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Autore: illyriaz_shell    03/05/2013    2 recensioni
Kurt, infelice al McKinley, stipula un patto con Sue per trasferirsi alla Dalton. L’assurda condizione: deve rinunciare alla sua voce fino a che non riceverà un bacio del "vero amore", da Blaine ovviamente. Si svolge in parallelo alla Stagione 2, leggermente AU.
Pubblicata: 07-08-11 - Aggiornata: 11-09-11 - Status: Completa
Genere: Angst, Commedia, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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POYW 7 ita

Capitolo 7 - Conversazione: due gentiluomini la evitano se possono


Quando Kurt girò l'angolo, destreggiandosi fra un mare di blazer blu nel trambusto mattutino, teneva la schiena diritta e la testa alta. La determinazione nel suo passo vacillò leggermente quando vide una persona in particolare che portava l'uniforme con la schiena premuta contro il muro fuori dalla classe di francese di Kurt, un ginocchio piegato e la testa girata verso il soffitto.

Kurt raccolse un po' di coraggio e tirò dritto passando oltre il ragazzo,  che si accorse della sua presenza solo mentre lui entrava nella classe ignorando il fatto che stesse chiamando il suo nome e si sedeva in uno dei posti in fondo. Quando fu certo che nessuno stesse guardando si lasciò cadere in avanti, incrociando le braccia sul banco e facendoci cadere la testa sopra.



A pranzo Kurt rise silenziosamente con Jason e André mentre un'altro dei suoi compagni di francese, Richard, faceva lì su due piedi imitazioni del signor Daniels, il loro professore. Il loro divertimento si smorzò un poco quando André si rese conto del ragazzo che stava in piedi di fianco a Richard e fissava Kurt. Pur sentendo il saluto del ragazzo, che chiedeva se poteva parlare un minuto da solo con Kurt, Kurt si rifiutò di dar segni di aver notato la sua esistenza. Quando Kurt si rese conto che l'allegria dei suoi compagni di pranzo era stata rimpiazzata da un silenzio imbarazzante prese il telefono da sopra il tavolo.

Siccome Kurt non stava guardandò non poté vedere l'ondata di sollievo del ragazzo quando cominciò a digitare, né lo sguardo di delusione immediatamente successivo, quando i telefoni di Jason, André e Richard suonarono simultaneamente. Mentre i quattro si scompisciavano dalle risate Kurt poté sentire  solo vagamente il rumore di passi che si allontanavano.

Deglutì rumorosamente.



Kurt era seduto da solo ad un tavolo tra gli scaffali dell'enorme biblioteca della Dalton, 
sotto la luce soffusa, copiando dagli appunti dei suoi compagni e fermandosi ogni 5 minuti o giù di lì per guardare fuori dalla finestra. Da quel punto poteva quasi vedere il sole tramontare, gli spruzzi di arancio e blu colorare il cielo. Si chiese quanto tempo fosse stato seduto lì, appoggiato con la testa su una mano, cancellando un errore o due*, prima che il silenzio pacifico fosse interrotto dalla figura che vedeva con la coda dell'occhio, che prese tranquillamente un posto sulla panchina di fronte, appoggiando le mani una sull'altra e fissandolo intensamente.

Kurt chiuse i libri, fece scivolare la borsa sulla spalla e si alzò per andarsene.

Una mano lo afferrò saldamente il polso. "Kurt, ti prego ..."

Kurt si fermò, seguendo con lo sguardo la mano che lo stava trattenendo su per il braccio, esitando appena alla base del collo, contando il numero di strisce diagonali
blu e rosse che c'erano sulla cravatta che pendeva di lì (ce n'erano rispettivamente 4 e 5). Infine Kurt trovò il coraggio di alzare gli occhi più in alto, per vedere Blaine che lo stava guardando a sua volta, implorante.

La sua corazza si incrinò solo per un momento, come se Kurt avesse lasciato che il peso del suo cuore spezzato strisciasse in avanti per una frazione di secondo, prima che lui riprendesse le redini e fissasse Blaine cercando di trasmettergli fastidio.

"Per favore" ripeté Blaine.

Kurt sbuffò. Fece scivolare la borsa dalla spalla e delicatamente si sedette di nuovo, tirando bruscamente via il polso dalla stretta di Blaine. Poi inarcò un sopracciglio, come a dire "Spara."

"Hai saltato le prove" provò a rompere il ghiaccio Blaine.

Kurt semplicemente sbatté le palpebre, la mascella contratta.

"Non hai risposto a nessuno dei miei sms," continuò Blaine.

Ad essere sinceri Kurt non aveva risposto agli sms di nessuno negli ultimi due giorni, né aveva risposto a nessun messaggio vocale, email, messaggi di Facebook o tweet. Nessuno dei presenti alla festa aveva parlato con Kurt da dopo la festa, ma non è che non ci avessero provato. Al culmine della rabbia, frustrato, ferito, e assolutamente devastato, si sentiva totalmente umiliato che i suoi amici avessero assistito al suo fallimento. Riusciva ancora a vedere le loro facce che lo fissavano, giudicandolo per essersi sbagliato così tanto, per essersi  illuso così tanto, e per aver rischiato il benessere di tutti nel farlo. Non poteva rispondere alle loro domande, e non era dell'umore per provarci.

