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Autore: Chocolate_senpai    01/05/2013    0 recensioni
Chi pensa che la vita di un dio sia facile, ha assolutamente torto. Figuriamoci se è facile quella di un dio con due figli! Tra problemi di parentela, di eredità e liti fra fratelli, vi presento la vita movimentata che si cela fra le mura del castello di Asgard!
...(dal terzo capitolo)
- Non conosci il mio passato? Ma Thor … noi siamo fratelli!-
- Veramente tu sei stato adottato-
Il mondo cadde addosso a Loki.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Odino, Thor
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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 Cap 4: problemi di eredità

 


Nel palazzo di Asgard la depressione si tagliava a fette.
Dopo l’ultima sgradita rivelazione di Thor, che come al solito non faceva altro che peggiorare la situazione, era già tanto se Loki usciva dalla sua stanza per andare al bagno.
Di conseguenza il fratello maggiore non poteva entrare, e, visto che dormivano assieme, per sopperire alla mancanza del suo letto il bambino aveva sequestrato quello del padre, che ora era costretto a dormire sul divano del salotto.
Tutto questo mentre la moglie non faceva nulla per impedirlo.
Come se non bastasse Loki non dava quasi segni di vita, e sembrava di avere uno zombie per casa.
Ma un dio ha sempre una soluzione a tutto.
Era una mattina soleggiata quando Odino fece chiamare i figli nella sala del trono, dopo essersi assicurato che il martello non fosse nelle mani del figlio maggiore.
Thor entrò trotterellando, con un sorriso da un orecchio all’altro, e non si preoccupò nemmeno della presenza del padre che lo aspettava a braccia aperte fiondandosi direttamente sul trono come fosse la sua unica gioia.
Dietro di lui, dopo alcuni minuti, arrivò anche Loki.
Camminava come uno che non dormiva da giorni, e aveva uno strano sguardo omicida che puntava un po’ sul padre e un po’ sul fratello.
Odino sorrise nervoso.
- Ehm … buongiorno figli miei!-
- Sì, ciao padre.- la risposta molto interessata di Thor.
- Buongiorno- La risposta agghiacciante di Loki.
Ammettetelo, chi di voi non si spaventerebbe davanti ad un bambino che vi saluta con “buongiorno”?
Odino cominciò a sudare freddo.
Sempre con il suo sorrisetto nervoso stampato in volto chiamò i figli accanto a sé, prendendo per mano Thor, che osservava da lontano il trono quasi con disperazione essendosene separato, e attendendo che Loki si avvicinasse a loro a piccoli passi. Tuttavia, quando il figlio minore si fu avvicinato, Odino si sarebbe volentieri  risparmiato l’ardire di prendere la mano ad uno pseudo zombie, ma, per non farlo sembrare di nuovo meno amato del fratello, fece questo sforzo tirando talmente tanto gli angoli della bocca in un sorriso fintissimo che, se avesse fatto un lifting, gli sarebbero saltati come minimo i primi dieci strati di pelle.
- Miei cari ragazzi … - Attaccò Odino con solennità, tenendo d’occhio Loki, per il bene suo e di Thor, e Thor, per il bene di tutto il resto della stanza.
- Oggi vi ho fatti chiamare per parlarvi della mia eredit … -
Non riuscì nemmeno a finire la frase che gli occhi dei due figli si illuminarono. Entrambi lo abbracciarono con, apparente, affetto, sfoggiando uno dei loro sorrisi migliori.
Stranamente anche Loki lo fece.
- Si padre?- Disse Thor, particolarmente attento alla spiegazione del dio.
- Cosa stavi dicendo padre? - Esordì anche Loki, troppo occupato a pensare ai soldi che avrebbe incassato per curarsi della sua momentanea depressione.
Odino deglutì.
- Ehm … bè, quando il papà non ci sarà più ... –
Un sorriso si dipinse sui volti dei due bambini, ma Odino cercò di non darci peso.
- … Uno di voi dovrà mandare avanti il suo regno e … -
- E i soldi?-
-Sì padre, dicci a chi andranno i soldi!-
Il dio si rese conto dell’immane cavolata che aveva messo in atto solo quando si ricordò, meglio tardi che mai, che la sua eredità non sarebbe potuta andare ad entrambi dei suoi figli. Prese un fazzoletto di stoffa dalla sua tasca, sopra il quale Thor aveva disegnato con inchiostro nero una faccina sorridente, e se lo passò sulla fronte, rigandosi la pelle del colore che imbrattava il suo fazzoletto.
