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Autore: Riccardo    05/09/2004    6 recensioni
Gocce di pioggia come lacrime scendevano dal cielo, cos'era se non la natura che afflitta preannunciava qualcosa di oscuro e malefico? Ma cosa c'era stavolta di diverso in un duello tra fratelli?
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                L’ULTIMA LOTTA

 

                                                di Riccardo

 

Benvenuti alla mia prima fanfiction assoluta su Inuyasha, sebbene adorassi questo magnifico manga della Takahashi non mi era mai venuta l’ispirazione per scriverne una.

Questo è un esperimento, spero vi piaccia e quindi aspetto commenti.

 

                        IL COMBATTIMENTO BAGNATO DALLA PIOGGIA.

 

La pioggia batteva forte sul mio viso, come volesse nascondere le mie lacrime che scendevano copiose. Non riuscivo a capire il perché di quello che mi stesse accadendo eppure era una lotta come tante altre, erano ormai anni che i due fratelli si scontravano, mostrando all’altro tutto il loro odio.

Eppure…. Eppure non riuscivo a smettere di piangere, era come un presentimento, un presentimento di qualcosa che potesse succedere.

Cercavo di non pensarci, quante volte si erano battuti, quante volte non era successo niente.

Ma la pioggia, che scendeva come un insieme di lacrime, era come se gli dei stessi fossero in pena per quello che stava accadendo; il vento forte dal bosco quasi fosse un lamento delle creature silvestri, i lampi che a tratti illuminavano ad effetto la zona come se una mano invisibile avesse ideato una scenografia perfetta.

Tutto contribuiva a crescere il mio timore.

Il timore cresceva in me sempre più forte come i tuoni che si stavano avvicinando.

D’un tratto una voce ruppe il silenzio che aveva quasi ipnotizzato tutti i presenti.

 

Inuyasha: Finalmente ci rincontriamo maledetto! Oggi la faremo finita una volta per tutte!

Sesshomaru: Risparmia il fiato per il duello! Voglio che tu sia al meglio delle tue forze!

Inuyasha: Preparati a morire! Bastardo!

Sesshomaru: Guarda che il vero bastardo sei tu, fratellino!

 

Un lampo ruppe l’oscurità, era il segnale d’inizio.

Le spade sguainate brillavano di luce riflessa dalla luna, che a momenti si liberava dalla morsa delle nuvole, come volesse sfuggirle per poi essere coperta subito dopo, riconsegnata alla sua oscura prigione.

In quel momento anche il mio cuore era imprigionato, imprigionato dall’amore che provavo per lui.

Mai come in quel momento lo vidi così bello, più di quanto quel giorno di tanti anni fa mi salvò da morte certa, più di tutti quei giorni passati insieme nei quali compresi il mio amore nei suoi confronti.

Non riuscii mai ad esprimerglielo, così come lui non lo mostrava nei miei confronti.

Ma dalla sua freddezza apparente riusciva sempre inconsciamente a farlo trasparire.

Molte volte invece mi chiesi il motivo per cui mi prese con se, tanto che ebbi sempre il timore di essere abbandonata.

A volte invece ero io a non voler essergli da peso, ma lui con uno sguardo dolce riusciva a farmi sentire utile anche nei momenti di maggior sconforto.

Non riuscivo a distinguerli nella furia della battaglia.

Erano talmente veloci da non poterli nemmeno seguire con gli occhi, i miei poveri occhi umani non erano in grado di vedere, come se fossi cieca.

Ora capisco quando affermava di come era debole l’umana natura,  infatti si poteva solo sentire gli echi di quella immane battaglia.

Ad un tratto essi si avvicinarono pericolosamente a me, io non riuscii quasi nemmeno ad accorgermene, potevo passare rapidamente dalla vita alla morte.

La mia bravura nel combattimento appresa in questi anni non poteva niente contro quella velocità, la velocità di due demoni che non avevano altro interesse che l’annientamento altrui.

Sentii lo spostamento d’aria lacerare le mie carni, ma non morii, venni tratta in salvo da lui, mi vidi protetta dal suo corpo, caldo e rassicurante, mentre mi chiedeva come stessi.

Io non riuscii a rispondere, eppure ero nota per la mia parlantina, ma non riuscii a rispondere.

Forse anche per quello che vidi, una ferita sulla sua spalla da dove il sangue usciva copioso.

Al vedere la mia faccia, quasi come se sapesse leggere il mio pensiero, mi rispose sorridendo che non era niente rispetto ai colpi che aveva ricevuto in passato. Sapevo che mentiva ma non gli dissi nulla.

Mi mise in salvo portandomi in un posto sicuro.

Il suo avversario impaziente voleva continuare la lotta ma lui rispose stizzito come se ne fosse annoiato.

Ma in quell’attimo di apparente tranquillità in cui si guardarono immobili per l’ultima volta, compresi ciò che stava accadendo, seppur non si piegasse all’evidente superiorità dell’avversario, capii che la sua fine era giunta.

Sembrava come quegli incubi che mi tormentavano nelle notti si fossero realizzati contemporaneamente.

Cercai di svegliarmi, ma non potevo era tutto vero, purtroppo.

Io volli distoglierlo da quella pazzia, volevo urlare, volevo obbligarlo a smettere, ma non potevo, non avevo alcun diritto di dirgli come vivere la sua vita, lui era quello che lui voleva essere, libero, libero anche di decidere la sua morte.

E in quell’istante il fratello con la spada troncò il suo corpo e la sua vita stessa.

 

NOOOOOOOOOOO! COME HAI POTUTO? DOPOTUTTO ERA TUO FRATELLO!

 

Ero io a gridare, le parole uscivano dalla mia bocca senza volere.

 

Senza neanche accorgersi di me il fratello disse: “TSK! Al confronto di Naraku è stata una passeggiata!”

 

Mi riecheggiarono le sue ultime parole “Rin, stai bene?” mi disse, fui io il suo ultimo pensiero, il suo ultimo pensiero prima della morte.

 

Senza neanche pensarci mi cibai delle sue carni, un vecchio demone pulce urlò intimandomi di smettere, anche Jaken che era divenuto un padre per me nel corso di questi lunghi otto anni mi chiese di fermarmi.

Ma io avevo sentito che cibarsi di carne demoniaca trasforma gli uomini in demoni più potenti, sempre che si riesca a sopravvivere ai veleni contenuti in essa.

Ma non importava o riuscivo a vendicarlo o tanto valeva morire con lui.

Un dolore intollerabile pervase il mio corpo, era come se un fuoco bruciasse dentro di me, i lamenti che emisi furono talmente forti da squarciare le nuvole e il cielo stesso.

 

Inuyasha: Che stupida! Se l’ è cercata! Andiamo Kikyo, non c’è più niente da fare qui!

 

Ma riuscii ad alzarmi, la Tokijin venne a me da sola, come se in me riconoscesse la sua padrona.

“Non sottovalutarmi Inuyasha!” dissi, ero diversa, il potere che provavo in quel momento, era qualcosa di mai sentito prima.

 

Inuyasha: Maledetta! Come hai fatto a riprenderti? Poco male! Così come ho ucciso mio fratello, ucciderò te!

“ Provaci!” gli risposi.

 

FINE EPISODIO

 

Spero che vi sia piaciuto? E’ la prima ff drammatica che scrivo e spero che sia venuta bene.

Per questo gradirei molto consigli e commenti.

Non perdetevi il prossimo episodio “ Ricordi lontani”

Buon divertimento!

   
 
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