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Autore: highfivekeats    02/05/2013    6 recensioni
«Innamorarmi? Io? Non succederà neanche in un’altra vita.»
«Ah sì? – disse Cole, ridacchiando malefico – E cosa mi dici di Cate Sturridge?»
«È solo un’altra delle ragazze che voglio farmi.»
«Questo lo dici tu. Ho visto come la guardi…»
«Io non la guardo in nessun modo.» mi difesi.
Cole scosse la testa, poi divenne pensieroso e infine sorrise malefico. «Ti va una scommessa?»
Rizzai le orecchie. «Spara.»
«Ti innamorerai di Cate prima di portartela a letto.»
«Ci sto – dissi, stringendo la mano a Cole – Tanto, è risaputo che vincerò io.»
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Strimpellavo la mia chitarra sovrappensiero, sospirando, mentre riuscivo a pensare solo al fatto che mi ero cacciato in un bel guaio. Ma perché non penso prima di parlare?
Essere il ragazzo di Cate era un’idea che mi spaventava da morire. Non che non mi piacesse la cosa, Cate era adorabile e in più stando molto tempo con lei avevo più probabilità di vincere la scommessa, ma era una cosa spaventosa sotto molti aspetti. Non avevo idea di come si comportasse un fidanzato, dato che non ho mai avuto l’occasione di esserlo. L’idea di comprare fiori, essere sdolcinato e cose del genere mi faceva raggelare il sangue nelle vene e non avevo idea di cosa fare. Potevo anche ritirarmi, pensandoci bene... ma non potevo, ormai c’ero dentro fino al collo. Avrei dovuto fare il ragazzo dolce e gentile, e, cosa più importante, cercare di non perdere quella dannata scommessa. Scommessa che, più passavo tempo con Cate, più mi sembrava persa. Quella ragazza era... incredibile. Era stata l’unica, finora, a voler capire il perché dei miei comportamenti, l’unica che era interessata a me e non solo ai miei attributi. L’unica che sembrava sapere che dietro la facciata da stronzo c’era un ragazzo ferito, con dei sentimenti come chiunque. Nessuno sembrava farci caso tranne lei.
Sentii bussare alla porta, misi via la chitarra. «Avanti.»
Tirai un sospiro di sollievo nel vedere Ray e non Cole. Se avessi provato a spiegargli ciò che era successo con Cate negli ultimi giorni dal mio punto di vista – perché a saperlo lo sapeva sicuramente – lui avrebbe subito detto che aveva vinto la scommessa. No, non l’aveva vinta ancora. Fino a prova contraria, io non ero innamorato di Cate. Mi piaceva, certo, ma non ero innamorato di lei.
«Non dovresti essere agli allenamenti?» gli chiesi, confuso.
«Il coach ci ha dato giornata libera – rispose – Da quando suoni la chitarra?» mi chiese poi, ancora sulla soglia.
«Ehm... non lo so – feci spallucce – Entra.»
Ray entrò, si sedette sulla sedia girevole. «Ho saputo di te e Cate.»
Sospirai. «Non ricordarmelo.»
«Perché? È carino che voi due stiate insieme.»
«No, è un casino – mugugnai disperato, portandomi le mani in faccia – Io non posso stare con lei, non posso.»
«E sentiamo, perché non potresti?» mi chiese, acido.
Ray non era un grande fan di quella scommessa, essendo un tipo che crede nell’amore e bla, bla, bla. Io e lui siamo il completo opposto, e forse è stato proprio questo a farci diventare amici. All’inizio ci odiavamo a morte: Ray era il capitano della squadra, poi sono arrivato io e gli ho rubato il titolo. Ma non è mica colpa mia, se sono bravo a giocare a basket! Comunque, Ray ce l’aveva con me perché gli avevo rubato il posto di capitano e per averci provato con la sua Jenni, anche se non sapevo che stavano insieme, all’epoca... ma che potevo farci? Jenni è stupenda.
Siamo diventati amici per puro caso, durante gli allenamenti. Il coach diceva che dovevamo cooperare per il bene della squadra, e così... Ray mise da parte l’orgoglio.
«Per la scommessa, lo sai.» dissi, facendo spallucce.
«Ma perché non metti da parte questa fottuta scommessa e passi del tempo con lei senza pensare di dover vincere?»
«Perché non posso! Ho già perso troppe scommesse, non posso assolutamente perdere questa.»
Ray scosse la testa. «Non dovresti permettere a questa scommessa di illudere Cate. Forse ti sembrerà assurdo ma far male anche a te, credimi.»
Lo fissai, scettico. Stavo per ribattere, ma il suono di nocche che picchiavano contro la porta mi interruppe. Ci voltammo, trovando Cate sulla soglia. Sorrideva timidamente, le sue guance erano arrossate.
«Cate... ciao.» la salutai, sorridendole.
Ray si alzò. «Uh... devo andare a casa – disse velocemente – Ci vediamo domani, Justin. Ricordati di quella cosa che ti ho detto, ok? Ciao Cate.» concluse, andandosene a passo spedito.
Cate entrò nella stanza, si sedette accanto a me. «Cosa devi ricordare?» mi chiese, incuriosita.
Feci spallucce. «Niente – dissi, vagamente – Qual buon vento ti porta qui?»
Cate rise. «Mi sono messa a pensare a... te – disse, arrossendo – E mi sono accorta che non so un bel niente di te.»
«Sai già fin troppe cose.»
«Non intendo il tuo passato, idiota – spiegò – Intendo... cosa fai nel tempo libero, le cose che ti piacciono... insomma, dovremmo essere fidanzati, come possiamo esserlo se non sappiamo niente l’uno dell’altro?»
«Vorresti... conoscermi meglio?» le chiesi, mentre un sorriso sincero si spiegava sul mio volto.
Cate arrossì per la seconda volta da quando era arrivata. «Sì. È così strano?»
«No... è solo che nessuna ragazza ha mai voluto farlo, prima. Di solito vogliono scopare e basta.»
Cate mi sorrise. «Credevo sapessi che non sono come le altre.»
Ci furono istanti di silenzio; stavo pensando a cosa dire.
«Beh... come sai già, mi piace suonare la chitarra, cantare e scrivere canzoni – iniziai – Poi... mi piace guardare le partite di basket con mio padre e mi piacciono i pranzi della domenica, in cui stiamo tutti insieme.»
«Interessante – disse, sincera – E... qual è il tuo colore preferito?»
«Oh... il viola – Cate mi fissò perplessa – Cos’hai?»
«Credevo che il tuo colore preferito fosse più... un colore freddo.»
«No, mi piace il viola – feci spallucce – Poi... mi piacciono le ragazze bionde.» dissi, calcando la voce su bionde.
Cate arrossì, distolse lo sguardo. La feci voltare posando un dito sul suo mento, avvicinai il mio viso al suo. Premetti le mie labbra sulle sue, senza lasciare la presa sul suo mento. Cate dischiuse le sue labbra, permettendo alla mia lingua di esplorare la sua bocca. Feci scivolare le mani sui suoi fianchi; attirai il suo corpo al mio facendole intendere che volevo di più.
Avevo deciso che era ora di vincere quella dannata scommessa, tanto per togliersi Cole dalle palle e poter stare con Cate in santa pace, senza pensare a dover vincere... tanto avevo già vinto.
No, non l’avrei lasciata dopo averlo fatto. Avrebbe sofferto troppo, e... non volevo lasciarla, a dire il vero. Avrei continuato a stare con lei finchè non si fosse stancata di me.
Cate infilò le dita nei miei capelli, ansimai sulle sue labbra provocando un suo fremito. Sorrisi compiaciuto e le sollevai di poco la maglietta, tastando la sua pelle scoperta con le dita mentre mi dedicavo a baciarle il collo. Sentivo il suo corpo tremare sotto il mio tocco; non mi ci volle poi molto a capire che tremava non di piacere, ma di paura.
Mi staccai subito da lei, la fissai mortificato. «Oh Dio – balbettai – Scusa, non so cosa mi sia preso... scusa.» mi affrettai a dire, sistemandole la maglietta.
Cate si mordicchiò il labbro inferiore, che tremava. «Non... non preoccuparti.»
Scossi la testa, davanti alle sue false rassicurazioni. Avevo visto la paura nei suoi occhi, quando mi ero staccato da lei. Beh, era più che ovvio, sapendo cosa aveva passato...
Sapere che aveva avuto paura di me mi lacerò dentro.
«Io mi preoccupo eccome, invece. Stai tremando.»
«È solo che...» si bloccò, scossa da un singhiozzo. Vidi i suoi occhi inumidirsi, delle lacrime scendere sulla sua pelle arrossata.
Fu questione di secondi, prima che la abbracciai. La cullai sul mio petto, mentre lei sfogava la sua tristezza piangendo sulla mia maglia.
«Calmati, piccola – la consolai, accarezzandole la testa – Non sono lui. Non ti farò del male. Te lo prometto.»
Cate sembrò calmarsi alle mie parole; alzò la sua testa verso di me. «So che non sei lui. È solo che... non sono riuscita a non ricordare le sue mani su di me, e... ho avuto paura proprio come quella volta.»
«Non hai bisogno di spiegare ulteriormente, ti capisco – le baciai una guancia – Prenditi tutto il tempo che vuoi.»
Cate mi guardò, sbalordita. «Mi aspetteresti?»
«Certo – feci spallucce – Dovremmo essere fidanzati, o no?»
Cate sorrise, mi diede un altro bacio e si accoccolò di nuovo sul mio petto. «Beh, grazie – disse – Hai davvero tantissima pazienza.»
Risi. «Non me l’hanno mai detto prima, lo sai?»

