Epilogo – L'Acciaio Rimane
Non appena Wendy e Cheria ebbero finito, Gajeel aprì gli occhi e si alzò dal letto con un breve gemito.
“Uhm... Gajeel-san, come ti senti?” chiese esitante la ragazzina dai capelli blu, temendo che il proprio lavoro non fosse abbastanza.
A petto nudo e ancora fasciato
da bende e garze, Gajeel
provò a muovere braccia e gambe e a riattivare la
circolazione dei
muscoli. Fletté le dita più volte, assicurandosi
che il foro nei
palmi delle mani fosse scomparso del tutto permettendogli nuovamente
il movimento. Si sgranchì anche il collo e tastò
vari punti del
proprio corpo, controllando che tutto fosse tornato alla
normalità.
Le cicatrici persistevano, quello non sarebbero mai svanite del
tutto, e sentiva ancora delle lievi fitte in certe zone, ma doveva
ammettere che la piccoletta e la mocciosa di Lamia Scale avevano
fatto davvero un ottimo lavoro. Era bastato che Polyuchka andasse a
chiamarle entrambe per farle arrivare entro poche ore alla locanda,
per poi dedicarsi alle sue cure fino a sera.
Una guarigione miracolosa e rapidissima.
Gajeel sogghignò. “Ghihi. È tutto a posto, sono come nuovo” commentò.
In realtà non era
proprio così, sarebbe andato avanti
a medicine e antidolorifici per un bel po' prima di definirsi
guarito, ma al momento gli bastava potersi muovere
liberamente, non avere più quell'orrendo marchio al centro
del petto
e poter ammirare nuovamente l'emblema di Fairy Tail sulla sua spalla,
l'unico che contava davvero. Era riuscito anche a rimettersi i
piercing.
Si voltò verso Polyuchka, la quale aveva appena finito di
sistemare dei vestiti puliti sulla sedia.
“Ho trovato dei vestiti della tua misura, dovrebbero andarti. Il cappotto è a maniche lunghe, ti aiuterà a nascondere le cicatrici per un po'”
Non che in fin dei conti cambiasse molto, visto che di cicatrici ne aveva avute fin da bambino.
In quel momento entrarono
Natsu, Laxus e Gray, già
pronti alla partenza.
“Ci mettiamo in
marcia?” chiese il mago del ghiaccio
all'indirizzo del Drago d'Acciaio.
Gajeel sogghignò e annuì, ma prima che potessero uscire, la padrona della locanda arrivò sul pianerottolo come una furia, con un tale broncio diabolico da farla assomigliare alla caricatura un troll.
“Voi! Siete Fairy Tail, vero?! Maledetti ragazzini, erano sette anni che non si sentiva la vostra mancanza! Guardate come avete ridotto la mia locanda!” berciò imbestialita.
Lentamente i presenti alzarono lo sguardo verso il soffitto, che effettivamente era stato scardinato quasi del tutto. La tecnica di Gajeel lo aveva sfondato, lasciando la camera a cielo aperto. Per non parlare di come era ridotto il pavimento! E la mobilia!
Laxus si grattò la testa, pensando a come far fronte a quell'ennesima rogna. “Ecco... noi...”
Con un colpo di genio, fu
Natsu a salvarlo
dall'imbarazzo.
“Te lo ripaghiamo,
nonnetta, sta' tranquilla!”
esclamò con un sorriso fintamente innocente.
“Manda la fattura a
Fairy Tail, vedrai che il Master
sarà felice di risarcire tutto!”
Gli altri spostarono lo
sguardo altrove, sudando freddo.
Erano certi che più tardi, quanto il conto dei danni
fosse arrivato, Makarov sarebbe scoppiato in lacrime per la
disperazione.
----------------------------------------------------------
Dranbalt si passò
una mano sulla faccia, come per
scacciare via l'incredulità che gli incrinava l'espressione.
E
Lahar, accanto a lui, non aveva avuto una reazione molto diversa.
Sulle prime avevano pensato che quelle segnalazioni
riguardanti esplosioni sospette al Solco dell'Impiccato fossero
dovute solo a qualche duello tra maghi di bassa importanza, esagerate
dalla sbornia di qualche viaggiatore ubriaco della zona.
Ma quello che si presentava ora ai loro occhi...
Dranbalt distolse lo sguardo,
sentendo la nausea fare
capolino dal suo stomaco. Gli stessi soldati sotto il suo comando
esitavano e fare un sopralluogo.
