Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Atarassia_    02/05/2013    7 recensioni
-Io sto bene. Sei tu quello che ha dei problemi. E la prossima volta se dopo essere andato a letto con qualcuno non ne hai abbastanza, non ti azzardare a venirmi a cercare perché io non ci sto più!- esclamai sentendolo irrigidirsi e con le lacrime agli occhi mi allontanai fuggendo per le vie della città.- (Capitolo 7)
_______________________ _______________________ ________________________ _____________________ _______________________
La prima volta può deludere, dicevi "Fà piano" ed io pensavo a me mi chiedi persino se sei frigida volevi soltanto andassi via da te. Se sei andata in crisi c'è un perché tu eri bambina e non lo sei più che non è come immaginavi tu. [...]
Andiamo al centro, passeggiamo, vuoi? e da una vetrina forse scoprirai che le unghie a pelle non ti mangi più e all'improvviso capiremo noi che non è un problema di verginità, si è certo più donne quando non si ha, ma quel che graffia dentro è il crescere. (NEK - Cuori in tempesta)
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Follie
Capitolo Cinque


 
Raggiunsi il portone del palazzo e feci di corsa le scale entrando in casa come una furia. Gettai la borsa e la giacca sul divano dirigendomi verso il bagno. Mi guardai allo specchio, avevo gli occhi rossi e gonfi per il pianto, il trucco colato. Mi morsi il labbro e guardai il soffitto per non scoppiare nuovamente a piangere.
La porta del bagno si aprì e dallo specchio vidi la testa di Lele fare capolino da essa. Mi guardò per un attimo e subito si fece preoccupato.
 –Bea ma che è successo?- chiese facendomi voltare. Incapace di dire qualunque cosa, gli gettai le braccia al collo e mi lasciai andare. Lui mi strinse comprensivo accarezzandomi la schiena.
-No dai non piangere. Stai calma!- sussurrò dolce tra i miei capelli.
–Perché deve essere tutto così complicato?- chiesi io tra i singhiozzi.
–Questa è la vita. Ti va di parlarmene?- domandò lui.
Lo guardai tra le lacrime e annuii, avevo assolutamente bisogno di sfogarmi con qualcuno. Andammo a chiuderci in camera mia e ci sdraiammo sul letto e qui, rassicurata dal suo braccio gli raccontai del mio pomeriggio.
-Ero uscita per andare al parco e stare in santa pace invece, ne sono tornata più confusa che mai!- iniziai a dire per poi bloccarmi a causa di un ulteriore singhiozzo. –In tutto questo, c’entra Davide?- chiese Lele centrando subito il punto della situazione.  C’entrava Davide? Oh, lui era la causa di tutti i miei problemi.
Ripresi fiato e annuii.
–S… Si. Stavo leggendo e lui mi si è presentato davanti. Inizialmente abbiamo parlato e scherzato come due persone normali. Pensa che lui si è messo anche a esprimere pareri sul libro che stavo leggendo. Ogni tanto lui se ne scappava con una delle sue solite battutine e complimenti assolutamente fuori luogo ma, niente che mi facesse sentire a disagio. Capisci?- dissi alzando la testa per guardarlo e lui annuì dando segno di aver seguito il mio monologo.
 –Abbiamo riso tranquillamente, poi mi hai chiamata tu e lui ha voluto rovinare ogni cosa!- ripresi a raccontare.
Lui si sollevò di scatto facendomi sollevare la testa impaurita.
