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Autore: FABRIZX    02/05/2013    4 recensioni
Due ragazzi e due sogni. Un solo viaggio. Tom vuole diventare un Capopalestra di Tipo Veleno. Fabrizio vuole diventare un Maestro di Pokémon per potersi confrontare col Pokémon Drago che ha visto da bambino. Uniranno le loro forze per affrontare le Palestre e la Lega di Kanto e Johto. Sembrerebbe non esserci niente di nuovo. Sembrerebbe una storia come tante altre nel mondo dei Pokémon... ma ogni Allenatore sa che ogni viaggio è diverso e l'avventura di Fabrizio e Tom sarà un viaggio alla scoperta di segreti incredibili ed emozioni mai provate prima. Sarà un viaggio come quelli di tanti altri... e un' avventura come nessun'altra! Perchè per diventare dei veri Maestri Pokémon, e conquistare un posto a fianco dei grandi, Fabrizio e Tom dovranno combattere al fianco dei propri Pokémon fino alla fine e contare non solo sulla loro abilità, ma anche e soprattutto sulle loro amicizie, i loro sentimenti e la guida del loro cuore!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Prof Oak, Red
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Puntata 6- Si torna a volare

 

 

La piattaforma della Palestra salì, con un ronzio meccanico, per poi fermarsi a pochi metri dall'alto soffitto dell'edificio. Lo scatto del meccanismo riecheggiò nell'unica sala, e le luci si accesero.
Era la sera di una giornata intensa. E che stava per diventarlo ancora di più.
Era la sera della rivincita di Fabrizio alla Palestra di Violapoli...
“Inizia la seconda sfida tra Valerio, Capopalestra di Violapoli, e Fabrizio di Borgo Foglianova. La sfida si svolgerà con tre Pokémon per ciascuno. Solo lo sfidante potrà effettuare sostituzioni!” proclamò l'arbitro, impassibile.
Il Capopalestra scosse la chioma azzurra e sogghignò: “Due sfide nel corso di una giornata? Dopo un allenamento intenso, per di più... ricorda che il tuo problema era che non sei stato consapevole di aver spinto i tuoi Pokémon al limite...”
Fabrizio si limitò a sorridere, e portò la mano alla cintura.
Sulle gradinate rialzate a fianco all'arena, Tom non condivideva la stessa calma. L'arbitro aveva detto tre Pokémon. Come avrebbe fatto Fabrizio a sostenere regolarmente l'incontro se...
Poi il ragazzo dai capelli tempestosi scostò la giacca nera rivelando la cinta.
E le tre Pokéball che vi scintillavano appese.

 

