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Autore: _xshelovespocho    02/05/2013    1 recensioni
Ecco il primo giorno di scuola; da oggi dovrò vedere gallinelle pettegole, professori psicopatici ma soprattutto dovrò rivedere lui, Emanuel, un ragazzo che fin dall'anno scorso mi ha preso di mira e mi sta rendendo la vita impossibile. Non so come riuscirò a sopravvivere.
I'm waiting for this cough syrup to come down.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Quel venerdì mattina mi svegliai con molta calma, visto che non c’era scuola perché era sciopero, e dopo scesi a fare colazione.
Mentre sgranocchiavo i biscotti e facevo zapping in tv mia madre tornò dalla sua solita corsa mattutina.
-Giorno!- dissi sorridendole.
-Giorno- mi disse stampandomi un bacio sulla guancia. –Hai da fare questo weekend?-
Quella domanda mi spaventò, molto.
-Credo di no, perché?- dissi sottovoce.
-Perché con i genitori di Emanuel andremo a passare un weekend fuori, tutti insieme.-
-Non puoi farmi questo, ti prego!- dissi urlando.
-Non capisco cosa ti ha fatto quel ragazzo, è educato, bravo, gentile e… carino-
-Cosa mia ha fatto? Mi tortura ogni giorno a scuola, prendendomi in giro, offendendomi, maltrattandomi e facendomi sentire inutile. Lui è la causa dei miei tagli e del mio dolore..- avrei voluto dirgli.
-Non lo sopporto- mi limitai a rispondere.
-Questo non cambia nulla, verrai con noi questo weekend-
-Ti prego, no- sussurrai.
-Dai che ti divertirai!- disse prendendo una bottiglina d’acqua e salendo al piano di sopra.
Non mi bastava vederlo a scuola, a rovinarmi la vita, oltre al professore che mi metteva in coppia con lui, c’era anche mia madre. Non ne potevo più.
Salii al piano di sopra, comunicai la notizia alle mie amiche e andai a lavarmi. Ci accordammo e andammo a fare un giro in centro.
 
-Quindi dovrai sopportare Emanuel per due giorni?- disse Miley.
-Proprio così- dissi.
-Daii, forse non è poi così male come pensi, forse è solo apparenza, d’altronde l’altro giorno mentre facevate la ricerca non si è comportato poi così male.- disse sorseggiando il suo frullato.
-Non inventarti palle solo per farmi stare meglio. Apprezzo il tuo gesto ma… non credo che passerò un bel weekend- sospirai.
Continuammo a parlare, girammo per negozi e facemmo acquisti.
-Uuuh guarda chi c’è- disse una voce alle mie spalle.
Mi girai e…. ‘parli del diavolo e ti spuntano le corna’, pensai.
-Cosa vuoi?- dissi.
-Ero di passaggio, ti ho vista e sono venuta a salutarti ; visto che questo weekend passeremo del tempo insieme- disse maliziosamente.
-Ebbene si, dovrò sopportare questa tortura per ben due giorni, ma stai sicuro che ci vedremo il meno possibile.- dissi sicura di me.
-Vedremo, piccola.- mi sussurrò nell’orecchio.
Quelle parole mi fecero rabbrividire. Come mi aveva chiamata? Piccola. Pft.
Quando Emanuel se ne andò le mie amiche iniziarono chiacchierare sulla nostra ‘piccola’ conversazione. Restammo un altro po’ e poi andammo a casa.
-A Lunedì, piccola!- urlarono in coro Miley, Selena e Alex.
-Stronze!- urlai.
 
