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Autore: Zoe43    01/05/2013    2 recensioni
-Ma perchè le mie opinioni, i miei desideri non contano mai?!?- mi ribellai. Cercai di mantenere un tono di voce moderato, non volevo infastidirlo troppo.
 
Paul si massaggiò le tempie con due dita e si strofinò il viso con una mano. Chissà a cosa pensava in quel momento: probabilmente si stava dando dell'idiota per aver deciso di fare da tutore ad uno come me. Non facevo altro che creare problemi. Come non biasimarlo.
 
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Quanto manca?- domandai sfinito. Ormai eravamo in viaggio da più di due ore, mi sentivo debole e affaticato come se avessi corso per chilometri senza mai fermarmi a prendere fiato. Il caldo era a dir poco soffocante, sentivo la mia t-shirt bagnata e appiccicata alla pelle. La levai sbuffando e asciugandomi il sudore dalla fronte con il dorso della mano. Lo sguardo di Louis indugiò sul mio torace scoperto e poi volò via velocemente tornando a fermarsi sulla strada davanti a noi. 
Le sue labbra vennero increspate da un sorriso vispo e divertito, spazzò via con le dita affusolate una gocciolina di sudore che timidamente gli scendeva sulla tempia.
-Non molto.- rispose senza perdere il sorriso.
-L'hai detto anche un'ora fa.- borbottai sporgendo la testa fuori dal finestrino e prendendo una boccata d'aria. Il mio stomaco si accartocciò sui se stesso e brontolò contrariato. Gli alberi sfrecciavano veloci ai lati della strada e contribuivano ad aumentare la nausea che mi tormentava da ormai tre quarti d'ora.
-Non ti senti bene?- chiese Louis picchiettandomi una spalla per attirare la mia attenzione.
Riportai la mia testa sul sedile e chiusi gli occhi sfregandomi una mano sul viso.
-sto di merda.- risposi con finezza. Lui ridacchiò e mi tastò la fronte sudaticcia.
-Bleah, sei fradicio.- commentò con voce da checca. Lo guardai di traverso e poi chiusi gli occhi con una smorfia di disgusto in faccia, colpito da una forte ondata di nausea.
-Ma che hai?- domandò poi. -Ti viene da vomitare?- 
Presi il mio labbro inferiore tra i denti e lo strinsi forte.
-Non dirlo..- gracchiai tenendomi lo stomaco con la mano.
-Cosa? Vomitare?- chiesi subdolo e assai divertito dalla situazione.
Mi tappai la bocca con una mano, sicuro che avrei rigettato anche l'anima. Sentii Louis ridere.
-Ok mi fermo un attimo.- sentenziò e accostò all'ombra di qualche albero, sul ciglio della strada.
Frugò nel borsone buttato nei sedili posteriori e tirò fuori una bottiglia d'acqua fresca.
-Tieni, bevi. Piano.- disse e me la porse. Feci come mi aveva detto e poi me ne versai un pò sul palmo della mano spalmandola poi sulla fronte.
-Cristo, che caldo.- commentai. Louis annuì e lo vidi frugare ancora nel suo borsone. Tirò fuori da chissà dove un cubetto di ghiaccio.
Incastrò i suoi occhi azzurri nei miei e con una lentezza estenuante cominciò a passarmi il cubetto lungo il mio corpo, scosso quasi da brividi di freddo. Ripetè l'operazione per un paio di volte ancora, su e giù, su e giù, dal petto fino all'ombelico. Poi si portò il cubetto di ghiaccio alle labbra e sembrò baciarlo. Lo gettò fuori dal finestrino e avvicinò il suo viso al mio.
Poggiò le sue labbra gelide sulle mie e mi baciò con passione, attorcigliando la sua lingua fredda alla mia. Sorrisi nel bacio divertito dalla sua idea folle ma utile per far scivolar via il calore e anche la nausea che era, chissà come, sparita.
Louis spostò le sue labbra sul mio collo, sotto l'orecchio, sulle spalle facendo dissolvere nel nulla le goccioline di sudore di cui prima ero prigioniero.
Affondai una mano nei suoi capelli leggermente umidi e lasciai un bacio sulla sua testa calda.
-Va meglio?- sussurrò sulla mia pelle.
-Decisamente.-
Alle mie parole si staccò in un lampo e mise in moto con un sorriso sulle labbra che non prometteva nulla di buono. Ancora scosso da quel momento sensuale e rinfrescante, non gli feci alcuna domanda.
Dieci minuti più tardi, Louis posteggiò davanti ad una spiaggia. Mi voltai verso di lui e ci sorridemmo.
-Mmh, gran bell'idea andare al mare, Lou.- dissi respirando a pieni polmoni l'odore salmastro dell'oceano.
-Ah ah.- assentì ma il perenne sorrisetto sulle sue labbra mi avvertiva in continuazione che c'era qualcosa sotto. Ancora non feci domande e scesi dall'auto stiracchiandomi. Louis afferrò il suo borsone e tirò fuori un ombrellone dal suo portabagagli. Ci incamminammo verso la spiaggia e mi tolsi le scarpe per poter affondare le dita nella sabbia soffice e bianca ma lo spettacolo, se così si poteva definire, che mi si parò davanti mi fece venir voglia di tornare a casa a gambe levate.
-Louis!- esclamai sbarrando gli occhi e voltandomi a fissarlo. Lui tratteneva a stento le risate.
-Che c'è?- chiese innocente stringendosi nelle spalle. Lo guardai in cagnesco. Ogni persona, adulti bambini e, bleah!, anziani, si aggirava tranquillamente per la spiaggia compleatamente nuda. Non ci volle molto a capire che quella non poteva esser altro che una spiaggia per nudisti.
Louis mi diede di gomito e strizzò l'occhio color cielo ancora sorridendo divertito.
-Non c'è nulla di simpatico in tutto questo, Louis.- lo ammonii più serio che mai. Lui scoppiò a ridere strizzando gli occhi e mi trascinò verso la spiaggia.
 
