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Autore: Chocolate_senpai    15/06/2013    0 recensioni
Chi pensa che la vita di un dio sia facile, ha assolutamente torto. Figuriamoci se è facile quella di un dio con due figli! Tra problemi di parentela, di eredità e liti fra fratelli, vi presento la vita movimentata che si cela fra le mura del castello di Asgard!
...(dal terzo capitolo)
- Non conosci il mio passato? Ma Thor … noi siamo fratelli!-
- Veramente tu sei stato adottato-
Il mondo cadde addosso a Loki.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Odino, Thor
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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 Cap 5: Come finire una brillante carriera in bellezza
 

 


Infine, il grande giorno era arrivato.
Finalmente sarebbe stato eletto il degno (cough, cough) successore di Odino.
L’intera popolazione di Asgard si era riunita nel grande salone del castello che, un tempo preso di mira dalle malefatte di Thor e Loki, quel giorno splendeva incorniciato da un sovraccarico di festoni che a malapena facevano intravedere le pareti.
Odino, seduto sul trono in fondo alla sala, contemplava fieramente il suo popolo sorridergli, compiacendosi di tutto ciò che di buono aveva fatto per loro durante il suo regno.
Ovvero fin’ora.
Quando uno squillo di tromba riportò il dio alla realtà della situazione, si rese conto di ciò che stava per fare.
Avrebbe volentieri fatto finta di  non essere in casa, ma purtroppo non poteva. Asgard aveva bisogno di un successore, e lui, ahimè, ne aveva solo uno da incoronare.
Cioè, in realtà di figli ne aveva due, però, insomma, sarebbe stato meglio che l’erede al trono fosse un consanguineo. Non che l’altro non andasse bene, ma tra questioni di eredità, pettegolezzi e simili l’onore della famiglia avrebbe potuto risentirne.
Era questo che il giorno prima aveva cercato di spiegare a Loki, con scarso successo.  
Odino si sostenne la fronte con una mano, mentre un tipo della servitù annunciava l’orrendo gesto che il dio stava per compiere, coronando così una brillante carriera che sarebbe stata coperta dall’incapacità del suo successore.
Quando tutti i presenti si alzarono Odino cominciò a sbirciare ai lati della sala con la coda dell’occhio, in cerca di una via di fuga.
Quando ci fu il secondo squillo di tromba fece leva sul trono cercando di farlo strisciare lentamente indietro, dimenticandosi che era fissato al pavimento.
Infine, quando annunciarono l’arrivo del figlio che lo avrebbe succeduto, si sentì mancare.
Vagò con gli occhi alla disperata ricerca di un qualcosa che lo confortasse, ma la folla continuava imperterrita a sorridere, infischiandosene del fatto che il loro re di lì a poco sarebbe morto per attacco di cuore fulminante.
Accanto a lui sua moglie sembrava non accorgersi del pericolo incombente e sorrideva, più verso le sue adorate decorazioni che per altri motivi, guardando ovunque tranne che dalla parte del marito.
Poi ci fu un attimo di silenzio.
Odino chiuse gli occhi sperando che fosse tutto un incubo, ma era troppo tardi.
Li riaprì lentamente.
Davanti a lui si materializzò la figura sorridente di Thor. Odino sobbalzò sul trono. Il figlio lo guardava convinto, come a volerlo incitare ad incoronarlo re. Il suo sorriso smagliante lasciava intendere perfettamente che non aveva capito nulla di quello che lo aspettava. A lui bastava avere il suo stupido martello e semplicemente non vedeva l’ora di dare ordini a tutti quelli che incontrava.
Il dio chiuse di nuovo gli occhi e rammentò una delle lezioni che aveva cercato di impartire a Thor sulla gestione del regno.
……………..
- Allora figliolo, non dovrebbe succedere mai, ma nel caso accada è meglio essere preparati-
- Sai una cosa padre? Quando sarò re andrò alla conquista di tutte le terre vicine! Nessuno riuscirà a fermarmi!-
Odino sbiancò e cercò con la mano un appoggio per non svenire addosso al figlio.
