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Autore: lazyl    19/11/2007    31 recensioni
Il desiderio di Sesshomaru di impossessarsi di Tessaiga porterà il demone a rapire Kagome, per indurre Inuyasha a consegnargli la spada. Ma la situazione, nel corso del tempo, si complicherà, tanto portarci a chiederci: sarà veramente rivolta ad Inuyasha la richiesta di scegliere tra Kagome e Tessaiga?
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Rin, Sango, Sesshoumaru, Shippou
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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SCEGLI, O LA SPADA O LA DONNA: CAPITOLO 12

SCEGLI, O LA SPADA O LA DONNA: CAPITOLO 12

 

di lazyl



Capitolo 12

 

-E tu l'hai lasciato andare così?! Accidenti a te, Sango, credevo di potermi fidare, ne avevamo parlato, ricordi?!- gli capitava raramente di alzare la voce contro una donna, ma quando ci voleva ci voleva!

 

Aveva lasciato la ragazza a sorvegliare Inuyasha per andare a fare provvista d'acqua, e tornato indietro si era sentito dire che il ragazzo era improvvisamente saltato giù dall'albero in cui si era rintanato da più di un giorno per andare ad affrontare Sesshomaru e riprendersi Kagome...era allibito!

 

Sango avvampò offesa -Come? E secondo te, maestro, come credi sarei riuscita a fermare un mezzo-demone furibondo con una spada alla vita, da sola e all'improvviso...io non so saltare di ramo in ramo!- strillò contro il bonzo.

 

-e allora dimmi tu chi dovrebbe farlo, se non una cacciatrice di demoni! Lo sai in che guaio sta andando a cacciarsi adesso quello scriteriato?- ribattè Miroku per nulla addolcito dalle parole della ragazza.

 

-Inuyasha non è un demone qualsiasi, non posso andare a caccia di un amico! Allora la prossima volta rimani tu a sorvegliarlo, anzichè andartene in giro per i fatti tuoi!- rispose incollerita Sango, incredula di sentirsi dire simili accuse per una colpa non sua.

 

-E' certamente quello che farò, sembra evidente che tu non sia in grado di assumerti responsabilità!- la risposta uscì troppo rapidamente, e solo dopo Miroku si rese conto di quello che aveva detto.

 

Se ne sarebbe accorto comunque, nel vedere l'espressione di Sango all'udire quelle ingiuste parole dettate dall'ansia e dalla preoccupazione.

 

Di certo non era quello che il bonzo pensava veramente, ma ormai quel che era fatto era fatto.

 

Sango non rispose, sgranò gli occhi guardandolo con un misto di incredulità, rancore e dolore, e prima di potergli dare la soddisfazione di vederla piangere si voltò e si mise a correre dalla parte opposta rispetto a dove si trovava Miroku.

 

Il bonzo si maledì mentalmente, chiuse un attimo gli occhi e si portò una pugno alla fronte.

 

-Accidenti...- sibilò seccato -...no, Sango! Aspetta! Ti chiedo scusa, non pensavo minimamente quello che ho detto!- gridò rivolto verso la ragazza, iniziando a rincorrerla.

 

Per tutta risposta la ragazza accelerò ulteriormente l'andatura, passandosi bruscamente una mano sul volto per asciugare le lacrime che scorrevano copiose.

 

Ma naturalmente Miroku impiegò solo pochi secondi a raggiungerla, e bloccò la sua corsa trattenendola per un braccio -Sango...- sussurrò riprendendo fiato, senza lasciare la presa.

 

-Lasciami maestro...- singhiozzò con tristezza, senza voltarsi.

 

-Sango...ti prego, perdonami, ho detto quelle cose senza pensare, perchè sono preoccupato per Inuyasha, sappiamo bene entrambe quanto possa essere avventato quando si tratta di questioni molto importanti per lui...e mi rendo perfettamente conto che neanche se fossimo stati tutti lì mentre se ne andava saremmo riusciti a fermarlo...perdonami Sango, io mi fido ciecamente di te, e ti reputo una cacciatrice degna di essere chiamata in questo modo- disse con fermezza rafforzando la presa sul suo braccio.

 

A quelle parole la ragazza strinse gli occhi dalla frustrazione...per l'ennesima volta gli aveva apertamente detto quello che pensava di lei, e cioè che per lui era soltanto una degna compagna di viaggio e di combattimento...niente di più.

 

E ogni volta sentiva una pugnalata trafiggerle il petto.

 

-Miroku...lasciami- aveva sussurrato con voce tremula, cercando invano di reprimere i singhiozzi che premevano per uscire.

 

-No- ribattè duro, con voce ferma.