Saturday morning.
-Hil svegliati, è tardi- disse mia sorella piombando sul mio letto.
Aprii gli occhi e mi ritrovai il suo faccione dolce che mi fissava.
-Daaai Hill! E’ tardi- disse urlando.
-Ho capito, ho capito- dissi alzandomi.
Feci colazione e mi preparai per il peggior weekend della mia vita.
-Sei ancora in pigiama?- dissi a mio fratello che passò davanti alla mia camera.
-Io non vengo- disse entrando.
-C-come?- dissi incredula.
-Non vengo, questa sera ho una festa molto importante e resto a dormire da Luke- disse.
Sbuffai e raggiunsi mamma.
-Ora mi spieghi perché io sono obbligata a venire mentre Jason no? Perché vuoi farmi questo?- dissi furiosa.
-Perché tuo fratello è grande- disse portando le borse vicino l’ingresso. –Ora non voglio più sapere nulla, vestiti e prendi le tue cose che tra un’ora passano gli Hudson-
Sbuffai e andai a prepararmi. Mi lavai e indossai una maglia azzurra, dei pantaloncini a vita alta con sotto le calze e le Converse azzurre che si intonavano con la maglia; mascara, ombretto azzurro, gloss e fui pronta. Dopo aver preso i vestiti presi l’mp3, il cellulare e le cuffiette e scesi al piano di sotto.
-Sono pro……- dissi scendendo le scale, rimasi senza parole alla vista della figura di Emanuel vicino la porta. Aveva una maglia bianca, con sopra una camicia di jeans a mezze maniche e un jeans stretto. La sua faccia era illuminata dai pochi raggi che entravano dalla porta socchiusa, era così.. bell--- COSA CASPITA STAVO PENSANDO? STOP. DOVEVO RICORDARMI DI QUELLO CHE MI FACEVA E A QUELLO CHE MI AVEVA PORTATO.
-Dammi la valigia, te la porto in macchina- disse allungando la mano.
-No, grazie, ce la faccio da sola- dissi aprendo il portone  e posando la borsa in macchina.
-Dai, hai intenzione di tenermi il muso per due giorni, piccola?- disse.
-Uno. Non devi chiamarmi piccola. Due. Faccio quel che voglio. Tre. Vaffanculo- dissi.
-Mmmh, mi piace quando fai la stronza, piccola.- disse provocandomi.
-Sm….- fui interrotta dalla voce del padre di Emanuel che ci diceva in andare nelle nostre auto perché eravamo pronti.
-Hil, senti, visto che tua sorella vuole stare con il fratellino di Emanuel abbiamo pensato di invertire i posti, va bene? – disse mia madre.
- No! Io vado in macchina mia, abbiamo la macchina a cinque posti e possiamo stare benissimo in tre dietro- dissi alterata.
-Non c’è abbastanza spazio, ti prego, fallo per me- disse mia madre.
-Già non volevo venirci, ora devo andare anche in macchina con quell’incubo? Mai.-
Alla fine mi ritrovai sui sedili posteriori della BMW degli Hudson vicino al mio incubo.
Iniziai a chiacchierare con i suoi genitori, poi ci fu silenzio e iniziai a guardare il paesaggio scorrere. Ad un tratto sentii la mano di Emanuel avvicinarsi alla mia, provai un brivido lungo la schiena, ma di scatto la tolsi e lo fulminai con lo sguardo.
 