Tom rimase a bocca aperta.
Ma allora... questo significa...
Di colpo, la lotta per lui era diventata molto più interessante.
Tom aguzzò lo sguardo, intenzionato a non perdersi nemmeno un'istante. Non vedeva l'ora di saper cosa Fabrizio aveva escogitato per la sua rivincita.
Valerio prese una Pokéball e proclamò: “Vai, Pidgey! È di nuovo tempo di spiccare il volo!”
Il Pokémon Piccione scese in campo, lanciando il suo grido di battaglia.
Fabrizio abbassò per un istante la testa e un ombra si disegnò sui suoi occhi.
Poi, quando la rialzò con un ghigno, un lampo gli brillò nello sguardo.
Con un movimento repentino, scelse la Pokéball e la lanciò, gridando: “Torchic! Cominciamo!”
Il piccolo Pokémon Pulcino piroettò in aria materializzandosi dalla Ball, e atterrò lanciando un verso acuto. Sulla faccia della piccola c'era un'aria combattiva che ricordava in qualche modo quella del suo Allenatore.
Valerio valutò in silenzio la mossa. Torchic tamburellava il terreno con gli artigli, quasi seguendo una melodia. Pidgey sbatacchiava le ali con un ritmo incostante per mantenersi fermo nell'aria.
Poi, il Capopalestra indurì lo sguardo e comandò seccamente: “Bene, basta coi convenevoli. Raffica!”
Il contrattacco non si fece attendere: “Fermalo con Braciere, e poi Focalenergia!”
E così avvenne: il vento scatenato dalle ali di Pidgey non superò lo sbarramento di piccoli proiettili di Torchic, e il Pokémon Pulcino fece un profondo respiro, mentre sembrava gonfiarsi, e si illuminava di un alone dorato e tremulo. La luce si espanse, lampeggiò e sparì. Una leggera cortina di fumo tagliava in due il campo.
“Ora, Turbosabbia, e poi Raffica!” proruppe Valerio dall'altra parte. Tom osservava con il fiato sospeso.
Un nuovo turbinio delle ali di Pidgey, e la cortina di fumo grigio diventò del colore giallastro della sabbia, sfrecciando verso Torchic e avvolgendola. Il Pokémon tossì due o tre volte, chiudendo gli occhi per proteggersi. Poi la Raffica del Pokémon avversario la colpì in pieno, scagliandola indietro di qualche passo.
“Ora!!” gridò Fabrizio.
Appena al limite della nuvola di sabbia, mentre ancora rotolava su sé stessa a causa del vento, Torchic si rigirò con una capriola e spiccò un salto spingendo con gli artigli sul terreno. Lo slanciò la portò per pochi centimetri al di sopra della nube.
“Attacca con Braciere!” ordinò Fabrizio.
Il Pokémon non se lo fece ripetere due volte, e sparò una raffica di proiettili infuocati, alcuni dei quali, grazie a Focalenergia, molto più grossi del normale.
Il lancio fu impreciso, ma bastò per far sì che Pidgey interrompesse l'attacco.
Valerio comandò: “Turbosabbia, Pidgey! Isola completamente l'avversario!”
“Torchic, scatta verso di lui!”
Il Pokémon Piccione cominciò a volare in circolo, spingendo sabbia verso Torchic in turbini sempre più grandi e violenti. All'interno, Torchic perse l'orientamento e cominciò a tossire.
“Preparati a finirla, Pidgey!”
Tom trattenne il respiro.
“Torchic, chiudi gli occhi. Non lasciarti disorientare dalla sabbia.” L'ordine di Fabrizio lo lasciò perplesso. Che senso aveva che Torchic chiudesse gli occhi, se non doveva lasciarsi disorientare?
La sabbia aveva avvolto quasi tutta l'arena. Sospeso a mezz'aria, Pidgey scrutava il campo, in cerca dell'avversaria.
“Pidgey, spazza il campo con Raffica!!” ordinò Valerio.
Gli occhi di Fabrizio lampeggiarono.
Il Pokémon Piccione cominciò a volare in senso orario lungo i bordi del terreno del terreno di scontro, scagliando folate di vento con le ali. Sabbia e polvere si sollevavano come piccolòe esplosioni nei punti colpiti dagli attacchi. Una corona di sbuffi polverosi cominciò a delinearsi.
“Ora, Torchic, intercettalo con Braciere!!” comandò il ragazzo dai capelli castani.
Tom agrottò la fronte. Cosa?
Fu appena un movimento.
Uno scalpiccio di passi sul suolo rigido, un lieve scostarsi della sabbia, a segnalare lo scatto del Pokémon Pulcino. Quando Pidgey riuscì a individuare il movimento e a prepararsi per il colpo aveva già preso troppo slancio per fermarsi in tempo.
All'ordine di Fabrizio, Torchic aveva cominciato a correre alla cieca, in senso antiorario, in mezzo alla sabbia che la nascondeva. Nel momento in cui Pidgey le era passato quasi sopra, aveva sparato la sua raffica di proiettili di fuoco, e il Pokémon avversario, non riuscendo a interrompere il movimento era volato esattamente contro l'attacco, facendo appena in tempo a scagliare l'ultima Raffica.
Pidgey fu colpito con una piccola esplosione rovente, e fu lanciato verso la parete. Il vento del suo ultimo attacco aprì un buco rotondo nella nube di sabbia, rivelando il punto in cui Torchic veniva colpita e spinta all'indietro, per poi atterrare con un leggero barcollamento. Il danno non era stato troppo grave.
L'avversario, invece, era agli sgoccioli.
Valerio, Tom, e perfino l'arbitro, sbattevano increduli le palpebre, incapaci di credere a quello che avevano appena visto. Torchic aveva vibrato un colpo notevole all'avversario... senza vederlo affatto.
E non sembrava nemmeno particolarmente danneggiata dagli attacchi che aveva subito.
Come diavolo l'ha allenata? Avranno combattuto tutto il giorno? E poi, che razza di tattica ha usato? si ritrovò a chiedersi Tom.
Fabrizio sorrise, come a dire che il meglio doveva ancora venire.
Pidgey evitò di sbattere contro la parete, ma non aveva la forza di tenersi in aria, e cominciò a cadere, dapprima lentamente, poi sempre più veloce.
Fabrizio gridò: “Finiscilo, Torchic! Usa Gr...”
Ma il Pokémon era già scattato.
Mentre correva verso Pidgey, il becco di Torchic si illuminò di una luce bianco-azzurrina, allungandosi fino a divenire quasi uno stiletto affilato. Eseguì un'attacco in avanti, una sorta di affondo e colpì in pieno il nemico, spedendolo al suolo, esausto.