E di certo non aveva nulla da dire a Blaine: aveva ancora un orgoglio. Aveva imparato la lezione nella maniera più dura già prima d'allora: il rifiuto, il disgusto, era la stessa cosa. Kurt sarebbe andato in giro a testa alta, stando in guardia e con le difese bene alzate**. Non era più affar di Blaine; Kurt avrebbe trovato un altro modo di restare alla Dalton e salvare la voce dei suoi amici. Quindi, tra crisi di pianto e la desolazione più devastante sì, Kurt non aveva risposto a nessuno dei suoi sms.

L'unica interazione col mondo esterno che Kurt aveva avuto era stata una delle mail giornaliere che spediva al padre, in cui mentì e disse stava bene, che era felice e che alla Dalton andava tutto bene, perché se Kurt avesse in un qualsiasi modo fatto capire a suo padre che non lo era probabilmente il sortilegio della Sylvester avrebbe colpito ancora e suo padre avrebbe ignorato completamente i suoi problemi. Il contratto di Kurt gli era costato il suo rapporto con suo padre per un mese; nello stato in cui era Kurt non poteva sopportare che glielo si sbattesse pure in faccia.

"Kurt, che diavolo sta succedendo? Cos'è questa politica*** del silenzio?" chiese Blaine.

Kurt inclinò la testa come a dire davvero?

Blaine ribatté subito "Andiamo, sai cosa intendo. Non mi interessa il tuo mutismo. Diavolo, quasi non ho notato che non parli... eccetto ora, che ti rifiuti di parlarmi."

Kurt girò la testa da un'altra parte e cominciò a tamburellare le dita sul tavolo.

"No, Kurt, non è giusto. Se non vuoi messaggiare con me il minimo che puoi fare è guardarmi perché possa decifrarti. Mi devi almeno quello."

Kurt si rifiutò di spostare lo sguardo dalla finestra.

Blaine sospirò, e girò attorno al tavolo per scivolare sulla panchina di Kurt, intrappolandolo di fatto tra lui e il muro.

"Bene. Allora ascolterai in gran dettaglio la descizione di come mi stai facendo andare via di testa."

Kurt si morse il labbro, continuando a rifiutarsi di guardare Blaine, ma facendogli un gesto per dirgli che gliel'avrebbe permesso. Anche se lo stava uccidendo dentro essere così vicino a Blaine, anche se lo voleva così tanto e allo stesso tempo voleva scomparire. Non è che l
a mossa di Blaine di bloccargli ogni via di fuga gli avesse dato tante altre scelte comunque.

"Io sono quel tipo di ragazzo che è un romanticone senza speranze." Blaine cominciò a mormorare cauto. "Praticamente tutti i gay e bisessuali della scuola ci provano con me, ma io non sono interessato ad uscire con nessuno di loro perché ho queste fantasie elaborate e, a volte, sogni molto vividi," Kurt ebbe uno spasmo "di incontrare quel ragazzo speciale. I miei amici mi dicono che devo essere meno esigente, mi prendono in giro, un sacco. Dicono che non posso continuare ad aspettare per sempre che il Principe Azzurro venga 'in mio soccorso.' Che devo rendermi conto che si sono tantissimi ragazzi fantastici di cui potrei interessarmi se solo dessi loro un'opportunità.

"Quindi ho incominciato ad uscire con questo ragazzo per prendere qualche caffé e, indovina? Mi piace sul serio. Non mi sono mai sentito così per nessun'altro"

Kurt prese un respiro breve ma forte.

"E io cosa faccio? Vado con i Warbler a fargli una serenata sul posto di lavoro con una canzone totalmente inappropriata, perché sono quel genere di scemo che si esibisce meglio di quanto sappia esprimere i propri sentimenti, e io non faccio mai le cose in piccolo. Non riesco a non buttare tutto fuori e lasciare che tutti vedano.

E lui viene licenziato, e poi mi rifiuta dicendomi che avevo visto troppe cose nella nostra relazione, che eravamo solo amici, e che non lo siamo più. E ne esco devastato."

Kurt picchiettò rumorosamente le dita sul tavolo; Jeff, studente del secondo anno e Warbler, gli aveva accennato a prove che era successo qualcosa di grosso un paio di settimane prima, ma dopo aver visto il modo in cui Kurt guardava Blaine si era rifiutato di dirgli di più.

Quindi ero solo un rimpiazzo? Tutto qui?

Blaine espirò lentamente; il suo tono di voce si riempì di timore, "E poi la settimana dopo incontro un altro ragazzo. Questo adorabile, attraente, divertente, fantastico ragazzo che, giuro, dev'essere uscito fuori direttamente da uno dei miei sogni; mi piomba semplicemente addosso. Quindi mi prendo il mio tempo, cerco di andarci piano, provo di conoscerlo meglio perché è proprio come me, ha passato tutto quello che ho passato anch'io, e non voglio spaventarlo e farlo scappare. Ci tengo davvero a lui, e non voglio che la mia stupidità nei rapporti amorosi mandi a farsi fottere quello che abbiamo. Perché ho visto cosa può accadere, e non posso sopportare il pensiero che tutto finisca di nuovo così male, non con lui. Però allo stesso tempo sono abbastanza contento di non essere quel tipo di ragazzo che vuole solo ciò che non può avere, perché sono abbastanza sicuro che anche lui mi voglia."

Kurt era contento di aver scelto di evitare lo sguardo di Blaine perché le lacrime che aveva cercato di ricacciare indietro fino a quel momento avevano cominciato a scendergli dolcemente lungo le guance.

