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Autore: itsmegiulia    02/05/2013    6 recensioni
"Hi vivunt, qui e corporum vinclis tamquam e carcere evolaverunt, vestra vero quae dicitur vita mors est."
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Breathe.
 

Consiglio di leggere con 'Turn Your Face' delle Little Mix come sottofondo musicale, visto che questa canzone mi ha ispirata molto.
 



 

Ho ricevuto quella chiamata tre minuti fa e già sfreccio tra il traffico, zigzagando fra le vetture più lente.
Il mio piede preme sull'acceleratore fino a farmi male, ma non lo sento, non ci faccio caso.
Devo andare da lui.
Il finestrino è aperto, l'aria fredda di inizio gennaio mi colpisce sul volto, arrossandomi gote e naso, ma non faccio caso neanche a questo.
Percepisco le lacrime scorrermi sul viso, mentre mi avvicino alla mia meta.
Lacrime gelate, lacrime amare, lacrime di dolore.
Solo tante lacrime.
Respiro.
Non è ancora detta l'ultima parola, non è ancora tutto perso.
Mentre suono il clacson, invitando gli altri a muoversi, il mio pensiero vola a quando ci siamo conosciuti.

 

Passeggio tranquillamente per i corridoi della scuola durante la ricreazione, tenendo il libro di letteratura latina sotto il braccio, mentre mi dirigo al mio posto preferito per ripassare: la scala antincendio, quella vecchia, arrugginita e pericolante.
Mi piace perchè non la considera mai nessuno, è abbandonata a sé stessa, ed è vittima del tempo.
Gli anni passano e lei non fa nulla per cambiare, per farsi notare, per mettersi in gioco.
Potrebbe smettere di arrugginire e diventare splendente, riflettendo i raggi del sole.
Potrebbe farsi più sicura, con salde fondamenta, ed essere un punto di ritrovo per gli studenti.
Potrebbe dare una svolta alla propria vita.
Ma non lo fa.
Non fa nulla.
Ed io sono come lei.
Da sempre sono classificato come un ragazzo serio, 'secchione', che ama leggere e vedere i vecchi film muti.
Troppo noioso per i miei compagni di classe.
Troppo noioso per la mia famiglia.
Troppo noioso per il mondo.
Per questo ora mi ritrovo qui, come ogni giorno, a studiare da solo, anzi, in compagnia di questa scala che è come me.
Inesorabilmente uguale e monotona, troppo noiosa, anche lei, per il resto del mondo.

Posso sedermi qui? Vorrei ripassare in un posto tranquillo.” una voce sconosciuta mi distrae dal mio passaggio preferito del Somnius Scipionis*, e mi porta ad alzare il viso verso di lei, anzi, lui.
È un ragazzo colui che ha parlato.
È alto, moro, con la pelle ambrata.
È nuovo, non l'ho mai visto.. ma, sinceramente, non faccio molto caso agli altri, come loro non fanno caso a me.
Mi sorride e capisco che ancora non ho risposto alla sua domanda.

Certo, accomodati.” rispondo, sorridendogli di rimando.
Sono curioso, voglio sapere qualcosa su di lui.
Chi è? Perchè è venuto qui? Studia molto anche lui? Gli piacciono i film muti? È come me?
Non faccio neanche in tempo a formulare una domanda, che lui parla di nuovo.

Sono Zayn, piacere.” mi dice, e solo allora noto che è seduto sul mio stesso gradino.
Mi tende la mano e la stringo, presentandomi. “Liam, piacere mio.”
Zayn mi sorride, di nuovo, poi abbassa lo sguardo sul libro aperto sulle mie gambe.

Cicerone?” mi chiede, sporgendosi un po' per leggere.
Evidentemente gli occhiali che ha sul naso non sono della gradazione giusta.
Gli rispondo con un flebile “Sì..”, appena sussurrato, visto che il contatto con i suoi capelli che, da quando si è chinato a leggere, mi solleticano il collo, mi provoca una (s)piacevole sensazione alla bocca dello stomaco.