Di nuovo, Valerio e Tom sgranavano gli occhi, ma stavolta anche Fabrizio era rimasto a bocca aperta, a causa della conclusione imprevista.
Quello era un attacco Beccata? Non l'aveva imparato durante il nostro allenamento.... signifca che...?
La voce dell'arbitro risuonò chiara e limpida, quasi echeggiante: “Pidgey non è più in grado di combattere! Vince Torchi...”
Prima che avesse il tempo di finire, ci fu un suono metallico, una sorta di limpida scintilla, e Torchic sfolgorò, trasformandosi in una sagoma di luce bianca, che dopo qualche istante cominciò a tremare.
Fabriziò impallidì per un'attimo, poi deglutì mentre il sangue gli tornava al volto in una scarica di adrenalina pura.
SÌ!!! Avrei dovuto capire quanto ci eravamo arrivati vicini oggi... e lo stesso non posso crederci. Sì, sì, SÌ!!!
Anche Tom, sugli spalti, si era sporto in avanti con il cuore in gola. Sapeva cosa stava per succedere, eppure non l'aveva mai visto del vivo. Per l'eccitazione stava quasi sudando.
La sagoma di luce che era Torchic cominciò a dilatarsi e a mutare, assumendo dei contorni frastagliati, fino a riprendere corpo in una forma completamente diversa.
La forma luminosa sfavillò un'ultima volta, e la luce si disperse come un fuoco d'artificio.
Al suo posto, i grandi occhi arancioni puntati in avanti in un espressione combattiva, la cresta di piume leggermente arruffata, e le corte zampe artigliate che scattavano nervosamente ma con agilità sotto il corpo esile, c'era una giovane Combusken dall'aria piuttosto decisa.


L'arbitro deglutì due volte, e, ripreso un contegno, alzò la bandierina, esclamando: “Pidgey non è più in grado di combattere. Vince Combusken!”
Fabrizio fissò Valerio negli occhi, col sangue che bolliva per l'esaltazione, e sorrise, senza una parola.
Il Capopalestra chinò il capo con un sorrisetto e concesse: “Un'esibizione fantastica. Ma la vera lotta comincia adesso!! Vai, Hoothoot!”
Lanciò una Pokéball, e il Pokémon Gufo, con il suo sguardo attento negi tondi occhi rossi, e le due zampe che scattavano dandosi il cambio come appoggio, venne fuori ululando.
Valerio non si fece aspettare, e colpì subito: “Beccata, Hoothoot! Colpisci duro ora che abbiamo un vantaggio!”
Il Pokémon di tipo Volante scattò in avanti, e il suo becco si allungò, trasformandosi in uno stiletto luminescente. Colta di sorpresa dalla rapidità dell'attacco, Combusken fu colpita in pieno, e spedita indietro di un paio di metri. Cadde in ginocchio su una zampa.
Fabrizio digrignò i denti.
È vero. Adesso Combusken è anche di tipo Lotta, quindi è vulnerabile agli attacchi di tipo Volante. Ma non gli permetterò di sfruttare il vantaggio e ribaltare la situazione.
“Combusken, ritorna!” esclamò, estraendo la sua Pokéball.
Il Pokémon fu assorbito all'interno della Ball in un lampo rosso.
Valerio sogghignò: “Saggia mossa... e ora che farai?”
Ci fu un attimo impalpabile di silenzio. Sembrò che ognuno nella sala volesse saperlo con ansia. E probabilmente era davvero così.