 

A quel tono inaspettato, Sango voltò di scatto la testa verso il suo interlocutore.

 

Miroku la guardava con un'espressione indecifrabile.

 

Lentamente la costrinse a voltarsi, senza smettere di fissarla.

 

Malgrado la tristezza Sango non riuscì ad impedirsi di arrossire sotto quello sguardo.

 

-Sango...- sussurrò, a pochi centimetri dal suo viso -...perchè scappi sempre da me?-

 

La ragazza abbassò lo sguardo, imbarazzata -...per non illudermi...- bisbigliò, sperando di non essere sentita.

 

Lui non rispose, rimase qualche interminabile secondo immobile.

 

-Allora puoi cominciare a farlo...- e prima di darle tempo di rialzare lo sguardo posò le proprie labbra su quelle bagnate di lacrime della ragazza.

 

Per alcuni attimi Sango non reagì, certa di star vivendo un bellissimo quanto doloroso sogno, che l'avrebbe solo fatta star peggio al suo risveglio.

 

Ma non si svegliò, e dopo poco cominciò a ricambiare il bacio.

 

Ben presto nessuno dei due si accontentò del semplice contatto, e il bacio si fece più profondo, più disperato, più esigente.

 

E da lì a ritrovarsi sdraiati l'uno sull'altro non ci volle niente.

 

E mentre Miroku cominciava freneticamente a cercar di slacciare la fascia che legava il kimono della ragazza, Sango pensò che dopotutto, se di sogno si trattava, era meglio arrivare fino in fondo.

 

Di tempo per pentirsene ce ne sarebbe stato finchè avesse voluto.

 

Ora esistevano solo lei e quell'uomo che tanto la stava facendo soffrire, e di cui tanto era innamorata.

 

###

 

Hikaru si svegliò all'improvviso.

 

C'era qualcosa che non tornava, solo che non riusciva capire di cosa potesse trattarsi.

 

Il signor Sesshomaru non era ancora tornato, e nemmeno Kagome, ma avevano comunque cenato e si erano coricati presto, col fuoco acceso per tenere lontani piccoli demoni e belve e per riscaldarsi.

 

Il fuoco era ancora acceso, e la serata era limpida e tranquilla, non si sentiva nessun rumore sospetto.

 

Anzi, non si sentiva nessun rumore.

 

Il ragazzo si alzò in piedi di scatto.

 

Di solito a quell'ora Hakushi cominciava a piangere perchè aveva fame, e non smetteva finchè qualcuno non accontentava le sue richieste.

 

Ma quella notte il bambino era stato eccessivamente tranquillo.

 

Ora che ci pensava, la sera precedente aveva anche mangiato poco e con svogliatezza, ma per la preoccupazione di dover proteggere sia lui che Rin non vi aveva dato troppo peso.

 

Ma ora capiva di aver commesso un imperdonabile errore.

 

Con un moto di preoccupazione si avvicinò rapidamente al giaciglio dove dormiva il piccolo.

 

Non sentiva niente.

 

Scostò i panni che gli coprivano il viso, e trasalì terrorizzato.

 

Il viso di Hakushi era terribilmente pallido, tremava visibilmente e i chiari occhi ambrati erano spalancati e lo sguardo confuso, ovviamente non poteva capire cosa stesse succedendo.

 

Hikaru prese immediatamente il bimbo in braccio, avvicinandolo al fuoco per riscaldarlo.

 

Ma il tremito non cessò, e il piccino rifiuto anche il biberon quando il ragazzo provò a porgerglielo.

 

Stava male, poteva morire, e lui non sapeva che fare.

 

In quel momento, svegliata dal rumore, Rin alzò la testolina spettinata, guardandolo assonnato -Che fai con Hakushi, Hikaru?-

 

-Rin, sta male, dobbiamo trovare il signor Sesshomaru!- gemette in preda all'ansia il ragazzo, non sapendo che fare.

 

Perchè era dovuto succedere proprio quella sera?

 

Rin a quelle parole si alzò spaventata, e quando vide il piccolo strillò di spavento.

 

-Rin!- urlò arrabbiato e agitato il ragazzo, mentre il bambino cominciava a guardarsi intorno terrorizzato, senza riuscire a piangere -così lo spaventi!-

 

La bambina iniziò a piangere a sua volta.

 

Hikaru si impose di mantenere la calma, essendo il maggiore là in mezzo...ma la voglia di unirsi al  pianto era tanta.

 

Alla fine ebbe un'idea -facciamo così Rin, io corro a cercare il signor Sesshomaru, aveva detto che sarebbe tornato in nottata, quindi magari non è lontano...tu resta qui con lui, tienilo vicino al fuoco e prova a dargli da mangiare...ok?- disse parlando a raffica, e mettendo nelle mani di una Rin preoccupata, sconvolta e in lacrime il bimbo.