 –È colpa mia vero? Cavolo, non avrei dovuto chiamarti! Che stupido! Però che motivo avrebbe avuto a ingelosirsi di me insomma, lo sa che non mi piaci. Con questo non voglio dire che tu sia brutta ma, sono io che…- Lele esplose come un fiume in piena e agitava le mani in aria tra una parola e l’altra. Era così buffo!
-Lele! Lele! Lele!- dissi io alzando sempre di più il tono della voce per farlo stare zitto.
–Che c’è?- chiese lui stupito per le mie grida.
-Non è colpa tua!- dissi e vidi subito il sollievo comparire nella sua espressione.
–Stai tranquillo. Comunque io ti ho risposto e lui è stato tutta la chiamata in ascolto. Poi mi sono alzata per tornare a casa ma lui mi ha bloccata e…- mi interruppi imbarazzata arrossendo al solo ricordo degli avvenimenti successi dopo.
-E…?- chiese Lele guardandomi incuriosito. Io avvampai ancora di più e lo vidi sollevare un sopracciglio.
-E lui…. Beh… No niente, niente.- conclusi alzandomi di scatto dal letto e andando ad ordinare la scrivania già perfettamente ordinata. Gli diedi le spalle e feci di tutto per indirizzare i miei pensieri verso qualcos’altro onde evitare altri coloriti bordo.
Dietro di me il letto cigolò segno che lui si era alzato.
–E no signorina, adesso tu mi dici tutto!- esclamò puntandomi il dito contro con fare minaccioso.
Lo fissai di rimando.
–Oh, Ema!-, iniziai a dire imbarazzata, –Lui non voleva farmi venire via e poi… Lui… Ecco mi… Mi ha baciata!- conclusi con voce stridula.
Lo vidi sgranare leggermente gli occhi e fissarmi sorpreso. Restammo in silenzio.
–Di qualcosa!- esclamai.
-Oh…- questo fu tutto quello che uscì dalla sua bocca. Un misero ed insensato “Oh”. Ci fissavamo in silenzio e sentii che stavo per esplodere. Che commento era il suo?
-Io ti dico che Davide mi ha baciata e tu sai solo dire “Oh”?- chiesi affranta andandomi a sedere al suo fianco. Lui mi fissò per qualche istante.
-Beh, non so che dire. Bacia da schifo?- domandò imbarazzato. –Bacia da schifo? Ma che domande sono? Ema hai fumato?- chiesi sempre più confusa e vittima dei mie pensieri.
Lui si riscosse e sembrò tornare lucido.
–No è solo che visto che sei tornata in lacrime pensavo che lui… No, lascia perdere! Però dimmi perché piangevi?- domandò. Una domanda apparentemente semplice ma a cui non sapevo rispondere o almeno credevo di non aver risposte.
-Non lo so.- sussurrai sconsolata. Lui mi fissò e vidi un lampo di consapevolezza passare nei suoi occhi.
-Capisco. Che hai provato mentre lo baciavi?- domandò centrando nuovamente il punto. Lo fissai e scoppiando a piangere mi rifugia nuovamente tra le sue braccia.
-No Bea, non fare così! Stai tranquilla ti prego. Il bacio ti è piaciuto. Giusto?- disse lui provando a consolarmi.
 –Se mi è piaciuto? Si…credo.- gracchiai.
-Credi?- ribatté lui di rimando.
-Non lo so Ema. Ho provato delle emozioni forti ma, io non ne capisco niente di queste cose. Sono tutte nuove per me, delle novità! E ora non so che fare.- rivelai.
Lui mi guardò comprensivo.
–E dopo il bacio che è successo?- chiese curioso.
Un espressione colpevole aleggiò sul mio volto.
–Sono scappata.- spiegai con un filo di voce. –Bea!- mi riprese lui divertito. Non sapendo cosa dire mi strinsi nelle spalle.
 