"E poi lui mi bacia, e mi fa andare letteralmente via di testa,"

Ma Blaine si smontò:**** "e poi mi pianta alla festa di una sua amica, non risponde ai miei messaggi e a scuola mi ignora per tutto il giorno... E io mi scervello cercando di capire cosa ho fatto di sbagliato, come ho rovinato tutto stavolta. Sto diventando matto pensando che magari ho frainteso di nuovo... se non fosse che è stato lui a baciarmi. Pensando che forse l'ho spinto troppo in là, perché so che è timido riguardo al sesso... solo che è lui quello che mi è saltato addosso."

Blaine coprì dolcemente la mano tremante di Kurt che era sul tavolo con la propria, facendogli smettere il tamburellio.

"Quindi, per piacere, Kurt. Per piacere, dimmi cosa ho fatto di sbagliato, come ho mandato tutto a puttane, perché non riesco a sopportare che tu faccia così per un'altro giorno. Ti voglio, ho bisogno di sistemare le cose, perché penso... penso di amarti, e non riesco a sopportare il pensiero-"

Ma Blaine fu interrotto quando Kurt si voltò di scatto, lo afferrò per la cravatta e lo tirò con foga in un bacio affamato.

Forse era stato l'alcol: forse era una clausola del contratto. Negli ultimi due giorni Kurt aveva permesso a questo pensiero di passargli per la testa qualche volta: a metà tra pensare di essere un pazzo, concludere che lui non poteva essere amato e un centinaio di altri pensieri di autodisprezzo. Forse era successo perché Blaine non si era permesso di sentire tutto quello che aveva appena confessato, non fino a che Kurt lo aveva baciato quel sabato. Ma Kurt aveva sentito quelle parole e aveva dovuto buttarsi, in parte perché il soliloquio di Blaine l'aveva ridotto ad un mucchietto di poltiglia, ma anche perché aveva bisogno di colpire ora, finché il ferro era bollente.

E porca miseria se era bollente, e tutto il dolore, tutta l'angoscia dei giorni scorsi era sparita, e tutto quello che riusciva a sentire era che era calore. Calore*****, e gioia, e pura disperazione mentre spingeva Blaine sempre più a fondo nel bacio, lasciando a sua volta cadere le proprie difese.

Quando alla fine lasciò andare entrambi, sentì un basso ronzio vibrare nella propria gola mentre mugolava. Se non fosse stato però che non mugolò, perché ancora una volta la sua gola non emise nessun suono.

Kurt si sentì come se fosse stato trafitto da una spada. Il suo cuore si spezzò di nuovo, e si sentì come sprofondare nel pavimento. Attraverso il proprio dolore, la sua confusione, riuscì a formulare il pensiero Forse c'è bisogno che lo dica anch'io. Quindi afferrò Blaine fermamente per il mento, e dopo aver asciugato le sue lacrime mosse le labbra per comunicargli più calorosamente che potè "Ti amo anch'io," prima di attirare verso sé Blaine in un altro ardente e, se possibile, più disperato bacio.

Ma quando Kurt si tirò indietro e realizzò di non aver ancora riacquistato la voce voleva semplicemente trascinarsi sotto il tavolo e morire. Si lasciò sfuggire un singhiozzo soffocato, con gli occhi che pizzicavano e le lacrime che scendevano liberamente, e si appoggiò all'angolo dietro di lui dove la panca era accostata al muro.

"Ehi..." disse Blaine dolcememente, piegandosi in avanti, appoggiando un braccio al muro in prossimità della testa di Kurt e usando l'altra mano per accarezzargli una guancia, asciugandogli una lacrima. "E' quello il problema? Sei anche tu un tenerone come me? Avevi bisogno di sentirtelo dire prima?"

Ha detto che 'pensa' di amarmi. Magari... ragionò Kurt.

Blaine fraintese la disperazione di Kurt, pensando fosse sopraffatto dalle emozioni, e si piegò verso il basso, sopra di Kurt, guardandolo negli occhi, arrivandogli all'anima.

"Io. Ti. Amo." gli disse con un sorriso, e per la prima volta fu Blaine a iniziare il bacio.

Ma non appena si scostarono Kurt sentì il  mondo crollare, di nuovo, quando il suo mugolio soddisfatto non fu udibile.

No, non mi ami.

Ciò che capitò dopo successe in una frazione di secondo, anche se sembrò un'eternità per Kurt; riusciva a vedere Blaine che si avvicinava di nuovo. La sensazione del pollice che gli accarezzava una guancia per poi essere rimpiazzato da una leggera pressione mentre Blaine si faceva avanti scatenò una battaglia nella mente di Kurt. Non poteva reggere un altro bacio come quello: qualcosa che lo faceva sentire così meravigliosamente, che lo consumava così completamente... solo per poi essere colpito in pieno da un lancinante rifiuto pochi secondi dopo. Era troppo per lui, stava cominciando a crollare.

Ma l'ammissione di Blaine, il suo ricambiare i suoi sentimenti, erano arrivati a Kurt e gli avevano dato le farfalle allo stomaco. Il pensiero di respingerlo, di
provare a scappare dal suo tocco quando lo bramava così tanto... Kurt proprio non poteva. Malgrado la tristezza devastante, non riusciva  a costringersi a fermare Blaine quando tutto ciò che voleva era continuare.

Mentre il cervello di Kurt stava lottando tra i due bisogni opposti il corpo di Kurt prese il sopravvento; quando le loro labbra erano a millimetri le una dalle altre Kurt spostò il viso di lato e lo abbassò per baciare l'angolo della mascella di Blaine. Blaine rantolò, gemendo mentre Kurt cominciava ad alternare tra succhiare e mordere, spostandosi più giù sul collo di Blaine mentre lo faceva. A
Blaine si mozzò il respiro e ansimò "Kurt!", stordito sia dallo shock che dall'eccitazione.

