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Autore: Der_Metzgermeister    01/05/2013    4 recensioni
-Ci rivedremo, Cappello di Paglia.-
-E’ una minaccia?- rispose Rufy.
Roger parve rifletterci su. –E’ una promessa.- e scomparve lungo le scale.
Il Capitano sorrise.
Eppure,pensò osservandolo, gli ricordava qualcuno.
Genere: Avventura, Azione, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Franky/Nico Robin, Sanji/Nami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La storia è un'invenzione nata ed elaborata da me e da Cosmopolita, che ha accettato di appoggiarmi in questo lavoro folle.

I personaggi appartengono in maggior parte al Maestro Oda, ma di altri siamo io e l'altra autrice sopra citata a detenere i diritti.
Io e Cosmopolita vi auguriamo buona lettura e per qualunque precisazione potete rivolgervi a entrambe.




-Ammainate le vele e gettate l’ancora!-

-Suuubito cara Namiiiii!- gridò Sanji mentre scorrazzava sul ponte della nave.
-Il solito idiota- mormorò Zoro mentre scendeva. –CHE HAI DETTO MARIMO?- In tutta risposta lo spadaccino fece un gesto noncurante con la mano.
-HO FAMEEEEEEE! CARNEEEE! CIBO, CIBO!-
 Nami sospirò –Stiamo andando a cercare una locanda proprio per questo…E poi dovresti  darti una regolata, sei il Re dei Pirati, hai una reputazione da mantenere.- Rufy la guardò indecifrabile.
-CIBOOOO!-

-Yohohohoho! Ecco una locanda! Yohohohoho!-
Si trovarono davanti ad un modesto edificio di legno con un’insegna che riportava il nome della locanda, “Nuovo Mondo”,proprio sopra l’architrave.
La porta si aprì di botto e venne scaraventato fuori un uomo, che rotolò nella polvere.
-Però…-
-Che posticino tranquillo-
-Quando mangiamo?-
-Yohohohoho!-
Al malcapitato seguirono una decina di uomini che gli si radunarono attorno, aiutandolo a rialzarsi.
-Capo! Capo, stai bene?-
L’uomo si alzò massaggiandosi la schiena –Maledetto moccioso…-
Sulla porta comparve un ragazzino, poteva avere forse quindici anni, scrocchiandosi le dita con un’espressione che tutto era, meno che amichevole. –Vedete di sparire, prima che mi incazzi e vi faccia pentire di essere sbarcati qui- e detto questo si voltò e fece per rientrare ma venne fermato dalla voce del pirata.
-Su, torna da quella batt..-
Il ragazzo si voltò leggermente e questo bastò a zittire l’uomo che, dimentico del suo onore, se la diede a gambe levate, seguito dai suoi compagni.
-Mi vendicherò, Moccioso!-
Ma il moccioso si era già richiuso la porta della locanda alle spalle.

La ciurma di Cappello di Paglia, poco distante, aveva assistito alla scena con grande perplessità.
-Forse sarebbe meglio cambiare locanda, non credi Rufy?- Non ottenendo risposta Nami si voltò verso il capitano, ma quello era già entrato.


Locanda “Nuovo Mondo”, circa mezz’ora prima.

La locanda quella sera si era riempita nuovamente di piratucoli e banditucci da strapazzo. Bastava guardarli per valutarne il potenziale: tutte mezze seghe.
Mai una volta in cui ad aprire quella porta era stato un pirata che s’era fatto una reputazione; persino i marines li visitavano più raramente. Certo, questo non influiva molto sull’economia del locale, ma sicuramente influiva sul suo umore, nero ogni sera di più.
Roger sospirò, tornando a sfogliare tutti i nuovi avvisi di taglia arrivati, mentre sua madre accoglieva i clienti, in quello stesso modo che si ripeteva da anni.

