Anime & Manga > Digimon > Digimon Adventure
Segui la storia  |       
Autore: Mami93    03/05/2013    3 recensioni
E' una storia che parla di due ragazzi e della loro storia. Hikari Yagami è timida e introversa, Takeru Takaishi spavaldo e allegro, ma il loro incontro è destinato a cambiarli entrambi. Un incontro casuale porterà ad un avvicinamento un po' particolare, quasi non voluto. E il tempo porterà loro delle novità.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hikari Yagami/Kari Kamiya, Takeru Takaishi/TK | Coppie: TK/Kari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
V-Piccolo incidente

Apro il frigo con una mano e tiro fuori lo yogurt. Richiudo il frigo e apro il cassetto, da cui tiro fuori un cucchiaino. Richiudo il cassetto e lo appoggio sul piano mentre sollevo la linguetta di stagnola. Il tutto mantenendo in equilibrio il cellulare fra l’orecchio e la spalla. Ancora due squilli e riattacco.

-heila! Come stai?- sorrido

-bene, grazie. Tu?-

-tutto a posto. Dimmi pure.- cos’è che volevo dirgli? Ah, già, sì!

-senti, hai da fare oggi pomeriggio?- aspetto qualche secondo che ci pensi un attimo

-mh, no, direi di no. Non ho impegni, perché?- secondo te? Prova ad immaginare, furbone!

-ti andrebbe di accompagnarmi al cinema?- all’altro capo del telefono ridacchia divertito. Chissà poi perché!

-dipende. Se è uno di quei film sdolcinati pieni di amore e cuoricini no, non ti accompagno: ci vai da sola!- mostro senza cuore! Ecco cosa sei, un ragazzo insensibile e freddo come il ghiaccio!

-no, tranquillo, non ti sottoporrei a una tale tortura. È quel film appena uscito… non mi ricordo come si chiama…- sbuffa impaziente

-va bene, mi fido, allora si. A che ora passo…- non lo lascio neppure finire

-no, questa volta passo io da te. Però prima dovremmo fare una tappa lungo il percorso, se non ti dispiace- Silenzio. Per un attimo penso che sia caduta la linea.

-a piedi?- non capisco. Che sta dicendo? A piedi cosa? Mha… idiota!

-ma che a piedi! In macchina!- quel cretino pensava che lo sarei andata a prendere a piedi! E come lo portavo, in spalla! Poveri noi!

-ah, perché, guidi?- … … … Non sta scherzando. Il bello è che è serio!

-non sei degno neppure di una risposta. Passo da te alle sei. Fatti trovare pronto- non aspetto neppure una risposta e butto giù. Davvero credeva che non sapessi guidare? Va bene che l’ho sempre usato come taxi personale; ma da qui a dire che non guido… oh, lasciamo perdere. Negli ultimi quattro giorni non l’ho sentito per niente, a parte un paio di messaggi per assicurarsi sullo stato della mia salute. Sono stata meglio dopo la caduta, non ho più avuto vertigini ne mal di testa, a parte un leggero fastidio al bernoccolo. Quindi fisicamente sono stata bene. Non posso dire lo stesso della mia salute mentale: mia madre ha dato di matto quando l’ho chiamata per spiegarle cosa mi era successo, e c’è voluto il ben di Dio per convincerla a non correre da me con papà al seguito per appurare che stavo effettivamente bene (solo dopo che gli ho passato Tai e lui le ha assicurato che non mi avrebbe perso di vista un solo nanosecondo si è convinta a restare a casa. Donna di poca fiducia!). ciò non mi ha comunque salvato dall’averla sempre in mezzo ai piedi per tutto il giorno seguente. Ogni mezzora mi chiedeva se mi sentivo bene, e ogni tentativo di fare qualcosa in casa MIA era nullo. Segregata a letto e sul divano sono stata costretta a vedermi servire da mamma, papà e Yolei. Si, perché logicamente la mia carissima e premurosissima amica non si era scordata della promessa che le avevo fatto, così ha passato tutto il giorno con me. ho rischiato di dare di matto, ma ho resistito, e l’idea che il giorno seguente sarei potuta tornare al lavoro mi tranquillizzava: non mi avrebbero potuto seguire anche lì, no? Malgrado tutti quanti insistessero perché mi prendessi altri due giorni di permesso, io sono tornata alla mia casa di riposo. Questo non ha comunque demoralizzato Yolei, che si è presentata a casa mia dieci minuti dopo che avevo finito il mio turno mattutino. Con che scusa?