Quando Kurt,
occupandosi del collo di Blaine, arrivò fino al colletto della divisa della Dalton allontanò Blaine giusto il tempo necessario ad allentargli la cravatta e sbottonare i primi bottoni della camicia bianca. Afferrandone il colletto, Kurt lo attirò nuovamente verso di sé e attaccò le proprie labbra alla base de collo di Blaine, succhiando, assaggiando, mordicchiando delicatamente. La mano di Kurt afferrò per la nuca di Blaine, facendogli inclinare la testa per ottenere un migliore accesso e lavorando con foga, sia per far continuare Blaine a fare quegli splendidi rumori sia per tenere Blaine e le sue labbra bugiarde lontane dalle sue.

Quello che il cervello di Kurt aveva cominciato come distrazione il suo corpo invece
lo interpretava come incredibilmente eccitante. Una parte di Kurt si rese conto che avrebbe dovuto reagire in maniera negativa alla sensazione di un'altro ragazzo che lo schiacciava bloccandogli la fuga, ma quella parte era minoritaria e non era certo nei suoi pantaloni, i quali infatti cominciarono a farsi più stretti mentre lui si spingeva disperatamente verso l'alto, verso Blaine, mentre manteneva i loro corpi avviluppati, con le dita di Blaine che gli scorrevano tra i capelli afferrandoli saldamente. Erano entrambi duri, Kurt poteva sentirlo, e ricordando ciò che Blaine aveva fatto un paio di notti prima cominciò a strofinarglisi contro, ed era una sensazione incredibile.

Se Kurt pensava di aver sentito delle scosse attraversarlo quando si stavano baciando...

"Kurt..." boccheggiò Blaine, ma ci volle ancora qualche altro respiro affannato prima che Kurt se ne accorgesse e smettesse di succhiare e far oscillare le anche.

"Kurt, oh- Kurt fermati, fermo! Sono così....confuso" riuscì a dire Blaine "Non hai risposto a nulla di quello che ho detto. Hai solo-"

Blaine si avvicinò per un'altro bacio, ma istintivamente Kurt si tirò indietro. Blaine lo fissò incredulo. "Forse non dovremmo-" e cominciò a spostarsi dell'abbraccio.

Kurt non voleva neppure quello. Agganciò un braccio alla schiena di Blaine, impedendogli di andarsene, e fece scivolare una mano giù, sull'inguine di Blaine, mettendoci una mano a coppa sopra ai jeans.

"Kurt!" esalò Blaine, "Kurt, non puoi semplicemente." ma poi Kurt premette e Blaine gemette di nuovo (e perché
mai Kurt aveva avuto paura di qualcosa del genere tanto per cominciare?) e Blaine riuscì ad aggiungere senza fiato: "Ritiro tutto, puoi fare quello che vuoi. Oddio, Kurt."

Kurt osservò affascinato il viso di Blaine mentre lo accarezzava e strofinava attraverso i pantaloni: la mano che non stava afferrando disperatamente la parte alta della schiena di Kurt si sporse ad afferrare il tavolo, con le nocche che sbiancarono quando lo afferrò cercando di soffocare i propri suoni. All'inizio Blaine emise corti lamenti sconnessi di approvazione, sussurrando il suo nome, ma mentre si avvicinava all'orgasmo le parole vennero rimpiazzate da lunghi gemiti e suoni sconclusionati. Kurt non riusciva a credere che quei suoni che Blaine producevano fossero merito suo, che fossero merito di ciò che gli stava facendo, e non era mai stato più eccitato in vita sua.

"Kurt, non puoi, devo-, sto per-," fu tutto ciò che servì a Kurt  per spingerlo a sigillare le labbra al collo di Blaine, mentre lo strofinava fino a farlo arrivare all'orgasmo. Sentì il suo corpo irrigidirsi, la sua schiena inarcarsi, e il suono distinto di Blaine che tratteneva un grido. Entrambe le braccia di Blaine cedettero e circondarono Kurt mentre lui gli crollava addosso. Il peso, i suoni, le sensazioni: tutte quelle cose si accumularono e furono abbastanza da spingere Kurt al limite, facendolo venire anche lui nei pantaloni qualche secondo dopo, afferrando Blaine a
ltrettanto strettamente.

Non fu fino a quando Blaine appoggiò la schiena contro la panca, quando non furono più in contatto fisico, che Kurt realizzò cos'era appena successo, che sentì le lacrime asciugate sulle guance, il sudore che gli impregnava l'uniforme, il fastidioso appiccicume nei pantaloni. Aveva appena fatto... quello. Poi quando le informazioni cominciarono a invadergli lent
amente il cervello si rese conto che lo aveva fatto nella biblioteca della scuola. Si guardò velocemente intorno, non avvistando per fortuna nessuno, e si appoggiò al muro battendo le palpebre furiosamente, con la respirazione che stava rallentando fino a tornare alla sua normale velocità. Guardò Blaine.

Il quale lo stava guardando
a sua volta, completamente stravolto dall'estasi. Le sue ciglia erano pesanti, il suo collo era coperto di succhiotti. Arrossì mentre tracciava lentamente con una mano il percorso delle labbra di Kurt poco prima, ridendo. "Wow, Kurt. Uhm, solo... wow. Sei riuscito a lasciarmi senza parole."

