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Autore: Il giardino dei misteri    01/05/2013    2 recensioni
Sheila è una ragazza di venti anni, con la passione per il ballo e il sogno di poter diventare una grande ballerina. L’ultimo anno e mezzo le pesava come un macigno: non solo la madre era morta e il padre era diventato alcolizzato, ma lei, da sola a vent’anni, aveva dovuto rimboccarsi le maniche e portare avanti la famiglia, nonostante il dolore.
Cosa succederà? Sheila riuscirà a realizzare il suo sogno? Si riappacificherà con il padre? Troverà l'amore?
Spero che vi piaccia ^.^
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quando quel pomeriggio Sheila tornò a casa, le si ripresentò la medesima scena di tutti i giorni: suo padre in pigiama, sdraiato sul divano a bere. Ormai non ci faceva più caso, ma questo la faceva stare molto male. Suo padre sembrava dormire e Sheila cercò di non fare rumore per svegliarlo. Ma, lui  la sentì ugualmente.

<< Dove sei stata tutto il pomeriggio?>> le chiese.

<< In giro>> rispose lei evasiva.

<< In giro dove?>>

<< Non ti sei mai preoccupato di dove andassi e chi frequentassi … cos’è tutto ad un tratto hai iniziato ad occuparti della mia vita?>> disse lei scocciata.

<< Non te lo chiedevo perché sapevo dove andavi …>>

<< E perché ora non lo sai? O non ti fidi?>>

<< Lo so, invece … tu sei andata a ballare.>>

Sheila assunse un’espressione mista tra la rabbia e la preoccupazione, e iniziò a sudare.

<< Ma che ne sai tu?>> gli disse.

<< Ti avevo detto che devi lasciar perdere la danza. Non è roba per te>> disse suo padre.

<< Proprio tu mi dici cosa devo e non devo fare!>> << Io ti ho pregato di non bere più, ma tu non mi hai voluto sentire e a quanto pare bere è molto più nocivo di ballare.>>

<< Questo non c’entra.>>

<< Certo, non c’entra. Ma perché non ammetti per una volta che hai sbagliato? Ti costa tanto?>>

<< Tu non devi preoccuparti per me.>>

<< Bene, se è questo quello che vuoi da oggi in poi per me puoi anche morire.>> << Neanche tu devi occuparti della mia vita, però.>>

<< No, Sheila …>>

Ma, Sheila se ne era andata sbattendo la porta di casa.

Non sapeva esattamente dove si stesse dirigendo, ma certamente sarebbe stato il più lontano possibile da quella casa. La odiava. Odiava tutto. Tutti i sogni, le speranze, le certezze che aveva un tempo, erano svanite nel nulla, e lei si sentiva tanto sola. Sheila era sempre stata una persona forte, e in particolare, la perdita della madre aveva contribuito a farla diventare ancora più forte. Ma, per quanto potesse essere forte,  era pur sempre un essere umano. E come tutti gli esseri umani, ad un certo punto si lasciava andare e la forza che aveva, si affievoliva piano, piano.

<< Perché te ne sei andata, mamma? Io sono tanto sola e questo mondo mi sembra così cattivo. Oh, mamma, torna, ti prego. Torna. Non lasciarmi sola.>>

Le lacrime scendevano lungo le gote pallide e le rigavano il viso.

Lei non aveva mai accettato del tutto la morte di sua madre e in momenti come questo cadeva nella disperazione più totale. Si sentiva angosciata.

Perché nessuno mi capisce?

Il rapporto con suo padre si era logorato sempre di più da quando sua madre era morta. Il loro rapporto non era mai stato nulla di speciale. Quando sua madre era ancora viva, lei e suo padre si parlavano a mala pena. Lui era sempre impegnato, stanco. Non c’era mai. Lavorava sempre. E lei si può dire che fosse cresciuta con sua madre. Ma, quando la mamma se ne era andata, il loro rapporto era diventato conflittuale giorno dopo giorno.

<< Com’è strana la vita. Quando ero piccola desideravo che papà mi venisse a prendere a scuola, mi coccolasse, mi abbracciasse e pregavo che non andasse più a lavorare. Adesso, invece, lo devo pregare perché vada a cercarsi un lavoro >> pensava spesso Sheila.

 

Le lacrime continuavano a scendere giù e le annebbiavano la vista. Si sentiva stanca per quanto avesse corso, ma non le pareva mai abbastanza. Si sentiva sfinita, senza forze.

Tutto ad un tratto sentì un colpo alla spalla, poi svenne. Quando si svegliò, la prima cosa che vide erano dei meravigliosi occhi verde smeraldo fissi su di lei. Non capiva. Poi si ricordò di avere preso una botta,da qualche parte e poi nulla.

<< Ehi, tutto a posto?>> le disse una voce.

Lei si ridestò. E vide che la voce era di una ragazzo dagli occhi verdi.

<< Si>> disse. << Ma tu …>>

<< Si, sono sempre io.>> << Sembra quasi che lo facciamo a posta a scontrarci ogni volta.>>

<< Mi dispiace, io …>>

<< Stavi piangendo?>>

Sheila si asciugò in fretta le lacrime.

<< Si, ma non è niente.>>

<< Adesso come stai?>>

Si sentiva un po’ dolorante, ma nel complesso stava bene.

<< Bene, grazie>> disse Sheila sorridendo.

<< Non ti sembra il caso che ci presentiamo? Sono due volte che ci incontriamo in questo modo, anzi ci scontriamo …>>

Seguì un breve silenzio, poi il ragazzo prese la parola.

<< Io sono Angelo>> disse porgendole la mano.

Angelo? Oh si, il mio angelo salvatore.

Sheila restò imbambolata per qualche minuto, poi si scosse.

<< Io sono Sheila>> disse sorridendo.

<< Bene>> disse sorridendo. << Io vado, se è tutto a posto. E’ tutto a posto?>>

Sheila si era incantata di nuovo.

<< S- si, grazie.>>

<< Spero di rivederti, presto. Magari senza alcuno scontro>> disse sorridendo.

Sheila sorrise.

 

<< Oddio che figura che ho fatto! Come ho potuto essere così deficiente? A quest’ora magari starà pure ridendo di me con i suoi amici, e io come la cretina mi trovo qui ad immaginarlo. Ecco,  lo sapevo. Neanche nelle relazioni sociali ho fortuna. Chissà se lo rivedrò …>>

 

  
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