Un'intera gilda giaceva sfracellata ai piedi
della montagna, nella gola più profonda e difficile da
raggiungere,
ancora divorata da fiamme, gelo e residui di elettricità. Da
quello
che riuscivano a vedere da lassù, c'erano decine se non
centinaia di
corpi privi di vita, schiacciati dalle macerie a prima vista, ma
probabilmente fatti fuori da una qualche furia
cieca e
vendicativa che li aveva letteralmente massacrati.
Uno dei soldati che erano
scesi per primi tornò a fare
rapporto entro pochi minuti, pallido come un cencio e visibilmente
scosso.
“Signore!”
esclamò sull'attenti, rivolto a Lahar.
“Abbiamo trovato il Master, signore”
Lahar e Dranbalt si voltarono
simultaneamente, sorpresi,
in trepidante attesa di scoprire quale gilda avesse subito
quell'infausto destino.
“Allora?”
esortò Lahar. “Di chi si tratta?”
Il soldato quasi incespicò nelle parole. “È... Master Ivan Dreher!”
I due comandanti si
scambiarono uno sguardo eloquente
prima di seguire la recluta attraverso sentieri tortuosi e
accidentati sul fianco della montagna. Non fu un'impresa facile, ma
quando infine raggiunsero il fondo del precipizio trovarono ad
attenderli il macabro spettacolo della disfatta di Raven Tail.
E accanto ad un cumulo di corpi, semi-sepolto dai
detriti, c'era Ivan Dreher.
O meglio, ciò che ne rimaneva.
Il suo corpo giaceva sul
terreno roccioso segnato dai
graffi e i lividi dovuti alla caduta, e in qualche misura sembrava
tremare impercettibilmente. Attraverso gli abiti laceri, le sue
braccia erano annerite e gonfie, come se qualcosa ne avesse fatto
esplodere i muscoli dall'interno, e dalle angolazioni strane del suo
corpo, doveva avere più di qualche osso rotto. I capelli
erano
bianchi, il volto pallido come quello di un fantasma, gli occhi
appannati da una paura senza nome.
Balbettava frasi sconnesse e prive di significato, ma
senza potersi muovere, poiché il suo corpo e la sua mente
erano
spezzati, devastati da una magia ancestrale senza eguali.
“Portatelo via” ordinò Lahar secco, quando riuscì a riscuotersi.
Dranbalt gli si
avvicinò, distogliendo a forza lo
sguardo da ciò che rimaneva di quella gilda oscura.
“Lahar, questo
è...”
“Sì, lo
so cos'è, Dranbalt” lo
interruppe.
“Per il momento limitiamoci a ripulire”
Sapevano entrambi chi era
l'autore di quello scempio.
Fiamme, bare di ghiaccio, scariche elettriche, spade
conficcate qua e là nella pietra...
Lahar avrebbe sicuramente fatto rapporto al Concilio e sarebbe rimasto in attesa di sapere quali provvedimenti sarebbero stati presi nei confronti di Fairy Tail. Anche se avevano abbattuto una gilda criminale, i loro metodi erano stati esagerati come al solito, se non di più.
Dranbalt scosse la testa con un sorriso amaro sulle labbra. “Mai mettersi contro le fate, Lahar. Ricordalo.”
---------------------------------------------------------
Tornarono a Magnolia che era
ormai notte fonda, ma
quando arrivarono alla gilda, trovarono tutti svegli e attivi, pronti
per aprire i festeggiamenti. Levy fu la prima a chiamare il Dragon
Slayer e a saltargli addosso per stringerlo e abbracciarlo, in
lacrime.
“Oi, piccoletta,
così mi soffochi” tentò di
placarla lui, senza grossi risultati. Però... era davvero
felice di
vederla.
“Temevamo fossi morto! Non ti hanno
fatto del male,
vero?!” volle sapere subito la piccola bibliotecaria, del
tutto
ignara delle cicatrici fisiche e spirituali che il Dragon Slayer si
portava addosso.
Gajeel e gli altri si scambiarono un'occhiata di
disagio. Evidentemente quasi nessuno alla gilda sapeva cosa gli era
successo esattamente, ed Erza era stata ben muta sull'argomento.
Gajeel scompigliò
amichevolmente i capelli alla
ragazza, ottenendo in risposta un'adorabile espressione imbarazzata.
Dopo Levy anche Juvia espresse la sua felicità nel
vederlo sano e salvo, anche se un secondo dopo spostò tutte
le
attenzioni sul suo adorato Gray-sama.
Gajeel non poté trattenersi dal strapazzare Panther
Lily non appena lo vide, quasi stritolandolo nel suo abbraccio, e per
una volta, l'Exceed non sembrò dispiaciuto.
“Sono contento che
tu stia bene, socio” sentenziò
Lily, salutandolo con un contatto di avambracci, come facevano
sempre.