 

Leggendo la paura negli occhi della bambina, le posò una mano nei capelli, con un atteggiamento rassicurante che non sentiva affatto -andrà tutto bene Rin, ci penserà il signor Sesshomaru a sistemare tutto- e detto ciò cominciò a correre come un pazzo verso la foresta.

 

Sapeva che più il tempo passava più il bambino rischiava.

 

Finalmente solo, diede sfogo alle proprie lacrime.

 

Non aveva saputo prendersi cura dei due più piccoli come avrebbe dovuto, il signor Sesshomaru si era fidato e lui l'aveva deluso...

 

Si sarebbe arrabbiato moltissimo.

 

###

 

Sesshomaru era seduto nella medesima posizione da parecchio tempo, e neanche per un secondo le aveva staccato gli occhi di dosso.

 

Non riusciva a comprendere cosa gli stava prendendo.

 

Un secondo prima considerava quella ragazzina alla stregua di un granello di polvere, un secondo dopo rischiava di perdere la vita per salvarla.

 

E soprattutto, l'aveva baciata senza motivo. E un'eventualità simile non era neanche pensabile per il Principe dei Demoni.

 

E sapeva che non era solo il fatto che quella fosse la ragazza di Inuyasha. Magari all'inizio poteva essere stato così, ma ormai non reggeva più come scusa.

 

Era attratto da quell'insulsa umana, dannatamente attratto.

 

E, cosa ben peggiore, alle volte prendeva in considerazione l'eventualità di lasciar perdere la Tessaiga e andarsene il più lontano possibile dalla ragazza, per evitare fastidi da parte di suo fratello, almeno finchè non fosse riuscito ad eliminarlo una volta per tutte.

 

Odiava formulare quel genere di pensieri, ma per una volta nella sua vita non riusciva a mantenere il suo gelido e caratteristico autocontrollo.

 

E la cosa lo faceva infuriare.

 

Perso nelle sue riflessioni, il demone non si era accorto che lentamente Kagome si stava svegliando.

 

La ragazza si sentiva parecchio intorpidita, e decisamente contraria al fatto di doversi svegliare.

 

Ma lo strano bagliore visibile attraverso le palpebre e una strana sensazione ebbero la meglio, e la ragazza aprì gli occhi.

 

Prima ancora di mettere a fuoco capì che forse sarebbe stato meglio tornare a dormire.

 

Si trovava in una specie di caverna illuminata da un piccolo fuoco al centro, e oltre le fiamme si trovava Sesshomaru, con lo sguardo irrimediabilmente puntato sul suo.

 

Kagome avvampò, e finalmente il demone si rese conto che la ragazza era sveglia.

 

-Ti ho trovata accasciata ai piedi di un albero, e sicuramente qualche demone inferiore ti avrebbe attaccato durante la notte, quindi ti ho portata via, ma ho preferito evitare per il momento l'accampamento- disse il demone in tutta calma, celando alla perfezione il suo animo turbolento.

 

-Perchè ti preoccupi tanto di tenermi in vita? Ci sono altri umani con cui potersi divertire, sai- ribattè Kagome amaramente, distogliendo lo sguardo.

 

Un angolo della bocca del demone si piegò -Oh, questo lo so benissimo, ma non sarebbe lo stesso...e poi lo sai, mi servi per la Tessaiga- concluse, tornando impassibile.

 

Kagome aveva accumulato troppa umiliazione durante quella tremenda giornata per sostenerne ancora, e col viso contratto per la rabbia, si era alzata in piedi -Molto bene, ora sono sveglia e in grado di reggermi sulle gambe, quindi se non ti spiace torno al campo, i bambini hanno bisogno di me- e fece per andarsene.

 

-Invece mi spiace eccome- sibilò, e si alzò in piedi, raggiungendola.

 

Kagome strabuzzo gli occhi, dava le spalle alla caverna, ma percepiva la presenza di Sesshomaru dietro di se, e i sentimenti che provava erano decisamente contrastanti.

 

Non aveva il coraggio di voltarsi e affrontarlo.

 

Ma non dovette attendere di prendere una decisione, perchè fu lui a farlo per lei.

 

La voltò lentamente, e la costrinse a guardarlo negli occhi.

 

-Te l'ho detto, sei tu il mio divertimento ora, e non mi sarei certo preso il disturbo di portarti qui se non ne avessi avuto la ragione- e detto ciò si chinò su di lei, premendo le labbra contro quelle della ragazza.

 

Bravo Sesshomaru, bella scusa...

