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Autore: FREEGrim    30/04/2013    1 recensioni
Ama chi ti ama, non amara chi ti sfugge, ama quel cuore che per te si strugge.
Non t'ama chi amor ti dice, ma t'ama chi guarda e tace.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Aloha!
Spero ancora in recensioni da parte nostra, vorrei sapere se vi piace la storia e le solite cose, perchè se non vi piace (potete dirlo tranquillamente) cercherò un po' di cambiare la "rotta", anche se nei prossimi capitoli ne succederanno davvero delle belle...o brutte!
Eccovi il capitolo! spero vi piaccia!
Grim.




Era giunto il momento, era giunto il weekend, quel weekend! Ci misi tre ore per decidermi cosa mettermi, mia madre ha sempre desiderato vedermi un po’ sofisticata nello stile, decisi di accontentarla, almeno per una volta.( http://www.polyvore.com/parenti/set?id=78219116)
-sei pronta?-mi chiese con l’intento di rassicurarmi Josh, quando fummo davanti alla porta dei miei genitori, a Chicago. Avevamo deciso che saremmo stati a casa dei miei per 3 giorni, poi saremmo ripartiti per LA. Inoltre avevamo scoperto che la settimana prossima i genitori di Josh sarebbero stati a casa, quindi Josh decise di fargli una sorpresa, presentandosi a Union, con ragazza a seguito. I genitori di Josh lo avevano chiamato, chiedendogli di me, lui non si sbilanciò troppo, voleva che mi conoscessero personalmente, e così sarà, tra una settimana. Mi sento salire l’ansia al solo pensiero.
-si- risposi, cercando di convincere me stessa.
-beh allora suona!-
-si-ci pensai-adesso lo faccio-avvicinai il mio dito sul campanello, poi in un lampo di coraggio suonai.
-Zooey!!!!!- esultò mia madre vedendomi, l’abbracciai, mi mancava.
-Zooey- ci raggiunse mio padre.
-lui è Josh!- presentai Josh, dopo aver sciolto l’abbraccio.
-piacere!- strinse la mano a mia madre e mio padre.
-piacere tutto nostro- lo accolse mio padre – prego entra pure- lo fece entrare.
-questo è il salotto, dammi pure il tuo giubbotto, fa come fossi a casa tua!- lo invitò mia madre, quando tornò, dopo aver messo i nostri giubbotti sull’attaccapanni, vedendo che Josh era ancora impalato in centro al salotto, lo prese dalle spalle e lo iniziò a scuotere –forza ragazzo!- lo incoraggiò mia madre, Josh le sorrise, forse un po’ imbarazzato, forse un po’ sorpreso dal gesto.
-allora come è andato il viaggio?- ci chiese mio padre, una volta che Josh si sedette affianco a me.
-abbastanza bene, a parte alcune turbolenze- rispose Josh, trovandosi un po’ a suo agio.
-si, direi che ci è andata abbastanza bene- continuai io.
-noi vi abbiamo aspettato per cenare, cosa volete?- chiese gentilmente mia madre.
-ma non dovevate!- li rimproverai.
-ormai il danno è fatto, cosa preferite?- io e Josh ci guardammo in cerca di una risposta.
-per me è uguale!- disse Josh.
-fai la tua specialità mamma!- urlai verso mia madre, ormai in cucina.
-va bene amore!- mi rispose.
-aspetta che ti aiuto- la raggiunse mio padre.
-specialità?- mi chiese Josh.
-sono vari piatti veloci da preparare, ma ottimi di qualità e nel sapore-
-wow-
-non scordarti che i miei sono rinomati chef-
-hai ragione- si avvicinò.
-che ne dici di andare a disfare le valigie?- dissi avvicinandomi ancora di più.
-dico che sono d’accordo- le nostre labbra si sfiorarono. Lo lasciai a bocca asciutta a mi alzai prendendolo per mano e portandolo nella mia ex-camera.
Disfammo le valige e, quando fu pronta, scendemmo per la cena. Mi sorpresi quando al tavola vidi la tavola nona apparecchiata.
- allora Josh, fai l’attore?-chiese mai madre.
-si- rispose timidamente.
-ho visto alcuni tuoi film!-
-davvero?-
-certo! Io e mio marito –mio padre annuì- abbiamo visto “Hunger Games”, “Up ponte per Terabithia” e “ 6 days in Havana”, giusto?- chiese a mio padre.
-credo che tu abbia visto anche “Innamorarsi a Manhattan”!-
-aaaah, giusto, giusto, è vero!- si ricordò mia madre.
-hai molto talento!- aggiunse mio padre rivolgendosi a Josh.
-grazie!- Josh diventò rosso, era abituato a  ricevere complimenti, ma riceverli dai genitori, appena conosciuti, della tua ragazza, non era cosa da tutti i giorni.
Finimmo la cena, i miei chiesero tutto su di noi, da come ci siamo conosciuti a cosa fosse il braccialetto al mio polso.
- me lo ha regalato Josh, c’è scritto “They say that the world was built for two”-spiegai, era una frase di Lana Del Rey, e io ero ossessionata da lei, lui lo sapeva bene.
-che dolce!- esordì mia madre, la solita romanticona.
-dai, adesso andate a dormire, è stata una giornata stancante- ci congedò mio padre. Noi augurammo una buona notte e poi ci ritirammo nella nostra stanza.
-allora come ti sembra?- chiesi a Josh, una volta chiusi in camera.
-sono molto simpatici-
-ma ti stai trovando bene?-
-certo- mi si avvicinò- stai tranquilla – mi rassicurò, mi prese il viso tra le mani e mi baciò.
 