Dopo tre ore di viaggio arrivammo in un Resort a Malibu. Era bellissimo, aveva quattro piscine con scivoli e visto che faceva ancora molto caldo potevamo farci il bagno. Aveva delle camere meravigliose con vista sull’oceano ed era tutto così.. di classe.
Posammo le valigie nella hall e ci sedemmo sui divanetti bianchi che davano su una meravigliosa vista sull’oceano mentre aspettavamo che le nostre stanze fossero pronte.
-Le vostre camere sono pronte, signori. Sono le 111, 112, 113, 114 , passate una bella giornata- disse una ragazza sulla ventina con un sorriso smagliante, capelli raccolti e una divisa con al lato scritto il nome dell’hotel.
-Grazie- dissero i nostri genitori.
-Noi prendiamo la 111, i genitori di Emanuel la 112 e voi quelle due che restano, posate le vostre cose e poi fate quel che volete!- disse mia madre.
-Okay.- dicemmo in coro io e mia sorella.
Entrammo in camera, non potevamo credere ai nostri occhi! C’erano due meravigliosi letti singoli, con lenzuola bianche e copriletti azzurri che davano l’idea delle onde del mare, ognuno con i rispettivi comodini, anch’essi bianchi, poi c’era un grande terrazzo che affacciava sul mare e dove c’erano sedie, due tavolini e quattro lettini per prendere il sole. Il paradiso.
Mentre sistemavo le nostre cose Emanuel piombò in camera mia.
-Cosa ci fai qui? Poi non si bussa?- urlai.
-Ma infatti sono entrato dal bagno, è una camera comunicante, piccola- disse ridacchiando.
-Oh, ci mancava solo questo!- dissi passandomi le mani in faccia.
-Cosa vuoi farci,piccola? E’ destino…- disse avvicinandosi a me.
- Destino cosa?- dissi tremante sentendo il suo respiro sempre più vicino..
-Che dobbiamo stare insieme, piccola- disse avvicinandosi ancora più a me.
Il cuore iniziò a battermi, tremavo tutta e stavo provando una sensazione ‘strana’.
-Invece no.- dissi spingendolo via da me –E non chiamarmi più piccola!-
-Vedremo!- disse andandosene in camera sua.
Mia sorella tornò poco dopo dal terrazzino, dove si era messa a giocare con il fratellino di Emanuel, Riley.
-Andiamo a nuotaree? Dai, daii!- urlò mia sorella saltellandomi intorno.
-Okay! Aspettami fuori, mi metto il costume e vengo- dissi sorridendole.
Prima di spogliarmi chiusi il balcone, le tende e andai a chiudere la porta del bagno a chiave… solo che non si chiudeva! ‘Fortunatissima’ pensai.
Misi una sedia vicino la porta e mi cambiai velocemente. Misi un costumino a fascia e a brasiliana della FixDesign rosa, con delle piccole balze che cambiavano di tonalità, passando dal più chiaro al più scuro.
-Eccomi- dissi uscendo dalla stanza e stringendo un pareo rosa in vita.
Mia sorella mi tese la mano e andammo in piscina.
C’era una marea di gente, nonostante non fosse quasi più periodo, ma c’erano moltissimi lettini e le piscine erano enormi. Io e mia sorella ci tuffammo, giocammo insieme, facemmo delle ‘immersioni’ e acquagym; e dopo due ore intere in acqua uscimmo.
Ci sdraiammo sui lettini e prendemmo un po’ di sole. Ad un tratto, BAAAAAAMM qualcuno mi bagnò tutta buttandomi un secchio d’acqua addosso.
Mi alzai di scatto spalancando la bocca.
-Brutto stronzo!- urlai.
Emanuel iniziò a ridere e smise dopo cinque minuti.
-Hai finito? Ora ti uccido!- dissi alzandomi dal lettino.
-Hahahahaha vieni a prendermi, allora!- disse.
-Corri o sei morto.- dissi. Iniziammo, poi, a rincorrerci come due bambini.
Ci rincorremmo per tutto il villaggio e poi, arrivati sotto l’hotel, riuscii finalmente a bloccarlo con le spalle contro il muro. Respiravamo affannosamente e il cuore mi batteva all’impazzata.
-Allora? Cosa vorresti fare per punirmi?- disse, sentivo il suo fiatone sulla mia pelle.
-Mhmh- sospirai avvicinandomi a lui, i nostri respiri erano sempre più vicini, come le nostre labbra..
-Questo!- dissi e poi iniziai a solleticarlo ovunque.
-S-s-tronza! Soffro il solletico!- disse ridendo.
-Così impari!- dissi continuando.
Dopo un momento pieno di risate e di spensieratezza ritornammo in piscina. Era stato così strano.. non mi era sembrato di essere con Emanuel Hudson, quello che ogni giorno mi torturava, mi rendeva ansiosa e mi faceva stare malissimo.. era diverso, e non riuscivo a capire nulla, il buio totale.
 