L'arrossire di Blaine non era nulla al confronto di quello di Kurt, che si sentiva come se tutto il sangue presente nel suo corpo avesse lasciato il cavallo dei suoi pantaloni per accumularsi sul suo viso. Con l'affluenza di sangue ritornò anche la sua piena capacità mentale. Di tutti i pensieri che gli risuonavano nella testa uno era il più forte di tutti: l'aveva appena fa
tto con un altro ragazzo, qualcuno che sapeva non lo amava. E si sentiva così bene che non gli importava.



"Hai la una qualche idea," sibilò Rachel aspra, "una minima idea, di quanto sia difficile cercare di riversare la mia anima nella scrittura di una canzone quando sono quasi certa che, quando avrò finalmente la possibilità di cantarla, di esternare a pieni polmoni il mio tumulto interiore in una gloriosa melodia, non uscirà nessun suono?"

"Allora non puoi, tipo, usare quel dolore per la canzone?" ribatté Finn insicuro. "Soffrire per la tua arte e tutta quella roba?"

Rachel lanciò un'occhiataccia a Finn dal pianoforte dov'era seduta, "Ho abbastanza dolore nella mia vita da scriverci una cinquantina di musical, grazie molte, Finn Hudson. Cè una certa differenza tra soffrire e sapere che sarai praticamente finita entro due settimane. Oh Dio, due settimane," Rachel commnciò a camminare avanti e indietro per l'aula canto vuota. "Dobbiamo esercitarci fino allo sfinimento, perché nella remota possibilità che passassimo i Warbler saranno comunque degli avversari tremendi alle Regionali. Ma io riesco a malapena a concentrarmi! Non può essere così difficile far innamorare di sé un ragazzo, per la miseria! Io con te ci sono riuscita nell'istante in cui ci siamo incontrati."

Prima che Finn potesse puntualizzare la cosa Puck entrò disinvolto nella stanza, palleggiando con un pallone da basket, con indosso ancora la tuta da ginnastica e tutto sudato per l'allenamento. "Quindi suppongo che Hummel ancora non sia tornato dei nostri."

"Ovviamente no" esclamò Rachel. "Finn non ha intenzione di fare nulla; è tuo fratello, ed è la MIA VOCE."

"Lo so!" urlò Finn, ma si interruppe quando i telefoni di tutti e tre vibrarono. Rachel tirò fuori il suo più veloce di tutti, facendolo cadere per terra. Piegandosi velocemente e tornando diritta così velocemente che il suo cerchittò si spostò si unì agli altri due e i tre lessero all'unisono la minuscola risposta a tutti i messaggi e mail degli ultimi giorni.



Da Kurt a Rachel, Finn e Kurt, 19.07:

Ci sto
lavorando.



"Eh?" Finn si gra
ttò la testa. 

"Lavorando? Che cosa vorrebbe dire?" Rachel pestò un piede per terra.

"Dacci dentro, Hummel." disse Puck con un sorriso compiaciuto.

Rachel e Finn diedero un'occhiataccia a Puck, ma poi la vista di Rachel si focalizzò poco dietro di lui, e lei puntò un dito accusatore gridando "SPIE!"

"Attenta a non arruffarti le ali, Campanellino" disse Santana mentre entrava impettita nella stanza
 con Brittany al seguito. "A che cosa sta lavorando Hummel? Dato che non vi ha lasciato un messaggio vocale suppongo che non si stia lavorando il cazzo di quel tipo, quel Blaine."

"Dio, ma perché vi sta
te impegnando così tanto per distruggerci?" scoppiò Finn, incapace di contenere ancora la sua frustrazione. Se l'era tenuto dentro per molto tempo, come gli altri, durante le prove del glee, perché per quanto volessero non potevano fisicamente dire niente quando c'erano altre persone nelle vicinanze. Finn era così arrabbiato e confuso: pensava che fossero migliori di così. "Brittany, Sue ha cercato di spararti da un cannone. Un cannone!"

"E non riesce a smetterla di prendere in giro quelle tue tette da paura" aggiunse Puck, stringendo i pugni. "Perché voi pollastrelle state dalla sua parte? Fa schifo essere alla base della piramide, sia veramente che metaforicamente o altro, ma voi due sapete bene tanto quanto noi che quando si è così fighi, si può tranquillamente farla franca."

"No, non si può" ribatté Santana, "Azimio era a tanto così da farmi una maschera facciale alla granita oggi."

"Che continuo a pensare sarebbe stata deliziosa," disse Brittany facendo mulinare i capelli.

"Come ti pare
" tagliò corto Santana agitando una mano. Senza battere ciglio lanciò la bugia che aspettava da settimane di sganciare: "Con il glee club morto, la Fabray andata e le Cheerios ritornate alla carica, io e Brittany avremo il controllo della scuola in quanto co-capitane. Saremo in grado di lasciarci il club e tutti perdenti che ci sono dentro alle spalle." Avvolse un braccio attorno a Brittany, ed entrambe ancheggiarono provocanti mentre uscivano dalla stanza pavoneggiandosi, senza voltarsi indietro.

Non trasalirono nemmeno quando Finn affermò "Non vi credo, lei ha qualcosa su di voi!"

Brittany giocava con la gomma che teneva stretta tra le dita. "Diremo alla Coach che Kurt stava baciando quel ragazzo alla festa?"

"Cosa? No!" Santana si interruppe, abbassando la voce. "Assolutamente no."

