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Autore: Raven Callen    02/05/2013    3 recensioni
[Your lipstick stains on the front lobe of my left side brains.
I knew I wouldn’t forget you]
***
- Haruna, devi proprio metterci tanto?- sbottò Kidou, incrociando le braccia al petto.
Era appoggiato alla parete del corridoio da almeno venti minuti.
- Si, Nii-san, è necessario.- rispose la voce della Otonashi, attutita dalla porta chiusa del bagno.
Genere: Fluff, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Celia/Haruna, Jude/Yuuto, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Onii-chan! Onii-chan!-
 
La testa del piccolo Yuuto fece capolino dall’ingresso della stanza.
Sua sorella era seduta in braccio alla madre, di fronte ad uno specchio leggermente ovale di medie dimensioni.
- Che succede?- domandò il piccolo, avvicinandosi alle due figure.
- Come sto?- chiese la bambina, esibendo un largo sorriso.
Yuuto ci mise poco meno di un secondo ad accorgersi delle labbra esageratamente rosse della sorellina.
Per lo stupore i suoi occhietti vermigli – che, a ben guardare, erano dello stesso colore del rossetto. - si spalancarono.
 
- Come ti sei combinata?- la voce di suo padre irruppe nella camera, sorpresa e leggermente accigliata.
- Haruna mi ha chiesto se poteva provare il mio rossetto.- spiegò la donna, pazientemente, mentre sua figlia scendeva dal suo grembo.
- Ma non è un po’ troppo piccola per truccarsi? -
 
Il visetto della blu si rabbuiò.
- Non importa, se a Yuuto non piace non lo metto più.- sospirò, affranta.
Suo fratello, che era rimasto in silenzio, si affrettò a intervenire.
- Ma no, stai benissimo!- esclamò, preoccupato di dare un dispiacere alla sua dolce sorellina.
- Dici davvero?-
Haruna si illuminò tutta, a quell’affermazione.
- Certo. Sei davvero carina.-
 
- Grazie, Onii-chan!-
Il ringraziamento venne rimarcato con un bacetto che Haruna diede al fratello.
Yuuto arrossì come un pomodoro a causa dell’impronta di rossetto che gli era rimasta sulla fronte mentre i suoi genitori ridevano divertiti.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Your lipstick stains on the front lobe of my left side brains.
I knew I wouldn’t forget you

 

 
 
 
- Haruna, devi proprio metterci tanto?- sbottò Kidou, incrociando le braccia al petto.
Era appoggiato alla parete del corridoio da almeno venti minuti.
- Si, Nii-san, è necessario.- rispose la voce della Otonashi, attutita dalla porta chiusa del bagno.
Il rasta sbuffò, spazientito, battendo le dita sui propri avambracci.
 

L’attesa durò ancora una decina di minuti, poi sua sorella si decise a uscire dal bagno della propria abitazione.
Indossava una salopette di jeans di colore chiaro, la cui parte inferiore le coprivano a malapena un terzo delle gambe.
Sopra portava una maglietta leggera – verde a pallini bianchi.- e dal braccio penzolava una borsa da mare blu.
Ai piedi aveva un paio di sandali rossi.
Sulle sue labbra troneggiava un rossetto di colore rosa delicato.

Immediatamente il volto del rasta si accigliò.
- E tu dove vorresti andare, conciata così?-
- Alla rimpatriata con Endou e gli altri, ovviamente.- ribatté lei, con nonchalance.
- Per l’appunto! Non c’è bisogno che tu ti metta in ghingheri. -
- Dai, Nii-san, non fare il fratello apprensivo.-
- Non sono apprensivo. E tu non uscirai di qui fino a che non ti sarai cambiata!-
 








 
Le dita di Kidou ticchettavano sul volante dell’auto, assecondando l’umore del loro proprietario.
- Non brontolare, Nii-san.- rise Haruna, che – al precedente abbigliamento.- aveva aggiunto un cappello nero che ora si rigirava tra le mani.
- Ma come fai a spuntarla ogni volta?- si chiese il rasta, retorico.
- E’ perché sono la tua adorata sorellina.- lo prese bonariamente in giro quella, dandogli un buffetto sul naso.
Il cipiglio serio di Yuuto si ammorbidì subito.
 