Hi vivunt, qui e corporum vinclis tamquam e carcere evolaverunt, vestra vero quae dicitur vita mors est.”** recita le parole che stavo leggendo prima che venisse lui, e sorrido.
Forse è come me.

Mi piacciono i tuoi capelli.


E sì, mi piacevano davvero.
Erano morbidi e profumati, e Zayn si divertiva sempre a sistemarli in modo bizzarro.
Parlo al passato perchè quei capelli, oggi, non ci sono più.
Hanno iniziato a cadere mesi fa e non sono più ricresciuti.
Parcheggio l'automobile e scendo velocemente, ansioso di varcare le porte di quell'edificio da cui avevo ricevuto la chiamata: l'ospedale.
Guardo il cielo e penso a quel giorno, il più bello della mia vita.

Edonè*** o Eudaimonia****?” mi chiede, durante il nostro appuntamento di studio settimanale.
Filosofia era la materia su cui concentrarci.

In che senso?” gli rispondo, alzando gli occhi dal libro evidenziato e sottolineato ai limiti del possibile.
Quale sceglieresti? Edonè o Eudaimonia?”
Eudaimonia, penso.”
Perchè?” chiede subito dopo, guardandomi con quei suoi occhi color nocciola.
Perchè penso che l'Edonè non possa bastarmi. Voglio una felicità duratura, non momentanea. I soldi, i piaceri materiali, non comprano la felicità.” gli espongo il mio pensiero, tornando poi a concentrarmi su Socrate, visto che sembra non aver intenzione di continuare il discorso.
E l'amore?” riprende con le sue domande, qualche minuto dopo.
L'amore compra la felicità?” mi domanda, mordendosi internamente la guancia.
No, l'amore non compra la felicità. L'amore è la felicità.” gli spiego, spostando l'ennesima volta gli occhi su di lui.
Permettimi di renderti felice.” mi dice, ad un tratto, spiazzandomi del tutto.
Lasciati amare.” continua, prendendomi la mano.
Sono arrossito, sento il calore sulle mie guance.
Non c'è bisogno che io risponda, lui sa già tutto.
Si sporge dal tavolo e, con un po' di insicurezza, fa incontrare le nostre labbra.
Mi bacia dolcemente, poi si stacca e mi sorride.

Leeyum, respira.” si burla di me, riprendendo poi a baciarmi.


Sono dentro, tutto attorno a me è bianco, giusto le divise degli infermieri e il legno di qualche mobile donano un po' di colore a quel luogo.
Ci sono tante persone, sembra una piccola città: donne, uomini, bambini, vecchi.. ci sono tutti, e di qualsiasi nazionalità.

Ma il capodanno pakistano è diverso dal nostro?” gli chiedo, indossando il mio giubbotto, pronto per andare in terrazzo a godermi il panorama, decorato dai fuochi di artificio, insieme al mio ragazzo.
Non dovrebbe, ma possiamo sempre chiedere a mio padre.” mi risponde, sistemandosi un'ultima volta i capelli.
Che poi, con te, capodanno è tutti i giorni.” aggiunge, stampandomi un bacio sulla guancia, per poi trascinarmi fuori al freddo.
Cioè?” gli domando, salendo insieme, passo dopo passo, i gradini che portano alla nostra destinazione.
Respiro a pieni polmoni quell'aria pungente, per lasciarmi guidare dal mio moro fino alla terrazza, perso nelle mie riflessioni.
Ogni passo fatto sulla scalinata, appena qualche attimo prima, può stare a rappresentare simbolicamente il percorso che abbiamo compiuto fino ad ora.
Lui mi ha cambiato, mi ha aiutato a diventare ciò che sono sempre voluto essere, mi ha trasmesso la voglia di vivere e di andare avanti quando ormai non avevo più nulla.
Io non so cosa ho fatto per lui.
Al liceo lo aiutavo a studiare, ma non si può comparare con ciò che ha fatto e che fa per me.