-Hey bellezza! Non scappare, resta a farci compagnia- disse quasi gridando quello che doveva essere il capo del gruppo, visibilmente alticcio, prendendo sua madre per i fianchi e mettendo il ragazzo in guardia e distogliendolo dalla lettura del giornale.
-Se resto a farvi compagnia, chi vi riempirà i boccali?-
Il pirata si guardò intorno confuso e, una volta trovato il suo obiettivo, indicò Roger.
-Può farlo il ragazzo, no? Avanti bamboccio, riempimi il boccale, ho sete!-
Ma Roger lo ignorò riportando la sua attenzione sulla lettura del giornale.
-Il ragazzo è sordo…e poi è troppo sbadato, combinerebbe solo guai –La donna fece per muoversi ma il disgraziato la strattonò. –Tu non ti muovi da qui bellezza. Magari il ragazzo è sordo ma…-

-Lascia stare mia madre, pezzente.-
Roger si era alzato. A terra accanto a lui il giornale e gli avvisi erano stati ripiegati e riposti con cura.
Il pirata lo guardò scocciato –Allora ci senti..- e strinse maggiormente sui fianchi della donna, provocandolo.
-Ti ho detto di lasciarla- ripetè, scatenando l’ilarità della marmaglia nel locale.
-Oh ma che paura! E se non la lascio che mi fai? Ti metti a pian..- ma la sua frase venne interrotta dal gancio destro del ragazzo che gli si abbattè in pieno muro.
Il peso del bucaniere e la forza del pugno fracassarono la sedia, facendolo rovinare a terra.

Roger, con calma quasi innaturale, si voltò verso sua madre.
–Per favore, potresti portare in camera mia gli avvisi che ho posato sulle scale?- la donna accolse la richiesta e scomparve lungo la scalinata di legno, lasciandolo solo con i pirati.

-Stupido ragazzino, come ti sei permesso? – Gridò l’uomo rialzandosi e tastandosi il naso insanguinato –io sono il capitano dei Pirati d’Ascia! Io sono…-
-Boe Bipenne, Taglia 35 milioni di Barry- Roger fece una smorfia –Un pirata patetico.-
-PATETICO?! Ma chi ti credi di essere?-
Il ragazzino lo guardò impassibile. –Mi chiamo Roger – nei suoi occhi passò un’ombra sinistra –E ti triterò le ossa.-
Il pirata scoppiò in una grassa risata, seguito a ruota dai suoi uomini e impugnò una grossa ascia bipenne, ma la sua offensiva non ebbe nemmeno il tempo diiniziare, perché con un calcio in piena faccia, Roger lo fece volare fuori dal locale.
-Per l’appunto, patetico.-
Poi girò mollemente la testa verso i compagni del malcapitato, che corsero fuori, un po’ per paura, un po’ per verificare le condizioni del loro capo.
Dopo aver rimesso in piedi un tavolo rovesciato, uscì dal locale per assicurarsi che il messaggio fosse stato adeguatamente recepito.


Locanda “Nuovo Mondo”, presente.

Nami provò a richiamare il suo capitano, ma sapeva di stare compiendo uno sforzo inutile; Rufy era già dentro la locanda. Alzò gli occhi al cielo –E’ sempre il solito!- si girò verso gli altri e con la mano fece cenno di seguirla.
Erano appena arrivati e già era giunta al limite della sua pazienza –Avanti, entriamo.-
-subito Nami, mon amour!- Sanji si posizionò davanti a lei e fu il primo ad entrare. –E’ tutto a posto, mia cara, non c’è alcun pericolo!- e si fece da parte per permettere alla navigatrice di entrare, accompagnandola con un gesto galante.

Nonostante i preamboli non fossero sembrati i più pacifici, l’interno della locanda era tranquillo, per quanto potesse esserlo un posto abitualmente frequentato da pirati. La ciurma fu accolta dall’odore dell’alcool e dalla grande quantità di boccali ancora in giro.
-Benvenuti!-
Da dietro il bancone venne loro incontro una donna sorridente, e dalla sua espressione sarebbe stato impossibile immaginare che poco prima lì dentro c’era stata una rissa.
Una cosa ,però, era certa: quella donna era estremamente bella.
Era vestita in modo semplice, con una maglietta bianca bordata di blu e dei pantaloni lunghi e neri, che terminavano inseriti in degli stivali bianchi da cavallerizza, abbigliamento che risaltave il suo fisico sinuoso.
I lunghi capelli biondi erano legati in una coda alta e i suoi occhi smeraldini sembravano brillare, tanto sorridevano.
Stava asciugando un  bicchiere, quando era venuta ad accoglierli.

