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Autore: caporalez    20/11/2007    0 recensioni
Anno Domini 1628.
Nella ristretta cerchia di un nobile principe di Ravenna, la neonata Accademia delle Arti e della Scienza, si riuniscono persone di ogni genere: medici, astronomi, biologi.
Passano le sere a leggere e a scrutare la volta celeste.
E loro sanno, sanno che il cane è vicino e che sta già raschiando l'elegante porta di legno della villa del principe, con artigli letali e affilati.
I segugi dell'Inquisizione non lasciano scampo..
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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"..Come un vecchio buttato al largo di un mare profondo dai pirati, la scienza muove disperata braccia e gambe nel tentativo di stare a galla, riempiendosi i polmoni d'aria ogni qualvolta riesce ad emergere dagli abissi in cui è stata buttata, per ritornarci, più a lungo. E quei pirati ridono, malvagi, guardando la forza del vecchio venire sempre meno. E' questa, quella che viene chiamata Inquisizione: i pirati sono i cani, gli inquisitori, il mare è il mezzo con cui purificano questo mondo, contrappposto al vero metodo usato, cioè il fuoco, il vecchio è la scienza, quella scienza che viene messa al bando, i cui libri sono iscritti in una lista più che nera, temuti peggio della peste. Ogni volta che il vecchio riemerge è un passo in più per la scienza, ogni volta in cui si inabissa è una nuova vittoria della Santa Sede e una dolorosa perdita per il progresso. Eppure loro sono convinti che ciò sia la volontà di Dio: bruciare donne, ritenute streghe solo per la loro bellezza e la grandiosa superstizione che ci circonda, uomini, solo perchè si interrogano su Madre Natura, intere popolazioni, solo perchè hanno un diverso modo di pensare...Eppure uno degli insegnamenti che Dio ci ha lasciato è la libertà! Noi siamo liberi! Liberi di fare, scegliere!..Ma ora la libertà è schiavitù: siamo liberi se schiavi dell'Inquisizione; allora io mi chiedo: ci sarà davvero qualcuno che riporterà all'antico e vero splendore la Chiesa? Qualcuno che la farà ritornare umile e dedita allo scopo di accogliere e rispondere alle esigenze di ogni uomo, senza condizionarne la mente? Qulacuno che chiederà perdono per questo?..
Scritto interessante, cara Maria."giudica un uomo, sui 26, leggendo i fogli che tiene tra le mani. E' questi il principe Carlo Franceschini, un uomo alto dai lunghi capelli raccolti nella usuale coda bassa, occhi marroni forgiati da una luce curiosa e furba, avvolto in un elegante abito azzurro.
"Sono contenta che vi piaccia, principe." sorride la sua inerlocutrice, Maria Stellini, una giovanissima donna di 20 anni, dai lunghi capelli castano-rame intrecciati in due trecce colorate da fiori rosa, una dolcissima luce nascosta nei grandi occhi verdi, la bocca piccola e rosea distesa in un ampio e bellissimo sorriso. E' la donna più ambita, ricca e sospettata dalla Santa Sede di tutta la città. Suo padre, Francesco Stellini, venutole a mancare alla tenera età di 5 anni, essendo anche orfana di madre, morta di parto alla sua nascita, aveva lasciato a lei e al suo fratello 21enne una grandiosa fortuna. Giacomo Stellini, un uomo dolce e premuroso, il classico uomo che non farebbe male ad una mosca, fatto di una squisita gentilezza e con l'unico terribile difetto di essere estremamente ingenuo, si era lasciato abbindolare dalla sua attuale moglie, Elena Parigino, che non aveva mai potuto soffrire e della quale non era un mistero la sua voglia di mettere le mani sul patrimonio del marito.
Ma la sua parte di patrimonio era ancora ingente, intaccata dalle solite piccole spese e dai soldi usati per lo stipendio dei suoi 5 domestici. Aveva rifiutato tutti i pretendenti che dall'età di 13 anni aveva chiesto la sua mano, dicendo di stare aspettando l'uomo che le avrebbe fatto battere il cuore. Per questo, dai più maligni, era stata definita l'eterna bambina, con una nota ironica che stonava sulla dolcezza di quell'appellativo.
Ma lei, non se n'era mai curata, camminando a testa alta per la sua strada che l'aveva poi condotta nella cerchia del principe Franceschini, nella quale ancora militava, vantando il più bel disegno dell'universo mai visto, ora conservato gelosamente nello studio più che privato del principe.
"Sapete che potrebbe costarvi molto.." dice lui, porgendole nuovamente lo scritto.
"Non ho intenzione di pubblicarlo, ma voglio lasciarlo ai posteri, chissà che nel frattempo la mentalità comune non sia cambiata.."sospira lei, rimettendo i fogli nella sua borsa nera.
Si affaccia alla finestra, tentando di scorgere una qualche carrozza familiare comparire e fermarsi all'entrata principale di palazzo Franceschini, ma nulla. I suoi amici tardano.