Allora hai capito, Lee?” conclude il suo discorso, guardandomi serenamente.
Mi mordo le labbra e abbasso lo sguardo, dispiaciuto: non avevo sentito una parola.

Me lo puoi riassumere brevemente?” gli domando, sperando che non si arrabbi.
Va bene. Mh, vediamo..” mi risponde, grattandosi il mento, poi mi sorride e mi bacia dolcemente, all'ultimo rintocco della mezzanotte del nuovo anno.
Ti amo. Sei il mio inizio e la mia fine.”


Cerchi qualcuno, ragazzo?” mi chiede una tenera vecchietta al banco informazioni.
Mi avete chiamato una decina di minuti fa.. sono qui per il signor Zayn Malik.” dico, provando a mantenere un tono di voce tranquillo e a non piangere davanti a tutti.
Secondo piano, stanza 73B.” mi risponde velocemente, data la gravità della situazione.
La ringrazio con un cenno di capo ed entro rapidamente in ascensore.
Mi guardo attorno, e non posso fare a meno di notare gli specchi che lo compongono.
Mi vedo rifletto e passo istintivamente la mano tra i miei capelli, tenuti cortissimi da circa un anno.


Lo vedo tornare a casa, con l'aria sconvolta, e corro da lui ad abbracciarlo.

Zayn, cosa succede?” chiedo allarmato, passando più volte le mani sul suo viso e baciandolo ripetutamente.
Non preoccuparti.. va.. tutto bene.” prova a rassicurarmi, sorridendo, ma so che qualcosa non va, lo conosco troppo bene.
Dimmi la verità, per favore.” insisto, irremovibile.
'Nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia' abbiamo giurato il giorno del nostro matrimonio, e io sto solo mantenendo ciò che che ho giurato.

Devi promettermi alcune cose, prima.” dice, guardandomi con serietà, ma, nonostante ciò, con amore.
Tutto quello che vuoi, lo sai.” rispondo istintivamente.
Leeyum, ascoltami..” mi riprende, intrecciando le nostre mani e portandomi verso il divano, sul quale ci sediamo.
Respira, e mi guarda.

Promettimi che qualunque cosa mi accada, tu non ti lascerai mai abbattere.” inizia, mordendosi più volte le labbra, trattenendo le lacrime.
Perchè? Zayn, cosa succede?” ripeto la frase con cui l'ho accolto in casa, percependo un'orribile sensazione.
Promettimelo.” incalzò, guardandomi negli occhi.
Te lo prometto.” rispondo, sapendo, in realtà, che, senza di lui, io non avrei mai potuto vivere.
Promettimi che sarai forte, in qualsiasi occasione.”
Te lo prometto.”
“Promettimi che se tra noi dovesse finire, tu andrai avanti e ti farai una nuova vita.”

Te lo prometto.” siamo entrambi in lacrime, lo guardo aspettando che parli, che dica qualcosa.
Respira, respiro anche io.

Ho un tumore.”


Mi asciugo il viso con un fazzoletto, provando a nascondere la crisi di pianto avuta tra quelle quattro mura metalliche.
Cerco di sistemarmi al meglio, e finalmente arrivo al suo piano.
Ripenso a quando c'eravamo tagliati i capelli insieme: lui per la chemioterapia, ed io per essergli ancora più vicino.
Ripenso a tutti quegli anni passati insieme, a come lui sia stato per me sempre e solamente l'unico.
Ripenso ai baci, alle carezze, ai 'ti amo'.
Ripenso a quanto sia stato fondamentale nella mia vita.
Ripenso anche alla chiamata ricevuta quella mattina: “Le condizioni del signor Malik si sono aggravate pericolosamente, non sappiamo con certezza quanto tempo abbia. Ci dispiace.”
Respiro profondamente e varco la soglia della stanza 73B.
Lo vedo, è lì, non sembra lo stesso Zayn che avevo conosciuto quel monotono giorno del terzo superiore.
È magro, pallido e ha delle occhiaie vistose.
I suoi capelli neri non incorniciano più il suo viso.