"Beh, ma se non glielo diciamo penso che pot
rebbe essere una bella chicca per la mia serie Youtube di pettegolezzi-"

"No, Brit," intervenne Santana, "se la Coach Sylvester lo viene a sapere, siamo entrambe spacciate. I loro bacetti da ragazzi gay non hanno svegliato la Bella Addormentata, trasformato la Bestia, liberato il Genio dalla lampada o nessuno degli strambi eufemismi del mondo delle fiabe. Non è successo nulla, e questo è tutto quello che diremo alla Coach se questa storia dovesse venir fuori."

Brittany guardò verso il basso e sussurrò "Non mi piace ment
ire. Mi piace il Glee club. Anche se vuol dire tenerci le nostre voci ed essere super popolari, non mi interessa, non voglio farlo"

"Neanch'io Brit," Santana le sfregò una mano sulle spalle per confortarla "ma non abbiamo scelta. Se la Coach Sylvester dovesse appellarsi a quella clausola i ragazzi del glee sarebbero membri della famiglia reale al nostro confronto."

"Suppongo abbia ragione tu..." Brittany distolse lo sguardo. Santana lo abbassò.

Lei non ne era felice, ma era quello che dovevano fare. Non avevano scelta, giusto?



Kurt aveva un problema.

Beh, quella che Kurt pensava fosse una soluzione si era portata dietro con una serie di nuovi eccitanti problemi.

Problemi del tipo: Oddio, cos'era quel rumore? Erano passi? E' un insegnante?

Oppure: Sto saltando il test di matematica in questo momento: mi bocceranno se non mi me- aaaaaaaaaaaah

Oppure: Deve fare più piano, oh mio-, okay, ma davvero, uuugh-, sto per, okay, ma questi gemiti sono, uh, c'è l'eco qui dentro-, oh Dio!

Oppure: Devo trovare la maniera più discreta di togliere lo sperma da queste mutande di cotone misto poliestere col logo della Dalton. Per quanto siano prive di gusto, non mi fiderei
dello staff della lavanderia nella scelta del giusto detergente neanche per tutto l'oro del mondo.

Ma quest problemi rispetto ad altre cose sembravano piccoli. Avrebbero dovuto sembrare piccoli al confronto con gli altri dilemmi di Kurt: i compiti ignorati, il bullismo di cui era stato vittima in precedenza, ciò che sapeva della sessualità di Dave Karofsky, l'assalto che ne era seguito, il futuro dei suoi amici, il fatto che la sua famiglia fosse all'oscuro di tutto, il suo patto col diavolo, il suo trasferimento e l'inevitabile ritorno al McKinley, la perdita della sua voce...(Anche se Kurt aveva scoperto negli ultimi giorni che... non dover reprimere le urla mentre afferrava vestiti, braccia, capelli... che la sua condizione contrattuale poteva essere tanto una benedizione quanto una maledizione).

Invece dei suoi tanti problemi però ciò che davvero era in cima alla lista delle priorità di Kurt era il suo continuo e doloroso bisogno di distrarre Blaine nel miglior modo che aveva imparato, scacciando ogni sguardo rubato, ogni mezza domanda velocemente, silenziosamente e in modo pericolosamente divertente, orgasmo dopo orgasmo.

Così, ad esempio, quando Blaine si era avvicinato a Kurt tra una lezione e l'altra il giorno dopo l'incidente in libreria,
volendo chiaramente discutere di tutto quanto, la libido di Kurt aveva avuto la spavalderia di trascinare Blaine indietro negli scaffali, tenendo la mano sinistra sulla bocca di un sorpreso ma voglioso Blaine mentre la mano destra rifamiliarizzava con il rigonfiamento nei pantaloni di Blaine. Blaine aveva inarcato la schiena, era venuto e si era aggrappato a Kurt con disperazione, premendo il proprio dorso contro il dorso dei libri. Al che Blaine aveva dimenticato quello di cui voleva parlare, insistendo perché si affrettassero ad andare in classe.

Aveva funzionato anche più tardi quello stesso giorno, dopo le prove dei Warbler, quando Blaine aveva chiesto apertamente a Kurt di rimanere dopo le prove per 'discutere riguardo l'assenza di ieri,' senza nascondere
bene come pensava il desiderio nella sua voce, com'era ovvio a giudicare dalle facce dei Warblers quando lasciarono la stanza. Quando l'ultimo ragazzo uscì Blaine chiuse a chiave la porta, assumendo uno sguardo duro ed eloquente mentre si avvicinava a Kurt, ma prima che potesse aprire la bocca Kurt era di nuovo su di lui. La concentrazione di Blaine era vacillata molto prima questa volta: aveva emesso un gemito, aveva fatto girare entrambi e aveva spinto Kurt sul divano, attaccando la sua bocca, il suo collo, lasciando che si sentissero l'un l'altro prima che, ancora una volta, lo strusciarsi tra i loro due corpi ancora vestiti che si contorcevano e si sfregavano uno contro l'altro fosse troppa ed entrambi persero il controllo.

O anche quando il giorno seguente a pranzo Blaine si era avvicinato a Kurt nel mezzo del suo gruppo di amici, ricevendo
questa volta una risposta positiva quando chiese se potevano parlare. Ad ogni modo non era la risposta che aveva chiesto: nel giro di qualche minuto erano tra gli inutili séparé dei cubicoli del bagno del terzo piano. Kurt doveva ammettere che era stato nervoso all'inizio, sia per la storia da voltastomaco che riguardava un'altra cabina dei bagni, si per l'affronto di essere caduto nel cliché di essere in un dannatissimo cubicolo del bagno degli uomini!