-ieri non ho potuto stare con te perché c’erano i tuoi. Sono venuta comunque perché così era il nostro accordo, ma non mi sono presa cura di te. Per cui oggi sarò la tua balia.- il resto del pomeriggio e del giorno seguente l’ho passato a rassicurare tutti i parenti e gli amici che mi telefonavano preoccupati per me. Sembrava di essere in un centralino, tanto squillava il telefono. Incredibile comunque come girano veloci le voci quando a parlare sono i miei. Stamattina finalmente sono riuscita a passare un’intera mattinata da sola, così ho avuto tempo per pensare. Era un po’ che non andavo al cinema, e non vedo l’ora di vedere quel film, così ho pensato di invitare Tk. Finisco quel che ho da fare e aspetto l’ora giusta per andare a prenderlo, nel frattempo mi guardo un po’ di tele. Prendo le chiavi dell’auto, la borsa, cellulare e le chiavi di casa. Speriamo solo di ricordarci la strada per andare da Tk, se no mi prenderà in giro finché campo. A un certo bivio ho un dubbio e purtroppo prendo la strada sbagliata. Fortunatamente sono stata abbastanza attenta, e quella casa gialla sulla destra sono strasicura di non averla mai vista prima. Appena posso faccio marcia indietro e questa volta prendo la via giusta. Logicamente non trovo parcheggio, così mi trovo a girare lì intorno. Fortunatamente Tk è abbastanza puntuale e mi è sufficiente accostare per farlo salire.

-tu guidi!-

-ti odio!- scoppia a ridere isterico

-senti, tu piuttosto non mi hai raccontato come è andato il tuo viaggio all’estero- col trambusto della mia caduta e la novità di aver visitato casa sua me ne ero completamente dimenticata.

-tu piuttosto come stai con la testa?- cosa centra?

-te l’ho fatta prima io la domanda- lo guardo per un secondo prima di tornare a fissare la strada. Non vorrei mai fare un incidente per colpa sua! intuisco che se non gli rispondo lui non risponderà a me

-sto bene. Ora raccontami-

-e quale sarebbe la tappa che dobbiamo fare?- ma lo fa apposta?

-al luna Park. Mi rispondi!- ho un tono quasi isterico, il che lo fa divertire, ne sono certa!

-appunto, te lo racconto lì! Ma cosa dobbiamo fare?- metto su il broncio da bimba. Non ho intenzione di spiegarglielo! Così impara! Cala il silenzio nell’abitacolo e io non ho intenzione di demordere. -e dai. Ti ho detto che te lo racconto, ma non capisco perché dobbiamo andare al luna Park-

-se non me lo dici adesso poi ce lo scordiamo, e io sono curiosa- sto diventando sempre più ridicola!

-me lo ricorderò. Te lo prometto!- ha uno sguardo speranzoso. Maledetto…

-ho promesso a Yolei che sarei passata a trovarla prima del cinema- pur di liberarmi di lei le ho promesso di tutto. Però che gusto godersi di nuovo la libertà!

-come trovarla. Lavora lì?-

-qualche ora nei week end, per arrotondare- ricordo ancora come era contenta quando le hanno proposto quel posto. Parcheggio nel primo posto libero che trovo e scendiamo. Le urla allegre di bimbi e ragazzi ci giungono subito all’orecchio. Chiudo la macchina con il comando automatico mentre ci inviamo.