“Vai, Deino!!Tocca a te!” esclamò Fabrizio, lanciando la Chic Ball che conteneva il Pokémon Impeto.
Deino fu in campo in un'attimo, e sbuffò spostandosi il ciuffo di peli dal muso azzurro, per poi lanciare un richiamo affettuoso in direzione del suo Allenatore.
Valerio annuì soddisfatto: “Bene... allora comincio subito. Hoothoot, Ipnosi!!”
Gli occhi del Pokémon Gufo si illuminarono di rosso, e da essi scaturì una serie di onde concentriche dirette verso il Pokémon Drago.
“Deino, schivalo,e vai con Morso!” ordinò Fabrizio.
Deino scartò di lato, e l'attacco Ipnosi le passò vicinissimo mentre correva verso l'avversario. Il Pokémon Impeto raggiunse Hoothoot spalancando la piccola bocca con slancio per attaccarlo.
“Hoothoot, attento!” gridò il Capopalestra.
Hoothoot eseguì ma lo fece un secondo troppo tardi: saltò a qualche centimetro dal suolo mentre Deino gli arrivava addosso e il Pokémon di tipo Buio/Drago colpì con Morso, addentando in una morsa la zampa di Hoothoot, e lanciandolo a terra. Il Pokémon Gufo rotolò sul campo.
“Ottimo! Finiscilo con Ira di Drago!!” urlò Fabrizio, con un lampo negli occhi.
Deino non si fece attendere e sputò dalla bocca la familiare fiamma azzurra a forma di testa di drago.
Valerio digrignò gli occhi e comandò a Hoothoot che si rialzava: “Presto, usa Baraonda per contrastare l'attacco!!”
Cosa? Come ha intenzione di bloccare Ira di Drago?
Fabrizio non potè scoprirlo.
Dopo essersi rialzato, Hoothoot si limitò a sbattere le palbebre, tremando sul posto per pochi istanti, prima di essere colpito dall'attacco di Deino, e scagliato all'indietro in un esplosione di fuoco azzurrino e fumo grigio.
“Hoothoot non è più in grado di combattere! Vince Deino!” decretò implacabile l'arbitro.
Tom non riuscì a contenere un grido d'esultanza, mentre Fabrizio si sistemava i capelli, sorridente, e stringeva il pugno destro con soddisfazione.
“Complimenti, piccola. Una lotta fantastica. Continua così.”
“Già... ti servirà che continui ad impegnarsi, perchè non riuscirai ad ottenere un'altra vittoria così rapida! Vai, Pidgeotto, Tornado!!!”
La mossa prese Fabrizio di sorpresa. Valerio gridò l'ordine lanciando la Pokéball, e Pidgeotto fu fuori in un attimo, con grido acuto, sbattendo le ali per creare il turbine azzurro con cui aveva vinto la lotta precedente.
Il vortice di foglie, rami e vento ceruleo volò in avanti, investendo in pieno Deino e facendola rotolare al suolo. Il Pokémon gemette e barcollò per rialzarsi.
Deino lanciò un ruggito acuto.
È affaticata... posso sentirlo. Un altro colpo sarebbe la fine. Non ripeterò l'errore della volta scorsa, pensò Fabrizio.
“Vieni Deino, ritorna! Hai fatto un'ottimo lavoro, ora riposati.” disse, estraendo la Chic Ball. Il Pokémon Impeto rientrò nella Ball, rivolgendo un verso quasi di saluto a Pidgeotto mentre abbandonava il campo. La tensione si fece quasi solida nell'arena sospesa.
Tom scese su un gradino più basso per avvicinarsi al bordo dell'arena e vedere meglio. Aveva i nervi a fior di pelle anche durante l'altra lotta, ma stavolta c'era qualcosa di diverso nell'aria. Fabrizio stava cominciando ad essere in sintonia maggiore con i suoi Pokémon, e il suo sguardo sembrava agitarsi come l'erba nel vento, pur rimanendo fisso sull'avversario, come se qualcosa si muovesse dentro di lui mentre lottava. Si sistemò la bandana e sorrise.
“Allora, Fabrizio? Cosa farai adesso? Non accetterò niente di meno che una sfida degna di un Capopalestra, visto il tuo potenziale.” lo apostrofò Valerio. Il ciuffo azzurro coprì un occhio del Capopalestra che riemerse poco dopo, scintillando di un blu se posssibile più intenso del solito.
Anche Tom voleva saperlo. Fabrizio aveva due Pokémon indeboliti, e non avrebbe rischiato di farli andare KO per strappare una rimonta, anche se ci avrebbe provato se messo alle strette. Tom lo conosceva abbastanza bene da saperlo.
Questo significava che avrebbe dovuto far scendere in campo il suo terzo Pokémon, quello appena catturato, e con cui c'era la minore intesa. Era una scelta rischiosa, ma era anche l'unica praticabile. E sia Tom che Valerio erano ansiosi di sapere quale sarebbe stata la strategia di Fabrizio.
“Se vuoi la sfida te la darò!! Vai e combatti!” gridò Fabrizio, lanciando la Cura Ball che portava alla cintura. La Ball sfrecciò per poi aprirsi di colpo in aria, liberando
un getto di luce bianca prima di volare di nuovo in mano al giovane Allenatore.
La luce mutò, prendendo corporeità e sfolgorò prima di spegnersi...
rivelando la sagoma grigia di un Geodude.


