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Autore: gloriabarilaro    01/05/2013    5 recensioni
‹‹E te lo prometto, Leigh, ti prometto che starò sempre al tuo fianco, anche quando il cielo cadrà.››
Lei scoppiò a piangere, fiondandosi tra le mie braccia e bagnandomi la maglia con le lacrime. La strinsi a me più forte che potevo, pregando Dio per avere la forza di mantenere quella promessa.    
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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" you make me
crazier, crazier  "

cit.






 

  Il sonno stava avendo la meglio su di me, oramai. Ma quando un’occasione del genere mi si sarebbe ripresentata davanti? Quando avrei potuto ancora rivivere quel momento di pace, calma, senza avere il timore che lei si sentisse in soggezione mentre la guardavo? Ora, beata nel sonno com’era, sarei potuto rimanere lì per ore e ore, a guardarla dormire e non stancarmi mai di studiare i suoi lineamenti, ogni piccolo particolare del suo corpo e del suo viso, spostandole i capelli in un modo o nell’altro per poi giungere alla conclusione che stava bene in qualsiasi modo. Era quello che, in fondo, stavo facendo da quando si era addormentata.
  Il fatto è che ne ero anche fermamente convinto: ero convinto che stesse dormendo, sorridendo beata nel sonno per qualche sogno paradisiaco in cui si era ritrovata quella notte. Quando, quindi, si mosse un poco tra le mie braccia mentre le soffiavo via un’ennesima ciocca di capelli e la sentii mormorare un piccato: ‹‹Justin, piantala››, ci rimasi a dir poco di merda.
  Le sue palpebre si aprirono di scatto, rivelando il colore profondo dei suoi occhi nell’oscurità: avrei potuto annegarci dentro ogni talvolta che li facevo incontrare con i miei, ma quella volta appena li vidi la prima cosa che feci fu sobbalzare leggermente. Nella penombra, vidi i suoi denti bianchissimi fare capolino dalle sue labbra che si erano incurvate in un sorriso.
  ‹‹Eri sveglia?›› sussurrai scioccato, cercando di riprendermi dallo spavento. Lei ridacchiò affondando il viso nella mia spalla. La strinsi un po’ più a me, mentre la sentivo posare una guancia sul mio petto, all’altezza del mio cuore e io continuavo a giocherellare con i suoi capelli: rimasi zitto, consapevole del fatto che lei stesse ascoltando il mio battito cardiaco, come le piaceva sempre fare quando eravamo come in quel momento, vicini con anima e corpo.
  ‹‹Mi hai svegliato tu›› rispose infine contro il mio petto. Abbassai lo sguardo verso di lei quel poco che mi permetteva il nostro abbraccio stretto: stava sorridendo divertita, lo potevo scommettere, anche se stava nascondendo il viso alla mia vista. Sorrisi a mia volta: era incredibile come trovasse divertente spaventarmi o cogliermi di sorpresa, come aveva fatto poco prima. ‹‹Ti ho sentito giocare con i miei capelli, e odio quando le persone lo fanno, lo sai›› continuò, mentre con il pollice disegnava piccoli cerchi immaginari sul mio fianco. Rabbrividii, sentendo le sue dita gelide a contatto con la mia pelle.
  ‹‹Scusa.›› mormorai mortificato, costringendomi a toglierle le mani dai capelli. Lei in risposta ridacchiò, scostandosi da me per alzare lo sguardo e incontrare i miei occhi. ‹‹Ehi – protestò, sorridendo – non ho detto mica che odio quando tu giochi con i miei capelli!››
  Ridacchiai accarezzandole la linea del viso con un dito. Il suo sorriso si fece più dolce, mentre abbassava lo sguardo sulle mie labbra: me le inumidii e, prendendole il mento, la costrinsi a rincontrare i miei occhi. ‹‹Ci provi proprio gusto a farmi sentire in colpa facendomi capire male tutto con i tuoi giochi di parole››  le mormorai con un falso accenno di accusa nella voce. Le si limitò a scrollare le spalle, facendo scivolare giù il lenzuolo che le copriva. ‹‹Sei tu che non li sai interpretare, non è colpa mia.››
  La guardai a lungo in silenzio, mentre lei sorrideva soddisfatta, guardando la sua mano posata sul mio petto. Mi arresi, poi, scuotendo la testa ed avvicinandola di nuovo a me. ‹‹Tu mi fai impazzire, Leigh. – le sussurrai una volta che fu vicina, – Forse è questo che mi attrae così tanto a te.››
  Lei rise, facendo scivolare una mano dietro la mia nuca e avvicinando il suo viso al mio: ‹‹Ti costa così  tanto dire un ‘ti amo’?››
 Mi avvicinai a mia volta, sfiorando la punta del suo naso con il mio e poi lasciando un piccolo bacio sull’angolo delle sue labbra. Sorridendo, lei si avvicinò di nuovo, baciandomi sulle labbra con dolcezza. ‹‹Sì.›› le risposi, dopo essermi leccato labbra per sentire il sapore delle sue che ci era rimasto sopra. Lei sporse giocosamente il labbro in fuori, facendo un finto broncio adorabile.
  ‹‹Quindi non mi ami?››
  Risi, scompigliandole i capelli. ‹‹No, non ti amo›› le dissi, puntellandomi con il gomito e facendole posare la testa sul cuscino. Le baciai la guancia, scendendo lungo il suo collo e scostando con un soffio ogni ciocca dei suoi capelli che incontravo: lei rabbrividiva a ogni soffio, mentre con la mano più vicina a me mi spettinava i capelli. ‹‹Quello che provo per te è molto più che amore.››
  La sentii prendermi il viso con entrambe le mani, premendo i palmi sulle mie guance e costringendomi ad alzare la testa, incontrando i suoi occhi profondi: il tuffo al cuore che sentii in quel momento fu uno dei tanti che mi convincevano che l’amavo, l’amavo davvero,  perché non conoscevo altra creatura sulla terra più bella di lei.
  ‹‹E allora cos’è?›› chiese lei, sfoderando uno dei suoi sorrisi beffardi. Rimasi in silenzio, guardandola, senza sapere cosa rispondere; lei intanto aspettava, esplorando ogni centimetro del mio viso con le dita: chiusi gli occhi, lasciando che lei passasse il suo tocco gelido sulle mie palpebre stanche.
  ‹‹Non posso dargli un nome, – dissi infine, posando la testa sul suo petto – è qualcosa che non ho mai provato prima, non so descrivertelo...››
  ‹‹Provaci, dai.›› mi incitò lei, accarezzandomi i capelli. La sua voce tradiva un sorriso: avrei voluto alzare la testa e guardarla, ammirare quanto fosse bella quando sorrideva, ma, sentendo le palpebre pesanti, mi resi conto di essere troppo stanco per alzarmi di nuovo; mi limitai a chiudere gli occhi ed immaginarmelo, sorridendo a mia volta.
  ‹‹È molto forte, – mormorai, lottando contro il sonno che mi stava mettendo a tappeto – qualcosa di intenso e maledettamente piacevole: ti riempie, ti fa sentire completo, come se tu non avessi più bisogno di nient’altro. È come ciò che provano gli uomini di chiesa nei confronti di Dio, una specie di devozione, solo che la mia devozione è tutta rivolta a te. Sei il mio tutto, Leigh, tutto quello che ho. Non mi importa del resto finché ho te accanto. Sarei capace di fare di tutto, per te, qualsiasi pazzia possibile.››
  ‹‹Davvero?›› chiese lei, con voce vagamente tremante. Mi costrinsi ad aprire gli occhi e a voltarmi verso di lei: aveva gli occhi lucidi, ed alcune lacrime le rigavano il viso; sorrisi, prendendola tra le braccia e sentendo il suo corpo tremare contro il mio.
  ‹‹Sì, davvero›› le sussurrai all’orecchio, mentre sentivo le sue lacrime bagnarmi la maglia. Rimanemmo in quella posizione per un po’, anche dopo che lei si fu calmata. Avevo ripreso a giocare con i suoi capelli, nel frattempo, e lei mi lasciava fare, senza dire nulla. Quando la sentii troppo silenziosa, la chiamai piano: lei non rispose. Guardai il suo viso, accorgendomi che stava dormendo. Sorridendo, tirai su di noi il lenzuolo e posai anche io la testa sul cuscino, stringendola a me come se mi facesse sentire più al sicuro: era come se dormire con lei così vicina mi avrebbe fatto fare solo bei sogni. Lei era la mia fata, il mio piccolo angelo, riusciva semplicemente scacciare via ogni mio brutto pensiero con la sua presenza, a farmi sentire meglio con ogni suo sorriso.
  ‹‹Lo stesso vale per me, Justin.›› la sentii mormorare, poco prima di addormentarmi.   