-ma tu non avevi paura a stare nei posti dove ci sono ragazzi in gruppo? Qui è pieno, lo sai?-

-si, ma ci sei tu con me, quindi sono più tranquilla!- lo guardo mentre gli si accende una strana luce negli occhi, prima di abbassare la testa sghignazzando. -che c’è!- lo incito a parlare

-ho creato un mostro!- accelero il passo, più che altro per non mostrargli la mia gratitudine. Entriamo e lo conduco al chiosco dove c’è Yolei. Sta servendo due clienti, e dietro ad aspettare ce n’è altri tre. Ci mettiamo in coda. Arrivati al nostro turno ci accoglie una sorridente ragazza occhialuta.

-Kari! Allora sei venuta davvero! Che fate di bello?-

-facciamo un giro, poi andiamo al cinema- un sorriso ebete le si stampa sulla faccia, e il suo sguardo è pieno di parole non dette. Guardo un attimo Tk che, per fortuna, sta guardando da un'altra parte.

-è un film d’azione… più o meno. Bhe, comunque non è quello che pensi tu- il suo viso serio mi sorprende

-io non penso niente. Piuttosto, mi state allungando la fila. Ho dei clienti che aspettano, io!- ci giriamo contemporaneamente e vedo che effettivamente c’è gente che aspetta dietro di noi.

-ok, allora ci vediamo domani o dopodomani. Ciao bella!- ci allontaniamo e camminiamo tranquillamente per le stradine trafficate di ragazzi strillanti che corrono qua e la e mamme impazzite che li richiamano all’ordine. Vedo che Tk continua a camminare a naso all’aria per guardare le attrazioni più altre; quelle adrenaliniche, per intenderci. Lo prendo per un braccio per non lasciarlo continuare a vagare da solo e mi siedo su una panchina vuota.

-che si fa ora?- ci penso un po’ su poi guardo l’orologio

-visto che è ancora presto e il primo spettacolo inizia tardi, direi di aspettare.-

-e che facciamo fino ad allora?- mh, bella domanda.

-a me piace starmene seduta a guardare la gente che passa- Tk sgrana gli occhi, come se avessi detto una bestialità

-no, aspetta, fammi capire, tu quindi vorresti startene qui seduta a fissare chi passa?- io non ho detto questo! O forse si?

-è curioso guardare la gente- sono un po’ stizzita. Non sono l’unica a farlo!. O almeno credo.

-lo sai vero che le attrazioni sono fatte per salirci sopra?- ripenso a cosa stava guardando prima Tk, e mi vengono i brividi.

-si, ma immaginando dove vorresti andare tu preferisco stare qui!-

-e dai, i giochi in cui sei a testa in giù sono i migliori!- dubito che se ci salissi, poi la penserei allo stesso modo; comunque…

-dai, prima raccontami come è andato il viaggio di lavoro, poi dopo magari ci pensiamo- mi guarda titubante, poi si convince

-è stato sfiancante, ma anche molto bello. La prima tappa è stata la spagna, dove siamo stati mezza giornata, poi abbiamo fatto tappa in Italia per un giorno, e infine siamo andati in Russia. Abbiamo fatto tipo più ore di viaggio che altro, però che spettacolo.- io lo guardo estasiata, praticamente trasognante

-hai assaggiato le specialità del posto?-

-nelle tre tappe hanno gareggiato praticamente varie squadre, ma venivano da tutto il mondo, e non tutte portavano specialità locali, quindi in gara ho sentito tanti gusti, ma mai come quelli che sentivo quando ero fuori servizio-

-e i posti? Hai visitato qualcosa?- mi sento euforica, sogno quei luoghi a occhi aperti e immagino le atmosfere.

-poco a dir la verità. In spagna quasi nulla perché ci siamo stati pochissimo, ma dall’aereo lo spettacolo è entusiasmante. Solo guardandola dall’alto, quella terra emette calore. Sembra che ci viva il sole, lì- oh, che bello!

-e in Italia? Io ho visto la capitale e un po’ del nord. Ma è tutto così diverso da qui. Sembra di stare in un altro mondo. E il mangiare? L’hai per caso sentito? È da capogiro!-

-Kari!- mi riprendo da tutta questa euforia. -calmati. Lasciami parlare, così dopo lo sai!- ridacchio e lo incito a continuare. -l’Italia è davvero bella. Sono stato solo in città, però sono riuscito a trovare un posto tranquillo e fuori dal mondo. Mi hanno consigliato alcuni piatti e, parola mia, se non riesco a riprodurli mi stabilisco fisso lì finché non ci sono riuscito. Ho sempre saputo che è la patria dei buon gustai, ma non avrei mai creduto fino a quel punto. Davvero, è stato stupendo!-

-e la Russia?- cerco di controllarmi per non dover farmi riportare con i piedi per terra in maniera troppo brusca.