Certo! capì in fretta Tom, un Pokémon di tipo Roccia è una delle scelte migliori contro un tipo Volante. Questa dovrebbe essere una lotta facile.
Valerio strinse gli occhi, senza particolare sorpresa. In fondo se lo era aspettato.
“Sai, pensavo che mi avresti sorpreso...” commentò. “È piuttosto prevedibile come strategia, non trovi?”
“Come hai detto tu stesso: se funziona...” fu la risposta.
Valerio sorrise, e ordinò: “Pidgeotto, attacco Azione!!”
“Sassata!!”
Pidegotto scattò in avanti per colpire. Geodude mosse repentinamente le mani, e ci fu una specie di scintillio. Un sasso piuttosto grande sbucò come dal nulla e volò da Geodude verso Pidgeot. Il Pokémon Uccello deviò all'improvviso la traiettoria, e fu colpito ad un ala. Rotolando al suolo, però, riuscì a schiantarsi contro Geodude con l'attacco Azione.
Geodude fu spinto lievemente all'indietro, ma non aveva subito quasi nessun danno dall'attacco.
Fabrizio decise di sfruttare il vantaggio. “Geodude, usa anche tu Azione!”
Geodude scattò in avanti contro Pidgeotto, ma Valerio agì di sorpresa, gridando: “Vai con Tornado!”
Pidgeotto si rimise in piedi e aprì di colpo le ali, per poi colpire con forza scagliando il vortice azzurino e respingendo Geodude con uno scoppio. Il Pokémon Roccia rotolò sul terreno dell'arena.
“Come vedi, anche se non abbiamo il tipo dalla nostra parte, non siamo esattamente svantaggiati! Questa lotta deve ancora dare il meglio di sè!” lo apostrofò il Capopalestra.
“Sono d'accordo! E anche se io e Geodude ci siamo appena conosciuti, non significa che non faremo un buon lavoro di squadra. Vero, Geodude?” replicò Fabrizio.
Geodude annuì vigorosamente con una verso di assenso che parve una risata.
L'aveva incontrato mentre allenava Torchic e Deino nella precisione degli attacchi. In effetti Fabrizio si era recato sul Percorso 46 per l'allenamento anche nella speranza di catturare un Geodude, ma non immaginava che sarebbe successo così presto. Quel Pokémon era coriaceo e testardo. Aveva attaccato Torchic e Deino, venendo sconfitto, e poi aveva tentato altri due assalti, senza darsi per vinto, arrivando al punto di imparare Sassata durante la lotta. Un altro Geodude aveva tentato di dargli manforte, ma lui l'aveva praticamente cacciato, e quando Fabrizio aveva scelto di spostarsi altrove per un allenamento, e forse anche per una cattura più semplici, Geodude era rispuntato.
Allora era cominciata la lotta per catturarlo. Geodude aveva voluto combattere contro Deino, verso la quale sembrava avere una certa rivalità, mentre pareva aver preso in simpatia la piccola Torchic.
Ed era certamente interessato a Fabrizio, anche se, una volta catturato, era stato difficile convincerlo a seguire le istruzioni del suo Allenatore in battaglia.
Il compromesso era che, fuori dalla lotta, Geodude faceva più o meno come pareva a lui.
In ogni caso però, era un Pokémon che si prometteva affidabile. Fabrizio si riscosse dai ricordi e tornò alla lotta.
“Ok, allora, non gli piace il combattimento ravvicinato? Bene, vai con Sassata!”
Geodude eseguì, scagliando una pietra dritto davanti a sè.
Valeriò gridò: “Va fuori tiro, e usa Trespolo!”
Pidgeotto si diede una spinta all'indietro con le ali, e sfrecciò in alto. L'attacco Sassata lo mancò, e volò oltre il bordo, per poi cadere e infrangersi contro la parete della Palestra.
Il Pokémon Uccello volò sempre più altro, fino ad andare a posarsi sopra una delle luci delle Palestra, fuori dalla portata di ogni attacco di Geodude. Una volta lì, chiuse gli occhi, sbattè le ali, e le sue penne si illuminarono muovendosi leggermente mentre recuperava le energie perdute.
“Hahaha!!! Questo è il vantaggio dei Pokémon di tipo Volante: la possibilità di rendersi irragiungibili per l'avversario. Non sarà facile battermi!” rise Valerio.
Maledizione! Qui perderemo fin troppo tempo, a meno non mi inventi un modo per chiudere le distanze e prendere Pidgeotto in... ecco!! Ho trovato! pensò Fabrizio.
Il ragazzo dai capelli castani replicò: “Forse è vero. Ma se vuoi vincere dovrai scendere prima o poi!”