Ma tutta la sua esitazione scomparì quando la mano di Blaine si appoggiò a coppa sul suo inguine da sopra i pantaloni, con la schiena stretta dall'uniforme contro il petto di Blaine e la testa abbandonata all'indietro per via delle sensazioni, della pressione, delle suppliche smorzate nel suo orecchio affinché venisse. Quando avevano sent
ito la porta principale aprirsi i bisbigli di Blaine si erano fermati ma la sua mano aveva continuato a strofinare Kurt, portando un mano a palmo aperto contro il petto di Kurt per farne rallentare il respiro ma non avendo bisogno di farlo calmare in altri modi. Non ce ne'era bisongo, perché anche con la mano di Blaine sull'inguine, anche con l'erezione di Blaine premuta contro la curva della sua schiena Kurt poteva gemere, lamentarsi, urlare forte quanto voleva sena paura di fari scoprire, dal momento che nessun suono usciva dalle sue labbra. E quando alla fine venne, ansimando silenziosamente, poté lasciarsi andare contro Blaine per riposare, sollevato dal fatto di potersi lasciare andare così completamente.

Sì, grazie a tutti questi esempi e circa una mezza dozzina d'altri ancora la settimana prima Kurt era riuscito a far tacere le domande di Blaine sul suo silenzio, i suoi sentimenti e i suoi problemi, ed era arrivato quasi all'estasi nel farlo. Ma nonostante fosse stato quasi perfetto era tutt'altro che paradisiaco, perché grazie l'annebbiamento dovuto alla lussuria in cui Blaine stava velocemente scivolando insieme a Kurt, Blaine era riuscito a
comunque a ricordare un particolare della confessione fatta in precedenza quella settimana. Ogni volta che uno di loro  raggiungeva l'orgasmo (perché succedeva, non importava quanto convenienti fossero i tempi o il luogo) Blaine ne faceva seguire un bacio appassionato, afferrando il viso di Kurt, guardandolo con amore negli occhi e affermando "Ti amo."

Al che Kurt dopo aver provato una tale beatitudine doveva sopportare ognuno di quei baci sapendo che era una bugia, che Blaine si sbagliava; era un tipo d'inferno tutto
particolare.

Ma forse se Kurt avesse continuato quello che stava facendo, se avesse continuato a toccarlo e stuzzicarlo e a lavorare di mani******... forse anche Blaine si sarebbe davvero completamente
e realmente innamorato di lui.

Mentre Kurt era seduto in disparte alle prove dei Warbler quel sabato, scribacchiando sui fog
li del famigerato taccuino dei Warbler, guardò di sfuggita Blaine che, tra il coreografare e l'allenarsi per la scaletta delle Regionali continuava a mandargli occhiate torbide. Occhiate lascive, si corresse Kurt: dopo essere stato bersagli di così tante occhiate ostili sentiva il bisogno di fare una distinzione.

Kurt era praticamente raggiante di orgoglio e autocompiacimento: non aveva mai avuto una relazione con nessun ragazzo prima d'allora, per non parlare di una così sordida, ma era deliziosamente seducente. E produttiva: Kurt era profondamente consapevole e orgoglioso del fatto che, a parte i pochi messaggi incrimnati che si erano scambiati la sera fra set
timana quando erano separati, messaggi che non poteva semplicememente ingnorare, lui e Blaine non parlavano da una settimana. Missione compiuta.

Blaine stava chiaramente cercando di far saltare la sua perfetta performance quando verso la fine della prova si pavoneggiava, emanando desiderio da tutti i pori "Ehi lei, signor Hummel."

Kurt appoggiò
civettuosamente la testa su una mano, unendo timidamente i gomiti sul tavolo.

"Sembrava fosse da un'altra parte oggi" lo prese in giro Blaine.

Kurt si strinse nelle spalle evasivamente*******.

"Oh, non la prenda nel modo sbagliato," ill tono sensuale di Blaine vacillò mentre  anche lui stava chiaramente cercando di gestire contemporaneamente vari pensieri maliziosi, "ma se le viene in mente un qualche modo in cui lei, o noi" premette le mani sul tavolo vicino alle sue, dondolandosi avanti e indietro sulla punta dei piedi "potremmo passare il nostro tempo in maniera migliore, mi piacerebbe sentire-"

Ma Blaine si interruppe
quando Kurt strappò silenziosamente il primo foglio del blocco e lo fece scivolare con attenzione sul  tavolo, giusto sotto le spalle di Blaine. Blaine abbassò lo sguardo, ma Kurt non lo spostò mai dagli occhi di Blaine, crogiolandosi in come l'aveva preso alla sprovvista quando il carisma di Blaine scomparve per essere rimpiazzato da uno shock eccitato; le pupille che si dilatavano, la gola che si stringeva, mentrte leggeva le nnote e i suggerimenti di Kurt. Blaine scosse le spalle e tossì, la voce almeno due ottave più alta del normale. Gli occhi si spostarono di nuovo su Kurt, indugiando appena sulla punta della lingua di Kurt, che aveva tirato fuori dalla bocca di lato con fare scherzoso.

Blaine balbettò, cercando di riacquistare una parvenza di compostezza: "S-sai, ho avuto un p-paio di idee identiche a queste..." Ma ogni speranza di
mantenere il controllo era oramai perduta.

Blaine si girò velocemente verso il resto della sala canto, annunciando ad alta voce nel modo più professionale che gli era possibile "Bene ragazzi, per oggi va bene così. Lavorate sui passi di danza questo finesettimana. Ci vediamo lunedì!"

Blaine si girò di nuovo verso Kurt, i cuoi occhi non si erano mai spostati dal solist
a, fissandolo allusivamente.