-c’è freddo. Ma il posto è… non ci sono parole. Quegli edifici, i posti… per capire dovresti vederla!- magari! Continuo a fantasticare su quei posti meravigliosi, finché Tk…

-allora, andiamo?- lo guardo confusa

-dove?- gli si illumina lo sguardo

-su un gioco. Voglio scaricarmi.- quel termine, scaricarmi, mi preoccupa. -però lo scelgo io!- o povera me!

-ok, però ci sono dei limiti, se no ci sali da solo!- avvertio, prima che ci rimanga male.

-non ti piace l’adrenalina?- ah ah ah! Che bella battuta!

-no!- gli si gela il sorriso sul volto. Poverino, ma è così! Io amo sentire i piedi ben poggiati a terra, tutto qui!

-ok, andiamo lì? Non c’è neppure tanta fila!- indica un gazebo e io alzo lo sguardo terrorizzata. Le rotaie di quel gioco vanno in alto… parecchio in alto! E si rigirano su se stesse. Vedo un loop, due… cazzo!

-dimmi che stai scherzando. Dimmi che ti è preso un momento di pazzia ma che sei tornato normale. Ti prego!- mi guarda divertito, ma non c’è nulla da ridere.

-dai, non è poi cosi male. Non te ne accorgerai neanche. Al massimo chiudi gli occhi, e poi- il suo sguardo si assottiglia -ci sono io con te!- Ma perché non sto mai zitta!

-se muoio mi avrai sulla coscienza!- esulta, dirigendosi verso la fila. Aspettiamo che le persone defluiscono, e per mia fortuna dobbiamo aspettare che il macchinario si riempia di gente e poi parta per due volte. Io nel frattempo guardo. Guardo quel poco che riesco ad intravedere del tragitto che dovremo fare, e tremo. Ho sempre odiato queste cose, ma cerco comunque di trovare punti a favore. In fondo Tk ha ragione, al massimo chiudo gli occhi! Tocca a noi e Tk mi prende la mano e me la stringe. Vedo che si dirige verso la prima fila… forse così se vedrò il percorso mi tranquillizzerò un attimo, no? Spero solo che stia agendo cercando il modo migliore per tranquillizzarmi, perché credo sul serio di avere un’espressione terrorizzata sul volto. Ci sediamo e gli stringo la mano più forte che posso. Lo guardo, e lui guarda me. sembra tranquillo. Le barriere scendono automaticamente e con la mano libera mi aggrappo anche a quelle. Non si sa mai. Torno a guardarlo -ti prego, ricordami che cosa mi ha convinto a salire qui?- sento l’agitazione tornare più forte che mai. Sorride beffardo

-la mia faccia d’angelo!- bastardo!

-bhe, ricordati che non appena fermeranno il gioco per farmi scendere a causa dei miei urli da pazza, la colpa sarà solo ed esclusivamente tua!- si fa più serio, ma sorride ancora. Sento uno strano movimento sotto di me.

-guarda che non fermano le macchine per far scendere le persone terrorizzate!- sgrano gli occhi e lo fulmino con lo sguardo.