“Ne sei sicuro?” fu la risposta del Capopalestra. “Pidgey, Tornado!”
“Geodude, usa Lucidatura, e poi scatta!”
Il Pokémon Roccia assunse un espressione beffarda, e si sfregò rapidamente le mani contro il corpo. La roccia che lo componeva sembrò brillare mentre si levigava e gli spigoli si arrotondavano diventando curvi e lucidi, poi si diede una forte spinta con le braccia e sfrecciò di lato come un lampo, mentre il Tornado di Pidgeotto scendeva mancandolo di parecchio e causando un'esplosione. Il fumo vorticò e Fabrizio e Valerio tossirono.
Geodude levitava a pochi centimetri da terra in mezzo al fumo, con aria maliziosa e soddisfatta.
“Può diventare ancora più veloce, sai? Potremmo andare avanti cosi per sempre, quindi forse ti conviene scendere.” sogghignò Fabrizio.
“Bene, allora vogliamo le maniere forti, eh? Per quanto tu abbia accelerato, non sei ancora più veloce di Pidgeotto, e non ti darò il tempo di diventarlo. Vai con Azione!”
In un lampo, il Pokémon di tipo Volante era sfrecciato giù, colpendo in pieno Geodude con un attacco frontale. Fabrizio fu preso di sorpresa dalla velocità di Pidgeotto. Sembrava quasi che fino a quel momento si fosse trattenuto, volando più lento di quanto potesse. Oppure adesso stava usando tutta l'energia che aveva per evitare di perdere? Non ebbe tempo di riflettere ulteriormente, perchè Valerio gridò: “Ora, Tornado!!”
Ancora una volta, Geodude fu colpito in pieno, e stavolta il vortice azzurro lo spinse fino al bordo della piattaforma sopraelevata. Per un momento, rendendosi conto di dove si trovava, Geodude sgranò gli occhi e sembrò entrare nel panico.
No, maledizione! Non adesso! Se riesce a sconfiggere Geodude, potrebbe ribaltare il corso della lotta... Devo sbrigarmi ad attuare quella strategia.
“GEODUDE!!” gridò.
Riprendendo l'equilibrio, il Pokémon gli rivolse lo sguardo, e Fabrizio gli fece uno strano gesto con le mani, prima abbassando i palmi verso di sè, e poi stringendo di colpo i pugni come ad afferrare qualcosa. Valerio rimase perplesso. L'arbitro non lo notò nemmeno.
Tom invece sgranò gli occhi, ricordando la lotta precedente, e il modo in cui Fabrizio aveva segnalato a gesti la mossa da eseguire a Deino. Aveva capito cosa stava per succedere, almeno credeva, e sogghignò. La prossima mossa sarebbe stata memorabile.
Geodude rimase a sua volta perplesso, e sbattè le palpebre, poi fissò intensamente il suo Allenatore, annuì. Fabrizio sorrise.
“Ora basta, Pidgeotto! Finiscilo con l'attacco Azione!” Sfruttando la distanza ravvicinata. Pidgeotto si lanciò in avanti, intenzionato a speronare Geodude... e colpì il vuoto.
Valerio, Tom e l'arbitro spalancarono gli occhi. Geodude sembrava scomparso, dopo essersi mosso per tentare di schivare l'attacco di Pidgeotto. Per un momento pensarono che fosse caduto giù dal bordo dell'arena, poi Pidgeotto volò in alto di slancio, strepitando a causa del peso che lo rallentava.
Nel buttarsi all'indietro, Geodude aveva afferrato gli artigli del Pokémon Uccello.
“Pidgeotto, scrollatelo di dosso!!” ordinò repentinamente Valerio, nel tentativo di riprendere il controllo della situazione.
Il Pokémon Volante strattonò violentemente e fece una capriola in aria con violenza. Geodude lasciò andare praticamente subito, e si trovò per un istante a mezz'aria, sopra Geodude.
Fabrizio gridò: “ORAAA!!!”
E Geodude colpì, con un micidiale attacco Sassata.
Pochi istanti dopo, nell'aria della palestra, che risuonava di silenzio echeggiante, la voce dell'arbitro tuonò: “Pidgeotto non è più in grado di combattere! Vince Geodude. La vittoria va a Fabrizio, della città di Borgo Foglianova!!!”
Tom gridò la sua esultanza, mentre Fabrizio si girava ammiccando verso di lui, chiudendo il pugno destro davanti al volto in segno di vittoria.
“Beh...”, sorrise Valerio: “Non si può dire che tu non te la sia meritata. Vorrei che tutte le mie lotte fossero così. Trovare due sfidanti così abili in una giornata è una cosa rara...”
Nella sua mano, a riflettere le luci al neon dell'arena con uno scintillio incoraggiante, c'erano le ali argentate della Medaglia Zefiro.

