- Ti sei fidanzata? - chiesi sconvolta.
Courtney, la puttanella Courtney... fidanzata? No, non riuscivo ancora a crederci, di solito lei si comportava sempre da cagnetta arrapata, da quando si dedicava a un ragazzo? Anzi, a compiacere un solo ragazzo? Forse
- Già, è qualcosa di straordinario quel ragazzo! Sa come far felice una donna. - ghignò.
- Tu ti fai felice da sola... - roteai gli occhi.
Mi mandò maledizioni (forse fraternizzava con i Maya...) con quegli occhi a pesce palla, divini e sinceri... No. Questa non è una canzone di Fedez, non è nulla ''tutto il contrario'', poi io odio il rap, preferisco la musica dark. Conoscete i Kukky Poù? Creste sexy... Sospirai estasiata.
- Tornano i nostri genitori stasera, chiuditi in camera, a cena non vogliono vederti, li fai sempre arrabbiare quando organizzano una cena insieme per riunire la famiglia. - mi ordinò lasciando la camera rosa.
Rosa. Rosa. Rosa. Camera. Rosa. No... non potevo sopportare lei, figuriamoci condividere una camera metà rosa e metà nera e blu! Colori tenui da un lato che si contrapponevano a sfumature sempre più scure, sembrava uno scherzo della natura quella stanza, proprio come una delle proprietarie. Sul suo letto c'erano tantissimi orsacchiotti, teletabbies e bambole di porcellana, ne aveva l'ossessione, anche se non era da lei.
Sospirai, diedi un'ultima occhiata a quell'orrore e me ne tornai in soffitta, lì potevo starmene in pace ad ascoltare musica, anche quella dei Kukky Poù.
I want you, i want you, because you are my light, fujfkjmsmszff, iniziai a canticchiare finendo per emettere suoni striduli. Alla fine la canzone non la conoscevo tutta, mi soffermavo sempre su quelle creste quando li ascoltavo su youtube, non ci facevo caso alle parole perché mi lasciavo trascinare dal loro sguardo. Mi tornò in mente Duncan, cosa mi stava succedendo? La sua cresta era troppo sexy?
Mentre fantasticavo e riflettevo sempre sulla vita sociale dei cavolfiori in California, suonò il citofono. Al diavolo! Ci avrebbe pensato Courtney, non sgobbava mai quella principessina, dovevo sempre svolgere io i lavori più duri e faticosi, lei li faceva di notte... Voi capite a me.
- Vai tu! - mi urlò per far arrivare la sua voce da oca in soffitta.
Come non detto... Scesi la rampa di scale che portava al soggiorno con estrema fretta, volevo tornare nel mio Mondo, ascoltare musica, riflettere (perché io a differenza di mia sorella, pensavo), immaginare una vita migliore. Aprii con tanta enfasi la porta, mi ritrovai due occhi chiari davanti, guardavano oltre di me qualcosa, la figura di Courtney forse. Abbassai lo sguardo, stavo arrossendo. Per la prima volta. Io non ero mai diventata rossa per nessuno, le gote pallide avevano preso il colore delle rose in primavera.
- Courtney, finalmente! - esclamò non notandomi nemmeno, anzi, scansandomi. - Non devi farmi aspettare, bambolina.
Trattenni il respiro con una mano che mi copriva la bocca: che figuraccia! Quella stessa mattina mi aveva chiesto se conoscevo Courtney, io gli avevo risposto di no! Sperai che non mi avesse visto, non mi mettevo mai in mostra per fortuna, lui forse si era già dimenticato di me, ma non potevo rischiare. Una cosa bisognava fare: nascondere la mia parentela con
Andai a nascondermi in cucina, più veloce di quel topo con il sombrero che corre con estrema rapidità. La voce della ragazza mi fermò. Ed ecco la vendetta.
- Gwen, cara Gwen, volevo presentarti il mio - sottolineò quest'ultima parola con molta enfasi. - Ragazzo.
Mi bloccai, non sapevo se girarmi e smascherare la mia identità, o fare la fine della stupida e fuggire via. Alla fine avrei fatto comunque una brutta figura. Optai per la prima, almeno me ne sarei potuta andare a testa alta, avrei detto di essermi confusa se mi avesse chiesto spiegazioni.
- Gwen... questo nome non mi è nuovo. - farfugliò tra sé il punk. - Giada...
Mi girai tutta rossa.
- Piacere.
Il giovane s'illuminò con un gran sorriso. Forse anche lui aveva la sensazione di conoscermi da tanto, forse si era ricordato di me, si era reso conto che gli interessavo, la nostra discussione aveva significato qualcosa anche per lui... forse c'era una speranza!
- Ah sì! Tu sei la ragazza delle vacche in Puglia! - esclamò con tanta foga, sbattendo un piede per terra come un cowboy.
Io avevo meditato su ogni centimetro del suo corpo, invece lui si ricordava delle vacche in Puglia. io ero la ragazza delle ''vacche in Puglia'', la VIP. Almeno, per una volta, potevo considerarmi una VIP anche io. V di vacche, I di in, P di Puglia.
Grandioso. Tutto procedeva bene. Io ero diventata una vip, una very important people solo per le vacche in Puglia.
Questa fiction è adesso una fic demenziale, L'OOC L'AVEVO MESSO NELLE NOTE, MA C'ERA. Mi scuso con le nove persone che hanno recensito il primo capitolo (e gli altri che recensiranno spero), risponderò a tutti i miei lettori molto presto.
Grazie ancora di tutto, fatemi sapere se adesso va bene, lo scopo di questa fic è far ridere un po' ma anche appassionare, non ho usato molta ironia qui, non è molto lunga, lo so.