Rufy, nel frattempo, si era già accomodato ad uno dei tavoli e guardava i suoi compagni con impazienza, come se non vedesse l’ora che anche loro si sedessero a fargli compagnia. Si accorsero di essere gli unici clienti della locanda, probabilmente gli altri si erano dati tutti alla fuga visto il cattivo tempo che regnava lì dentro.
-E’ un vero peccato non aver assistito allo scontro, non trovate?- domandò con dispiacere Cappello di Paglia, dopo che tutti ebbero preso posto al tavolo rotondo più grande del posto.
-Dillo che ti volevi imbucare!- rispose Zoro con una sfumatura seccata nel tono di voce e socchiudendo l’unico occhio rimasto. Era tutta scena. Anche lui avrebbe volentieri preso parte a quella rissa.
Come unica risposta, Rufy fece un largo sorriso e alzò in aria il pollice.
La loro breve conversazione venne interrotta dalla donna che li aveva accolti. Aveva una voce molto pacata, quando parlava sembrava voler infondere calma a chi l’ascoltava, ma allo stesso tempo si poteva percepire una nota frizzante e piena di vita nelle sue parole.
-Allora ragazzi, cosa vi porto?-
-Carne!- rispose velocemente rufy con un sorriso a trentadue denti e senza neanche darle il tempo di finire la frase.
-Rufy, non ci si comporta in un modo così precipitoso e scortese al cospetto di una signorina – lo riprese Sanji critico.
Sorrise dolcemente alla proprietaria del locale e, alzandosi,  le si avvicinò a lei ancora di più –Soprattutto quando è così incantevole! -
sotto gli occhi sbigottiti della donna, il cuoco le prese la mano bianca e la baciò come se nulla fosse. Lei, invece, aveva assunto a poco a poco un’espressione stranita.
-Mh, e poi dice agli altri di non essere precipitosi.- sbuffò Zoro contrariato, ma quello, stranamente, non gli diede molto pose. Era del tutto preso da quella donna così affascinante. –Lieto di fare la vostra conoscenza mademoiselle, io sono Sanji. E voi?-

-E lei è mia madre!-
Tutti si girarono al suono di quella voce così brusca e minacciosa e con sorpresa, i loro sguardi incontrarono degli occhi verdi profondi come il mare che li osservavano con astio.
Era un ragazzo nel pieno dell’adolescenza, alto e con un fisico asciutto che con costanza si stava modellando per diventare quello di un uomo. I capelli lisci e neri scendevano fino alle spalle, incorniciandogli il viso tagliente, decorato da delle efelidi sparse. Portava una maglietta rossa che gli aderiva al petto e le gambe erano fasciate da un paio di bermuda neri.
Era lo stesso ragazzo che avevano visto fuori dal locale appena arrivati.Si erano completamente dimenticati della sua presenza in quel posto.

Sanji ne approfittò per cogliere la palla al balzo. Il suo viso parve illuminarsi.
-Ah, una madre single!- si accostò alla donna, sempre più perplessa –Sa, anche io sono un padre single, io e lei abbiamo tante cose in comu…-
si sentì afferrare con forza da un orecchio. Era Nami, se possibile ancora più infuriata del ragazzino.
-Padre single, eh?- lo incenerì con lo sguardo e lo costrinse a sedersi.
-Eh eh, ma io scherzavo, mia adorata!- In risposta il suo orecchio venne strattonato un’ultima volta.

