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Autore: TwistedRocketPower    02/05/2013    2 recensioni
Traduzione ad opera di Leana
Quando Kurt aveva nove anni, sua madre, una donatrice di organi, morì. Ora, a diciassette anni, Kurt è alla ricerca di chi ha ricevuto il suo cuore... ma, finirà per trovare molto di più.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- IN A HEARTBEAT - 

 

CAPITOLO 24 - DRIVE

(link originale)






“Cose che non ti saresti mai immaginato di fare, improvvisamente le fai... ed è orribile”
 
 
 
Sabato mattina, verso le undici, il padre di Blaine parcheggiò nel vialetto degli Hummel. Diane era seduta accanto a lui, e Blaine sul sedile posteriore in trepidante attesa.
 
Non sapeva perché fosse così nervoso. Sapeva per certo che non era il fatto che stessero andando in ospedale. Gli esami, nonostante fossero fastidiosi, avevano smesso di mettergli ansia molto tempo fa.
 
Okay, forse sapeva perché era nervoso. Lui e Kurt stavano bene ora, ma non avevano mai avuto una giornata come quella. Non con i genitori di Blaine nei dintorni. Era così snervante per lui... si chiese se fosse la stessa cosa per Kurt.
 
“Sta arrivando?” domandò Nathan, guardando Blaine attraverso lo specchietto retrovisore.
 
Blaine lesse la risposta al breve sms che aveva appena mandato. “Si, sta arrivando proprio ora”
 
Come un segnale, la porta si aprì e Kurt uscì. Blaine lo guardò mentre si voltava indietro a parlare con qualcuno, annuire e poi chiudere la porta.
 
Sorrise a Blaine dal finestrino mentre si avvicinava all’auto, e Blaine gli sorrise in risposta, pensando dentro di sé quanto Kurt sembrasse calmo. Dio, non era giusto!
 
Kurt andò sul lato destro dell’auto e aprì la portiera, poi entrò.
“Ciao” salutò mentre richiudeva la portiera.
 
“Ciao, Kurt” rispose Diane, voltandosi per sorridergli.
 
“Ciao” disse Nathan con un rapido cenno del capo.
 
Kurt allacciò la cintura di sicurezza mentre Nathan usciva dal vialetto. “Mi dispiace averci messo tanto” iniziò. “Il mio fratellastro mi ha tirato a dosso per sbaglio un bicchiere di the e mi ha bagnato i pantaloni e le scarpe, quindi mi sono dovuto cambiare”
 
“E’ tutto a posto, tesoro” rispose Diane. “Non stavamo aspettando da molto comunque”
 
Kurt guardò Blaine per la prima volta da quando era salito in auto e gli sorrise. Blaine realizzò di star fissando Kurt da quando era salito. “Ciao” disse Kurt, parlando un po’ più piano.
 
“Ciao” rispose Blaine. Sbatté le palpebre un paio di volte, costringendo gli occhi ad allontanarsi da Kurt, e fece un respiro profondo. “Come è andata la settimana?” chiese cercando di non sembrare troppo inquietante.
 
Kurt si strinse nelle spalle e guardò avanti. “Come al solito. Quindi, uno schifo”
 
“Come mai?”
 
“Solo... le persone”
 
“Le persone della tua scuola?”
 
Kurt annuì. “Le persone della mia scuola”
 
“Vuoi parlarne?” chiese piano Blaine. Tutte le sue preoccupazioni precedenti erano scomparse; ora la sua unica preoccupazione era Kurt.
 
“Preferisco dimenticarmene, in realtà, anche se non riesco a fare un buon lavoro”
 
“Cosa sta succedendo a scuola, Kurt?” chiese Diane aggrottando le sopracciglia mentre si girava indietro per guardarlo.
 
Blaine aveva sperato più di ogni altra cosa che non avesse sentito, o almeno che fingesse di non averlo fatto, ma a Kurt sembrava non dispiacere.
 
“Solo alcuni ragazzi della mia scuola a cui non piaccio molto...beh, non gli piaccio affatto, in realtà”
 
“Per quale motivo?”
 
“Per chi sono... la mia voce, i miei vestiti, le mie... ‘scelte’, come le chiamano. Danno fastidio a tutto il Glee Club, ma se la prendono più con me che con gli altri perché sono gay”
 
“Ti hanno messo le mani addosso?” chiese Nathan.
 
Blaine rimase sconvolto da quella domanda, per non dire altro. Non credeva nemmeno che suo padre stesse ascoltando.
 
Kurt scosse la testa. “No... a volte mi spingono addosso agli armadietti, ma niente di più”
 
Tutti rimasero in silenzio per un momento, poi Nathan fece un’altra domanda. “I tuoi genitori lo sanno?”
 