********
 
-Riguardati Teresa. Ci sentiamo, ciao.- dissi chiudendo la chiamata. Teresa doveva andare a Firenze per fare delle visite mediche e aveva deciso di chiudere la biblioteca per qualche giorno.
Riposi il telefono nella borsa e attraversai la strada entrando nel piazzale dell’università.
–Beatrice!- mi voltai richiamata da una mia compagna di corso. Le sorrisi vedendola venirmi in contro.
-Ciao Angela. Tutto bene?- chiesi gentile. –Si, se non fosse per l’ansia degli esami. Te?- domandò mentre entrammo nell’atrio.
–Io? Tutto bene…- mentii abbassando lo sguardo.
Dal bacio erano passati tre giorni durante i quali, non avevo fatto altro che evitare tutto e tutti. Mi rintanavo sempre in casa o in biblioteca facendo attenzione a evitare strani incontri. Lele era il mio unico contatto con il mondo esterno, sapeva tutto della mia situazione e faceva il possibile per aiutarmi. Il problema era che io ero sempre più confusa, in ogni piccolo istante venivo colta da qualche dubbio.
Perché mi aveva baciata? Voleva dimostrare qualcosa? Ma soprattutto, che cosa aveva provato lui?
Angela si perse in una lunga lamentela riguardante gli esami troppo vicini e le cose da studiare particolarmente abbondanti. Lei continuava a parlare ma, già alle prime parole, la mia attenzione era rivolta altrove. Molto spesso mi fermavo a pensare a quei baci, alle emozioni provate mentre mi stringeva a sé , al mio stomaco in subbuglio ad ogni suo tocco.
La notte mi svegliavo desiderosa di sentire il tocco delle sue labbra e una volta, mi sorpresi a desiderare di volerle sentire accarezzare non solo le mie labbra ma, ogni centimetro del mio corpo.
Guardai distrattamente il cellulare dove un messaggio mi avvisava che Jes aveva provato a chiamarmi. In questi giorni ci eravamo sentite e lei si era accorta che ero strana ma, non le avevo rivelato nulla perché volevo cullare quell’episodio senza renderlo troppo pubblico ma soprattutto perché il mio istinto mi impediva di farlo.
Infatti, c’era sempre un qualcosa che mi frenava dal lasciarmi andare del tutto con lei, non mi fidavo completamente. Probabilmente il tutto era dovuto al fatto che ci conoscevamo da poco anche se a Lele avevo rivelato ogni cosa.
Mi portai una ciocca di capelli dietro l’orecchio e annuii verso Angela come a volerle dare l’impressione di stare ascoltando. Mi guardai intorno con discrezione osservando le persone. In me avvertivo come il desiderio di vederne una in particolare e venni accontentata.
Maglione nero con il collo a “v” da cui sotto si intravedeva una t-shirt bianca, jeans grigi sbiaditi e le converse bianche. Aveva i capelli disordinati e di tanto in tanto vi passava la mano in mezzo scombinandoli maggiormente. Stava parlando con degli amici e qualche volta allungava il collo guardandosi intorno. Angela si bloccò ed io con lei; finsi di seguire il suo discorso mentre lanciavo sguardi furtivi a Davide.
Se ne stava addossato al muro ignaro della mia presenza. Il mio cuore perse dei battiti. Era così bello!
Le sue labbra si muovevano sensuali e si distesero in un sorriso. Si guardò intorno e accidentalmente i nostri sguardi si incrociarono. Come al solito mi dimenticai di tutto il resto, l’unica cosa che esisteva era lui.
Ci fissammo insistentemente e riuscii anche a sostenere il suo sguardo per tutto il tempo. Lui assunse un espressione sorpresa, si voltò verso i suoi amici e poi nuovamente verso di me indeciso su cosa fare. Lo vidi salutare frettolosamente i suoi amici e poi farsi strada tra gli studenti per cercare di arrivare  a me.
Mi irrigidii pensando a quanto avrebbe potuto essere imbarazzante parlare con lui e feci istintivamente un passo indietro. –Senti Angela che ne dici di avviarci già verso l’aula? A breve inizieranno le lezioni!- dissi senza attendere una risposta dalla ragazza ma semplicemente afferrandola per un braccio e tirandomela dietro. Camminai veloce mettendo più distanza di quanto potessi.
Mi voltai una volta per vedere dove si trovava e lo vidi fissarmi rassegnato.
Dobbiamo parlare” mimò con le labbra.
 