                                                                       ***
 
Il mattino seguente mi svegliai ancora abbracciata al sue petto nudo, mi avvolsi il lenzuolo attorno e mi incamminai al bagno per fare la doccia. Quando finii, Josh era in cucina a fare colazione con i miei, probabilmente si era lavato nel secondo bagno , perché quando mi avvicinai per dargli il buongiorno sentii il profumo del bagnoschiuma al lampone che aveva messo mia madre apposta per noi il giorno prima. Ci mettemmo d’accordo e decidemmo che quel giorno avrei portato Josh a fare un giro turistico per Chicago e verso sera l’avrei portato al ristorante dei miei genitori, in centro a Chicago.
Ci preparammo (http://www.polyvore.com/chicago/set?id=78708039), intanto io pensai ai posti più importanti e caratteristici di Chicago. Fu un pomeriggio intenso, tra fughe da fans e giri turistici. In un solo pomeriggio visitammo il Millennium Park, Navy Pier, attraversammo la The Magnificent Mile e cenammo in riva al Lago Michigan.
-allora come ti sembra Chicago?- chiesi nel bel mezzo della cena.
-molto bella, domani dove mi porterai?- mi chiese incrociando le sue dita tra le mie.
-non ne ho idea, John Hancock Center, credo- dissi incerta.
-cos’è?-
-è uno degl’edifici più alti di Chicago, là su hai la visuale più bella di tutta la città!- spiegai.
Finita la cena andammo in un Pub, dove avevo preso appuntamento con i miei vecchi amici e gli presentai Josh. Come sempre si fece amare da tutti, comportandosi da ragazzo normale e per niente montato, offrimmo un altro giro di birra a tutti e finitolo ci ritirammo a casa, ormai a notte fonda.
 
                                                                     ***
Ci svegliammo, ci misi un po’ per ricordarmi che ero a casa mia, a Chicago. Per pranzo avremmo dovuto cucinare anche noi, lo avevamo premesso, i miei ci tenevano ad insegnare a cucinare a Josh dopo aver saputo del nostro primo incontro. Ci vestimmo comodamente e una volta finita la colazione iniziò la lezione di cucina.
-no, no, Josh, è un movimento più veloce, uno scatto deciso- disse mio padre, cercando di spiegare a Josh come si gira una frittata.
-ok, ok, ci sono, adesso vado!- disse Josh, mettendosi in posizione.
-vai amore!- lo incitai, battendo le mani.
-ok, vai!- lo incitò mio padre, Josh diede uno scossone alla padella e girò la frittata, se ne salvò solo la metà.
-dai, va bene, è la prima prova!- lo rassicurò mia madre.
-certo, dai, prepariamone un’altra!- dissi cercando di trattenere le risate. Josh mi stava fulminando con lo sguardo.
-scusatemi, giuro che adesso mi verrà meglio!- si scusò con i miei genitori.
-tranquillo- mio padre appoggiò un’altra padella piena di frittata ancora liquida –eccoti a te un’altra frittata, basta solo aspettare- disse mio padre.
Aspettamo, finalmente era il momento di girare la frittata, sembrava che aspettassimo un gol durante un rigore. Qulel gol arrivo, Josh aveva girato la frittata, ed era totalmente intatta.
-bravooooooo!- gli saltai al collo.
-e tu che non avevi fiducia in lui!- mi sgridò mia madre.
-non ho mai detto questo- gli bacia la guancia.
-abbiamo visto tutti che ridevi sotto i baffi- diede corda mio padre.
Alla fine mangiammo quella buonissima frittata e altri piatti fatti da Josh con l’aiuto de mie genitori, ogni volta che tagliavamo una fetta sembrava che stessimo uccidendo il figlio di Josh, era come se si fosse affezionato a qui piatti. Dopo cena ci mettemmo sul divano a guardare “Noi siamo infinito” . Finito il film, ormai si erano fatte le 7, decidemmo di preparaci per andare a cenare sull’altro grattacelo di cui gli avevo parlato il giorno prima. (http://www.polyvore.com/cgi/set?id=78961587&.locale=it).
-wow, è bellissimo qua su!- mi disse una volta raggiunto il tetto del grattacielo.
-mi è sempre piaciuto venire qui, sin da ragazzina- raccontai.
-come mai?-
-boh, mi aiuta a risolvere i problemi, mi sento come se avessi il controllo su tutto-
-è vero, ti senti potente- mi abbracciò da dietro.
-questo tramonto è ipnotizzante- ammisi dopo vari minuti di ammirazione.
-mai quanto i tuoi occhi- rispose Josh d’impulso. Mi girai, rimanendo tra le sue braccia e inizia a baciarlo. Ci fermammo solo al richiamo del cameriere, finalmente il nostro tavolo al ristorante era pronto.
La cena proseguì, per niente in tranquillità, colpa di quel vino, ci aveva dato alla testa, non smettevamo di ridere. Finita la cena, pagammo (Josh) il conto, compreso un bicchiere rotto (piccolo incidente al quinto brindisi). Uscimmo e tornammo su tetto, dove prima avevamo visto quello spettacolo di tramonto.
-ahahahahah, oddio, sto piangendo, per favore, basta!- supplica Josh, anche lui piegato in due dalle risate.
-a chi lo dici! Non riesco a respirare- riuscì a dire prendendo fiato. Ci aggrappammo l’uno all’altro e ci sorreggemmo a vicenda, riuscimmo così a sederci sugli sdrai.
-che bel cielo- disse, era proprio vero, quel cielo di Chicago mi era mancato.
- domai dobbiamo partire- ricordai.
-peccato, mi sono trovato veramente bene qui a Chicago-
-ci torneremo- mi baciò la tempia.
  
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