-che cosa! Spero sul serio che tu stia scherzando!- sento la macchina che comincia a partire e i sedili che fanno uno scatto in avanti. Stringo maggiormente la presa sulla sua mano e sulla protezione. Noto appena che scossa la testa, come a dirmi che no, non è uno scherzo, e che io ora sono finita in un problema enorme. Cominciamo la salita, che è estremamente alta ed estremamente ripida. Ho gli occhi sbarrati, e inoltre non riesco neppure a chiuderli. -cazzo Tk, ti odio!- questa è l’ultima cosa che riesco a dire, prima di arrivare in cima alla salita. Siamo nella prima fila, quindi vedo quanto siamo in alto. Merda! Sento qualcuno accanto a me che mi dice di stare tranquilla e chiudere gli occhi, ma non ci faccio troppo caso, anche perché comincia la discesa. E che discesa! Scendiamo in picchiata lateralmente, veniamo sbalzati a destra e a manca, scendiamo, saliamo, mi trovo inspiegabilmente a testa in giù, poi con il viso rivolto verso terra. I pali che reggono su tutta l’impalcatura mi passano troppo vicino alle gambe, e istintivamente le ritiro, terrorizzata. L’ultimo giro della morte poi un'altra curva tutta a sinistra e il macchinario frena all’improvviso. Mi ritrovo i capelli in viso, poi riparte, più dolcemente, per fermarsi al punto d’inizio. Le protezioni risalgono, e io guardo Tk. È lì tutto contento che gioisce dalla felicità! -ora tu dovrai portarmi a braccio fino alla macchina, sempre che riesca ancora a guidare- provo a scendere, ma miracolosamente sto ancora in piedi. Mi mette le mani dietro la schiena e mi sospinge verso l’uscita, giù per una scaletta.

-hai guardato?-

-SI!- si ferma e sporge il viso sopra la mia spalla per guardarmi in faccia

-e perché?- che faccino innocente che ha. Ma io ti stacco gli occhi e li uso come olive nel cocktail!

-non ci riuscivo a stare con gli occhi chiusi! Preferivo guardare quando sarebbe arrivato il momento in cui avremmo preso il volo!- sto inveendo contro un ragazzo in mezzo a un mucchio di gente! In effetti mi sento osservata; non crederanno mica che sono pazza!

-è stato meraviglioso, comunque- mi volto per guardarlo con la faccia peggiore che abbia mai usato con qualcuno

-ora possiamo andarcene o vuoi forse condannarmi a morte?- ridacchia e ci inviamo all’uscita. Per qualche minuto restiamo in silenzio, mentre che io cerco di riprendermi. Non appena saliamo in macchina è lui a rompere la tregua

-allora hai deciso se continuerai a vivere nella tua casa mezzo distrutta?- metto in moto e partiamo per andare al cinema.

-ci sto pensando Tk. Sai, non è una decisione che puoi prendere in qualche giorno-

-ne hai parlato con tuo fratello?- lo guardo per un secondo. Ma è pazzo?

-non ho intenzione di fargliene parola fino a che non avrò deciso. Non vorrei mai che mi morisse davanti.- Ci rechiamo al cinema, prendiamo i pop corn e le bibite, poi cerchiamo la sala.

-“Le belve”! Non ti facevo tipo da certi film!- lo fulmino, impuntandomi sul posto. Lui si volta e mi guarda interrogativo.

-ti ho già detto di smetterla di sottovalutarmi. Ok?- ride e mi prende per un braccio, trascinandomi al botteghino per comprare il biglietto

-stavo scherzando!- entriamo e dopo due minuti, giusto il tempo di trovare i posti, inizia il film. Durante la pausa vado al bagno e torno, ma Tk non c’è più. Mi siedo e ricomincia il film. Dopo mezzo minuto lo vedo tornare con altre cibarie fra le braccia

-ma quanto mangi?- gli sussurro avvicinandomi per non recare disturbo agli altri spettatori

-io ho bisogno di forze per riuscire a sopportarti- sussurra in risposta. Lo guardo. Sorride! Allungo la mano e gli rubo qualche pacchetto, aprendolo e cominciando a mangiare sotto i suoi occhi sorpresi.

-cosi impari!- assottiglia lo sguardo e continua a fissarmi. Io gli rispondo con una bella linguaccia, prima che si metta a ridere, poi rivolgiamo di nuovo la nostra attenzione al film. Non appena finisce mi alzo per dirigermi all’uscita, ma il mio accompagnatore non sembra della stessa idea. -andiamo?- gli intimo di alzarsi, ma lui mi guarda dal basso e continua a mangiare.

