore terzo piano. Appena entrati ci trovavamo nel salotto. Pablo fece sedere il nipote sul divano e poi fissò lo schermo del suo cellulare mentre io mi accomodavo sul divano accanto…

Pablo: Incredibile! Ne trovi uno e ne perdi due…vado a casa tua a cercare i tuoi, non muoverti di qui…

Disse guardando Leon che non lo degnò di uno sguardo…

Pablo: Violetta, mi fido di te…

Disse dirigendosi verso l’uscita…che?! Un attimo non ho capito, vuole lasciare me e lui SOLI?! QUI?!...Mi alzai di scatto in piedi...

VIoletta: Aspetta Pablo, non vorrai mica lasciarmi da sola con questo qui?!

Pablo: Mi dispiace non ho alternative, torno quanto prima ciao!

Senza ascoltare una mia risposta uscì di casa lasciandomi con le parole in bocca. Fissai la porta per qualche secondo poi guardai Leon. Aveva il piede destro poggiato sul bordo del tavolino dinnanzi a lui e prese il telecomando che era sul mobiletto alla sua destra vicino al divano e accese la televisione. Si portò la mano sinistra al labbro toccandosi la ferita...credo che gli faccia molto male...

Violetta: Non...dovresti toccarla...potrebbe farti infezione...

Leon: E allora?

Violetta: Bhe...ti...ti fa molto male?

Leon: No...

Sospirai osservandolo mentre a fatica riuscì a levarsi la giacca. Aveva dei lividi anche sulle braccia...probabilmente anche sulla schiena. Mi alzai e mi diressi nel corridoio in cerca del bagno. Aprì la prima porta a destra...bingo! Al primo colpo. Mi guardai intorno...dove poteva tenere Pablo le medicazioni...aprì il mobiletto che era sopra al lavandino. Presi l'ovatta e il disinfettante...vidi anche una fascia...non so com'è conciato sulla schiena forse mi servirà...tornai nel salotto ed era esattamente dove lo avevo lasciato, non che avessi qualche dubbio. Posai la roba che avevo preso sul tavolino, dove teneva ancora poggiato il piede. Con entrambe le mani gli sollevai la gamba facendogli poggiare il piede a terra...

Leon: Hey ma che stai facendo!?

Leon mi guardò stranito...comprensibile...presi il disinfettante e un batuffolo di ovatta...

Violetta: Ti disinfetto la ferita...

Leon: N-non ce ne bisogno...

Disse lui guardandomi con una faccia tra l'imbarazzo e il confuso...

Violetta: Chiudi il becco...

Provai a poggiare il battuffolo di ovatta vicino al suo labbro ma lui indietreggiava sempre di più con la testa, impedendomelo...

Violetta: LEON!

Leon: Brucia!

Violetta: Ma se non te l'ho neanche messo!

Leon: Si ma lo so che brucia!

Violetta: Non fare il bambino e sta fermo!

Leon: Mmm...

Sospirò rassegnato. Alzò il capo guardandomi mentre io ero in piedi tra le sue gambe. Posai la mano sinistra sotto al suo mento sollevandoglielo e facendolo voltare leggermente verso destra, mentre con l'altra mano gli tamponai la ferita. Si voltò di scatto al tocco dell'ovatta vicino al suo labbro, allontanando il viso dalla mia mano...

Violetta: Leon!

Leon: Ma brucia!

Violetta: Lo so, ma devi resistere!

Roteò gli occhi e con la mano sinistra gli ripresi il volto. Strinse i denti e chiuse gli occhi mentre passavo con delicatezza il pezzo di ovatta sul suo labbro. Ora che ci penso...non sono mai stata così vicino a lui. Guardai con attenzione ogni centimetro del suo viso...e posso confermare quello che pensavo ieri...ha un viso perfetto, anche così con tutti questi graffi. Si era bellissimo, in fondo le capisco tutte quelle ragazze che stravedono per lui...lui è...così...così...mi mancano le parole...ho di nuovo quella strana sensazione che mi percorre la schiena, come un brivido. Posso sentire il battito del mio cuore accellerare e risuonarmi nelle orecchie e nella testa.

Leon: Fatto?

Leon non si era mosso di un centimentro, ma aveva aperto gli occhi notando che ero rimasta ferma impalata a fissarlo, con la mano destra sospesa in aria. La suo voce mi fece tornare con i piedi a terra, e non sapendo cosa rispondere per il nervoso iniziai a balbettare...

Violetta: Emm...si, no cioé...io...tu...si ho finito...le-levati la maglietta...

Leon: Non posso...

Violetta: Te-te l'ho già spiegato le ferite devono essere di...

Leon: Si lo so, ma...non riesco a levarla...devi farlo tu...

Ok...devo definitivamente calmarmi perché sto male. Mi sento andare in fiamme e non so che fare...bhe...io...devo togliergli la maglietta...si...è...per una giusta causa non ho alternative...giusto?...deglutì prima di poggiare le mani ai bordi della sua maglietta. La sollevai lentamente per non rischiare di urtarlo e fargli male. Alzò il braccio destro e con un pò più di fatica quello sinistro. Posai la maglietta sullo schienale del divano per poi osservare il suo petto nudo davanti ai miei occhi. Wow...si ho detto wow...cioé non l'ho detto ad alta voce per fortuna però l'ho pensato...cioè...lui è...perfetto. Voglio dire ha degli addominali che sono...wow...non sono esagerati ne sono invisibili ovviamente...ma che cosa cavolo sto pensando!? No no Violetta concentrati...il suo petto...ha dei lividi ma per fortuna mi pare nulla di grave...tranne dove tiene la mano, sulla parte sinistra dell'addome. Ha un graffio. Presi un altro batuffolo di ovatta e mi chinai sedendomi sui talloni dei miei piedi, mentre passavo il pezzo di ovatta sulla ferita...

Leon:Ahi...basta ti prego...

Violetta: Solo un altro pò ho quasi finito...

Dissi cercando di restare quanto più lucida possibie...la verità è che ero agitata...non sapevo che fare, non sapevo che dire, non sapevo come comportarmi...l'unica cosa che sapevo è che mi stavo innervosendo ed ero quasi sicura di essere del tutto rossa. Perché Leon mi faceva questo effetto?...Non mi sono mai sentita così con nessun'altro...io non capisco cos'è questo sentimento...ma so che sta prendendo possesso di me, facendomi perdere il controllo del mio corpo.

Violetta: Finito...

Mi alzai in piedi e subito mi sentii afferrare per il polso destro...



 

Angolo autrice
Holaaaa...alloooraaa vi è piaciuto questo nuovo chappy? Spero di siiii e siate sincere quante di voi avrebbero voluto essere al posto di Vilu a medicare Leon? *---* Io sono tra queste :Q_________
*Si schiarisce la voce* torniamo serie puhaahahha si certo come no serie...allora ringrazio tutte quelle che leggono la mia storia, che la mettono tra le preferite/seguite ma soprattutto a voi che la recensiteee grazie di cuoreee <3 :-*


Zaoooo by Riri ù_ù






   
 
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