“Non... non tutto” rispose Kurt, sembrando a disagio per la prima volta. “Non è mai niente di grave, comunque. Voglio dire, sanno come sono, e come sono gli altri del Glee, ci tirano addosso delle granite... e mio padre ha ricevuto un paio di telefonate anonime in passato dove gli venivano dette alcune cose crudeli e stupide, ma questo è tutto quello che sanno”
 
“Dovresti dirglielo” disse Diane. “Il bullismo è una cosa grave, Kurt. Non è da prendere alla leggera”
 
“Ho perso il conto delle volte in cui mio padre è andato a scuola solo per le cose di cui era a conoscenza. È stato fantastico, ma è stato il preside che non ha fatto niente. E poi non voglio aggiungergli altro stress. Ne ha già abbastanza. Io sto bene. Voglio dire, non che non abbia bisogno di qualche parola di conforto di tanto in tanto. I miei genitori mi toglierebbero dalla scuola, se sapessero tutto, e io non voglio lasciare i miei amici”
 
“La sicurezza viene prima di tutto, Kurt” rispose Nathan, con aria seria. “Sempre la sicurezza”
 
Kurt annuì. “Lo so. Se dovessi succedere qualcosa di brutto, lo dirò ai miei genitori. Terrò tutto sotto controllo”
 
“Promesso?” chiese Diane lanciandogli un’occhiata.
 
“Promesso”
 
Blaine non aveva detto molto... o, beh, non aveva detto nulla in realtà, dal momento in cui i suoi genitori avevano iniziato a parlare. Era abbastanza sicuro che la sua voce non sarebbe riuscita a lasciare il suo corpo nello stato di shock in cui era. Era stato nervoso per paura che i suoi genitori non avrebbero parlato affatto con Kurt per tutta la durata del viaggio a causa di quello che era successo in passato. Sapeva bene quanto fossero gentili e cordiali quando Kurt veniva a trovarlo, ma aveva paura che durante quel viaggio, loro l’avrebbero ignorato, o che i loro veri sentimenti sarebbero venuti fuori.
 
Invece, sembrava che quello che provavano veramente non fosse così male. In realtà, Blaine non avrebbe potuto immaginarli essere più carini. Non avrebbe mai pensato che suo padre avrebbe parlato per così tanto tempo.
 
“Blaine va sempre bene per fare una chiacchierata” disse Diane, voltandosi per guardare davanti. “Ha avuto problemi con il bullismo in passato”
 
Kurt guardò Blaine. “Si, me l’ha detto” disse, ricordando la loro prima conversazione.
 
“Giuro, quel viaggio in ospedale è stato uno dei peggiori, tanto quanto quelli che faceva da piccolo, se non peggio”
 
Kurt sembrava confuso. “Aspetta, ospedale?”
 
Blaine sospirò. “Già. Non ti avevo proprio raccontato tutto. Solo le cose di base”
 
“Cosa... cosa è successo?”
 
“La scuola dove andavo prima non era esattamente ‘amica dei gay’, come sai”
 
Kurt annuì.
 
“Sono stato molestato, molto. Mi scrivevano cose sull’armadietto, ci infilavano dentro dei bigliettini o me le dicevano mentre passavano. NOn mi sono mai fatto la doccia dopo l’ora di ginnastica perché sarebbe stato un suicidio. Riuscivo ancora a gestire tutto questo, però. Non mi piaceva, ma riuscivo a conviverci...
 
“Poi, dal nulla, la cosa è uscita fuori dal controllo. Tutte quelle stronzate mi si sono rivolte contro ed è stato... brutto”
 
“Oh mio Dio” rispose Kurt, scioccato.
 
“Sta sminuendo la cosa” disse Nathan, la rabbia nella voce piuttosto evidente. “E’ stato in ospedale per tre settimane. Le prime due non se le ricorda nemmeno. Aveva una costola rotta, lividi ovunque, una spalla lussata e la testa praticamente sfondata”
 
“Papà, non era sfondata”
 
“Dillo ai venti punti di sutura che hai dietro alla testa”
 
Gli occhi di Kurt si spalancarono. “Blaine! Chi farebbe una cosa del genere? E’ orribile!”
 
Blaine si strinse nelle spalle. “Solo i bulli a cui non piacevo per... chi ero”
 
Kurt guardò Blaine che stava fissando dritto davanti a sé. Aveva parecchie domande su quello che gli era successo.
 
Perché gli avevano fatto una cosa del genere?
 
Conosceva ancora quelle persone?
 
Erano stati puniti per quello che avevano fatto?
 
Avrebbe voluto chiedere qualcosa, ma si accorse di quanto a disagio Blaine fosse. Sapeva che quel argomento dovesse essere ancora delicato per lui, e apparentemente anche per i suoi genitori, così lasciò cadere il discorso.
 
Rimasero tutti in silenzio per un paio di minuti, guardando fuori dal finestrino, ad eccezione di Nathan che era concentrato sulla guida.
 
Poi improvvisamente, Blaine si voltò verso Kurt. “Basta stare attenti, okay?” disse piano. “A volte non si ci rende conto di quanto male faccia fino a quando non è troppo tardi”
 
Kurt lo guardò senza capire per un attimo, poi annuì. “Starò attento. Te lo prometto, starò attento”
 
Blaine annuì e fece un respiro profondo, ma la preoccupazione non lasciò il suo volto.
 
 
 
 
 
Note dell’autrice:
Okay, non doveva finire così. In origine non ero intenzionata di scrivere un capitolo intero del loro viaggio in auto, ma non ho potuto resistere. Spero che non vi dispiaccia.
 
Fatemi sapere cosa ne pensate!
  
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