 

 

 

“È stata una battaglia fenomenale!! L'ho sempre detto che sei uno stratega nato!” Si complimentò Tom, appena fuori dalla Palestra. “E quel Geodude... hai preso un gran bel Pokémon. È una belva!”
“Sì, ma è disciplinato quasi quanto il tuo Zubat. Però è molto sveglio. Credo che faremo strada.” rispose il ragazzo dai capelli castani.
“Come lo allenerai? E quando pensi che catturerò il mio terzo Pokémon? E..”
“E calmati, no?” sbottò Fabrizio, sistemando la Medaglia sul risvolto della giacca.
Poi si mise a ridere, seguito dall'amico.
Continuò: “Comunque, non lo so ancora, devo pensarci. La prossima meta sono le Rovine d'Alfa, giusto? Per la tua prova. Non mi hai ancora raccontato molto della Torre Sprout.”
“Ti dico mentre andiamo.” replicò Tom sistemandosi il cappello.
Fabrizio esitò un attimo, per poi rivolgersi a Tom: “Ti ricordi che Valerio ha detto che oggi ci sono stati due sfidanti? Chi pensi che fosse l'altro, che l'ha battuto prima di me?”
“Mah, chissene importa... comunque controlla, no?” gli rispose l'amico.
“Giusto.” annuì Fabrizio con un sorriso. Si girò verso l'insegna della Palestra... ed ebbe un mezzo tuffo al cuore.
Allora la sfida è davvero cominciata.
Sul cartello, non ancora aggiornato con la vittoria di Fabrizio, figurava la scritta:

                                                                                                              PALESTRA DI VIOLAPOLI
                                                                                                            CAPOPALESTRA: VALERIO
                                                                                                       ALLENATORI CERTIFICATI: MARTA

 

 

 

 

 

 

 

