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l’omino della sabbia si è
nascosto fra le pratiche.
Midorikawa
entrò nello studio torturando i tastini della
calcolatrice, mentre tentava di fermare il cordless fra orecchio e
spalla.
Non appena alzò lo sguardo aranciato le si formò
un’espressione quasi da madre
furiosa, mentre prendeva al volo il telefono, scivolatole dalla spalla,
e si
portava i pugni sui fianchi.
“Miura Hiromu.”
Il castano alzò con una lentezza esasperata il viso stanco
dalla pila di fogli,
trascinandone uno col naso fino a farlo scivolare e svolazzare
delicatamente
sul tappeto.
“Cosa stavi facendo.”
Diam sbatté due o tre volte le palpebre pesanti - sembravano
volersi
appiccicare l’una all’altra - obbligandosi a tenere
gli occhi azzurri e
arrossati aperti, sfidati da uno sguardo di rimprovero - che nascondeva
abilmente un velo di stanchezza - della segretaria.
“Non è ovvio? Mi stavo serenamente
addormentando sulle pratiche. Sono le quasi le sette, Midorikawa, sono
in
questo ufficio dalle nove di mattina.”
Aveva tutti i ciuffi marroncini scarmigliati ed era abbastanza pallido.
Gli scappò uno sbadiglio, mentre le indicava con un cenno
del capo i documenti.
La donna si sistemò i bastoncini che tenevano fermi i
capelli e sbuffò per
allontanare la frangia, frugando fra i documenti mentre Diam si
toglieva gli
occhiali e appoggiava la testa vicino al mouse molto, molto lentamente.
“Ma ti eri addormentato?”
Miura sorrise lievemente. “No, ma se non fossi arrivata tu
starei già russando
come Saginuma.”
Prima che Midorikawa potesse ribattere, Diam le avvolse le braccia
attorno alla
vita, appoggiando la fronte alla sua schiena e inspirando il rimasuglio
dei tre
spruzzi di profumo che avvolgevano la donna di mattina. “Ho
sonno, voglio
mettere il mio pigiama a rennine e nuotare in un mare di pratiche
bruciate.” Piagnucolò,
allungando tutte le vocali, mentre affondava il naso nella camicetta.
“Oh, per favore Hiromu, sono anche io qui da
stamattina…” masticò quelle
parole, stanca, con lo stesso tono lagnoso che il bell’addormentato
aveva usato.
Lo squillo improvviso del telefono, a quell’ora,
suonò come una maledizione per
il ventiquattrenne, che roteò gli occhi ed emise un verso
stressantissimo,
graffiando la gola con quel suono scocciato.
Midorikawa lo guardò, leggermente severa. “Pronto.
Sì, ecco, il signor Miura non
è disponibile al momento, la prego di richiamare…
domattina. Avviserò il
signore della sua chiamata.”
Cliccò velocemente l’icona rossa.
Gli occhi zaffiro dell’uomo percorsero la sua figura dal
basso all’alto in
adorazione. Disse in un soffio: “Ma
io ti
amo…”
Si alzò, superandola immediatamente in altezza, rubandole un
bacio a fior di
labbra. “Andiamo, non vedo l’ora di vederti con
quel larghissimo pigiama verde
pistacchio con gli alienini, è super sexy. È
tipo porno.”
“Chissà perché è super sexy,
me l’hai regalato tu.”
“Sono o non sono un genio?”
“Se inizia a dire che sei un genio hai seriamente bisogno di
andare a nannina, Hiromu.”
Risero un po’.
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Oddio,
avevo troppo bisogno di una Miurikawa DD: //Padella
E
in questi giorni non ho fatto altro che scrivere angst e GoGa, quindi
un po' di varietà non avrebbe fatto male.
Questa
insulsa oneshot è ispirata a una fanart HiroMido di pyayaya
:') E' bravissima. E la HiroMido mi ha ispirato una Miurikawa.
Cervello, pls.
Il
titolo è indecente (?) Insomma, che razza di titolo
è? D:
Fatto
sta che sono contenta di riuscire a pubblicarla cuc
Midorikawa e Diam sono una coppia davvero tanto di nicchia, ma a me
sembrano così dolci. çç
Detesto quando cerco di scrivere angst e c'è Pitbull su Mtv.
-macosadiavoloc'entra.-
E--niente,
spero tanto che questa schifezzina vi piaccia T_T
Grazie
mille a chi legge e recensisce, è sempre un onore. ❤
cha.