Sospira stringendo nella morsa delle sue piccole mani le graziose tendine rosse, preoccupata, finchè una mano leggermente diafana si appoggia sulla sua spalla. Il principe la fissa sorridendo benevolo, concentrando poi anch'egli lo sguardo sullo scorcio di strada visibile.
"Non sarà accaduto loro qualcosa?" domanda lei, in uno stato di apprensione palpabilissimo.
Carlo scuote la testa, tornando alla sua poltrona accanto al camino, per sorseggiare il suo abitudinale latte caldo con miele, come era solito fare sin da bambino. La ragazza decide di seguire l'esempio dell'uomo e di smettere di piantonare la finestra, con l'unico risultato di arricciarsi i nervi, come se non lo fossero già più di una parrucca femminile di moda a Parigi.
Siede, con un gesto leggero, sulla poltroncina rossa accanto a quella del principe, iniziando a pregare con l'ausilio del suo piccolo rosario di legno, dono della sua nutrice scomparsa pochi anni prima-che Dio l'abbia in gloria-pensa lei, stringendo ancora di più il rosario, fino a segnarsi le dita.
Il silenzio invade la grande stanza decorata con varie tonalità di rosso in un turbinio ispirato alla passione e, in casi di pericolo, al fuoco purificatore. Non mancavano, infatti, anche a palazzo Franceschini i controlli dell'inquisizione e l'avere uno zio in alto non lo esonerava dall'accogliere i padri della salvezza, ogni volta che questi lo desideravano.
Il forte nitrato dei cavalli ruppe quell'atmosfera forse un po' pesante, facendoli alzare entrambi di scatto dalle loro poltroncine. Si guardano sorridenti, l'ansia svanita s'un tratto.
"Sono arrivati!"esclama il principe, lisciandosi l'abito già perfetto.
La ragazza è in preda all'emozione: quella sera avrebbe conosciuto il nuovo membro di cui il suo migliore amico, Andreas Feuerbach, le aveva parlato in precedenza, elencandone le migliori doti.
Con un leggero scampanellio del maggiordomo, che annuncia l'entrata degli ospiti, arriva una leggera folata di vento freddo, che fa tremare la fiamma. Andreas conduce il piccolo gruppetto di uomini che, chiacchierando allegramente, entra in sala.
Erano questi i più illustri che avevano meritato di entrare nella cerchia del principe: Andreas, responsabile dei giardini privati di sua eminenza il vescovo Cortini suo zio, Giovanni Crisalidi, medico rispettato per la sua sapienza in campo letterario, Luca Castelli, conosciuto per la sua passione per le erbe di ogni terra, Francesco della Marca, appassionato di qualsiasi cosa riesca a brillare nel cielo. Chiude il gruppo il nuovo venuto, Benjiamin Jacobi, dottore molto dotto e famoso, ottimo conoscitore di piante, astri e tanto altro ancora; tenuto d'occhio dall'Inquisizione perchè si dice che dissacri i cadaveri, aprendo le loro carni.
"Bene, siamo tutti."esordisce il principe,piazzandosi al centro della stanza."Benvenuti alla nuova Accademia delle Arti e della Scienza!"


Per prima cosa voglio dire che è la prima storia che ambiento in un tempo così remoto. Spero che possa essere abbastanza gradita, come di sicuro non saranno le note finali o iniziali troppo lunghe che io eviterò accuratamente di lasciare^^(tranne questa). Vado ora a mettere qualche fatidico puntino sulle i:
1)so che i servi all'epoca non erano stipendiati, ma è un tratto caratteristico che ho voluto imprimere alla mia protagonista che verrà poi spiegato;
2)spero di non aver violentato la storia facendo qualche uso inappropriato dell'Inquisizione o di altro;
3)so per certo che negli anni in cui ho ambientato la storia erano presenti accademie come quella che io ho inventato e che userò(chi ha letto il libro "L'amico di Galileo"conoscerà l'accademia dei Lincei o forse la conosce già di suo^^.Fra l'altro l'ispirazione per questa storia è nata da lì^^);
4)vi prego di farmi notare qualsiasi pecca , ma di non essere troppo spietati nel farlo perchè tutti commettono errori. Inoltre mi impegno a prendere una posizione neutra riguardo alla Santa Sede(anche se il fatto che io abbia usato il corsivo è già una tendenza all'imparziale, ma è una nota e tutto si può^^);
5)notifico anche il fatto che la storia non sarà così solenne come potrebbe invece far pensare l'inizio;
6)scusate il riferimento a 1984(il libro chiamato angoscia) ma è ciò che penso veramente dell'Inquisizione;
7)il titolo è quello di una canzone che ho trovato appropriato in quanto l'inquisizione si è macchiata di molti peccati nel tentativio di mondare altre persone da questi, e poi perchè fa abbastanza effetto almeno a mio avviso^^.
Beh, questo è quanto! Spero di riuscire ad attirare la vostra attenzione e i vostri giudizi positivi^^
A presto^^
  
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