-è meglio se aspettiamo qualche minuto per evitare tutto il traffico all’uscita e nel parcheggio- giudicandola una ottima idea mi risiedo e gli rubo un’altra manciata di stuzzichini.

-per fortuna che ero io quello che mangiava tanto, vero?- non lo guardo e continuo a mangiare

-anch’io ho bisogno di energia per sopportare te- all’improvviso mi ritrovo un pop corn fra i capelli e lo fulmino con lo sguardo prima di sfilarmelo e metterlo in bocca

-già sentita. Battuta vecchia- allungo la mano per prendere qualcos’altro ma Tk allontana prontamente i sacchetti. Io lo guardo accigliata, prima che lui demorda e li riavvicini. Continuiamo a mangiare in silenzio per un minuto buono guardando le persone che tardavano ad uscire, commentando qua e la qualcuno.

-ti rendi conto che siamo al cinema?- io lo guardo interrogativa -se tu fossi stato un ragazzo e io una ragazza avrei pensato che dietro a questo invito c’era qualcosa di più.- arrossisco e mi alzo velocemente

-ma per fortuna tu non sei una ragazza dolce ed indifesa, e io un ragazzo che ha secondi fini!- mi invio lungo la fila di poltroncine

-sicura?- trovo appoggiata ad una sedia una bottiglia vuota, la prendo e gliela tiro dietro, prima di continuare a camminare. Lo sento ridere, e anch’io non posso fare a meno di sorridere. Appena usciti dalla sala mi affianca e mi picchia volontariamente contro una spalla. Lo guardo in cagnesco e accelero il passo. -ho una proposta da farti- rallento, aspettando che mi raggiunga.

-devo preoccuparmi? L’ultima volta che mi hai fatto una proposta, hai chiesto se volevo diventare tua coinquilina.-

-ed è stata un ottima idea che tu non potrai rifiutare- sbuffo divertita

-dimmi!- mi si para davanti bloccandomi il cammino

-fra due settimane si sposa mia cugina, e io devo darle la conferma che ci andrò. Ti va di accompagnarmi?- lo guardo sbalordita? Ho sentito bene?

-ma io…- non mi lascia finire

-non dire che non la conosci, perché non centra niente; mio fratello si porta dietro la sua ragazza e neppure lei la conosce.- provo a ribattere, senza successo

-ma…-

-lo so che non sei la mia ragazza, ma non cetra niente- si diverte ad interrompermi?

-non era quello che volevo dire!- lo guardo in cagnesco, prima di continuare. In risposta ricevo un sorriso angelico. -non vorrei che tua cugina non mi voglia al suo matrimonio. Insomma, sei tu ad invitarmi, non lei!- inoltre è parecchi anni che non partecipo ad un matrimonio…

-mi ha esplicitamente detto che se voglio invitare qualcuno posso… sai, penso che voglia mettermi al tavolo con alcuni parenti del suo futuro marito… se vieni ci metterà molto probabilmente assieme a mio fratello o a mia madre, oppure a mio padre… insomma, persone che conosco!- lo guardo accigliata

-mi stai invitando per assicurarti i posti che preferisci?- mi offende un po’ questo pensiero. Tk si agita e vedo subito dal suo viso che è dispiaciuto dai miei sospetti

-no no, davvero, ti giuro che non mi interessa dove mi mettono- abbassa leggermente la voce, come se non volesse che lo sentissi, malgrado stia parlando con me -se ci sei anche tu- alla luce lieve dei lampioni vedo che è arrossito. Mi affretto a toglierlo dall’imbarazzo

-a patto di ballare, la sera- riesco perfettamente nel mio tentativo; ora non è più imbarazzato, direi più interdetto

-con me?- lo liquido con un gesto della mano

-non c’è bisogno che prendi lezioni apposta. A me basta ballare, con chi non mi interessa- sospira, più tranquillo

-non ho detto che non so ballare, semplicemente non è la mia passione. Comunque mio padre ne sarà ben lieto: è un ballerino provetto e appassionato- sorrido e riprendiamo il cammino

-ah, e in più passi a prendermi tu!- logicamente non è una domanda: è una pretesa.