- A sì … veramente era proprio questo che non sarebbe dovuto accadere- disse asciugandosi la fronte con un fazzolettino rosa confetto, uno dei tanti regali della moglie che non aveva il coraggio di buttare.
- Ma dimmi padre, continua il discorso!-
- Bene, come ti stavo dicendo … -
- Aspetta! Non ti ho ancora detto che avrò al mio seguito la più forte armata di guerrieri che Asgard abbia mai avuto!-
- Sì, mi fa piacere, ma … -
- … E tutti si inginocchieranno davanti a me in segno di rispetto!-
- Certo, lo immagino, ma stavo …. –
- E chi oserà contraddirmi verrà punito con la morte!-
Odino riprese in mano il fazzoletto cercando di mantenere la calma.
“Ma cosa sto facendo?” chiese a se stesso mentre il figlio, ovvero il suo successore, impartiva ordini a caso al cesto di frutta al centro del tavolo da pranzo, minacciando una pera che se non si fosse subito raddrizzata l’avrebbe mandata al rogo.
- Thor, ascoltami un secondo-
- Certo padre!-
Quasi certo di essere preso per i fondelli dal figlio, Odino continuò.
- Nel caso scoppiasse una guerra, quale sarebbe la tua prima mossa? Dovres … -
- Non sono stato io-
…….....
Con la testa fra le nuvole, Odino recitò la sua parte nella cerimonia quasi in trance, senza che, coma al solito, qualcuno facesse caso a lui. La moglie guardava il figlio orgogliosa, tanto le sue malefatte se le era sorbite tutte il padre, e Thor non stava nemmeno a sentire i suoi doveri di re che Odino gli stava elencando, guardando adorante il martello con il quale aveva attentato numerose volte alla vita del  genitore.
Loki, in un angolo del salone, preparava una cerbottana con delle schegge di legno dentro.
- … Detto questo, sono certo che sarai un mio degno (cough, cough) successore, e ti conferisco il martello del potere, che dovrà … -
Prima che Odino, sempre in trance, riuscisse a finire la frase, Thor gli prese il martello dalle mani e lo alzò al cielo con convinzione, sbattendosene delle ore che il padre aveva impiegato per realizzare un discorso efficace.
A quel gesto tutti esultarono, tranne Loki, che stava mirando con la cerbottana, e Odino, che sembrava sotto l’effetto di psicofarmaci.
Subito dopo tutti, anche il dio, suo malgrado, si spostarono nella sala dei banchetti, dove gli amici di Thor stavano già facendo man bassa del cibo. Restarono lì per quattro ore buone a sbronzarsi, tanto che ad un certo punto anche Odino, nella sua trance, si accorse che l’aria si era fatta un po’ troppo allegra. Ma solo quando Thor alzò di nuovo il martello al cielo e questo gli sfuggì per poi ricadere sul pavimento e creare una voragine del diametro di un meteorite decise che forse sarebbe stato meglio chiudere lì la festa.
Evidentemente era l’unico che la pensava così.
Nel salone da pranzo erano tutti piuttosto tocchi, persino la moglie che si stava arrotolando tra le tende, che avrebbero retto il suo peso ancora per poco, e anche Loki risentiva dell’allegria generale, cercano di mirare con la cerbottana ad uno dei poster che Thor aveva messo in giro con la sua faccia sorridente stampata sopra, scambiandolo evidentemente con suo fratello.
Odino sospirò. Dopotutto era colpa sua, l’aveva voluto lui Thor come successore.
Ma si sa, a tutti capita di fare qualche errore,anche ai più esperti.
Stava per uscire dalla porta del salone con la sua camminata calma quando, proprio mentre appoggiava la mano sulla maniglia della grande porta vetrata, un sibilo dietro di lui attirò la sua attenzione. Si girò e espose il suo viso proprio quanto bastava perché il martello di Thor lo prendesse in piena faccia.
E quello fu il primo di una lunga serie di avvenimenti che fecero venire ad Odino il dubbio di essersi fumato qualcosa il giorno che decise di mandare in rovina il regno, coronando la sua carriera da re con l’elezione di un  cerebroleso come suo successore.

  
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