Nella luce dell'alba primaverile, le Rovine d'Alfa si risvegliavano delicatamente, mentre un velo d'oro rosato accarezzava le antiche stanze simili a case di pietra diroccate e i floridi alberi del Percorso 36.
Fabrizio e Tom, partiti di buon mattino per esplorare in tutta tranquillità le Rovine in vista della prova di Tom camminavano in silenzio, godendosi la brezza.
Fabrizio, in effetti, si godeva il fatto che Tom riuscisse a non parlare continuamente, pur sapendo di essere un chiaccherone lui stesso, e pregustava i misteri che avrebbe scoperto nelle Rovine, e gli incontri che avrebbero fatto più avanti.
Quando finalmente arrivarono in vista delle Rovine, Tom fu preso dall'eccitazione, lanciò un grido e cominciò a correre verso l'ingresso di una delle sale. Fabrizio gli gridò dietro: “Ehi, aspetta! Non c'è nessuna fretta di...”
“Voglio iniziare subito la mia Prova di Coraggio!! Hai intenzione di assistere o no?”
“Sì, certo, ma volevo anche prendermela comoda, visto che possiamo, no?”
“Allora io vado! Raggiungimi dentro le Rovine!” tagliò corto Tom, e partì di nuovo di corsa.
Fabrizio scrollò le spalle. Tom non era neanche un gran corridore. Ma di sicuro aveva una fretta maledetta. Aumentò il passo, tenendo sempre d'occhio l'amico. Fino a quando Tom non svoltò a destra e si infilò in una della rovine, sparendo dietro la porta buia.
“Aspettami!!” gridò invano.
Sospirò di nuovo, sconsolato, e avanzò verso le rovine.
“Ehi, fermo!!!” gridò d'improvviso una voce adulta.
Da dentro le rovine, Tom non la sentì.
Fabrizio si arrestò di colpo, nella spianata delle Rovine d'Alfa. Di fronte a lui, c'era un uomo con una specie di uniforme scura e una strana striatura dorata che ricordava una V sul petto.
Aveva un basco nero, e capelli scuri spettinati.
Accanto a lui, c'era un altro tizio di aspetto molto simile, vestito allo stesso modo. Di fronte ad entrambi era schierato un Houndour dall'aria feroce.
“Neanche a quest'ora del mattino riusciamo ad evitare le seccature? Ci mancava solo che dopo aver cacciato i seccatori ci si mettessero i mocciosi... andatevene da qui! È zona nostra, per oggi.”
sbottò uno degli uomini.
Fabrizio valutò la situazione. Evidentemente i due erano stati colti di soprpresa da Tom, e altrettanto evidentemente non gli interessava seguirlo nelle Rovine.
Non gli sembrava che i loro Pokémon fossero eccessivamente pericolosi, ma erano pur sempre in vantaggio numerico.
Purtroppo, aveva un'idea del tipo di Allenatori che poteva aver incontrato.
Se ne erano visti, di gruppi simili, in giro per le Regioni.
“E che cosa dovreste farci nelle rovine?” chiese, con aria perplessa.
“Non sono affari tuoi, mocciosetto, hai capito il concetto? Braciere!!” sbraitò uno dei due, e Houndour sputò una serie di palle di fuoco contro il ragazzo.
Fabrizio trasalì per l'aggressione imprevista, e tentò di ripararsi.
Non ne ebbe bisogno.
“Ombra Notturna!!” gridò una voce acuta e decisa.
Un'aura oscura nero-violacea si espanse davanti a Fabrizio, mentro una sagoma gli sfrecciava davanti, intercettando l'attacco. Ci fu un'esplosione di fumo.
Prima ancora che si diradasse, prima ancora di vedere per intero il Gastly che aveva lanciato l'attacco, Fabrizio capì, e si sentì avvampare per l'esaltazione. Sorrise menre si girava, un sorriso inquietante per i due uomini, e sincero per la persona che si aspettava di vedere.
E in effetti, Con una giacca grigia e pantaloncini scuri sopra gli stivali, stavolta senza sciarpa, i capelli sciolti, un sorriso sul viso ampio e un riflesso beffardo negli occhi dal colore indefinibile, c'era Marta.
La ragazza ammiccò: “Sai, non posso sempre coprirti così. Cerca di essere un po' più costruttivo adesso, ok?”
“Ci puoi contare...” sogghignò Fabrizio: “e Tom?”
“Ha ben altri problemi adesso. Ci siamo solo noi.”
Fabrizio annuì, ed estrasse una Ball.
Gli avversari ringhiarono, combattivi, per la resistenza inaspettata.
La prima battaglia tra Fabrizio, Marta e il Team Vuoto era cominciata.

 

 

 

Continua nella prossima puntata!

Dedicato a coloro che sognano il loro viaggio personale.
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