02/05/2013
5 recensioniLe lame cozzarono provocando un eccitante stridio. Lo spadaccino fece scivolare la propria lungo quella dell’avversario, per poi raggirarlo e colpirlo al fianco. Subito un altro marine lo assaltò, tirandogli un fendente aiutato dal peso del proprio corpo. Pessimo errore: il colpo lo sbilanciò, e l’altro lo trafisse senza difficoltà alcuna.
Si rimise in posizione di attacco e si guardò attorno con l’unico occhio sano, nero come la pece. Uno sguardo minaccioso figurava sul suo viso, sguardo che avrebbe fatto tremare chiunque. Era circondato dagli uomini della Marina, ma non se ne preoccupò troppo. Ghignò, felice che un po’ di movimento gli portasse sollievo da quella giornata noiosa.
Caricò contro il primo e, approfittando della sua vicinanza ai compagni, si sbarazzò di quattro uomini con un sol colpo.
Niente poteva fermarlo. Di lui si diceva che nel corpo abitasse un demone.
Lui era il cacciatore di taglie più temuto del Grande Blu.
Mentre abbassava l’arma fedele, colse alle sue spalle un movimento furtivo. Senza nemmeno voltarsi, disarmò il nemico, per poi lanciarlo contro due uomini che cercavano di sorprenderlo di fianco.
Lui era il futuro miglior spadaccino del mondo, colui che avrebbe battuto Mihawk Occhi di Falco.
I marine tornarono ad accerchiarlo in una morsa più stretta rispetto alla precedente. Ma lo spadaccino non conosceva il significato della parola terrore.
Sfoderò la seconda spada, e infine lei, la bianca WadōIchimonji, il simbolo del suo passato, della sua promessa, del suo orgoglio.
Un sorriso sghembo si dipinse sulle sue labbra sottili, come ogni volta che impugnava quella katana. Con lei si sentiva imbattibile, con lei non era mai solo nelle sue innumerevoli battaglie.
Adottò una delle sue tecniche preferite a tre spade, e in pochi millesimi di secondo aveva messo fuori combattimento coloro che avevano avuto l’ardire di sfidarlo in quel caldo giorno d’estate.
Lui era lo spadaccino della ciurma di Rufy, detto Cappello di Paglia.
Rinfoderò le tre katane, ghignando soddisfatto. “Solo scocciature” pensò sarcastico.
Lui era il braccio destro del capitano, lui era …
<< Zoro! >> un’ imperiosa voce femminile lo distolse dai pensieri. << Insomma, possibile che ti perdi sempre? Muoviti, buzzurro privo del pur minimo senso dell’orientamento! Prendi queste buste e vieni! Voglio andare in quel negozio di scarpe che ho adocchiato prima! >>
La navigatrice gli lanciò le numerose buste e scatole varie, e Zoro le afferrò prontamente. Lei si voltò e prese a camminare sicura, seguita da uno spadaccino che scuoteva la testa davanti all'ennesima sconfitta con quella donna.
Lui era irrimediabilmente, vergognosamente, totalmente innamorato di una rossa strega schiavista.
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Breve delirio di una mattinata di studio! Grazie a chi si trovasse a leggere questa flashfiction! =)
Sono ben accetti commenti, anche negativi ;)