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Autore: chaska    01/05/2013    1 recensioni
«Che cos'è l'amore?»
Arthur guardò storto l'artefice di quella domanda dall'alto del suo barbon. Bicchiere, fra l'altro, che ancora stagnava miracolosamente integro fra le sue dita. Non che l'alcolico non gli facesse gola, ma provava troppo rispetto per le vesti che indossava per ridicolarizzarle in caso di stato d'ebbrezza -sia santificato Sir Doyle e la sua geniale progenie d'inchiostro.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Che cos'è l'amore?»

Arthur guardò storto l'artefice di quella domanda dall'alto del suo barbon. Bicchiere, fra l'altro, che ancora stagnava miracolosamente integro fra le sue dita. Non che l'alcolico non gli facesse gola, ma provava troppo rispetto per le vesti che indossava per ridicolarizzarle in caso di stato d'ebbrezza -sia santificato Sir Doyle e la sua geniale progenie d'inchiostro.

«Frog, questa è banale. E da donnicciola per di più.»

Francis sospirò mesto a quelle infamanti accuse, sorseggiando altro vino.

«L'amore non è mai banale, Arthùr. A me sembra la domanda perfetta.»

Sembrava così ridicolo vestito in quel modo. Lui almeno aveva avuto la decenza di togliersi lo stupido costume propostogli da Alfred per il suo precedente, di sicuro più consone per un inglese come lui -ma poi, dove diavolo erano finiti i suoi abiti normali?
Francis invece padroneggiava su tutto il piano bar con quel vestito da... da -eppure il nome aveva qualcosa in comune con Sealand!- da Peter Pan, ecco.
Ridicolo, così come quel gioco che stavano portando avanti da un po': una domanda ciascuno, l'una totalmente scollegata dall'altra, solo tante parole e il profumo del barbon a viziare il suo olfatto -all'udito ci pensava il francese col suo gracchiare roco per il vino.

Arthur scosse il capo, dopotutto era il suo turno, poteva chiedere ciò che più preferiva.

«Amore, uh? Nient'altro che scienza. Chimica, se preferisci.»

Come aveva previsto, Francis posò gli occhi su di lui, le sopracciglia alzate in un clamoroso quanto plateale segno di sorpresa.

«Dieu Arthùr, da te mi aspettavo più la citazione di un sonetto. Invece... chimica?»

Un sorrisetto compiaciuto si dipinse sulle sue labbra, mentre saggiava per la prima volta in quella serata il barbon.

«Capricci del corpo. Ormoni in balìa dell'eccitazione che, semplicemente, non cessano la loro attività fino al loro appagamento. That's it, frog. Niente favole o bei sentimenti, solo... chimica.»

I segni della sorpresa -anzi, dell'incredulità nel francese scemarono in un sospiro lento.

«Dubita che il sole si muova, ma non dubitare mai del mio amore. Dimmi Arthùr, che fine hanno fatto quei versi?»

Arthur si fermò di colpo dal bere, il liquido che gli bruciava la gola mentre scendeva a fatica al suo interno.

«Scomparsi, insieme all'agitare delle lance.»

Insieme a un tempo lontano, un amore fallito?
Lo sguardo gli si oscurò a quelle parole solo pensate, ma non per questo meno affilate di altre pronunciate a piena voce.
Amore, quale stupida, inutile favole a cui credere -su cui illudersi.
L'inglese stava posando il bicchiere per abbandonare quello stupido bar insieme a quell'inutile gioco, quando qualcosa lo bloccò.

Labbra calde sulle proprie, in un bacio che non era che una carezza, un vento caldo sul proprio viso.

«Dimmi Arthùr, cosa accade adesso secondo la tua chimica?»

Ah, maledetti ormoni.



















Note: Ambientato nello speciale di Halloween, you know. Boh, un'idiozia cosparsa di letteratura inglese random, LOL. Eh sì che avevo promesso di scrivere qualcosa di più lieto stavolta ma... ho miseramente fallito :'
   
 
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