 
La sera, dopo cena, visto che non c’erano spettacoli non uscimmo, anche perché avevamo passato una giornata molto divertente ma allo stesso tempo stancante, così i nostri genitori rimasero a parlare al bar e noi ragazzi andammo ognuno nella propria camera.
-Che facciamo?- disse mia sorella
-Nulla, ci rilassiamo- risposi continuando a scrivere.
-Daii! Mi sto annoiando! Posso giocare con Riley?-
-No, dai. Può essere che non vuole….-
-Daaai, ti preeego!- mi disse con gli occhioni da cucciola.
-Okay, mettetevi a giocare sulla terrazza ma, mi raccomando, sii responsabile e non sporgetevi!- dissi sorridendo.
-Grazie, sorellona- disse dandomi un bacio sulla guancia.
Mia sorella aprii la porta del bagno e spalancò la porta della camera di Emanuel..
-Jenny!! Dovevi bussare!- dissi andandole dietro. –Scusatemi, non ci ha pensato a bussare..-
-Non fa nulla- disse Emanuel sorridendomi.
-Okay- sorrisi e ritornai in camera mia.
Andai sul letto e iniziai a scrivere tutto quello che mi passava per la testa su twitter, quello era il mio diario segreto, lì scrivevo ogni singolo pensiero e riflessione, era il mio mondo.
Sentii bussare.
-Posso?- disse una voce.
Mi girai e vidi Emanuel vicino la porta.
-Si- dissi chiudendo la pagina twitter dal mio cellulare.
-Scusa il disturbo ma.. mi stavo annoiando e visto che anche tu eri sola ho pensato di venirti a fare compagnia- disse sedendosi sul letto.
Non sapendo cosa rispondergli sorrisi. Insomma, mi faceva piacere e avrei voluto farlo io, ma non dovevo.
-Oggi mi hai proprio fatto morire con quel solletico, ti sei vendicata bene- disse ironicamente.
-Infatti non mi sono vendicata, quella era solo una piccola parte- dissi.
-Mh.. che paura!- disse alzando le mani.
-Vedrai- dissi maliziosamente.
Emanuel scoppiò in una rumorosa risata contagiosa, che fece ridere anche me.
Continuammo a parlare, dei professori, dei ragazzi idioti della nostra scuola e di quanto fossero noiose le lezioni di scienze.
-Cosa sono questi?- disse indicando i miei polsi.
-Niente- dissi coprendoli, avevo dimenticato il braccialetto, cazzo.
-Questi non sono ‘niente’, questi sono tagli..- disse.
-La gatta di mia nonna mi ha graffiata- si, la gatta…
-No, non ti credo.- disse serio.
-Okay, è tardi, buonanotte- dissi alzandomi e aprendo la porta.
-No.. vogl..- disse.
-Ho detto buonanotte- dissi alzando la voce.
-Notte- disse uscendo dalla stanza.
Feci entrare mia sorella, ci lavammo e poi la misi a letto.
-Buonanotte, principessa- le sussurrai dandole un bacio sulla guancia.
-Notte- disse sorridendo.
Prima di andare a lavarmi iniziai a pensare a quello che era successo poco fa con Emanuel e capii che ero stata fin troppo acida. Uscii e andai a bussare alla sua porta.
Venne ad aprirmi in mutande.
-Senti, volevo solo chiederti scusa per come ti ho trattato prima..- dissi tutto d’un fiato, io mi stavo scusando con Emanuel Hudson? Non poteva essere.
-Non preoccuparti- disse sorridendomi.
-Si, invece, tu sei andato a toccare un argomento molto difficile per me, e ogni volta che si inizia a parlare di questo mi agito, inizio a parlare e ad arrabbiarmi…- le mie parole furono interrotte dalle sue labbra sulle mie. Fu un bacio così.. dolce.
Rimasi senza parole, rimasi a fissarlo, era così fottutamente perfetto.
-Buonanotte- disse dandomi un bacio a stampo e sorridendomi.
-Notte- dissi a bassa voce ritornando in camera mia.
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                          


Ecco un nuovissimo capitolo :) Spero vi piaccia e che recensiate, dandomi consigli o dando pareri. Un bacio :*
Hil.







 















  
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