********
 
Ti aspetto all’ingresso del parcheggio, muoviti! :P
Sorrisi leggendo il messaggio di Emanuele. Avevo appena terminato l’ultimo corso e salutai alcuni amici pronta ad uscire pronta per un pomeriggio di puro relax con Lele.  Non feci nemmeno in tempo a varcare la soglia dell’ingresso che dava sul cortile che qualcuno mi afferrò trascinandomi con sé.
Mi voltai indignata e spaventata pronta a difendermi ma, non riuscii a dire nulla. –Allora?- disse Davide incatenandomi con lo sguardo e intrappolandomi tra lui e il muro senza lasciarmi alcuna via di fuga. Gli occhi verdi brillavano di una strana luce e non smettevano mai di fissarmi.
Lo guardai senza sapere cosa dire e dovetti distogliere lo sguardo puntandolo su un albero oltre la sua spalla. –Allora che?- gracchiai con voce flebile.
Con la coda dell’occhio vidi per un attimo la sua espressione incredula prima che tornò ad essere impassibile. –Perché sei scappata?- chiese con voce roca e giurai di aver avvertito la disperazione nel suo tono. Era arrivato dritto al punto ed avvampai al ricordo di quello che era successo.
-Beatrice… perché sei scappata?- domandò nuovamente. Il mio nome pronunciato da lui era un qualcosa di indefinibile. Fui percorsa subito da scariche di piacere e rabbrividii. Mi afferrò con una mano il mento e mi costrinse a guardarlo.  La sua bocca era a pochi centimetri dalla mia e nella mia testa passò subito quella pazza idea di baciarlo. Resistetti e alzai gli occhi fino ad incontrare i suoi.
-Non lo so. Ho avuto paura…- sussurrai sincera. Paura di aver fatto un errore, paura delle emozioni provate, paura di essere considerata impreparata. Paura che fosse diventato qualcosa di più per me.
-Paura? Perché?- disse lui sempre più bisognoso di risposte. Mi strinsi nelle spalle e scossi la testa sempre più decisa a non rivelargli nulla. Lui mi fissò ancora per qualche istante, poi posò una mano sul muro accanto alla mia testa mentre con l’altra andò ad accarezzarmi il volto.
Si fece più vicino con la testa chinandola leggermente di lato. Si muoveva a rallentatore e sentii il mio cuore scoppiare impazzito. Le gambe tremavano instabili e involontariamente alzai una mano posandola delicatamente sul suo addome. Lui sussultò per questo contatto e si fermò per un solo istante prima di riprendere ad avvicinarsi. Facevo saettare lo sguardo dai suoi occhi lucidi alle sue labbra così invitanti.
-Beatrice…- sussurrò solleticandomi il volto con il suo respiro.
-Davide!- quell’atmosfera fu bruscamente interrotta e entrambi ci voltammo verso una ragazza che avanzava incontro a noi. Ci staccammo subito ricomponendoci ed io arrossii come da copione.
-Hai da accendere?- chiese nuovamente quella quando fu a meno di un metro da noi. Vidi Davide allontanarsi da me di qualche passo per iniziare a frugare le tasche dei suoi pantaloni in cerca di un accendino.
Colsi l’occasione al volo per sgattaiolare via senza che lui potesse nuovamente fermarmi. E, in quel momento, mi sembrò di rivivere un dejà-vu, una scena già vista e vissuta. Io che correvo via e lui dietro di me che mi chiamava chiedendomi di fermarmi.
Accelerai il passo  raggiungendo il parcheggio dove trovai Lele in compagnia di Jes.
-Ce ne hai messo di tempo!- disse Lele ma, non me la sentii di spiegare il motivo visto che non eravamo soli e faci lui un gesto come a dirgli di lasciar perdere. Lui colse la palla al balzò e lasciò cadere momentaneamente la questione ma, quasi sicuramente, dopo avrei dovuto parlargliene.
Salutai Jes con un abbraccio e chiacchierammo per qualche minuto.
–Ragazzi io vi saluto, ora devo proprio andare. Divertitevi oggi pomeriggio. Ah, quasi dimenticavo, questa sera c’è una festa al Buddy, vi va di venire?- chiese lei con esuberanza. Io, poco entusiasta della cosa, guardai Lele che doveva aver capito le mie intenzioni.
-Dai ragazzi, almeno ci divertiamo un po’!- disse Jessica tornando alla carica e non me la sentii di dirle di no anche se, ero sicura che mi sarei sentita a disagio tutto il tempo. Così annuii accontentandola.
Lei lanciò un gridolino e ci abbracciò.
–Grazie, grazie, grazie! Ora però devo davvero andare.- disse infilandosi la giacca.
 –Che devi fare di così urgente?- chiese  Lele curioso.
Jessica si voltò con un’espressione maliziosa in volta e si chinò verso di noi.
–Incontri focosi!- disse con voce sensuale prima di raddrizzare la schiena ed andarsene via con un’espressione compiaciuta accendendosi una sigaretta. Guardai Lele meravigliata.
-Diceva sul serio?- chiesi e lo vidi annuire.
–Temo di si…- rispose.
 
