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Autore: heywilliam    02/05/2013    1 recensioni
spoiler 5x13
Le guance incavate formavano delle strane ombre sul viso del re, le sopracciglia inarcate per la concentrazione gli davano un' aria triste.
E lo era davvero, probabilmente. “A causa dei miei poteri” pensò Merlin.
Dei poteri così smisurati, eppure così inutili davanti alla Magia Oscura che lentamente divorava il corpo del ragazzo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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This is the real magic

Quella notte il cielo era nuvoloso, ma uno spicchio di luna sorrideva ai due viaggiatori, aprendosi un varco tra le nubi e illuminando il pallido viso di Arthur.
Erano a poco più di un giorno di viaggio da Avalon, e Merlin si domandava per quanto altro tempo sarebbe riuscito a trattenere le lacrime.
Sedeva di fronte al re e si domandava quali fossero i suoi pensieri, mentre fissava la luna.
Le guance  incavate formavano delle strane ombre sul viso del re, le sopraciglia inarcate per la concentrazione gli davano un’ aria triste.
E lo era davvero, probabilmente. “A causa dei miei poteri” pensò Merlin.
Dei poteri così smisurati, eppure così inutili davanti alla Magia Oscura che lentamente divorava il corpo del ragazzo.
Chissà se Arthur lo odiava ancora, chissà se sarebbe mai riuscito a perdonarlo.
Il re si voltò improvvisamente verso il mago «Vieni a sederti qui» gli disse, in un sussurro, sfiorando con la mano il terreno accanto a sé.
Merlin esitò per un secondo, sorpreso; poi si alzò e si avvicinò all’amico, sedendosi alla sua destra.
Solo sentire il suo calore gli dava conforto. E lo stesso era per Arthur, che dischiuse le labbra, ma non disse nulla.
«Mi dispiace» fu Merlin a parlare. Ogni parola era un sasso che faticava a raggiungere le labbra.
Arthur scosse la testa, per poi abbandonarla sulla spalla dell’amico. «Dispiace a me, per essere stato così stupido»
Gli occhi di Merlin racchiudevano sorpresa e gioia infinita, e Arthur gli sorrise quando, guardandolo in viso, se ne accorse.
Ma il biondo assunse quasi immediatamente un’espressione seria, dettagliali in parte dal dolore fisico, in parte dallo sguardo dell’amico fisso nel suo.
«Sei sempre tu. Lo so questo, e l’ho capito solo ora. E mi vergogno di aver dubitato anche per un solo momento del nostro rapporto» asserì Arthur.
Merlin gli mise dolcemente una mano sulla spalla «È un sogno per me sentirtelo dire» disse sussurrando.
I muscoli dei volti di entrambi diventarono tesi, quando i due si resero conto della breve distanza che li separava.
Le labbra tremanti e gli occhi danzanti sui lineamenti dell’altro.
Arthur pose una mano sul braccio teso dell’amico, continuando a guardarlo, cercando di leggere in quegli occhi così potenti. Probabilmente vi trovò qualcosa di altrettanto forte.
Quando i due finalmente si baciarono il tempo sembrò fermarsi, il fuoco accese le loro lingue, e Avalon sembrò più vicina.
E finché non si separarono, nessuno dei due si rese conto di ciò che accadeva, perché l’emozione impediva il flusso dei ricordi, dei pensieri, del sangue.
Ma quando si divisero, le lacrime di entrambi divennero un’unica pioggia, il tremore scuoteva un unico corpo invece che due.
«Merlin…» disse il re guardandolo con difficoltà negli occhi, accecato dalle lacrime e con la fronte premuta sulla sua.
«Io… Mi dispiace, Arthur» eppure lo stregone avrebbe dato volentieri via i suoi poteri, per rivivere un momento simile.
«No, Merlin, io… Non potevo morire senza averlo fatto almeno una volta…» sussurrò il re tra i singhiozzi.
Merlin non rispose, semplicemente mise una mano sulla nuca dell’amante e fece lentamente scivolare le dita tra i suoi capelli d’oro.
«Merlin…» lo richiamò Arthur.
«Dimmi, sire»
«Spogliami, per favore» ordinò il biondo in una smorfia di dolore.
Merlin lo guardò intensamente negli occhi, e scosse la testa contrariato «Sei debole, e non possiamo…»
«Sono il tuo re e tu se il mio servitore, e ti sto ordinando di togliermi i vestiti»
Quando Merlin scosse nuovamente la testa, Arthur tentò di sfilarsi gli stivali contraendosi per il dolore, ma fu fermato dalla presa decisa del suo servo.
Dolcemente Merlin spogliò Arthur della sua cotta di maglia, poi gli sfilò la camicia insanguinata all’altezza del fianco, lasciando piccoli baci sulla pelle chiara dell’uomo.
La ferita era rossa, ma la pelle tutta intorno era annerita, bruciata, quasi come brace spenta.
Quando lo stregone sfilò i calzoni ad Arthur, per la prima volta interrompendo il contatto visivo con lui, la timidezza gli invase le gote e la mano del re gli strinse il polso.
Con qualche sforzo Arthur riuscì a sfilare a Merlin la sua giacca; lo avvicinò e gli tolse la sciarpa, per poi immergersi nella morbidezza del suo collo.
Quando tutti gli indumenti furono fatti scivolare via dai corpi tremanti dei due, questi si strinsero sotto una coperta ed esplorarono la pelle dell’altro con le dita ruvide.
Nuca, clavicola, petto e infine inguine furono le tappe del loro valoroso viaggio.
 «Voltati» sussurrò con voce roca Arthur all’orecchio del compagno.
Il buon senso di Merlin gli imponeva di obiettare, ma cos’è il buon senso di fronte a una richiesta dell’uomo che per così tanto tempo si è amato?
Perciò si voltò, e arrivando con una mano a sfiorargli il punto più basso della schiena disse «Fai piano, sei molto debole…»
E subito dopo si sentì pieno di Arthur, come non lo era mai stato e come da sempre aveva desiderato.
I sospiri di uno rispondevano a quelli dell’altro, in una canzone che raccontava di due uomini che insieme avevano affrontato ogni tipo di male senza la minima esitazione, ma che avevano sempre avuto paura dell’amore che provavano l’uno per l’altro.
E ormai il dolore di Arthur era anche di Merlin, la ferita bruciava sulla pelle bianca del servo, e la scheggia della spada di Mordred mirava al cuore di entrambi.
L’ultimo gemito dei due risuonò nella foresta deserta, e benché entrambi fossero consapevoli di dover riposare, Merlin si voltò e i due restarono a fissarsi.
Il sudore sui loro colpi rifletteva la luce della luna, che illuminava gli occhi incavati di Arthur e le labbra socchiuse di Merlin.
«Merlin, adesso ho capito»
«Cosa?»
«Questa è la vera magia…» 



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Note:
Beh, salve!
Dopo aver passato gli ultimi due mesi della mia vita immersa nella dipendenza
da questo telefilm, sono finalmente pronta a pubblicare questa one shot cosa,
sperando che sia di vostro gradimento :) siate buoni, è la prima volta
che scrivo in questo fandom, e non credo di riuscire a esprimere al meglio
tutto l'amore che provo per questa serie tv e per questa coppia.
- Ines
ps: alla ricerca di un titolo migliore!
  
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