-se vieni a stare da me non ce n’è bisogno!- lo guardo esasperata. Sta sorridendo soddisfatto

-sei un tormento. Ti ho detto…-

-so cosa hai detto. La mia era solo una precisazione- sbuffo e accelero il passo avvicinandomi alla mia macchina. Saliamo e prima di accendere l’auto lo guardo al buio, seria.

-sei pronto per domenica?- penso mi stia guardando, ma non ne sono sicura. Passano un paio di secondi prima che mi risponda

-il problema non è domani, ma i prossimi giorni in cui mio padre mi farà pesare in ogni maniera di non essere stato da lui a cena- all’inizio ero preoccupata che accennando alla giornata che gli si sarebbe presentata l’indomani mi avrebbe zittita dicendomi che non erano affari miei. Nei giorni scorsi ho pensato molto alla situazione dei genitori di Tk, e mi ero convinta che non me ne avrebbe mai più parlato, invece…

-hai provato a chiarirgli la situazione tua e di tuo fratello?- sto guidando piano, nella notte.

-credi forse che non se la immagini da solo?- lo sento sospirare accanto a me -non voglio disegnarlo come un mostro, perché anche mamma ogni tanto ci fa di questi scherzi, ma più che spiegare loro che noi non possiamo fare da pacieri, cosa vuoi fare? L’unico è scegliere da che parte stare, di volta in volta, semplicemente decidendo chi dei due abbia ragione in quel caso o nell’altro- ci penso un po’ su, poi decido di chiudere lì il discorso

-mi spiace di aver tirato fuori il discorso. Non volevo renderti triste- Tk ride allegro accanto a me, come se avessi detto una buffa barzelletta

-tranquilla, non mi hai rattristato!- sorrido lieta

-mi sono divertita. Ah, a proposito- accosto accanto al marciapiede -grazie per avermi offerto gli snack!- sorrido, ironica. Mi squadra male, prima di scendere.

-me lo ricorderò!- mi punta contro un dito, ma poi sorride e chiude la portiera, poi mi saluta con la mano. Riparto e mi invio verso casa. Solo il giorno dopo mi rendo conto che ho passato tutto il tragitto verso casa e successivamente finche non ho chiuso gli occhi pensando incessantemente e solo ad un ragazzo biondo e con degli occhi di ghiaccio, che molto probabilmente mi hanno stregato.

 

Hallo

Tutto bene? Come vi è sembrato questo capitolo? Sono riuscita a contenermi nella lunghezza, ma sono comunque contenta. Voi che ne dite? Ho messo il film “Le Belve” perche è il primo che mi sia venuto in mente, non per altri motivi; non l’ho visto, anche se mi piacerebbe, e non ho mai letto neppure delle recensioni. Per la questione del luna Park volevo sottolineare che le opinioni espresse dalla protagonista contrastano nettamente dalle mie. E per la cronaca, nella descrizione del gioco adrenalinico mi sono ispirata al “Blu Tornado” che si trova a “Gardaland” e che ho trovato stupefacente! Nota curiosa: a settembre dell’anno scorso sono andata proprio a Gardaland con tre miei amici. Quello che guidava parcheggiò la sua Mini blu e scendemmo tutti tranquillamente. Ecco, per chiunque sia stato a Gardaland può confermare che i parcheggio (anche se a dire la verità si può parlare di parcheggi; al plurale) è a dir poco immenso. E difatti all’ora di chiusura secondo voi casa può essere successo? Immaginatevi solo quattro idioti che girano per tutti i parcheggi cercando si ricordare di che materiale era fatto il pavimento dove avevamo parcheggiato (asfalto? Erba? O c’era forse la rete verde?). 10 minuti a girare guardandoci in giro per ritrovare la macchina! Sappiate solo che avevamo preso in considerazione l’idea di aspettare che TUTTI se ne andassero così da avere i parcheggi mezzo liberi e trovare più facilmente la macchina. Poveri noi! Comunque sono davvero curiosa di avere qualche vostra opinione. Vi saluto con affetto.

Mami

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Digimon > Digimon Adventure / Vai alla pagina dell'autore: Mami93