Gajeel si sentì allo stesso tempo imbarazzato e onorato nel vedere che tutta la gilda stava festeggiando lui, trattandolo come il più amato dei suoi membri. Allora Salamander non aveva mentito quando aveva affermato che tutti si erano preoccupati...
Per ultimo giunse anche il
Master, il cui sorriso
soddisfatto sotto i baffi parlava chiaramente del suo entusiasmo.
“È bello
riaverti con noi, ragazzo” commentò.
“Più
tardi, se ne avrai voglia, mi piacerebbe scambiare quattro
chiacchiere con te. Vorrei proprio sapere in prima persona che cosa
ti è successo”
Francamente Gajeel non aveva
proprio voglia di rievocare
quei terribili giorni di pura disperazione, ma non poteva dire di no
a Makarov, quasi un secondo padre per lui.
“Certo,
Master” annuì.
Makarov fece per andarsene, ma
Gajeel lo fermò e lo
condusse in un angolo appartato, lontano dalla baraonda generale.
“Master...
c'è una cosa che vorrei chiedere...”
Il vecchio Dreher
aggrottò la fronte. Non era da Gajeel
fare richieste.
“Naturalmente, di'
pure”
“Vorrei partecipare ai Giochi, domani”
Makarov sgranò gli occhi. “Partecipare ai... ma sei impazzito, Gajeel? Non dubito che Wendy, Cheria e Polyuchka abbiano fatto un ottimo lavoro nel curarti, ma non sei ancora in grado di affrontare uno scontro. Tanto meno uno duro come quello dei Giochi Magici”
“Posso farlo, Master, davvero” insistette il Dragon Slayer, tentando di nascondere la profonda stanchezza nella propria voce. “Voglio riscattarmi dopo quello che ho passato nell'ultima settimana”
Makarov si grattò la testa. “Non lo so, Gajeel, davvero... ho già proposto a Mirajane di sostituirti... non voglio esporti di nuovo al pericolo sapendo che sei ancora debilitato”
“Lascialo partecipare, vecchio”
La voce di Laxus s'intromise
nel discorso, attirando la
loro attenzione.
Il biondo si sedette al loro tavolino portando tre
birre, una delle quali contenente pezzi di ferro.
“Laxus...”
sospirò afflitto Makarov.
“Questa testa di
ferro è un pazzo, sono il primo ad
ammetterlo, ma è uno con le palle. Tu non l'hai visto,
stamattina.
Ha tirato fuori una grinta che avrebbe potuto mettere in fuga persino
Acnologia. Dagli fiducia”
Gajeel non si sarebbe mai
aspettato che Laxus
parteggiasse per lui e lo sostenesse così apertamente,
perciò
rimase alquanto sorpreso.
Makarov non parve ancora convinto, così il nipote gli
diede un'ultima stilettata.
“In ogni caso ci
saremo anche io ed Erza, nella
squadra. Se dovesse rischiare troppo, correrò a dargli una
mano”
Gajeel lo guardò
male e aprì la bocca per lanciargli
un insulto, ma Laxus lo mise a tacere pestandogli il piede sotto il
tavolo.
Alla fine il Master sospirò, si alzò dal tavolo e
portò con sé il proprio boccale.
“E va bene, avete
vinto. Laxus, mi aspetto che tu
mantenga la parola”
“Certo” annuì il biondo guardando il vecchio allontanarsi.
Quando fu fuori portata,
Gajeel ringhiò all'indirizzo
dell'altro Dragon Slayer.
“Che stronzate stai
dicendo? Chi ha detto che ho
bisogno del tuo aiuto?”
Laxus roteò gli occhi. “Ma sei sordo? Ho detto che
ti
aiuterò se dovessi rischiare troppo.
Questo implica che se mi
vuoi fuori dai piedi, dovrai impegnarti e badare a te stesso. Pensi
di farcela?”
Gajeel sogghignò e
mandò giù un sorso di birra,
masticando i pezzi di ferro al suo interno.
“Tsk. Aspetta e
vedrai, Dreher. Aspetta e vedrai”
FINE
Angolo della sadica:
Heilà,
gentaglia!
E con questo siamo arrivati alla fine della storia (per la gioia di
Gajeel e di tutte le sue fan!)! Spero sinceramente che la ff vi sia
piaciuta, personalmente mi sono divertita un sacco a scriverla!
Ringrazio tutte le persone che hanno letto, recensito e in generale
apprezzato la storia! Thank you!
Bene, detto questo mi levo di torno prima che Gajeel mi trovi,
perché ho il dubbio che mi infliggerebbe le stesse
cattiverie che gli ho fatto sopportare io!
Alla prossima e grazie ancora!
Devileyes