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Autore: troublemakers    02/05/2013    11 recensioni
Lei ha smesso di credere.
Il biondo la aiuterà a ritrovare la speranza, il riccio la confonderà.
Lei scoprirà di non essere quella che credeva.
Gli occhi azzurri le daranno conforto, gli occhi verdi la tenteranno.
Lei dovrà fare delle scelte.
Il sorriso innocente irlandese la illuminerà, quello misterioso e inglese la farà prendere una strada difficile.
Lei non saprà cosa fare.
Entrambi la amano. Entrambi faranno di tutto per averla. Entrambi hanno storie diverse,alle spalle.
E lei cercherà di resistere, ma ... quando sei fragile, basta un colpo di vento per farti crollare. Quando il tuo cuore è ferito non è facile curarlo. Soprattutto se non usi le medicine giuste.
E in particolare se quella medicina errata è l'amore.
L'amore può sbagliare, fa soffrire, fa piangere. E l'amore può FAR sbagliare, può portare alla pazzia ... alla morte.
To love's mistakes ... who will survive?
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Incest
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CAPITOLO UNO: “It’s time

 

 

-Alzati Luna, faremo tardi all'aeroporto-.

Dissi qualcosa del tipo -mhhh ancora cinque minuti- infilando la testa sotto al cuscino, mentre mio fratello apriva le serrande.

Odiavo il fatto che lui fosse così mattiniero. O ... forse odiavo la mattina, ma è uguale. Qualsiasi cosa che consistesse nello "svegliarmi" e nel "buttarmi giù dal letto" andava contro ogni mia morale.

Prima o poi mi sposerò un letto, e allora nessuno potrà mai dividerci,tiè.

-Tra te e un ghiro non so chi sia più dormiglione, siamo già tutti pronti tranne te- continuò lui, finendo di prendere le ultime cose rimaste in quella stanza ormai vuota.

-Come al solito ...- borbottai aprendo un occhio. Cazzo, odiavo la luce, di mattina ancora di più, e feci uno sforzo disumano per abituarmici.

-Ma se mi lasciaste qui?? Potrei vivere in una scatola insieme ad un barbone nei dintorni! O potrei aggregarmi a qualche circo di passaggio-proposi stiracchiandomi, ancora parecchio assonnata, mentre appoggiavo i piedi a terra.

-Ma santo cielo, fa un minchia di freddo!- esclamai pochi istanti dopo, mentre un brivido mi percorreva tutto il corpo. Il pavimento gelato e la temperatura bassa che c'era avrebbero benissimo potuto contribuire a farmi diventare un surgelato. 

A Liam scappò una risata e mi domandò

-Uhh, l'idea del circo non è male. Ma che potresti fare?-, lo guardai trattenendo una risata

 - Potrei addestrare delle pulci!Farle saltare nel cerchio infuocato, farle rotolare, giocare...hai presente, no? "Luna Payne e le sue pulci addestrate!" . Non suona male! O magari fare la scimmia! Che ne pensi?- proposi.

Rise ancora. Era davvero tenero, quando sorrideva, e assumeva quell'espressione così buffa.

Mi spiegate per quale fottuto motivo la genetica è così stronza?!?

Liam era il modello di ragazzo perfetto, con quei suoi occhioni dolcissimi, i capelli mossi, la risata più piacevole dell'universo ... mentre io non assomigliavo un poco nè a lui, ne al resto della mia famiglia.

 Bah. Fatto sta che, comunque, Liam aveva più fortuna di me in tutti i campi.

 Tutto il carisma e il talento se l'era presi, senza dubbi, Liam, e a me era rimasto quel poco di ironia e anche qualche dose di freddezza. Lui, il tipico popolare, io, la tipica asociale depressa, tanto per cambiare 

-Opterei per la prima cosa. Sai, come scimmia ammaestrata non ti ci vedo molto ... non credo sia possibile addomesticarti!- affermò, tirandomi maglietta e jeans, divertito - Tra 15 minuti devi essere pronta, altrimenti ce ne andiamo e ...beh, cara mia, ti toccherà trovare delle pulci al più presto!- mi ricordò in fine, uscendo dalla mia stanza.

Sbuffai.

Avete presente quella vocina che invoglia a fare tutto?? Beh, io non ce l'ho mai avuta, probabilmente.

Mentre mi vestivo, mi guardavo intorno ... da lì a poco, avrei lasciato quell'appartamento in cui ero cresciuta, pieno zeppo di ricordi della mia infanzia.

Ricordavo ancora tutti quei momenti speciali passati lì: Liam che mi rincorreva dappertutto, i disastri in cucina, le notti tempestose trascorse nel grande letto di mamma e papà, le feste di compleanno nel grande salone, le litigate, i pranzi di famiglia ... e poi la mia stanza, il mio "covo" per tutti quegli anni, quella tana in cui mi ero rifugiata così tante volte, sotto le coperte, con la porta serrata, le pareti tappezzate di poster, un disordine perenne, la librieria stracolma di libri, pile di cd, la grande finestra che dava sulla città ...