 

*
 

Hello.
Ed ecco a voi, con un giorno d'anticipo, IL CAPITOLO! uwu
Oggi è una bella giornata per me, ragazzuole :3 mia madre è passata a scuola a prendere la pagella di metà semestre (dopo due settimane, trolol) e non ho neanche un'insufficienza *w* non immaginate quanto io sia felice per questo :3
Il nocciolo della questione è che ero talmente felice che ho deciso di postare in anticipo, quindi... mi sono messa a scrivere. Ed ecco il capitolo 19 *-* non avrei mai pensato, quando ho iniziato a scrivere questa ff, che sarei arrivata addirittura al capitolo 19. E di raggiungere le 60 seguite, le 11 ricordate e le 56 preferite! Non pensavo potesse piacere a così tante persone...
Ma ora basta, parliamo del capitolo. Stranamente, mi piace uu finalmente un po' di azione lol
Immaginavo questa scena da quando ho cominciato a scrivere questa ff, e averla finalmente messa mi rende soddisfatta di me stessa (per una volta!). Mi piace il fatto che Justin mostri il suo lato tenero, con Cate, e che ammetta che tiene a lei a tal punto da non lasciarla dopo che quel che doveva succedere sarà successo. Ci vorranno secoli per fargli ammettere che è innamorato di lei... ma credo che siamo sulla buona strada ;3
Ok, ora vi lascio, sta iniziando Glee *w*
A pressssssssssto.

  
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