 
 
 
-No! NO! Io non mi spoglio!-
L'imbarazzo era davvero insostenibile. Nonostante tutti lì fossero nudi e tranquilli, non riuscii a levarmi anche i boxer.
-Dai Zayn, qui sono tutti nudi. Non guardano di certo te e il tuo amico laggiù!- esclamò lanciando uno sguardo ai miei boxer neri.
-Fanculo.- borbottai bloccando il mio sguardo sui suoi occhi e impedendogli di scendere verso la sua nudità ora esposta al sole.
-Guarda che qui è vietato stare anche solo con un indumento addosso.- mi spiegò seriamente ma ebbi l'impressione che stesse facendo del suo meglio per trattenere le risate. Roteai gli occhi e lo fulminai con uno sguardo, incrociando le braccia sul petto nudo.
-Oh davvero?- domandai innervosito. -Andare in una spiaggia normale era così difficile, Louis?!- 
Lui sospirò e si scostò i capelli sudati dalla fronte.
-Va bene, fa' come vuoi ma se ti buttano fuori è soltanto colpa tua.- mi avvertì e si diresse verso l'acqua offrendomi un'ineguagliabile panoramica del suo sedere tondo e sodo. Deglutii sentendomi accaldato e mi guardai in torno per vedere se qualcun'altro oltre me stesse ammirando il fondo schiena sexy e perfetto di Louis. Ma nemmeno un paio d'occhi era posato sul quello spettacolo. Tutt'altro! Erano posati tutti su di me. Mi fissavano quasi indignati. 
Distolsi lo sguardo e corsi per raggiungere Louis.
-Qual'è il problema?- mi chiese lui fissando l'acqua azzurra e limpida popolata da migliaia di corpi nudi. -Ce l'hai piccolo?- ipotizzò e scoppiò a ridere.
Alzai gli occhi al cielo e mi avvicinai all'acqua immergendo i piedi e tirando un sospiro di sollievo: era così rinfrescante.
Il mio sguardo si posò su una donna dal corpo floscio e un pò raggrinzito che usciva dall'acqua insieme al suo bambino, il cui fisico non era ancora maturo ed era liscio e delicato. Mi sorpresi nel vederli tranquilli e ridenti, senza alcuna vergogna di mostrarsi nudi davanti a tutti. se fossi stato il marito di quella donna, non avrei sopportato tutto ciò.
La donna si accorse che la stavo guardando e la sua espressione, dapprima solare e serena, si fece indignata e scontroso. Coprì con una mano gli occhi del suo bambino e mi si fece vicino.
-Ragazzo, ma non ti vergogni ad andare in giro conciato così?!- esclamò arrabbiata indicando i miei boxer. -Ci sono bambini qui!- Se ne andò indispettita lasciandomi solo e a bocca aperta dallo stupore. Nel frattempo, molte altre persone annuivano d'accordo con la signora.
Louis mi si avvicinò ridendo a crepapelle, tenendosi la pancia con le mani.
-Ma l'hai sentita quella?- domandai incredulo scuotendolo per una spalla. -Dai mi sembra un'esagerazione!-
-L'esagerazione è che tu te ne stia in una spiaggia nudista in mutande. sei ridicolo, Zayn.- rispose tra una risata e l'altra. Sbuffai e gli assestai una gomitata tra le costole.
-Dai su, andiamo in acqua.- mi esortò prendendomi per un polso. Ci tuffammo all'unisono e restammo a galla a lungo lasciando che l'acqua fresca ci carezzasse ogni angolo della nostra pelle, tranne le parti intime nel mio caso.