Sentivo la testa scoppiarmi, era invasa da pensieri di tutti i tipi, e soprattutto di immagini e voci passate. 

E tutti quei ricordi portavano a una persona sola: mio padre.

Cazzo Luna, smettila. Smettila di pensare, sbrigati e vattene da qui, ti fa male questo posto.

Mi finii di preparare, afferrai tutto ciò che rimaneva della mia vecchia vita, infilai le cuffiette nelle orecchie, con la musica a palla, e mi avvicinai alla porta.

 

"I don't ever want to let you down 

I don't ever want to leave this town 
'Cause after all 
This city never sleeps at night 
It's time to begin, isn't it?  

I get a little bit bigger, but then I'll admit 
I'm just the same as I was 
Now don't you understand 
I'm never changing who I am "

Fottute canzoni strappalacrime che arrivano casualmente sempre nel momento giusto. Un ringraziamento speciale agli Imagine Dragons nella mia play list in riproduzione nel cellulare, che con la loro It's time, avevano centrato in pieno il mio stato d'animo, cacciandomi fuori una lacrima. 

"non vorrò mai abbatterti,non vorrò mai lasciare questa città,perchè dopo tutto questa città non dorme mai di notte. 
è tempo di iniziare, vero?  diventerò un po' più grande, ma poi ammetterò che sarò lo stesso di quel che ero, adesso non capisci che non cambierò mai quello che sono" .

Mi passai la manica della felpa sulla guancia, sospirai.

Beh ... è ora di andare.

Com'è che si dice? Chiudi una porta, apri un portone. 

Quello era il momento di chiudere QUELLA porta, per sempre. Un passo fuori dalla soglia ed ... ecco che mi ritrovai fuori. Fuori dal vecchio capitolo, che racchiudeva 17 anni della mia vita.

Presi l'ascensore, e in pochi minuti, mi ritrovai fuori dal grande palazzo.

Mio fratello e mia madre mi aspettavano in macchina, con quei pochi bagagli a mano che avevamo, dato che il resto delle cose era già stato spedito a Londra.  Sicuramente il passaggio Londra-New York non sarebbe stato affatto facile. New York era la mia città, e l'avrei lascaita, come un mucchio di altre cose.

Entrai nell'auto, chiudendo lo sportello con forza. Liam mi lanciò uno sguardo, come per dire "andrà tutto bene", e poi si mise alla guida. 

-Allora ... si parte- dissi portando lo sguardo fuori dal finestrino.

 Mia madre, seduta vicino a mio fratello,mentre rigirava un anello nelle mani, freneticamente, si voltò verso di me e mi sorrise dolcmente, anche se era molto nervosa:

-Tesoro ... lo sai come stanno le cose. Dopo anni che tuo padre non c'è più, ho trovato casualmente un uomo che riesce a farmi sorridere di nuovo, un uomo che mi sappia fare felice. Ci trasferiamo per comodità, lì ho trovato un ottimo lavoro, e Jayke è un uomo fantastico, l'avete già conosciuto, è una brava persona. E anche se non l'avete ancora mai visto, ha un figlio.La nostra vita sarà diversa... ma migliore. Ve  lo prometto- .

Il suo sguardo conteneva mille emozioni, nei suoi grandi occhi castani vedevo i sentimenti più svariati: tristezza,felicità,timore,gioia ...

 Non le portavo rancore ... cioè, l'idea di avere un nuovo "padre" non mi piaceva per nulla, il fatto di dover ricominciare di nuovo tutto da capo era qualcosa di veramente doloroso e non avrei accettato subito tutta quella serie di cambiamenti. Ma ... mia madre, da quando aveva conosciuto Jayke Styles, era tornata a sorridere.

E se non mi opponevo a quel trasferimento assurdo, beh, era unicamente per lei. Odiavo vederla soffrire. 

-Lo so mamma ... - dissi trattenendo i miei pensieri.

Liam mise in moto la macchina e partimmo. Osservai quei palazzi, quei ponti, quei monumenti, quei marciapiedi, quei parchi ... tutte quelle cose che avevano fatto parte della mia quotidianità fino ad allora. Addio New York. 

This road never looked so lonely.This house doesn't burn down slowly.To ashes, to ashes

 

 

 

 

 

augh.

ciao gente c: 

ho in mente qualcosa di particolare per questa ff :3 

spero vi piaccia, se faceste qualche recensione, anche minuscola, mi farebbe davvero piacere ^^ 

mi piace sentire i parari degli altri, e come diceva sempre mio nonno "si cresce sbagliando" ... eh si, le sue perle di saggezza. mi mancano ... comunquueeee non siamo qui per contare le zampe dei millepiedi (?).

buona lettura splendori ( idiota, se stanno leggendo questo vuol dire che hanno finito di leggere il testo -.- ahahh ok non fate caso ai miei stupidi pensieri).

  
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