 

_______


 

Questa è la vera storia. come avrete notato, è dal punto di vista di Justin,non della ragazza. Ho deciso di fare cosìperchèsono davvero poche le ff dal punto di vitsa di un ragazzo, e comunque non sonosicura che questo rimarrà così fino alla fine, perchè se dovessi avere delle complicazioni e non riuscissi a scrivere e spiegare al megli gli avvenimenti, utilizzerò il classimo metodo del 'point of view', ovvero il cambio di narratore. Speriamo bene.
Inanzitutto, volevo ringraziarele tre dolcissime ragazze che hanno recensito loscorso capitolo. Davvero, siete state dolcissime. Grazie anche, poi, alle due ragazze che hanno messo questa storia tra le preferite, e le tre che l'hanno messa tra le seguite. Il mio sogno sarebbe di entrare almeno con una ff su justin tra le più popolari, per questo voglio metterci tutta me stessa per scrivere storie su di lui. Spero che questo primo capitolo vi abbia convinto, e che abbia confermato levostre idee e le vostre aspettative per questa storia. Premetto che la prima parte sarà un po' tragica, quindi perdonatemi, davvero, ma è il mio stile e non riesco anon metterci almeno un capitolo senza lacrime. cwc
Mi lasciate un parere anchesu questo capitolo? comeho già detto, siete dolcissime e i vostri pareri mi aiutano a continuare.  Prima di caricare sono sempre molto insicura, ma se sento il vostro supporto sarò molto più tranquilla.Scrivere è quasi una sfida con me stessa,cerco sempre di migliorarmi. Quindi, vi prego, se avete consigli da darmi, li accetto volentieri. Grazie a tutte.
Baci, 
glo.

Ps: ho caricato su youtube il trailer della mia ff 'Give your heart a break', se vi va di passare mi fareste davvero felice. :) Grazie ancora.

 

 

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