********
 
-….era così carino Bea! E poi dopodomani dobbiamo vederci ancora. Andiamo a cena fuori, ti va di conoscerlo?- chiese Lele interrompendo per un attimo il racconto del ragazzo con cui era uscito che, a detta sua, era praticamente perfetto.
-Se ti fa piacere, si. Va bene.- risposi felice di vedere che per Lele contavo qualcosa tanto che voleva farmelo conoscere. Lui mi sorrise di rimando e mi passò un braccio dietro le spalle stringendomi a lui.
-Oh guarda quel vestito che bello! Dai entriamo così te lo provi.- esclamò lui fermandosi davanti ad una vetrina. Eravamo in giro da qualche ora e avevamo già fatto alcune spese, ora a che mi serviva quel vestito?
-Perché? Che me ne faccio?- chiesi ingenuamente e lo vidi fissarmi contrariato.
-Per la festa di stasera, Bea. Te ne sei già dimenticata? Devi farti bella- ribatté lui senza attendere un mio consenso e catapultandoci nel negozio. Si muoveva sicuro tra gli abiti fino a raggiungere il suo obiettivo. In modo esperto cercò la taglia, afferrò la stampella e mi spinse dentro al camerino costringe domi a provare l’abito. Lo indossai contrariati e restai stupita a fissarmi allo specchio. Era un vestito semplice, senza troppi fronzoli. Avvolgeva stretto il mio petto e la vita per poi ricadere dolcemente fino a metà coscia. Si allacciava dietro al collo e lasciava la parte superiore della mia schiena scoperta. Feci una gira volta e sorrisi vedendo il vestito alzarsi.
-Allora? Come va lì dentro?- da dietro la tenda mi giunse la voce di Lele curioso di conoscere il mio giudizio sul vestito. Intimidita scostai la tenda uscendo dal camerino e lo vidi sgranare gli occhi.
-Tesoro, sei bellissima!- esclamò facendomi voltare e camminare avanti e dietro. –Ne sei sicuro?- chiesi afflitta da mille dubbi. –Sicuro al cento per cento. Ora cambiati così io vado a pagare.- rispose lui mettendo a tacere tutte le mie insicurezze.
Dopo un po’, fummo nuovamente in strada e decidemmo di andare a prenderci un caffè al bar ma, dovevamo fare in fretta perché erano già le sei. Entrammo in un bar che era un tantino affollato e mentre lui andò a scegliere un tavolo e a ordinare, io andai al bagno.
Mi sciacquai in fretta le mani e dopo aver risistemato la coda che era costantemente in disordine, uscii dal bagno per tornare da Lele. Oltrepassai la porta e ricevetti un forte scossone che mi fece perdere l’equilibrio e caddi all’indietro.
Mi massaggiai il polso e mi voltai per vedere la causa della mia brusca caduta.
-Scusa, non ti avevo vista.- mi pietrificai al suono di quella voce e lui fece lo stesso quando mi guardò in faccia. Davide si ricompose in fretta e mi porse una mano per aiutarmi a tornare in piedi. L’afferrai seppur titubante e  con il suo aiuto riuscii finalmente a sollevarmi.
-Continui sempre a scappare, eppure alla fine torni sempre da me.- disse lui con strafottenza. Stringeva ancora la mia mano e non accennava a lasciarla andare.  Mi scrutò spingendomi vero il muro fino a far aderire completamente la mia schiena con la superficie fredda.
Deglutii. Ero in imbarazzo e non sapevo che fare o cosa dire.
Ma non ci fu alcun bisogno di un mio intervento, ci pensò lui. –Perché continui a scappare da me?- chiese con voce dolce ma allo tesso tempo sensuale. Lasciò andare il mio polso e mi afferrò per i fianchi sfiorandomi appena. –Io n.. Non sto scappando!- dissi in un sorriso.
Lui parve per un attimo divertito ma poi tornò ad essere impassibile.
-Ah no? Tu non scappi? E allora come lo definiresti quello che hai fatto l’altra volta dopo esserci baciati e questa mattina?- chiese sfiorandomi la guancia con il naso. Trattenni il fiato sentendolo così vicino e cercai il suo sguardo. Era fuoco allo stato puro.
Sollevò una mano portandola dietro la mia nuca tenendomi saldamente.
-Non scappare anche questa volta…- sussurrò sulle mie labbra un attimo prima di posarvi le sue. Diversamente dall’altra volta, questo bacio si fece da subito esigente. Mi costrinse con la lingua a schiudere le labbra e fummo avvolti dal piacere più assoluto. Le nostre lingue si rincorrevano senza sosta, le sue mani erano fuoco rovente sulla mia pelle.
Con bramosia mi accarezzava la schiena spingendomi sempre di più contro il suo petto. Allacciai le braccia dietro al suo collo e passai una mano tra i suoi capelli. Ci staccammo per un attimo con il fiato corto.
Posò la sua fronte sulla mia e fissò lo sguardo nel mio.
-No, non scapperò questa volta.- sussurrai sorprendendo anche me stessa. Lui sgranò gli occhi e le sue labbra si schiusero in un’espressione di puro stupore. Con non so quale coraggio, mi alzai sulle punte riallacciando le mi labbra alle sue, dando così vita ad un nuovo bacio ancora più travolgente.
Sorpreso da questa mia iniziativa lo sentii gemere e non ci fu suono più dolce per le mie orecchie.
Qualcuno si schiarì la voce dietro di noi e sobbalzammo separandoci. L’amico di Davide ci fissava divertito con un sorriso malizioso.
–Mi dispiace interrompere questo bacio così… così appassionato, ma noi dovremmo andare!- disse prima di andarsene lasciandoci un po’ di privacy.
Davide si voltò verso di me e arrossii. Lui sorrise e si chinò nuovamente sulle mie labbra lasciandomi un bacio nettamente più dolce.
-Ci vediamo.- disse dopo aver fatto scontrare di nuovo le nostre labbra e guardandomi. Quella che doveva essere una semplice esclamazione sembrò essere più una domanda a giudicare dal modo in cui mi stava guardando. Così annuii e con sorpresa sia mia che sua, posai di nuovo le mie labbra sulle sue.
Lui sorridendo si staccò e raggiunse l’amico.
Io mi accostai al muro e mi lasciai scivolare in terra portando una mano sulle mie labbra che si erano gonfiate per tutti quei baci. Mi ritrovai a sorridere come un ebete.
Quel ragazzo mi aveva travolta con la stessa furia di un uragano.