Louis sparì sott'acqua e poi riemerse qualche secondo dopo, aggiustandosi i capelli all'indietro con le dita. Mi fissò ridente e i suoi occhi azzurri si fecero più chiari, quasi trasparenti, avvolti dalla luce potente del sole. Le goccioline d'acqua che gli imperlavano il petto brillarono dandogli l'aspetto quasi di un dio.
Mi sorrise sornione facendo comparire due piccole rughe agli angoli della sua bocca. Poi il suo sguardo scese sul mio petto e lui s'irrigidì impercettibilmente. Capii che stesse osservando la L tatuata sul mio torace ma non dissi nulla e feci finta di ammirare una barca in lontananza.
Dopo qualche minuto di interminabile silenzio, nel quale si udivano le grida dei bambini che giocavano e gli strilli dei gabbiani, Louis si fece più vicino e parlò.
-Sei contento di essere qui?- chiesi e nel tono di voce che usò percepii una nota di insicurezza. Louis non era mai insicuro, non indugiava, non rifletteva, non si fermava. Feci per rispondere ma non me ne diede il tempo.
-Insomma..- continuò con sguardo basso e torturandosi le dita. -sei contento di essere qui..con me?- chiese in un sussurro. sembrava così piccolo in quel momento, fragile così tanto che mi fece una gran tenerezza. Mi portai una mano alla bocca dallo stupore e chiusi gli occhi. Poi lo afferrai e lo strinsi forte al mio petto.
-Non sai quanto, Lou.- dissi con sincerità e voce tremante. Mi sembrò che il suo corpo venne scosso da un singhiozzo ma non ne fui certo. Lo strinsi di più e inspirai forte sul suo collo.
-Dopo tutto quello che ti ho fatto tu.. tu sei ancora qui. Sei qui che mi abbracci, dopo che ti ho fatto soffrire un sacco di volte.- mormorò afflitto. 
Le sue parole viaggiarono nella mia mente con lentezza più e più volte e mi presero in contro piede. Non seppi che dire, rimasi in silenzio. Sperai che il mio abbraccio gli trasmettesse ciò che la mia voce non avrebbe saputo esprimere nel modo più giusto.
-Mi sento in colpa ogni giorno.- continuò restando ancorato al mio corpo come un bimbo a quello della madre. -Qualche notte piango pensando a te e mi rendo conto di non meritare nemmeno un tuo sguardo ma che tu te ne freghi e ti comporti al meglio con me, come se lo meritassi. Come se non fosse mai successo nulla.- terminò e tirò su col naso.
Sciolsi il nostro abbraccio, lo presi per le spalle e feci incastonare i miei occhi nei suoi. Azzurro e marrone. Acqua e terra. 
-Louis. Basta. Non tormentarti.- dissi a bassa voce. Lui si sfregò una mano sul viso, affranto. -Quello che abbiamo passato, momenti belli e brutti, è passato. E' inutile continuare a puntarti il dito contro. ciò che è fatto è fatto e io sono ancora qui. Tu sei ancora qui. Possiamo ricominciare e stare bene insieme. Louis io..- mi interruppi fissando il suo volto stupito e commosso. Meditai su come continuare la frase, poi sospirai.
-Voglio te. Voglio stare con te, capisci?- chiesi dolcemente e gli carezzai una guancia. Lui chiuse gli occhi e poggiò la sua mano sulla mia. Poi si aprì in un sorriso abbagliante.
-Sei fantastico.- disse.
 