Blaine arrossì. La sua apparenza sicura di sé era svanita completamente e con una mano si stava grattando la nuca, ma si rifiu
tava categoricamente di distogliere lo sguardo dal ragazzo seducente davanti a lui. "V-vuoi andare a, ehm, prendere un... caffé, Kurt?"

Kurt sorrise, annuendo con aria d'intesa. Il suo battito accelerò e dovette reprimere l'impulso di saltare su Blaine lì in quel momento. Ma fortunatamente non doveva reprimerlo ancora per molto.

Perché era decisamente certo che non sarebbero andati al Lima Bean.





Ciao! Allora, innanzitutto
ci sarebbero le solite precisazioni (in questo capitolo c'erano talmente tante cose strane, ho messo solo quelle che davvero vanno chiarite):

*
wiping back a tar or two
Sono andata COMPLETAMENTE ad intuito, perché "asciugandosi torna un catrame o due" che suggeriva GoogleTranslate beh... è GoogleTranslate. Comunque non ho trovato l'espressione da nessuna parte. Spero sia giusta.

**his back against the wall: ho tradotto assolutamente per intuito. Nel web ho trovato varie traduzione - "mettere con le spalle al muro," "mettere in difficoltà,..." - ma nessuna mi sembrava molto logica in un contesto come questo. Sono andata quindi ad intuito e messo "difese bene alzate" perché in genere nei film d'azione durante le sparatorie la gente cerca di camminare con le spalle coperte o dai propri compagni o da altri ripari, quindi SUPPONGO voglia dire che si guardava bene intorno per evitare attacchi inaspettati (Blaine appunto è appena uscito dal nulla e l'ha "incastrato" in questa conversazione). Come sempre chi ha una traduzione migliore si faccia avanti :)

***silence treatment: sarebbe "cura del silenzio". Attitudine, comportamento, cos'è questo gioco del silenzio? Perché ora ti rifiuti di parlarmi? Alla fine ho scelto politica, ma non sono soddisfatta.

****
deflated: in inglese è sgonfiò. In italiano ho deciso smontare anche se così non mi convince ( ho sempre sentito dire "mi hai smontato" ma mai all'attivo)

*****hot/heat: mannaggia, qui c'è tutto un gioco di parole sul detto "battere il ferro finché è caldo," il vivere una situazione eccitante e credo un o' anche l'avere effettivamente caldo in una situazione del genere. Ho provato con [situazione] bollente, ardere [di desiderio] ma mi sembrano strani. Welp.

******tug: letteralmente vuol dire dare strattoni, ma è un modo per dire fare una sega, solo meno volgare credo, quindi ho usato un po' di fantasia per lasciare la cosa più sul vago.

*******coyly: la parola vuol dire sia con falsa timidezza, che evasivamente che con civetteria. E tutte e tre le sfumature di significato sarebbero perfette qui.

PS: qualcuno mi suggerisca un sinonimo di gemere che non sia piagnucolio o lamento perché penso di aver srit.to gemere almeno 15 volte


Come seconda cosa vorrei farvi notare che i titoli di ogni capitolo sono frasi tratte dalle canzoni del
 film (della Canzone di Medusa  e della canzone La Sirenetta): l'ho scoperto solo di recente perché l'ho guardato in lingua originale, e credo che la prassi di un buon traduttore sarebbe riportare esattamente la stessa strofa per far capire la citazione.
Anche scoprendo questo ho però reputato più giusto tradurli alla lettera perchè quando si traduce una canzone a volte i concetti vengono alterati leggermente
per rispettare la metrica; in questa FF la citazione invece è una specie di sunto di ciò che avverrà nel capitolo, quindi è meglio essere il più letterali possibile. Per dirlo in parole povere: Che figo, cita le canzoni! Io non lo faccio ma mi pare fondamentale che voi lo sappiate, altrimenti mi sembrerebbe di alterare qualcosa della storia


Poi vorrei scusarmi per aver tardato così tanto nell'aggiornare la volta scorsa e per non aver fatto altro che sclerare per AVPSY per di più - sono una fan e lo aspettavo da tempo! Mi sono lasciata un po' prendere la mano. Sono in ritardo anche stavolta alla fine :( università. Sowwy. I capitoli sono lunghi e io non voglio spezzarli a metà, quindi vi chiedo di portare pazienza perché non so prevedere quanto ci metterò a tradurre i prossimi.


Inoltre volevo annunciare che cambierò il rating. Il rating della storia in inglese è M (Mature, cioè 'contenuti adulti,' o Rosso per noi di EFP). Avevo impostato arancione perché mi sembrava che le scene del quasi-stupro di Capitolo 1 lo necessitassero ma... beh avete vist anche voi che si sono dati da fare :3
Spero non sia un problema. Posso garantirvi che non succederà niente di tremendo, niente sangue o altro, quindi non credo urterà la sensibilità di nessuno.


Infine volevo ringraziare  tutte le persone che leggono questa storia perché senza qualcuno che legge tradurre non avrebbe assolutamente nessun senso. Al momento ci sono
481 visualizzazioni al primo capitolo (per me è un numero spropositato!), e la storia è tra le preferitie di 7 persone, le ricordate
di 5 e seguite di 27. TRENTANOVE PERSONE. Io sono un po' "orsa" di carattere, e non voglio sembrare una che fa la carina con i lettori solo perché continuino a leggere la storia, quindi magari a volte sono un po' fredda, ma sappiate che anche se non lo dico vi sono grata ogni volta che vedo il numerino delle visualizzazioni aumentare.


 Grazie.





  
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