  
Era vero. Lei era la sua amata sorellina.
L’aveva cercata per troppo tempo per dimenticarsene anche solo per un secondo.
Da quando erano stati separati l’aveva pensata tutti i giorni e sognata ogni notte.
Il tempo aveva tentato di fargliela dimenticare ma non c’era riuscito.
E alla fine, quando l’aveva riabbracciata, si era sentito la persona più felice dell’universo.
Con quel suo modo di comportarsi – geloso e protettivo.- non faceva altro che dimostrare quanto tenesse a lei.
E Haruna lo sapeva, che lui stava facendo l’impossibile per recuperare il tempo perduto.
 
 
  
 

 ***

 
 


 
 
- Accendi la radio, Nii-san?-
La richiesta venne accontentata quasi immediatamente.
Le prime note di un allegro ritornello riempirono l’abitacolo.
 

- Ehi, soul sister, ain’t that mister mister on the radio, stereo.
The way you move ain’t fair, you know. –

 
Kidou rise, mentre sua sorella canticchiava tra sé, e si unì a lei.
 

- Ehy, soul sister, I don’t wanna miss a single thing you do, tonight.-

 
La macchina procedeva dolcemente lungo la strada, il vento rinfrescava loro le guance e una strana euforia li stava facendo ridere spensieratamente come mai era capitato prima.
Poteva esserci qualcosa di più perfetto?
 
 
 
 
 
 

- Just in time, I’m so glad you have a one track mind like me.
You gave my life direction.
A game show love connection, we can’t deny. -

 
 
Quella strofa Yuuto non si accorse neanche di averla cantata da solo, era troppo occupato ad assaggiarne le parole a sorprendersi di quanto fossero vere anche per lui.
 
Haruna lo stava osservando, un po’ commossa, un po’ intenerita dal suo burbero fratello maggiore.
 

You see I can be myself now finally.
In fact there’s nothing I can’t be.
I want the world to see you’ll be with me.

 
 
 
Alle prime luci del tramonto i due fratelli arrivarono alla spiaggia scelta per l’appuntamento.
Fu impossibile non riconoscere la figura di Jousuke che ancora non voleva abbandonare le sue amate onde.
 
Man mano che si avvicinavano, i contorni dei loro amici presero forma davanti ai loro occhi.
Si poteva riconoscere perfettamente Endou che si stava abbuffando, Fudou che ricopriva di sabbia il povero Sakuma, Hiroto che inseguiva Midorikawa e via discorrendo…
 
- Nonostante abbiano ormai 18 anni si comportano ancora come dei bambini.- sospirò Kidou, accostando poco lontano dalla confusione.
Dalle lenti dei suoi occhiali da sole, il rasta scrutava una persona in particolare…

 
- Nii-san..- sospirò la Otonashi. – Potresti aspettare almeno di scendere dalla macchina prima di lanciare occhiatacce a Tachimukai?-
Yuuto non sembrò neanche starla a sentire.
La blu sospirò di nuovo:certe cose non sarebbero cambiate mai.
 
Una volta scesi dalla vettura, Haruna fece per dirigersi da Yuuki, sotto lo sguardo contrariato di Kidou.
All’ultimo, però, tornò indietro e schioccò un rapido bacio sulla guancia del fratello, lasciandolo imbambolato per il tempo necessario a dileguarsi tra i suoi amici.
 
 
 







 
Per tutta la sera, ovunque si girasse, Kidou faceva scoppiare risatine più o meno contenute.
Siccome Haruna si era volatilizzata, nessuno, quella sera, gli fece notare dell’impronta di rossetto rosa chiaro rimasta sulla sua guancia.
 













Angolo del Corvo:

Salve gente! Era da un pezzo che non mi facevo vedere, nh?
Per vostra sfortuna in questi giorni ho avuto un attacco di Ispirazione (e un discreto raffreddore - che mi ha fornito il tempo per mettere per iscritto quanto mi frullava in testa.-  il cui effetto collaterale è stato un rubinetto al posto del naso e un cimitero di fazzoletti.)
Comunque, spero che abbiate gradito.
Per eventuali chiarimenti (se non avete capito qualcosa non posso biasimarmi, nemmeno io mi capisco) vi aspetto nelle recensioni.
Ringrazio la cara Sissy-chan, Ann-chan e Marty-chan per la pazienza che hanno nel sopportarmi.
Un bacio.

Rae pazza-sclerotica. 

  
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