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Autore: _Winner    30/04/2013    7 recensioni
157 anni.
erano trascorsi e andati esattamente 157 anni dall'ultima volta che l'avevo visto.
157 fottutissimi anni da quando mi lascio' abbandonata a me stessa nel bosco, neanche fossi un cane. Bastardo.
157 anni da quando ero fuggitada forks,e non avevo più fatto ritorno.
157 anni da quando la stupida bella umana era morta e aveva lasciato spazio ad una ragazza determinata e sicura di se,
ad una ragazza che ormai non ha paura piu' di niente.
Potente.Arrabbiata.Viziata.Vampira.
-Dal capitolo 1:
il corvo è il paragone adatto a noi sette.
Si dice che il corvo porti morte e sventura, quella era solo una superstizione, per noi invece era un dato di fatto.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altro personaggio, Isabella Swan, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
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                                        PRINCESS
 
 
"Secondo me dovremmo agire" blah blah blah, la verità? non me ne frega del tuo parere !
Non mi interessa ciò che la tua mente bacata pensa brutto idiota.
Non seguirei ciò che dici neanche se tu fossi Dio, figurati.
Sospirai sconsolata, mentre continuavo a giocherellare con il calice di cristallo che avevo in mano, mentre il liquido
cremisi all'interno girava vorticosamente.
Ma perchè ci ero venuta? Avrei dovuto restare a casa con Xavier e Nathan,e invece no per quella stupida scommessa ero
bloccata qui con questo branco di idioti dagli occhi rossi mentre loro se la spassavano allegramente.
 
 
"strip poker" Xavier mi si parò davanti, elegante e spavaldo come non mai.
Sollevai la testa dalla rivista per poterlo guardare.
era mozzafiato,Un modello sarebbe sfigurato al suo fianco, alto, il fisico asciutto, e nonostante la maglia nera che 
indossava i suoi addominali non passavano inosservati.
I capelli biondo cenere e gli occhi neri come un corvo.
Si, il corvo è il paragone adatto a noi sette.
Si dice che il corvo porti morte e sventura, quella era solo una superstizione, per noi invece era un dato di fatto.
"E chi perde andrà alla riunione con i vecchiacci"
 