Elizabetha sorrise divertita, erano simpatici, un bel gruppo affiatato. Era da tanto che non ne vedeva uno nel suo locale.
Si voltò verso il figlio –Roger, per favore, andresti a prendere un barile di birra in cantina?- Il ragazzo annuì e, senza una parola, scomparve dietro una porta.
-Loquace- mormorò Chopper.
-Roger?- Nico Robin assunse un’espressione sorpresa. –Il ragazzo si chiama Roger?-
La donna bionda sorrise –Sì. Immagino che possa sorprendere.- rispose quella da dietro al bancone e l’archeologa annuì. –Sicuramente è un nome importante…-
-Come mai ha scelto proprio quel nome?-
Elizabetha posò sul tavolo dei piatti fumanti. –E’ stata una richiesta di suo padre.- Negli occhi della donna passò un’ombra di malinconia.
Sanji si intromise con fare indagatore –Suo padre? Perché chi è? Dove si trova?-alzò il tono di voce- E’ vergognoso per un uomo abbandonare la propria famiglia, lasciare una così bella donna in balia di tanti altri uomini affamati!-
-Bhe…-
-Mio padre è morto. E comunque non sono cose che ti interessano, Gamba Nera.- Rispose stizzito Roger, sbattendo dei boccali pieni davanti alle loro facce, per poi ritornare tranquillamente dietro il bancone.
Fu Brook a spezzare il gelo che era calato sui suoi compagni.
-Yohohohohoho! Ti ha rifatto faccia, caro il mio cuoco! Yohohohoho!-
Sanji fece per ribattere ma Nami si intromise –Come fai a sapere il suo nome?-
-Roger li guardò per un attimo con espressione indecifrabile e scoppiò a ridere fragorosamente.
-Mi aspettavo una domanda più intelligente!- assunse un sorrisetto strafottente davanti all’espressione offesa della navigatrice –Credi veramente che la vostra ciurma possa passare inosservata?- Posò il bicchiere che teneva in mano –Il vostro capitano è il Re dei Pirati!-
-Effettivamente non ha tutti i torti- Convenne Usopp.
-Perchè non ci vuoi dire il nome di tuo padre?- chiese Rufy tra un boccone e l’altro. Roger non rispose e il suo sorrisetto scomparve.

Elizabetha nel frattempo continuava a servire il tavolo. Solo lei colse il dolore che era passato negli occhi di suo figlio. Solo lei colse il tremore delle sue mani. Solo lei sapeva che in quell’istante dentro di lui stava infuriando una tempesta.
Bisognava spostare il discorso.
-Ma voi state insieme?- chiese d’improvviso a Robin. L’archeologa infatti era seduta sulle gambe di Franky e i due spesso si lanciavano degli sguardi che era impossibile fraintendere.
Capì subito di che tenore sarebbe stata la risposta, perché i due chiamati in causa cambiarono improvvisamente colore.
Missione compiuta.

-Yohohohoho! Colpito e affondato!- esclamò Brook mimando un gesto che doveva essere un occhiolino e facendola ridere.

-Io vado a dormire.- Roger si avviò verso le scale, poi, come se si fosse ricordato improvvisamente qualcosa, si voltò.
-Ci rivedremo, Cappello di Paglia.-
-E’ una minaccia?- rispose Rufy.
Roger parve rifletterci su. –E’ una promessa.- e scomparve lungo le scale.
Il Capitano sorrise.
Eppure,pensò osservandolo, gli ricordava qualcuno.



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NOTE


1) ROGER è un personaggio INVENTATO e noi autrici ne deteniamo TUTTI i diritti. Se volete usarlo, dovete chiederci il permesso. Se non lo fate, non posso garantirvi un domani. Sì, è una minaccia.

2) ELIZABETHA è un personaggio INVENTATO  e bla bla bla, vedete alla nota 1.

3) Questo capitolo si svolge 15 anni dopo gli eventi di Marineford, così come tutta la storia. PEr questo gli eventi, i luoghi (non tutti) e le situazioni sono puramente INVENTATE, considerato che fino ad ora non ci è dato sapere se Rufy diventerà il re dei pirati.
 
Dovrei aver detto tutto.

Der_Metgermeister&Cosmopolita
 
  
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