 
 
 


Ciao! ^_^
Ecco a voi il nuovo capitolo, che ve ne pare?
Forse vi può sembrare un capitolo sciocchino ma è preparatorio in vista del prossimo!
Vi ho lasciato molti indizi che rimandano a futuri eventi. La cosa più importante è sicuramente la festa!
Comunque che ne pensate di queste scene? Come vedete Davide e Bea?
Mentre per quanto riguarda i pareri che Bea ha su Lele e Jes? Credete che siano affrettati?
Ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite, le ricordate o le seguite; chi ha speso qualche secondo del suo tempo per lasciare un’amabile recensione e le lettrici silenziose!
Fatemi sapere cosa ne pensate. Spero di ricevere diverse recensioni con i vostri pareri, che siano essi positivi o negativi!
Ultima richiesta: riusciamo ad arrivare a 7 RECENSIONI?
Alla prossima,
Baciiii :D
 
 
PS: come richiesto da una lettrice, per chi non conoscesse “Piccolo mondo antico” di Fogazzaro(Libro da cui ho preso una citazione la volta precedente), questa è una breve trama:
 
“Piccolo mondo antico” racconta la storia d’amore di due giovani, Franco e Luisa, che sognano di vivere in una realtà diversa. Dopo diversi ostacoli riescono a costruire il loro “piccolo mondo” avvolto da affetto ma, anche da divergenze dovute al carattere e alle diverse ideologie. Una tragedia segna la rottura tra i due: la morte dell’amata figlia Maria. Luisa cade in una cupa depressione che la consuma da dentro, mentre Franco dedica anima e corpo alla causa dell’indipendenza italiana. Solo alla fine, quando non sembra esserci alcuna soluzione a questa crisi, i due protagonisti si avvicinano nuovamente e tentano di dare un nuovo senso alle loro vite.
   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Atarassia_