 
 
 
 
 
Salimmo in macchina e restammo per una manciata di minuti fermi e in silenzio. Poi ci voltammo in simbiosi e ci regalammo un sorriso sincero e felice. I suoi occhi brillarono al sole e uno di loro si chiuse in un occhiolino. I nostri corpi emanavano odore di sale, i nostri capelli erano crespi e chiari, la mia pelle abbronzata, quella di Louis un pò bruciacchiata. Le sue guance erano tinte di rosso e l'azzurro vivido dei suoi occhi risaltava ancora di più. Credetti di annegare in quegli occhi.
Louis si sporse verso di me e mi diede un lungo e dolce bacio sulle labbra tenendo gli occhi chiusi e respirando irregolarmente dal naso. In silenzio e ancora col sorriso sulle labbra mise in moto e partì nella strada popolata da qualche macchina solitaria. Allacciai la cintura e poggiai la testa a un lato chiudendo gli occhi. Mi appisolai per quelle che mi sembrano ore poi il suono incessante e assordante di un clacson mi fece risvegliare di soprassalto.
-Merda!- udii e mi voltai verso Louis che era intento a fare una manovra contorta e ingarbugliata con gli occhi fuori dalle orbite e uno sguardo tra lo spaventato e l'incazzato. Le sue mani correvano veloci sul volante, i muscoli delle sue bracciano erano tesi e vistosi, fuori era calata la notte e davanti a noi solo una luce, no due luci, due luci forti, abbaglianti. Due fari.
-Louis..- dissi con voce rauca fissandolo mentre disperatamente cercava di spostare la macchina da quel punto. 
-Ma che cosa..- cercai di dire ma a quel punto fu tutto chiaro. Il camion davanti alla nostra auto veniva sempre più vicino, vidi per un attimo il volto terrorizzato del conducente e poi Louis riuscì a spostarsi dalla traiettoria del tir. Tirai velocemente un sospiro di sollievo e mi voltai verso Louis. Aggrottai le sopracciglia nel vederlo ancora disperato, con il volto rigato di lacrime mentre era intento a portare disperatamente la macchina ancora in un'altra direzione. Guardai allora dinnanzi a me e capii ciò che lo preoccupava: ci stavamo dirigendo dritti dritti su un grosso albero e sembrava che il tempo di cambiare strada fosse ormai esaurito. Sentii qualche lacrima incandescente scendere dai miei occhi, spostai lo sguardo su Louis, lo sentii gridare, supplicare, piangere. Tutto in quei pochi attimi. In quei pochi attimi in cui realizzai con orrore che la sua cintura non era allacciata, a differenza della mia. Lanciai un grido e l'ultima cosa che riuscii a vedere fu il tronco dell'albero che spaccava il parabrezza e il corpo di Louis che veniva scaraventato fuori come fosse appartenuto ad un pupazzo senza vita.
  
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