- Ehm … bè … suppongo che  … -
Odino si sentiva piuttosto braccato in quel momento. Thor lo tirava da un lato e Loki dall’altro, e mentre si contendevano il padre, cioè, i soldi del padre, i due bambini non mancavano di lanciarsi infamie e di minacciarsi a vicenda.
I  figli di un dio forse crescevano più velocemente degli altri, pensò Odino, cercando di ottenere la parola nella discussione accesa dei due figli.
Ma a nessuno importava il parere del padre.
- Tanto sarò io il re, tu non puoi, sei stato adottato!-
 -Ma tu sei troppo stupido per regnare! Manderesti tutto alla rovina! Il regno sarà mio!-
- Ma i soldi miei!-
- Non è vero, anche i soldi saranno miei!-
Odino avrebbe voluto sprofondare in giardino, nel solito posto accanto alle begonie della moglie. Ma chi glielo aveva fatto fare?
Cercò di liberarsi dalla presa che i figli esercitavano sui suoi vestiti all’ultima moda, tirandoli uno da una parte e uno dall’altra;  purtroppo, nel tentativo di liberarsi da quella scomoda posizione, si dimenò un po’ troppo e, con un suono a dir poco minaccioso, l’abito si strappò all’altezza delle gambe.
Odino osservò lo squarcio sull’ultimo regalo della moglie preso dal panico, mentre i bambini, sbattendosene del terribile fatto che era appena accaduto, continuavano a tirarsi insulti a vicenda nascondendosi ai lati del padre come fosse una barricata.
- Loki, ti ucciderò ora, così non mi intralcerai in futuro cercando d rubarmi il mio regno!- disse solennemente Thor, indicando il fratello come fosse una lumaca intenta a strisciare lentamente su un muretto.
Ma Loki non si lasciò intimidire: prima che Thor potesse avanzare il pugno per colpirlo, lui si nascose meglio dietro la gamba del padre, quella scoperta dallo squarcio del vestito, che fu la vittima dell’attacco del fratello.
Non che il pugno di un bambino facesse male, ma rendiamoci conto che Odino non era più un giuovincello.
- Ho schivato il tuo attacco Thor, sono troppo forte!-
- Lo vedremo!-
I due bambini cominciarono a rincorrersi per la stanza, ma questo solo dopo che Thor, inciampando sul vestito strappato del padre, rimase impigliato nella stoffa e per liberarsene la fece a brandelli strappandola con le mani.
Odino osservò incredulo il sacrificio dell’abito preferito della moglie.
- Ma … M-ma …. – Balbettò in preda allo sconforto più totale, mentre i figli si tiravano tutto ciò che gli capitava a tiro, inclusi i trofei della pesca di tonni conquistati da Odino, negli anni in cui, per sentire il brivido della giovinezza, lui e la sua banda di amici si divertivano a praticare uno sport proibito dalle leggi.
Solo quando il lancio non troppo calcolato di una coppa sfasciò una delle finestre e atterrò sulla testa dei domestici in giardino qualcuno si decise ad intervenire.
- Odino! Ma cosa cavolo stai combinando con i miei poveri bambini?-
Il dio avrebbe avuto molte cose da ridire sulla questione dei “poveri bambini” ma non fece in tempo. La moglie varcò la soglia della sala del trono, e la scena che le si parò davanti la lasciò senza fiato.
Il marito era in piedi in mezzo alla stanza, con un rigone nero in faccia e il vestito strappato che creava una sorta di spacco piuttosto femminile, dal quale si intravedevano le gambe un po’ meno femminili. Il tutto era incorniciato da Thor e Loki che si rincorrevano lanciandosi anche la frutta dei vasi, che spiegava le macchie sulle pareti. Infine a terra i brandelli del pregiatissimo tessuto che faceva parte dell’abito di Odino era usato come zerbino dai figli.
La moglie sbiancò.
Odino subito dopo di lei.
- Ma … Odino, sei diventato matto?!? Il mio vestito … la frutta … ti sembra il caso di stare qui a far giocare questi poveri angioletti agli indiani?!?-
Di colpo la situazione si ribaltò, e, mentre Odino diventava il colpevole di tutte le malefatte, Thor e Loki andarono a piangere dalla madre, che pensò che fosse di nuovo colpa del marito e si rifiutò di farlo dormire con lei.
Cioè, lui doveva dormire sul solito divano, la moglie non si sarebbe mossa.
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