 
"E quindi.." di nuovo quella fastidiosa voce. ma come si spegne questo affare? 
"Dovre..Po-potremmo" come una bellissima sinfonia la sua voce impaurita e tremolante catturò la mia attenzione, evento 
raro, un miracolo quasi.
Alzai veloce lo sguardo su di lui.
Amavo vedere la pura paura negli occhi altrui, amavo sentirmi forte piu' degli altri, beh, in effetti lo ero.
Vedere le persone supplicarti di non ammazzarle, di non ferirle, stare dall'altro lato in pratica, come edward aveva fatto
a me , io lo facevo agli altri,vampiri e non.
incrociò il mio sguardo impassibile e il mio sorriso sghembo, potei vedere un brivido trapassargli la schiena come mille 
aghi. Si zittì per un attimo, fissandomi ammaliato.
sollevai le sopracciglia per esortarlo a continuare.
"emmh, si" la sua voce tremò ancora, la determinatezza con cui aveva iniziato il suo dircorso si perse in un bicchier
d'acqua.
"Vuoi sbrigarti o ci vorrà un secolo prima che tu esponga la tua tesi? Sai com'è qui tutti noi abbiamo delle cose da fare"
la mia voce garbata ruppè quel ridicolo magiarsi le parole.
una risatina generale si diffuse nella stanza nella quale eravamo collocati.
"potremmo" deglutì rumorosamente, dovevo riconoscermelo, Avevo l'incredibile potere di mettere le persone in soggezione e 
in difficoltà.
"potremmo uscire allo scoperto"
"Spiegati"
Sospirò forse sollevato, illuso.
"Ecco.. Se noi vampiri uscissimo allo scoperto, portemmo avere pari diritti de-degli umani, potremmo vivere tutti insieme,
portemmo persino creare un partito per i diritti dei vampiri" iniziò a gesticolare come un 
ossesso segno che credeva sul serio a quello che diceva
"se gli umani accettassero di vivere insieme a noi, non dovremmo passare l'eternità a nasconderci"
Mi guardai intorno per cogliere l'espessione degli altri, alucuni annoiati, chi beveva, e si potevano contare
su una mano le persone che erano d'accordo con l'idea stupida di quel deficente.
Perchè si. Solo un deficente poteva dire una cosa del genere.
eravamo tutti seduti intorno ad un costoso tavolo in legno massiccio, nella sala conferenze.
I calici in cristallo scintillavano con i tenui raggi solari che si infiltravano dalle tende color panna, e rendevano il 
liquido color cremisi più caldo.
E non c'era modo migliore per distrarsi dopo aver sentito tali assurdità che con un bel bicchiere di sangue.
eravamo in trenta.
trenta congreghe di vampiri in tutto il mondo e trenta in tutto i capi, i re.
Ed eravamo tutti li, tutti riuniti come succedeva ogni anno.
Ognuna congrega possedeva un territorio
In italia i volturi. 
In Africa i Kijana, In cina gli Liang, In germania gli Ernest.
tutti i nomi erano in realtà i cognomi dei sovrani di ciascun regno, ma in realtà si  ricordano solo i piu' temuti.
157 anni fa i volturi erano i piu' rispettati e i piu' cattivi.
Da 157 anni,invece, si era creato una nuova congrega, la piu' temuta, la piu' sanguinolenta.
Essa comandava l'America, influendo sul intero pianeta.
Nessuno osava neanche nominarli, erano spietati e senza cuore.
Prendevano le decisioni piu' importanti, seri e professionali.
Sè..certamente. così professionali che si giocavano a strip poker la riunione, molto professionale. 
I Richmond, il piu' forte clan di vampiri mai esistito al mondo.
sette sovrani per quella nazione.
Tre dei quali avevano barato in una stupida partita di  strip poker per farmi andare a quella stupida conferenza. 
Sospirai, avrei imparato a giocare meglio a poker.
"Potremmo persino creare un paese di vampiri" finalmente si zittì e si risedette.
Che sollievo! non ce la facevo piu' a sentire tutto quel blaterare senza senso.
"E dimmi" una voce alla mia destra attiro' la mia attenzione "come vorresti fare a nutrirti?"
Era una ragazza.
I capelli rossi ricci e la pelle diafana caratteristica della nostra specie.
"Giusto.. potremmo inventare un .. surrogato del sangue e.." 
"sai com'è" schioccai la lingua sul palato "preferisco i prelievi alla spina invece del cibo in scatola" lo interruppi, non
volevo sentire piu' nulla. mi ero rotta le palle.
Fece per parlare ancora ma prima che potesse emettere una sola sillaba sollevai una mano verso di lui ghiacciandolo con un 
occhiata truce
"bene" mi alzai posandole mani sul tavolo, tutti gli occhi erano puntati su di me.
"la trovo un ipotesi assurda. Nessuno di noi è confinato nel proprio palazzo. A nessuno è vietato di uscire di casa, 
ma sopratutto nessuno vuole un surrogato di sangue per cena" tutti annuirono.
"nessuno è favorevole all'idea di uscire allo scoperto?" nessuno fiatò.
Volevo andare a casa e riscuotere la mia ricompensa, ormai quella frase mi vorticava in testa da ore 
-dai piccola, in compenso dopo ci divertiamo un po'- Xanvier sapeva essere eccitante.
"Bene io andrei" a questa frase una ragazza bassina e dai capelli neri, umana dall'odore mi si avvicino' porgendomi il mio 
cappotto nero in pelle, il mio cellulare ultima generazione e le chiavi della mia nuova auto. 
Essere i sovrani di un regno ha molti vantaggi, tra i quali essere plurimiliardario, e così perchè non sfruttare questa 
occasione?
"si-signorina se posso permettermi" un uomo bassino mi si parò d'avanti, lo guardai scocciata.
"ci tengo a chiederle che la conversazione avvenuta in questa camera sia riferita ai suoi fratelli, insomma se vuole, non
che non la ritenga capace..insomma.." 
sbuffai "si.. si riferirò" scossi la mano come a non dargli importanza e raggiunsi l'uscita della stanza. finalmente.
Percosi il bianco coridoio e raggiunsi la mia ferrari rossa accomodandomi sul comodo sedile in pelle. 
 
 
Questo capitolo (in cui non si capisce gran chè) è un esperimento per vedere come va la storia..
Continuero' solo se riscontrero' positivi risultati..
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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