Leeyum..” sussurra con difficoltà il mio nome, e mi sorride.
Non è il suo solito, vecchio, sorriso.. è spento.

Zayn..” lo chiamo a mia volta, avvicinandomi velocemente a lui.
Porto lo sgabello accanto al suo letto, e mi siedo lì, prendendo la sua esile mano.

Ho insistito così tanto affinché ti chiamassero il prima possibile..” parla con fatica, tossisce appena.
Non ti sforzare, va bene così, davvero..” non voglio si sforzi, non deve peggiorare la sua situazione.
Fammi parlare..” prova ad usare il suo tono autorevole, ma sembra un bambino.
Mi si stringe il cuore a vederlo così.
Annuisco e lui inizia a parlare.

Ti ho fatto venire perchè ho bisogno che tu mi prometta di nuovo ciò che mi hai promesso tempo fa, quando ti ho confessato cosa avessi..” no, quello no.
Lo sa anche lui, sa che non manterrei mai quella promessa.

Lee..” mi richiama, in attesa della risposta.
Te lo prometto.” lo rassicuro in quel momento, guardandolo poi sorridermi debolmente.
Ti ho fatto venire qui perchè sei il mio inizio e la mia fine, ricordi? Con te ho iniziato a vivere davvero e con te smetterò di farlo..” una coltellata al cuore, quelle parole.
Se ne sta andando, lo sente.

Prendi questa..” aggiunge, porgendomi una bustina bianca e fragile come lui, che metto subito in tasca.
Aprila quando sarai fuori di qui..” non ce la faccio più, piango.
Zayn, ti amo così tanto..” dico con tutta la sincerità possibile, asciugandomi rapidamente le guance.
Allora baciami..” non me lo faccio ripetere una seconda volta e poggio delicatamente le labbra sulle sue, in un disperato bacio di addio.
Mi scosto appena e lo guardo: mi sorride, chiude gli occhi e respira.
Per l'ultima volta.


 

***



Apro quella bustina una volta a casa, seduto sulla metà di letto che sa ancora di lui.
Contiene un ritaglio, un frammento, di una pagina di un vecchio libro, un po' ingiallito, con una frase scritta a matita, vecchia anch'essa.
Riconosco il mio libro di letteratura, e la sua scrittura.


Hi vivunt, qui e corporum vinclis tamquam e carcere evolaverunt, vestra vero quae dicitur vita mors est.”**
Quelli che se ne vanno, restano sempre nel cuore di chi li ha amati, che sia nella vita o nella morte.
Per quanto riguarda me, noi, non me ne andrò mai, e se lo farò, non sarà mai per mia volontà.
Se un giorno non dovessi essere più al tuo fianco, chiudi gli occhi, portati una mano sul cuore e respira.
Io sarò il tuo ossigeno.







Angolo autrice.

*Somnius Scipionis: il sesto libro del De re publica di Cicerone.
**“Hi vivunt, qui e corporum vinclis tamquam e carcere evolaverunt, vestra vero quae dicitur vita mors est.”: Loro vivono, coloro che volarono via dalle catene del corpo come da un carcere, la vostra che è chiamata vita, in verità è la morte.
***Edonè: in greco, 'piaceri materiali'.
****Eudaimonia: parola greca che indica la felicità interiore.

Ringrazio principalmente la mia prof. di letteratura latina e il mio prof. di filosofia per avermi ispirato questa storia.. sembra strano ma è così.
Ringrazio voi che state leggendo, voi che recensirete, voi che aggiungerete la one shot alle preferite, seguite, ricordate ecc.
Ringrazio chiunque abbia pianto leggendo queste righe perchè io, scrivendo, ho allagato casa.
Spero vi sia piaciuta, alla prossima one shot/long.
Fate un salto dalla mia long larry: 'You saved me'.

Un bacio, Giulia.

Twitter: @xlovemelovato
Ask: itsmegiulia

 

  
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