 

E fu con le lacrime agli occhi che Kagome rispose al bacio, perché nonostante fosse stata umiliata per l'ennesima volta, non riusciva proprio a farne a meno.

 

Era schifosamente debole...

 

E così, senza opporre resistenza, lasciò che le mani del demone scorressero sul suo corpo, cominciando a sfilarle i vestiti.

 

Durante quella lunga notte, le lacrime non smisero un solo secondo di scorrere.

 

###

 

Inuyasha aveva continuato a correre e a saltare tra gli alberi da quando aveva lasciato Kagome, troppo infuriato per imporsi di calmarsi e tornare dagli altri.

 

Doveva sfogare l'amarezza che provava, acuita dal fatto che per la prima volta aveva baciato Kagome, e che lei malgrado tutto aveva risposto.

 

Tutta quella situazione aveva dell'inverosimile...

 

Senza accorgersene era tornato più o meno nel punto in cui aveva trovato Kagome, e fu proprio in quella zona che percepì l'odore familiare di qualcuno che si stava muovendo rapidamente.

 

E non dovette attendere a lungo per scoprire il proprietario di quell'odore, perchè dopo poco fu proprio lui a trovarlo, andando a sbattergli contro.

 

-Ehi! Si può sapere che...- ma si era bloccato, riconoscendo la persona che al momento si trovava ai suoi piedi scrollando la testa, completamente confuso.

 

Era il ragazzino che viaggiava con Sesshomaru e Kagome, e aveva un'espressione tremendamente ansiosa -Io ti conosco, tu sei...-

 

Ma venne preceduto da Hikaru, che a sua volta aveva riconosciuto il mezzo demone.

 

Il ragazzino si avvinghiò alle gambe di Inuyasha, guardandolo disperato -Dovete venire immediatamente al campo! Hakushi sta male, non sappiamo come fare, il signor Sesshomaru e Kagome non sono tornati, e potrebbe morire da un momento all’altro!-

Inuyasha si bloccò immobile per alcuni secondi.

La prima cosa che recepì fu che Kagome e suo fratello erano da qualche parte da soli.

Poi anche l’altra informazione, ben più importante, gli attraversò la mente.

Spinto da un qualcosa che neanche lui riuscì a definire afferrò per la collottola il ragazzino caricandoselo in spalla, ed iniziò la sua folle corse verso il campo, seguendo il suo fiuto.

Impiegò solo pochi minuti a raggiungere l’accampamento deserto, se non per una piccola figura rannicchiata accanto al fuoco che teneva tra le braccia qualcosa.

Hikaru saltò giù dalla sua schiena e corse verso la piccola Rin, che non aveva smesso per un solo secondo di coccolare e stringere il piccolo. La bambina aveva le lacrime agli occhi ed era distrutta, ma sul suo visino continuava a spiccare tutta la sua determinazione.

Il ragazzino provò un intenso moto d’affetto per quella bambina tanto forte quanto piccola, e gentilmente sottrasse dalle sue braccia il piccolo Hikaru.

Sospirò di sollievo quando si rese conto che il neonato era ancora vivo, ma visto il suo aspetto non sapeva ancora per quanto.

Le labbra erano cianotiche e lo sguardo sofferente, ormai si limitava solo a piagnucolare, e sprecava tutte le sue poche energie muovendosi con agitazione, spaurito.

Hakushi, non sapendo che fare, corse verso il mezzo demone, rimasto in piedi e immobile nella medesima posizione, e glielo porse.

Inuyasha spostò lo sguardo allibito dal ragazzo a quel bimbo tanto simile a lui infinite volte, fino a che Hakushi spazientito non glielo mise tra le braccia con poca delicatezza.

All’improvviso il piccolo si calmò. Smise di muoversi e il suo sguardo si fermò, fisso su quello di Inuyasha.

Padre e figlio rimasero a guardarsi per un tempo interminabile, fino a che il bimbo non si addormentò, esausto.

E fu in quel momento che il mezzo demone prese una delle decisioni più importanti della sua vita.

 

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E finalmente ce l’ho fatta!!!

Lo so che alcuni di voi non vedrebbero l’ora di prendermi il cranio e frantumarlo contro un muro, ma vi posso assicurare che le ragioni per questa lunga assenza ci sono e sono anche numerose. Per lo meno ho sistemato questo benedetto dodicesimo capitolo, ed è mia intenzione rileggere la storia per bene e farmi venire nuove idee per proseguire, cercando di superare questa specie di blocco!!

Non prometto niente, ma l’impegno ce lo metto!

 

E nel frattempo ringrazio tutti coloro che non si sono arresi e che hanno continuato a persistere, se non fosse stato per voi avrei cestinato questa storia da tempo!!!

Alla prossima!

 

 

 

 

  
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